tag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post3202626434704378678..comments2023-06-21T19:26:04.092+02:00Comments on ReF - Recensioni Filosofiche: Natorp, Paul (a cura di M. Ferrari e G. Gigliotti), Tra Kant e Husserl. Scritti 1887-1914Andrea Rossettihttp://www.blogger.com/profile/10911196435133848326noreply@blogger.comBlogger16125tag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-30656420444761673132019-06-18T13:44:29.498+02:002019-06-18T13:44:29.498+02:00In primo messaggio di ciascuna sequenza questa par...In primo messaggio di ciascuna sequenza questa parte del testo: <br /><br />'[...] di cui la fazione marxista era esponente in un solo senso solamente perché celava dietro [...]' <br /><br />potrebbe anche esser così modificata: <br /><br />'[...] di cui la fazione marxista era esponente in un solo senso, solamente perché celava dietro [...]'. <br /><br />Non c'è dubbio che se ne potrebbe anche trovar espressione più gentile, elegante, ma si tratta di ridondanza solo apparente cioè di solo accostamento inoltre penso che dato riferimento alla marzialità contenuto nella sequenza dei miei messaggi sia meglio per la lettura anche apparenza non semplice allora chi legge sappia capire separazione senza aiuto della virgola. <br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-33348156589295400002019-06-18T13:18:54.532+02:002019-06-18T13:18:54.532+02:00Ribadisco che sono spiacente degli inconvenienti d...Ribadisco che sono spiacente degli inconvenienti di scrittura ma scrivo in circostanze di gravissimo odio antietnico ai miei e non solo miei danni e anche perpetrato da chi in Stato, talché non è convenuto del tutto alla vita ed alle cose della vita maggiore previa attenzione e d'altronde su Internet basta acquisizione dati. <br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-62771267229191915602019-06-18T13:16:43.000+02:002019-06-18T13:16:43.000+02:00In penultimo messaggio di ciascuna sequenza 'n...In penultimo messaggio di ciascuna sequenza 'nuoveva' sta per: muoveva. <br /><br />Non convenendo reinvio di intera sequenza, riporto soltanto intero messaggio corretto:<br /><br /><br />... Per il destino della cultura in Germania la fenomenologia era una salvezza e per il destino etnico tedesco la psicologia era salvifica e P. Natorp si curò di unire filosofia e psicologia e scienza psicologica, avendo cura di ottenere sostegni ed appoggi da stesso movimento filosofico della fenomenologia, del quale fu anche se con poco pure partecipe. <br />La discussione postuma su Kant e kantismo verteva intorno al concetto di Categorie; ma quale ricerca di esito alternativo era inconsistente perché l'interrogativo assoluto che ne generava adduceva negazione di stesso principio di discussione, nondimeno c'era chi discuteva con scopo di togliere senso futuro a discutere stesso ed a stessa materia di discussione; ed il rifiuto aprioristico di principio di discussione e discussione a volte era parallelo altre volte divergeva in tutto; ed i paralleli atti filosofici negavano fine infruttuosa di discussione, d'altronde a volte negata per quelle divergenze, culturali, politiche, soprattutto... ostili! Infatti i negatori estremi non proponevano parametri storici alternativi alla filosofia occidentale universitaria ed accademica ma agivano per distruggerla e sostituirla con altro dapprima di eurasiatico-asiatico poi di ignoto purché altro fosse e non amico! A dare tanto potere alle tendenze, in certo senso culturali, ostili, nonostante pur sempre filosofici eventi o solo accadimenti, era l'avversione contro il pietismo evangelico cristiano, nutrita da subcultura o da ignoranza più radicale circa l'esistere in sicurezza della umanità nel mondo e specialmente in Europa.<br />Il pietismo aveva notato in condizioni-limite di parte della umanità situazioni poco definibili e minacciose per benessere ed anche vita di molti altri eppure non di tutti, muovendo tale affermazione da tradizioni storico-etniche del tutto distinte da quelle dell'ebraismo, in particolare in Germania da marziali eredità ancestrali oscure per i più, per le quali la sopravvivenza della umanità era costante pensiero o memoria. Da ciò quella 'pietà', dal non essere in rischio di chi aiutato per stessa pietà, in verità proprio stessa ma (si badi!) non medesima della antica cultura latina, non degenerabile, nelle imitazioni pietistiche non pietiste dunque sostituita, con compassionevole sentimento senza intuizione. La serenità che muoveva Kant nel considerare le tristi costrizioni omosessuali per alcuni che aveva in sua vita di società incontrato proveniva da sentimento austero di lotta ad oltranza e sopravvivenza, lo stesso che si manifesta implicitamente-esplicitamente nelle Opere di Wagner, non aliene o intrise di monoteismo, esoterico-pagano o iniziatico-cristiano. <br />La domanda sul senso e sulla funzione delle Categorie nella Critica filosofica aveva senso interpretativo e riflessivo, non esclusivamente meditativo, ma la avversione contro tal domanda ne ritardava risposte e conoscenze di risposte; attraverso i totalitarismi sopravvivendo domanda e risposte, fino ai nostri giorni, dopo la fine del totalitarismo comunista e in regime di sopravvivenza etnica europea, questa essendo cronaca odierna e vicenda presente e futura. <br />...<br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-71861141200296895802019-06-18T12:55:23.497+02:002019-06-18T12:55:23.497+02:00... Le risposte davano conto su: identità etnico-c...... Le risposte davano conto su: identità etnico-culturali, relativisticamente occidentali, europee, tedesche; su identità etno-culturali, non relativisticamente secondo differenze di soggetti filosofici e conseguenti oggetti; nel pensiero del postmoderno e con la cultura del postmodernismo le risposte erano e sono comprensibili in significato distaccato, neutrale; per cui è possibile formularle senza incertezza perché si tratta di questione che ineriva considerazioni filosofiche non riferimenti filosofici:<br /><br />Le categorie delle Critiche kantiane sono espressioni mentali e linguistiche universali contenute in inevitabili lingue ed espressioni particolari; dunque restano nozioni eminentemente logiche, ma che la riduzione del kantismo a critica di ragion pura non ha facoltà di accertarsi per tali.<br /><br />La cultura filosofica, in gran parte atea o cattolica, che ha praticato tal riduzione, ha protratto proprio agire limitato in forza dei totalitarismi, del nazismo che era anticristiano senza eccezioni, del comunismo antioccidentale senza appello, del fascismo che in quanto tale fu, era, resta e resterà degenerazione del corporativismo originario e sua appropriazione simbolica illecita, essendo e restando, fascismo e neofascismi, tutti quanti movimenti antiumanitari, vòlti ad antireligiose, antioccidentali, antiumanitarie negazioni, senza universalità per evitare autonegazioni e con obiettivi piuttosto particolari dunque, tra cui le particolari 'espressività e linguistica' di Kant e del kantismo originario secondo pietismo e germanesimo. Ma esistendo anche un kantismo non originario, le realtà culturali impedite o soggette o complici dei totalitarismi, sia pur di quello mai in tutto attuato cioè del fascista, non hanno, per non volere o non potere, evitato kantiani confronti od acquisizioni e restando la filosofia occidentale contemporanea in apertura od appartenenza al parametro storico delle Critiche kantiane, nonostante in alcuni ambienti occidentali le Critiche della ragion pratica e del giudizio non fossero accettate poi accolte indirettamente. Si tratta di coesistenza storica a volte senza tanta convivenza.<br />Per tale ragione tutti i lavori che contribuiscono a colmare le lacune storiche, culturali, filosofiche, su Kant, kantiani, kantismi, offrono contributo al potere di parte importante ed irrinunciabile per interezza di filosofia non per identità diverse filosofiche. Molti dei lavori hanno positivo effetto per sola ripetizione esaustiva di stesse insignificanti obiezioni presentate in forma esteriore di argomentazioni esteriori.<br />Dunque dicendo di rapporti Husserl-Natorp in termini di sola ragion pura non se ne viene a capo di nulla di decisivo oramai, perché non basta dar spazio alla autoabdicazione di generica generale ostilità anticritica; per questo la recensione ormai risulta ancora utile ma non più da se stessa, perché è improntata a sola ragion pura, d'altronde questa risultando una condizione imposta da intolletanze atee e fanatismi religiosi esterni a mondo stesso della filosofia, non così recensione stessa.<br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-19608087374658397722019-06-18T12:53:34.383+02:002019-06-18T12:53:34.383+02:00... Per il destino della cultura in Germania la fe...... Per il destino della cultura in Germania la fenomenologia era una salvezza e per il destino etnico tedesco la psicologia era salvifica e P. Natorp si curò di unire filosofia e psicologia e scienza psicologica, avendo cura di ottenere sostegni ed appoggi da stesso movimento filosofico della fenomenologia, del quale fu anche se con poco pure partecipe. <br />La discussione postuma su Kant e kantismo verteva intorno al concetto di Categorie; ma quale ricerca di esito alternativo era inconsistente perché l'interrogativo assoluto che ne generava adduceva negazione di stesso principio di discussione, nondimeno c'era chi discuteva con scopo di togliere senso futuro a discutere stesso ed a stessa materia di discussione; ed il rifiuto aprioristico di principio di discussione e discussione a volte era parallelo altre volte divergeva in tutto; ed i paralleli atti filosofici negavano fine infruttuosa di discussione, d'altronde a volte negata per quelle divergenze, culturali, politiche, soprattutto... ostili! Infatti i negatori estremi non proponevano parametri storici alternativi alla filosofia occidentale universitaria ed accademica ma agivano per distruggerla e sostituirla con altro dapprima di eurasiatico-asiatico poi di ignoto purché altro fosse e non amico! A dare tanto potere alle tendenze, in certo senso culturali, ostili, nonostante pur sempre filosofici eventi o solo accadimenti, era l'avversione contro il pietismo evangelico cristiano, nutrita da subcultura o da ignoranza più radicale circa l'esistere in sicurezza della umanità nel mondo e specialmente in Europa.<br />Il pietismo aveva notato in condizioni-limite di parte della umanità situazioni poco definibili e minacciose per benessere ed anche vita di molti altri eppure non di tutti, muovendo tale affermazione da tradizioni storico-etniche del tutto distinte da quelle dell'ebraismo, in particolare in Germania da marziali eredità ancestrali oscure per i più, per le quali la sopravvivenza della umanità era costante pensiero o memoria. Da ciò quella 'pietà', dal non essere in rischio di chi aiutato per stessa pietà, in verità proprio stessa ma (si badi!) non medesima della antica cultura latina, non degenerabile, nelle imitazioni pietistiche non pietiste dunque sostituita, con compassionevole sentimento senza intuizione. La serenità che nuoveva Kant nel considerare le tristi costrizioni omosessuali per alcuni che aveva in sua vita di società incontrato proveniva da sentimento austero di lotta ad oltranza e sopravvivenza, lo stesso che si manifesta implicitamente-esplicitamente nelle Opere di Wagner, non aliene o intrise di monoteismo, esoterico-pagano o iniziatico-cristiano. <br />La domanda sul senso e sulla funzione delle Categorie nella Critica filosofica aveva senso interpretativo e riflessivo, non esclusivamente meditativo, ma la avversione contro tal domanda ne ritardava risposte e conoscenze di risposte; attraverso i totalitarismi sopravvivendo domanda e risposte, fino ai nostri giorni, dopo la fine del totalitarismo comunista e in regime di sopravvivenza etnica europea, questa essendo cronaca odierna e vicenda presente e futura. <br />...<br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-81540047354680361282019-06-18T12:51:42.022+02:002019-06-18T12:51:42.022+02:00... Pensando tali destini della Germania, si deve ...... Pensando tali destini della Germania, si deve accettare anche da parte di chi alieno da esso il verbo puro a se stesso, il linguaggio adamitico e dunque precedente alla lingua codificata che invece biblicamente sta sotto la menzione di Eva non Adamo, tutto ciò rientrando anche nella discussione filosofica o tuttalpiù extrafilosofica su categorie culturali e culture, esistendo innegabili provenienze di cultura religiosa, sia pure per sola convivenza linguistica o sia per altro; lo si deve per capire anche le ragioni del ricorso da parte del kantismo a psicologizzare e a psicologia.<br />Con i Supplementi a Il Mondo come volontà e rappresentazione Arthur Schopenhauer aveva predisposto fino agli estremi le polemiche kantiane e kantiste tra sionismo e filoellenismo, ottenendone, anche con volontaria interruzione di revisioni e rifacimenti, esito fatale ed obbligato per i codici civili-culturali in Germania, da allora intrinsecamente incapaci di offrire in se stessi riferimento separato da stato di natura pur non includendone riferimenti unificanti; né altro futuro poteva esserci se non la distruzione, per antropizzazione ed antropologizzazione ostili, della natura europea in Germania e quindi la fine della natura della Germania e forse di tutta la natura della Europa non extracontinentale; e tanto forti ed in certo senso audaci ma anche davvero vili gli odi esterni a Germania e ad Europa, che la cultura e la politica tedesca avevano dovuto approfondire la conoscenza dell'Oriente e degli Occidenti primitivi e trovando nelle antichità persiane poi nelle culture iraniche una ragione in più da opporre agli odi, ovviamente di incerta indefinibile provenienza ultima! Parte di giudaismo in Germania costituendo nuovo primitivo Occidente, sottraeva forza a quei vili odi; e queste erano idealità politiche e culturali di ambienti di convivenza di Edmund Husserl, che esistevano grazie anche al pensiero greco, cosmopolita, sostenuto dalle fazioni filoelleniche della politica tedesca in stessa Germania, ovviamente incontrando ostilità di chi negava provvisorietà a movimenti religiosi giudaici in Europa. Questi negatori erano anche antielleni, disconoscendo diritto greco e cittadinanza in Ellade ad origini giudaiche, mentre i filoellenici erano antisionisti perché non tributavano favorevole continuità al giudaismo considerandolo evento provvisorio od extraeuropeo od antieuropeo. Gli antielleni in Europa perdevano, poi restavano del tutto sconfitti ma solo dalla istituzione militare-democratica per l'attuale Stato Greco in Ellade; i filoellenici vincevano, il Pensiero Greco in Germania era esentato anche dalle maledizioni dell'Anticristo cui Nietzsche costruiva credito ma non personalmente, a scopo ed anche riuscito di porre fine a tutto ciò che fosse civile e religiosamente ostile a idea libera di natura e forza naturale. E. Husserl quindi agiva per filoellenismo fornendo sfondo linguistico-filosofico ai dati scientifici; altrimenti con la saggezza filosofica e senza intera filosofia avrebbero prevalso filosionismo e sionismo, ma una forza fatale spingeva al potere della filosofia, la forza dei bisogni, le necessità di usare scienze e tecniche per vivere e per sopravvivere; e questa fatalità era disconosciuta dalla intrusione politica del nazismo.<br />...<br /><br />MAURO PASTORE MAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-47584196641826364282019-06-18T12:49:32.971+02:002019-06-18T12:49:32.971+02:00... Kant stesso era antisionista ma senza sufficie...... Kant stesso era antisionista ma senza sufficiente autorità non avendo tutte le nozioni sufficienti intorno alla spiritualità del giudaismo, nondimeno era filoellenico e ne è dimostrazione soggettività culturale-linguistica prominente delle sue maggiori pubblicazioni di filosofia; la stessa Critica kantiana era un passo verso la liberazione della naturalità originaria e non c'era nulla di cui rifiuto o 'penitenza' perché si stava costruendo la Unità della cultura della Germania.<br />Purtroppo questo dato storico non risulta chiaro a tutti a causa di pregiudizio antiluterano di non trascurabile parte della cultura della filosofia europea, non disposta ad accogliere il testamento spirituale, religioso, culturale di Martin Lutero, che aveva potuto 'disastrare' le istituzioni religiose-penitenziali in Germania dopo averne fatto decadere le conventuali, definendo nuova realtà ecclesiastica basata su ritualità soltanto duplice di iniziazione/condivisione e ponendo al bando gli offici delle penitenze; e ciò era stato destinato da medesimo Lutero in stesso futuro linguistico tedesco, dopo propri ripensamenti avendo negato ulteriore àdito alla opposizione violenta contro le pretese dei contadi e dopo aver tolto occasioni preponderanti alle astiose opposizioni antireligiose-antiebraiche e dopo aver fondato il dialogo con i poteri religiosi ottomani per via di autonegazione e negazione. Lutero in ciò pubblicano poi in certo senso repubblicano, manifestando gli odi senza occultarli, anche i propri, quindi estinguendone i reali poteri per la futura politica istituzionale tedesca; la rivolta democratica dei contadini fallita in partenza per economicismo antiecologico, la crociata contro ebraizzazione-giudaizzazione riuscita ma per la simpatia iniziale e quindi l'antiumanesimo "della dannazione" “della umanità“ da prima rimproverato ad ambienti culturali ebraici poi confessato anche di non ebraici e accantonato per esaurirsi dei conflitti fondamentali, infine interrotto l'inconsapevole rifiuto culturale del Rito Greco-Orientale di cui difesa e dimora in stesso Impero Ottomano, rifiuto interrotto da necessità diplomatiche susseguenti a stesse affermazioni di diffida... Lutero in ciò scrivano e confessore, più di masse rozze, incolte, insopportabili anche a se stesse che di propri errori, ovvero la sconsideratezza verbale ma pure scorrettezza tattica poi strategica... Tutto questo lo stesso Lutero aveva cancellato dagli stessi destini dei discorsi tedeschi futuri, che lui seppe capire dover essere altra e più alta cosa e di saggezza di fondo; eppure questo contrasto di tempi e valori quasi inconcepibile non rientra nei pensamenti di tutti gli ambienti della filosofia, non tutti abbastanza inclini a meditare sulla mutabilità realizzata dal cristianesimo in Europa Settentrionale; eppure bisogna pensarne anche per capire gli scopi del kantismo, anche e non soltanto perché Kant stesso proveniva da cultura religiosa evangelica-protestante mai rinnegata né aveva fatto filosofia atea.<br />...<br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-78444411861741310072019-06-18T12:46:39.140+02:002019-06-18T12:46:39.140+02:00... Era in tale gigantesco dissidio ed astio ed ab...... Era in tale gigantesco dissidio ed astio ed abbandono anche condizionamento esterno a Germania e ad Europa se v'era assolutismo, altrimenti si trattava di divergenza per provvisorietà euroasiatica o era solo parziale dissidio; però di fatto v'era assolutismo in una frangia cospicua e facoltosa di dissidenti. Codesta aveva avuto vasti poteri e relativi ed era stata degradata nonostante sue ambizioni distruttive e subitanee ad un rango, consistente in statuto non solo condizione di dissidenza, ma durante divisione Est-Ovest del dopoguerra quasi vincente. La minaccia di tal dissidenza non era accolta evidentemente da Paul Natorp, impegnato anche a fondazione di cultura psicologica libera (con la critica dello psicologismo) e di cultura scientifica psicologica adeguata (con una psicologia generale). Questo impegno non era politicamente autoconservativo né limitato a politica conservatrice ma era politicamente conservativo, non solo a scopo di preservazione di beni culturali ma per evitare la distruzione della unità della lingua tedesca e per salvare la cultura tedesca dalla distruzione e quindi per conservare una identità etnica tedesca, attraverso la continuità del comunicare tra menti secondo identità mentale non diversa; e non bastava la fenomenologia per questo, benché essa ne fosse alleata ideale o reale. Parallelamente a tutto questo, v'era un'altra divergenza che derivava dal filoellenismo, di fatto corrente di politica culturale prevalente, poi vincente, poi influente, dalla poesia romantica alla decadente e dalla filosofia critica, quindi idealistica, infine realista; di contro al sionismo cui la politica tedesca rifiutò di assentire e di contro al filosionismo, che dovette rinunciare a poteri internazionali - nazionali tedeschi, terminando sue vaste facoltà in Germania dopo la costituzione dello Stato di Israele in Asia attorno a Gerusalemme.<br />Dalle Comuni tedesche il marxismo-comunismo aveva solo potuto ottenere una postuma ma in certo senso non solo postuma esclusione dal divenire democratico; a ciò determinante era stato impegno politico attivo di R. Wagner, antisionista ed ecologista e per armonia di intenti filoellenico fino a tanto che il passato ancestrale tedesco emergesse di nuovo tra la civilizzazione orientaleggiante ignara o poco conoscente della vita europea naturale; cito Wagner perché nonostante tutto non si può capir tutto dei fatti in questione restando in concettualità categoriale e culturale e allora bisogna allargare orizzonti culturali fino a idealità e oltre sola conformità di idee!<br />...<br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-65261618522660684462019-06-18T12:44:09.245+02:002019-06-18T12:44:09.245+02:00Io provvedo a comporre un prospetto storico perché...Io provvedo a comporre un prospetto storico perché urge definire qualcosa di preciso e di chiaro attorno al dibattito su Kant, kantismo filosofia contemporanea.<br /><br />La fenomenologia quale consapevolezza di linguaggio scientifico senza dubbio si fondava sull'intellettualità non sull'intelletto stesso e quale organizzazione mentale non recava alcunché di spontaneamente mentale, restando un prodotto categoriale e tra fine '800 ed inizio '900 non tutta la cultura tedesca accoglieva medesima concezione categoriale mentre era necessario uso critico delle categorie per realizzare una cultura scientifica, filosofica, in arti ed anche con le religioni, che fosse non ingenua e che non fosse una negazione della modernità; e questa necessità non era risentita per tale dall'antioccidentalismo della politica di estrema sinistra, di cui la fazione marxista era esponente in un solo senso solamente perché celava dietro l'antioccidentalismo una prassi totalitaristicamente antioccidentale. Eppure i destini politici della Germania erano riferibili a statalità, pur sempre nonostante le crisi e istituzionalmente fino ad avvento del nazismo, allorché lo Stato fu da far sopravvivere sottraendone i resti proprio agli stessi distruttori nazisti; infine la divisione Est-Ovest inibiva le spinte politiche antioccidentali perché il marxismo-comunista da Est era obbligato a confronto con Occidente da stessa Guerra Fredda e non poteva aggirare le premesse culturali occidentali a causa della continuità culturale del riferimento all'Occidente, per cui la stessa lingua tedesca in riforma ideologica non poteva liberarsi della nozione di Occidente; e ciò corrispondeva a mancato oblio in stesso stare ed al fallimento della eurasiatizzazione forzata, promossa anche con antipsicologia sin dai tempi di Karl Marx ed in pratica da Marx stesso.<br />...<br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-44669177066481612172019-06-18T12:40:42.135+02:002019-06-18T12:40:42.135+02:00In ultimo mio messaggio: 'patametro' sta p...In ultimo mio messaggio: 'patametro' sta per: parametro. <br />In terzo mio messaggio: 'futiro' sta per: futuro.<br /><br />Sono spiacente degli inconvenienti di scrittura ma scrivo in circostanze di gravissimo odio antietnico ai miei e non solo miei danni e anche perpetrato da chi in Stato talché non è convenuto del tutto alla vita ed alle cose della vita maggiore previa attenzione e d'altronde su Internet basta acquisizione dati; comunque reinvierò per agio di lettura sequenza completa di questi miei messaggi. <br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-66880802042338898702019-06-18T12:10:11.038+02:002019-06-18T12:10:11.038+02:00MAURO PASTORE:
... Le risposte davano conto su: i...MAURO PASTORE:<br /><br />... Le risposte davano conto su: identità etnico-culturali, relativisticamente occidentali, europee, tedesche; su identità etno-culturali, non relativisticamente secondo differenze di soggetti filosofici e conseguenti oggetti; nel pensiero del postmoderno e con la cultura del postmodernismo le risposte erano e sono comprensibili in significato distaccato, neutrale; per cui è possibile formularle senza incertezza perché si tratta di questione che ineriva considerazioni filosofiche non riferimenti filosofici:<br /><br />Le categorie delle Critiche kantiane sono espressioni mentali e linguistiche universali contenute in inevitabili lingue ed espressioni particolari; dunque restano nozioni eminentemente logiche, ma che la riduzione del kantismo a critica di ragion pura non ha facoltà di accertarsi per tali.<br /><br />La cultura filosofica, in gran parte atea o cattolica, che ha praticato tal riduzione, ha protratto proprio agire limitato in forza dei totalitarismi, del nazismo che era anticristiano senza eccezioni, del comunismo antioccidentale senza appello, del fascismo che in quanto tale fu, era, resta e resterà degenerazione del corporativismo originario e sua appropriazione simbolica illecita, essendo e restando, fascismo e neofascismi, tutti quanti movimenti antiumanitari, vòlti ad antireligiose, antioccidentali, antiumanitarie negazioni, senza universalità per evitare autonegazioni e con obiettivi piuttosto particolari dunque, tra cui le particolari 'espressività e linguistica' di Kant e del kantismo originario secondo pietismo e germanesimo. Ma esistendo anche un kantismo non originario, le realtà culturali impedite o soggette o complici dei totalitarismi, sia pur di quello mai in tutto attuato cioè del fascista, non hanno, per non volere o non potere, evitato kantiani confronti od acquisizioni e restando la filosofia occidentale contemporanea in apertura od appartenenza al patametro storico delle Critiche kantiane, nonostante in alcuni ambienti occidentali le Critiche della ragion pratica e del giudizio non fossero accettate poi accolte indirettamente. Si tratta di coesistenza storica a volte senza tanta convivenza.<br />Per tale ragione tutti i lavori che contribuiscono a colmare le lacune storiche, culturali, filosofiche, su Kant, kantiani, kantismi, offrono contributo al potere di parte importante ed irrinunciabile per interezza di filosofia non per identità diverse filosofiche. Molti dei lavori hanno positivo effetto per sola ripetizione esaustiva di stesse insignificanti obiezioni presentate in forma esteriore di argomentazioni esteriori.<br />Dunque dicendo di rapporti Husserl-Natorp in termini di sola ragion pura non se ne viene a capo di nulla di decisivo oramai, perché non basta dar spazio alla autoabdicazione di generica generale ostilità anticritica; per questo la recensione ormai risulta ancora utile ma non più da se stessa, perché è improntata a sola ragion pura, d'altronde questa risultando una condizione imposta da intolletanze atee e fanatismi religiosi esterni a mondo stesso della filosofia, non così recensione stessa.<br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-79108626586039960772019-06-18T11:20:21.326+02:002019-06-18T11:20:21.326+02:00MAURO PASTORE :
... Per il destino della cultura ...MAURO PASTORE :<br /><br />... Per il destino della cultura in Germania la fenomenologia era una salvezza e per il destino etnico tedesco la psicologia era salvifica e P. Natorp si curò di unire filosofia e psicologia e scienza psicologica, avendo cura di ottenere sostegni ed appoggi da stesso movimento filosofico della fenomenologia, del quale fu anche se con poco pure partecipe. <br />La discussione postuma su Kant e kantismo verteva intorno al concetto di Categorie; ma quale ricerca di esito alternativo era inconsistente perché l'interrogativo assoluto che ne generava adduceva negazione di stesso principio di discussione, nondimeno c'era chi discuteva con scopo di togliere senso futuro a discutere stesso ed a stessa materia di discussione; ed il rifiuto aprioristico di principio di discussione e discussione a volte era parallelo altre volte divergeva in tutto; ed i paralleli atti filosofici negavano fine infruttuosa di discussione, d'altronde a volte negata per quelle divergenze, culturali, politiche, soprattutto... ostili! Infatti i negatori estremi non proponevano parametri storici alternativi alla filosofia occidentale universitaria ed accademica ma agivano per distruggerla e sostituirla con altro dapprima di eurasiatico-asiatico poi di ignoto purché altro fosse e non amico! A dare tanto potere alle tendenze, in certo senso culturali, ostili, nonostante pur sempre filosofici eventi o solo accadimenti, era l'avversione contro il pietismo evangelico cristiano, nutrita da subcultura o da ignoranza più radicale circa l'esistere in sicurezza della umanità nel mondo e specialmente in Europa.<br />Il pietismo aveva notato in condizioni-limite di parte della umanità situazioni poco definibili e minacciose per benessere ed anche vita di molti altri eppure non di tutti, muovendo tale affermazione da tradizioni storico-etniche del tutto distinte da quelle dell'ebraismo, in particolare in Germania da marziali eredità ancestrali oscure per i più, per le quali la sopravvivenza della umanità era costante pensiero o memoria. Da ciò quella 'pietà', dal non essere in rischio di chi aiutato per stessa pietà, in verità proprio stessa ma (si badi!) non medesima della antica cultura latina, non degenerabile, nelle imitazioni pietistiche non pietiste dunque sostituita, con compassionevole sentimento senza intuizione. La serenità che nuoveva Kant nel considerare le tristi costrizioni omosessuali per alcuni che aveva in sua vita di società incontrato proveniva da sentimento austero di lotta ad oltranza e sopravvivenza, lo stesso che si manifesta implicitamente-esplicitamente nelle Opere di Wagner, non aliene o intrise di monoteismo, esoterico-pagano o iniziatico-cristiano. <br />La domanda sul senso e sulla funzione delle Categorie nella Critica filosofica aveva senso interpretativo e riflessivo, non esclusivamente meditativo, ma la avversione contro tal domanda ne ritardava risposte e conoscenze di risposte; attraverso i totalitarismi sopravvivendo domanda e risposte, fino ai nostri giorni, dopo la fine del totalitarismo comunista e in regime di sopravvivenza etnica europea, questa essendo cronaca odierna e vicenda presente e futura. <br />...<br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-35397533565021072922019-06-18T10:24:09.323+02:002019-06-18T10:24:09.323+02:00MAURO PASTORE :
... Pensando tali destini della G...MAURO PASTORE :<br /><br />... Pensando tali destini della Germania, si deve accettare anche da parte di chi alieno da esso il verbo puro a se stesso, il linguaggio adamitico e dunque precedente alla lingua codificata che invece biblicamente sta sotto la menzione di Eva non Adamo, tutto ciò rientrando anche nella discussione filosofica o tuttalpiù extrafilosofica su categorie culturali e culture, esistendo innegabili provenienze di cultura religiosa, sia pure per sola convivenza linguistica o sia per altro; lo si deve per capire anche le ragioni del ricorso da parte del kantismo a psicologizzare e a psicologia.<br />Con i Supplementi a Il Mondo come volontà e rappresentazione Arthur Schopenhauer aveva predisposto fino agli estremi le polemiche kantiane e kantiste tra sionismo e filoellenismo, ottenendone, anche con volontaria interruzione di revisioni e rifacimenti, esito fatale ed obbligato per i codici civili-culturali in Germania, da allora intrinsecamente incapaci di offrire in se stessi riferimento separato da stato di natura pur non includendone riferimenti unificanti; né altro futuro poteva esserci se non la distruzione, per antropizzazione ed antropologizzazione ostili, della natura europea in Germania e quindi la fine della natura della Germania e forse di tutta la natura della Europa non extracontinentale; e tanto forti ed in certo senso audaci ma anche davvero vili gli odi esterni a Germania e ad Europa, che la cultura e la politica tedesca avevano dovuto approfondire la conoscenza dell'Oriente e degli Occidenti primitivi e trovando nelle antichità persiane poi nelle culture iraniche una ragione in più da opporre agli odi, ovviamente di incerta indefinibile provenienza ultima! Parte di giudaismo in Germania costituendo nuovo primitivo Occidente, sottraeva forza a quei vili odi; e queste erano idealità politiche e culturali di ambienti di convivenza di Edmund Husserl, che esistevano grazie anche al pensiero greco, cosmopolita, sostenuto dalle fazioni filoelleniche della politica tedesca in stessa Germania, ovviamente incontrando ostilità di chi negava provvisorietà a movimenti religiosi giudaici in Europa. Questi negatori erano anche antielleni, disconoscendo diritto greco e cittadinanza in Ellade ad origini giudaiche, mentre i filoellenici erano antisionisti perché non tributavano favorevole continuità al giudaismo considerandolo evento provvisorio od extraeuropeo od antieuropeo. Gli antielleni in Europa perdevano, poi restavano del tutto sconfitti ma solo dalla istituzione militare-democratica per l'attuale Stato Greco in Ellade; i filoellenici vincevano, il Pensiero Greco in Germania era esentato anche dalle maledizioni dell'Anticristo cui Nietzsche costruiva credito ma non personalmente, a scopo ed anche riuscito di porre fine a tutto ciò che fosse civile e religiosamente ostile a idea libera di natura e forza naturale. E. Husserl quindi agiva per filoellenismo fornendo sfondo linguistico-filosofico ai dati scientifici; altrimenti con la saggezza filosofica e senza intera filosofia avrebbero prevalso filosionismo e sionismo, ma una forza fatale spingeva al potere della filosofia, la forza dei bisogni, le necessità di usare scienze e tecniche per vivere e per sopravvivere; e questa fatalità era disconosciuta dalla intrusione politica del nazismo.<br />...<br /><br />MAURO PASTORE <br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-37510295949444531772019-06-18T09:52:49.042+02:002019-06-18T09:52:49.042+02:00MAURO PASTORE :
... Kant stesso era antisionista ...MAURO PASTORE :<br /><br />... Kant stesso era antisionista ma senza sufficiente autorità non avendo tutte le nozioni sufficienti intorno alla spiritualità del giudaismo, nondimeno era filoellenico e ne è dimostrazione soggettività culturale-linguistica prominente delle sue maggiori pubblicazioni di filosofia; la stessa Critica kantiana era un passo verso la liberazione della naturalità originaria e non c'era nulla di cui rifiuto o 'penitenza' perché si stava costruendo la Unità della cultura della Germania.<br />Purtroppo questo dato storico non risulta chiaro a tutti a causa di pregiudizio antiluterano di non trascurabile parte della cultura della filosofia europea, non disposta ad accogliere il testamento spirituale, religioso, culturale di Martin Lutero, che aveva potuto 'disastrare' le istituzioni religiose-penitenziali in Germania dopo averne fatto decadere le conventuali, definendo nuova realtà ecclesiastica basata su ritualità soltanto duplice di iniziazione/condivisione e ponendo al bando gli offici delle penitenze; e ciò era stato destinato da medesimo Lutero in stesso futiro linguistico tedesco, dopo propri ripensamenti avendo negato ulteriore àdito alla opposizione violenta contro le pretese dei contadi e dopo aver tolto occasioni preponderanti alle astiose opposizioni antireligiose-antiebraiche e dopo aver fondato il dialogo con i poteri religiosi ottomani per via di autonegazione e negazione. Lutero in ciò pubblicano poi in certo senso repubblicano, manifestando gli odi senza occultarli, anche i propri, quindi estinguendone i reali poteri per la futura politica istituzionale tedesca; la rivolta democratica dei contadini fallita in partenza per economicismo antiecologico, la crociata contro ebraizzazione-giudaizzazione riuscita ma per la simpatia iniziale e quindi l'antiumanesimo "della dannazione" “della umanità“ da prima rimproverato ad ambienti culturali ebraici poi confessato anche di non ebraici e accantonato per esaurirsi dei conflitti fondamentali, infine interrotto l'inconsapevole rifiuto culturale del Rito Greco-Orientale di cui difesa e dimora in stesso Impero Ottomano, rifiuto interrotto da necessità diplomatiche susseguenti a stesse affermazioni di diffida... Lutero in ciò scrivano e confessore, più di masse rozze, incolte, insopportabili anche a se stesse che di propri errori, ovvero la sconsideratezza verbale ma pure scorrettezza tattica poi strategica... Tutto questo lo stesso Lutero aveva cancellato dagli stessi destini dei discorsi tedeschi futuri, che lui seppe capire dover essere altra e più alta cosa e di saggezza di fondo; eppure questo contrasto di tempi e valori quasi inconcepibile non rientra nei pensamenti di tutti gli ambienti della filosofia, non tutti abbastanza inclini a meditare sulla mutabilità realizzata dal cristianesimo in Europa Settentrionale; eppure bisogna pensarne anche per capire gli scopi del kantismo, anche e non soltanto perché Kant stesso proveniva da cultura religiosa evangelica-protestante mai rinnegata né aveva fatto filosofia atea.<br />...<br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-82225094190578288962019-06-18T09:22:49.035+02:002019-06-18T09:22:49.035+02:00MAURO PASTORE :
... Era in tale gigantesco dissid...MAURO PASTORE :<br /><br />... Era in tale gigantesco dissidio ed astio ed abbandono anche condizionamento esterno a Germania e ad Europa se v'era assolutismo, altrimenti si trattava di divergenza per provvisorietà euroasiatica o era solo parziale dissidio; però di fatto v'era assolutismo in una frangia cospicua e facoltosa di dissidenti. Codesta aveva avuto vasti poteri e relativi ed era stata degradata nonostante sue ambizioni distruttive e subitanee ad un rango, consistente in statuto non solo condizione di dissidenza, ma durante divisione Est-Ovest del dopoguerra quasi vincente. La minaccia di tal dissidenza non era accolta evidentemente da Paul Natorp, impegnato anche a fondazione di cultura psicologica libera (con la critica dello psicologismo) e di cultura scientifica psicologica adeguata (con una psicologia generale). Questo impegno non era politicamente autoconservativo né limitato a politica conservatrice ma era politicamente conservativo, non solo a scopo di preservazione di beni culturali ma per evitare la distruzione della unità della lingua tedesca e per salvare la cultura tedesca dalla distruzione e quindi per conservare una identità etnica tedesca, attraverso la continuità del comunicare tra menti secondo identità mentale non diversa; e non bastava la fenomenologia per questo, benché essa ne fosse alleata ideale o reale. Parallelamente a tutto questo, v'era un'altra divergenza che derivava dal filoellenismo, di fatto corrente di politica culturale prevalente, poi vincente, poi influente, dalla poesia romantica alla decadente e dalla filosofia critica, quindi idealistica, infine realista; di contro al sionismo cui la politica tedesca rifiutò di assentire e di contro al filosionismo, che dovette rinunciare a poteri internazionali - nazionali tedeschi, terminando sue vaste facoltà in Germania dopo la costituzione dello Stato di Israele in Asia attorno a Gerusalemme.<br />Dalle Comuni tedesche il marxismo-comunismo aveva solo potuto ottenere una postuma ma in certo senso non solo postuma esclusione dal divenire democratico; a ciò determinante era stato impegno politico attivo di R. Wagner, antisionista ed ecologista e per armonia di intenti filoellenico fino a tanto che il passato ancestrale tedesco emergesse di nuovo tra la civilizzazione orientaleggiante ignara o poco conoscente della vita europea naturale; cito Wagner perché nonostante tutto non si può capir tutto dei fatti in questione restando in concettualità categoriale e culturale e allora bisogna allargare orizzonti culturali fino a idealità e oltre sola conformità di idee!<br />...<br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-16156048663649975962019-06-18T08:25:08.059+02:002019-06-18T08:25:08.059+02:00Io provvedo a comporre un prospetto storico perché...Io provvedo a comporre un prospetto storico perché urge definire qualcosa di preciso e di chiaro attorno al dibattito su Kant, kantismo filosofia contemporanea.<br /><br />La fenomenologia quale consapevolezza di linguaggio scientifico senza dubbio si fondava sull'intellettualità non sull'intelletto stesso e quale organizzazione mentale non recava alcunché di spontaneamente mentale, restando un prodotto categoriale e tra fine '800 ed inizio '900 non tutta la cultura tedesca accoglieva medesima concezione categoriale mentre era necessario uso critico delle categorie per realizzare una cultura scientifica, filosofica, in arti ed anche con le religioni, che fosse non ingenua e che non fosse una negazione della modernità; e questa necessità non era risentita per tale dall'antioccidentalismo della politica di estrema sinistra, di cui la fazione marxista era esponente in un solo senso solamente perché celava dietro l'antioccidentalismo una prassi totalitaristicamente antioccidentale. Eppure i destini politici della Germania erano riferibili a statalità, pur sempre nonostante le crisi e istituzionalmente fino ad avvento del nazismo, allorché lo Stato fu da far sopravvivere sottraendone i resti proprio agli stessi distruttori nazisti; infine la divisione Est-Ovest inibiva le spinte politiche antioccidentali perché il marxismo-comunista da Est era obbligato a confronto con Occidente da stessa Guerra Fredda e non poteva aggirare le premesse culturali occidentali a causa della continuità culturale del riferimento all'Occidente, per cui la stessa lingua tedesca in riforma ideologica non poteva liberarsi della nozione di Occidente; e ciò corrispondeva a mancato oblio in stesso stare ed al fallimento della eurasiatizzazione forzata, promossa anche con antipsicologia sin dai tempi di Karl Marx ed in pratica da Marx stesso.<br />...<br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.com