tag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post2522542975370268646..comments2023-06-21T19:26:04.092+02:00Comments on ReF - Recensioni Filosofiche: Sfez, Lucien, Tecnica e Ideologia. Una questione di potere.Andrea Rossettihttp://www.blogger.com/profile/10911196435133848326noreply@blogger.comBlogger7125tag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-64863534719239983162019-07-18T18:49:16.102+02:002019-07-18T18:49:16.102+02:00... Si consideri, ora, avvalendosi della mia digre...... Si consideri, ora, avvalendosi della mia digressione precedente, il quadro filosofico offerto da indice di pubblicazione recensita da Gennaro De Falco; si nota che esistendo, permanendo eventuali e reali distruzioni di poteri tecnici, tecnologici, nella dissoluzione causata tragicamente dalle illusioni della indistinzione della tecnoscienza, resta, oltre le opzioni di totali trasformazioni o completi rifiuti nonché di accettazioni tragiche e di tragici immobilismi, una possibilità di continuazione vitale e non ripetizione vuota, che scaturisce non da vuoto generato nella modernità ma da istanze nonostante tutto moderne, non riducibili ad antitesi opposte di tecnica e potere da una parte e tradizioni e continuazioni dall'altra parte; possibilità che è, rimane utile, praticamente, non essendo astrazione morale neppure essendo una etica della sola disperazione.<br /><br />È accaduto, siamo in anno 2019, che il dilemma tra il sapere ed il realizzare, già tematicamente posto in dibattito filosofico da L. Sfez in anno 2006 ed anche in Italia, si è dissolto in altro dilemma, eppure con una soluzione positiva, direttamente favorevole, che poneva e pone domanda su cosa fare ed in che modo; e in Italia ciò è accaduto, opportunamente e necessariamente, con politica filosofica non filosofia politica, accadimenti di vigore tanto inusitato quanto trascurato però democraticamente ineluttabilmente determinante, negli stessi atti dello Stato, il cui divenire... ha mutato corso interno!!<br /><br />MAURO PASTORE MAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-59530844929986508602019-07-18T18:23:47.909+02:002019-07-18T18:23:47.909+02:00MAURO PASTORE:...
Durante la crisi della psichia...MAURO PASTORE:... <br /><br />Durante la crisi della psichiatria non era sempre ovunque possibile definizione diretta rigorosa di psicoanalisi quale metodo psicologico né v'era accesso praticabile a cronache storiche che testimoniavano la preesistenza del metodo psicologico della psicoanalisi quale rigorosa ripartizione della diagnostica psichiatrica supportata da scienza psicologica; a fronte delle reazioni violente che tal metodo suscitava in ambienti sanitari e parasanitari invasi da criminosità e criminalità non solo di incompetenza, si usava illustrare autentico metodo psicoanalitico raffrontando analisi psicologica e psicologia analitica e se ne menzionava solo la applicazione esterna, di tecnica derivata. Solo in tal senso "teoria psicoanalitica" significava — e significa — possesso dei requisiti solo teorici per poter avvalersi di tecnica psicoanalitica, ma non di metodologia scientifica nè applicazione rigorosa di metodo scientifico-psicologico. Analogalmente non era quasi mai o mai possibile dire di scienza psicologica direttamente ma si doveva procedere facendo notare che l'esperimento psicologico non è la esperienza scientifica psicologica ma solo una tra le tante attività cui applicabile scienza della psicologia.<br />Ma nel dizionario si trovano altresì validi contenuti atti ad introdurre non solo ad evitare esoterismi. Per esempio le dizioni, ivi: "psiche", "dominanza", “psicosintesi“; certamente la dizione, ivi, della psicoanalisi sta diventando vecchia eppure durano ancora impedimenti e pregiudizi e le condizioni positive o favorevoli della politica e cultura attuali sono osteggiate gravemente; per questo ivi le tante inconcludenze, le tante coincidenze verbali (per esempio tra àmbito di psicologia e àmbiti di antropologia, etnologia, neurologia...) non possono esser perdite di sensi ma tuttalpiù perdite di tempo per chi già oltre i nessi subculturali omologanti ed impedenti cultura psicologica e scienza psicologica ad altre logiche e scienze.<br /><br />In sintesi, per un buon utilizzo del dizionario, si tratta:<br />A) di distinguere gli elementi linguistici del gergo "neuroscientifico" dagli elementi non gergali;<br />B) di individuare per quel che esse sono le componenti linguistiche aggiunte, soprattutto desunte dalle pratiche mediche;<br />C) di identificare separatamente i soggetti linguistici principali, notandone pregnanza attuale non storica.<br /><br />Si constata nel Dizionario un uso favorevole di registri semantici tautologici e idiologici (non ideologici), nell'attuale quadro di riferimento sociale e culturale consentendo a studiosi altrimenti sprovvistine di ampliare i riferimenti linguistici anche ovviamente in contenuti concreti; e ciò reca o potrebbe recare un vantaggio non solamente culturale, alle risoluzioni cui servono suddetti Commissariamenti ed Interrogazioni, risoluzioni che già in Italia hanno salvato esistenza di Stato Italiano e che hanno scopo di renderla non solo degna o più degna cioè scopo anche di avvalorarne.<br /><br />Tal Dizionario aiuta a smascherare disvalori includendone le espressioni senza lasciar nella dispersione intellettuale le espressioni dei valori reali; nulla di fondamentale e solo pochissimo di essenziale ma niente che sia chiuso a fondamenti né di aperto a compiuta essenzialità; esso cioè è una pubblicazione dal valore più storico che rappresentativo, perché non fissa ma segna, pur non provocandone, un divario tra certa ed insicura subculturalità ed incerta ma sicura cultura; attualmente in tutto specchio e in niente ormai tramite (e ciò è un sollievo!) il nuovo Dizionario di U. Galimberti non è ancora simulacro linguistico, tanto che idiomi classici e tipici psicologici vi si ritrovano distaccatamente e — non mi riferisco a grammatica con ciò ultimo — neutramente non solo neutralmente.<br />...<br /><br />MAURO PASTORE MAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-22502504898729745072019-07-18T18:01:03.760+02:002019-07-18T18:01:03.760+02:00Da considerarsi assieme a mio messaggio precedente...Da considerarsi assieme a mio messaggio precedente:<br /><br />Su: DIZIONARIO DI PSICOLOGIA di Umberto Galimberti. <br /><br />Lavoro di compilazione preliminare e non definitivo, di cui:<br />prima realizzazione durante periodo detto della "crisi della psichiatria", ovvero dopo le Disposizioni di legge sulla chiusura delle strutture manicomianali dei luoghi sanitari e prima degli Interventi per la soppressione dei luoghi di curatela nelle strutture carcerarie,<br />seconda realizzazione di esso dopo tali due eventi e durante l'avvio del Commissariamento delle procedure statali non locali o non localizzate, consistito e consistente in sottoposizione dei dibattiti parlamentari e consiliari a istanze esecutive-giudiziarie-istituzionali a difesa dei servizi sanitari in quanto tali e non altri, cui ha seguito avvio delle Interrogazioni, parlamentari e consiliari, a difesa delle altre necessità di limitare od evitare offerta dei servizi sanitari — i due eventi precedenti da legislazione giudiziaria a giudizio normativo avevano posto fine al coinvolgimento delle Istituzioni statali con le inadempienze e i disastri della Previdenza sanitaria nello Stato; gli altri due successivi hanno iniziato fase statale differente, entro cui funzionamenti esecutivi e funzioni giudiziarie operano e cooperano offrendo percorsi legislativi obbligati e ostacoli normativi necessari —limitare col rifiuto ed accantonamento delle pratiche organizzate di neutralizzazioni organiche e di morti anticipate; periodo di difesa inconcluso detto della "fine della medicalizzazione" ed in opposizione alla cosí appellata "diffusione delle neuroscienze" ma in realtà questa ultima fenomeno di indistinzioni e di confusioni che hanno tentato e tentano vanamente ma disastrosamente di costruire, definire, agire secondo una unità di saperi scientifici impossibile ad esistere e che quale pregiudizio e fantasia sussiste soltanto subculturalmente, mentre linguisticamente vale quale gergo in uso di tecniche ma non per linguaggio tecnico; dunque recepibile quale modo diffuso e non insensato ma non significante di dire, descrivere, comunicare.<br /><br />Dizionario che è opera aperta, a carattere non sistematico e di impostazione interdisciplinare, nata per finalità scientifiche e da motivazioni filosofiche; da non utilizzarsi per orientamento disciplinare ma potenendosene usare a questo scopo, è basato su descrizioni lessicali e privo di riferimenti terminologici, munito di indicazioni anagrafiche e bibliografiche e di riduzione alfabetica, in pratica questa ultima che non mutandone la elencazione di dizioni ne aggiunge l'altra usufruizione quale dizionario-vocabolario, necessaria in quanto le trattazioni hanno maggior risultato di favorevoli negazioni e minor o nullo risultato di opportune affermazioni.<br /><br />...<br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-83825420858764730702019-07-18T17:46:03.133+02:002019-07-18T17:46:03.133+02:00Mi pare giusto aggiungere a miei commenti preceden...Mi pare giusto aggiungere a miei commenti precedenti qualcosa che possa dare non solo idea di cosa abbia io posto in causa ma perché ne consista; infatti concordo in merito alla manifestazione della esigenza di far valer fatti oltre che prassi; a tal scopo invierò mie descrizioni e considerazioni che ho scritto quest'oggi dopo aver dato brevi letture a Nuovo Dizionario di Psicologia di Umberto Galimberti. Non si tratta di doppiare recensione, ma di valutar separatamente assieme a miei altri commenti qui.<br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-75815662715702050952019-07-18T17:36:05.193+02:002019-07-18T17:36:05.193+02:00(...)
La tecnica ed il potere contemporanei se ai...(...)<br /><br />La tecnica ed il potere contemporanei se aiutano, a vincer tempi veramente avversi e a dominar spazi realmente nemici, non sono valutabili con criteri ideali.<br /><br />In tale valutazione il realismo oggettivista nato in postmodernità non ha fatto più che da segnale di intellettuali mancanze; di negazioni antimetafisiche per novità metafisiche che non possono conservare tradizioni neppure preziose e neppure garantire futuri adeguati. Questo realismo ha cercato in àmbiti di epistemologia-ontologia quasi del tutto a vuoto, trovandovi solo via del ritorno ma a moderne e coerenti necessità gnoseologiche e fenomenologiche da aggiungere non opporre; e tale si presenta il Realismo postmoderno, sia stimato anche questo nuovo o non lo sia; e non si può assumerne funzioni per estraneità né concorrenzialità.<br />Il riferimento che in miei commenti ho fatto a psicologia e linguistica in particolare ad attività di U. Galimberti non è un caso; tale sua attività infatti per via di esclusioni, escludendo cioè falsità ma affrontandone inerenze, potrebbe o può aiutare un piccolo intero mondo civile e culturale a ritrovare in mezzo a massime insensatezze minime sensatezze ma ciò non può accadere ad esso senza considerare la ampiezza delle prospettive psicologiche anche scientifiche moderne e postmoderne; ed a tal scopo bisogna rendersi conto della importanza dei Simboli, non solo in psicologia; ed a mio avviso tale necessità non era, non è stata assolta da cotale recensione che ha per oggetto un lavoro di Lucien Sfez certamente per tematiche più rilevante di quanto da stesso suo recensore Gennaro De Falco, in anno 2006, posto ad attenzione.<br />Da quell'anno molte cose smentirono tante attese (...non mie...) dipendenti però anche da altre opposte parimenti ignare (...non mie...); infatti esiste anche l'altra perdita, non di presente e passati e quindi di presente stesso, ma di futuri non altri, cioè di futuri propri non altrui, a causa di ultramodernismo senza possibili esiti trasformativi, cui decadenze non sono di civili estetiche soprardinate non sovraordinate ma purtroppo di culture fondative che non più fondanti lasciano o lascerebbero interi ambienti culturali e civili, i quali non vivono unità naturale di cultura e natura, senza capacità di fare né di fare per vivere. <br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-10063810013073848222019-07-18T16:58:18.730+02:002019-07-18T16:58:18.730+02:00(...)
Certo che non sarebbe, non è scientificità n...(...)<br />Certo che non sarebbe, non è scientificità né tecnologismi di semiotica, a poter dare sensi adatti alla discussione filosofica condotta per tramite della epistemologia-ontologia sulla vuotezza ed ingannevolezza dei Paradisi Artificiali della Tecnica; non serve dunque ai negatori o loro sottoposti o a quelli da loro ingannati rifuggire dalle realtà simboliche per evitare piena descrizione della inanità di tali paradisi ed anche dei segni che vi alludono, talvolta per inversi, rovesci, opposti; ed allora non si tratta di analizzare la terribilità tecnica secondo parametri desueti, parziali, neppure fossero materialisti; ed allora usar insegnamento di Scuola di Francoforte, assai manchevole per statuto nei confronti della simbolicità dell'Occidente, cosa di fatto attuata dal recensore, non serve e semmai allontana da pensiero filosofico; inoltre usar tautologie contemporanee per supporti trasforma parzialità in parzialismi; infatti non esiste solo l'Occidente nichilista, non esiste solo la illusione paradisiaca associata a tecniche e tecnologie contemporanee; perché nei fatti ne esistono anche esigenze improbabili ma reali, funzioni pratiche non teoriche di solo apparentemente inutili ma in realtà utili od utilissimi estremismi; ed oltretutto esistono gli estremi per i quali la tecnica ed il potere non possono esser separati da saggezza perché sono sopravvivenza; e non v'è giustezza nell'opporre un no alle ragioni della fretta (è il caso anche dei reali utilizzi delle automobili velocissime) neppure a ridurre la filosofia ad un giudizio univoco che se dato escluderebbe ingiustamente ed anche parte di se stessa, perché la filosofia stessa può giovare e giova e non solo alla scienza, pure a tecniche... ed anche terapeutiche (mi riferisco di nuovo anche a psicologia e a metodi psicologici).<br />Si dice di "Psiche e techne", Psiche, Techne... E ciò non implica mai alternativa tra fatalismo e rifiuto qualora se ne affermi per itinerario filosofico.<br />(...)<br /><br />MAURO PASTORE MAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-52910879582047121912019-07-18T16:24:50.083+02:002019-07-18T16:24:50.083+02:00Il recensore procede secondo Scuola di Francoforte...Il recensore procede secondo Scuola di Francoforte (oramai retaggio, ma da altri contesti, di Guerra Fredda tra blocchi ideologici di poteri mondiali non l'attuale contrasto di guerra fredda su scala mondiale (tra Stati Uniti di America e Repubblica Cinese e relativi specifici affiliati)) usando recente epistemologia-ontologia, in ciò senza corrispondenza solo rispondenza filosofica tra quanto posto in atto da stessa recensione oltre che riferito.<br />La pubblicazione cui recensione riferisce si svolge più essenzialmente che non in riferimento stesso recensorio; l'indice dell'Opera recensita offre se non altro tematiche compiute: di rischi tecnologici, tecnici, tecnici-tecnologici, ipertecnici; dando idea di ostinazione supertecnologica, oltremodo tecnica, che non si arresta al fallimento del dominio tecnico-artificiale ma cerca negli ipertecnologismi modi per evitare vita naturale e si rifugia in diaframmi di separazione, difatti questo diventano le finzioni tecniche nella vicenda di sopravvalutazione di tecnica e tecnologia.<br />La matrice ideologica post-ex-marxista non assume radicalità di conclusioni epistemologiche-ontologiche; infatti codeste delineano un estetico, dimentico, provvisorio "Paradiso della Tecnica", quale termine ultimo e attuale mèta della illusione che il divenire ha suscitato in ufficialità dell'Occidente: nel caso specifico individuato in Francia, la illusione di vincere nella vita con apporto determinante delle nuove e nuovissime tecnologie di comunicazione e tecniche comunicative; in altro esempio, particolare, la assenza di scopi reali di vetture fuoriserie ma con funzioni di serie, tendenza (io ebbi modo di constatarlo) reale ancor oggi e pratica circostanziale, omologante direttive a circuizioni, le vie stradali ai circuiti stradali, gli scopi degli autodromi agli scopi delle autostrade (codeste da se stesse (auto... ) atte ad ospitare tragitti veicolari (... -strade) tecnologici, tecnici); ma essendo questa una sola tendenza tra tante! Invece la recensione fa trapelare propria circuizione, nel comporre circolo chiuso, tra sociologia delle comunicazioni e tautologia filosofica, da cui rimedia omologante riduzione, che non permette essa di contenere tutti gli argomenti. <br />Specificamente la notazione di Umberto Galimberti su scienze e tecnoscienza si avvale di critica storica-esistenziale mentre l'attenzione del recensore di critica storica-essenziale, ridotta, che verte, forse senza filosofica consapevolezza, su gerarchia di essenze, di ascendenze ideologiche, forse indirette, marxiste. Per questo il recensore resta in indeterminato, con inconcludenza di stessa recensione e che la espone a faziosità, di tradizionalismo medioevale, cattolicista, o di revanscismo antico, paganeggiante; senza che gli Assoluti ne siano coerentemente assunti, con ciò pregiudicando le rispettività, astratte o già concrete, con realtà europee solo analoghe, di altre nazioni od ambienti etnici diversi.<br />La citazione della attività filosofica di Galimberti pone orizzonte di tecniche, anche terapeutiche non eminentemente comunicative, da potersi valutare; cui recensione invece non aiuta o potrebbe distogliere. Nessun senso nel citare attività, che è fatta pure di professione di psicologia oltre che di interventi di filosofia, senza poterne considerare interamente anche apporti tecnici, di progressi ovvero non-involuzioni linguistiche, quali quelli del Dizionario di Psicologia di stesso Galimberti; né bisogna confondere polemiche passate su progettualitá culturali e politiche con altrui (non mie) polemiche presenti antipolitiche ed antiprogettuali contro stessa cultura non solo filosofica o non eminentemente tale! Il discutere filosofico su tecnica e potere incontra nonsenso e fine se oscurantismi medioevali e revanscismi antichi prevalgono pur inavvertitamente; questi non essendo eredità di Evo di Mezzo né ritorni di Antichità.<br />(...)<br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.com