tag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post4050645963360715274..comments2023-06-21T19:26:04.092+02:00Comments on ReF - Recensioni Filosofiche: Cusano, Nicoletta, Capire Severino. La risoluzione dell’aporetica del nullaAndrea Rossettihttp://www.blogger.com/profile/10911196435133848326noreply@blogger.comBlogger4125tag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-10868199821825402202019-08-14T11:52:58.402+02:002019-08-14T11:52:58.402+02:00Stante positiva e non contraddittoria aporeticità ...Stante positiva e non contraddittoria aporeticità della epistemologia-ontologia costruita ed attuata dal prof. Emanuele Severino, stante il suo altro pensiero assai recente che ha potuto confrontarsi direttamente esistentivamente ed esistenzialmente con la realtà della imperante e pervasiva violenza nichilista, stante la non consistenza gnoseologica della sua epistemologia ed invece la consistenza gnoseologica della sua ontologia, tutto questo non implicando sviamenti da origine extrafilosofica di filosofia né impedimenti a realizzazioni scientifiche da filosofia, stessa costruzione ed attuazione di un pensiero diretto e rigoroso del divenire non ponendo evenienze di mutamenti necessari né annullamenti fatali di premesse culturali-filosofiche né di culturali presupposti, constatandosi comunicabilità nonché comunicazione dei risultati di medesime attuazione e costruzione, non soltanto di filosofia pure filosofiche... Va dunque a mio avviso altramente rivalutata la proposta, di stesso prof. Severino, di Ritorno agli Antichi, in particolare al pensiero di Parmenide; soprattutto va considerato l'esito della riflessione su necessità di tal ritorno dopoché le intellettualizzazioni successive alternative a stessa proposta si son chiuse in realizzazioni ma a loro volta successive, alternative.<br />Si tratta di considerare assieme al nuovo quadro culturale, postparmenideo, non eleatico, derivato da attività critica-ontologica di E. Severino, anche il quadro culturale della tradizione eleatica, parmenidea; attualmente ciò reso anche altrimenti possibile che da sola 'presa di distanza' o differenziazione esposta a perdite culturali disastrose od a polemiche conservative inibenti, in verità entrambe accadute già non definitivamente anche entro dialoghi e confronti di e con stesso prof. Severino, che perveniva di fatto a nuova modalità ontologica non senza polemiche storicamente non ineccepibili o con polemiche eccepibili... Recupero altrimenti possibile ora anche dal linguaggio interno a stessa nuova modalità, oggetto di recentissima pubblicazione di medesimo Severino "Testimoniando il destino", formulazione ontologica e riformulazione filologica, aperte o non chiuse a radicale alterità o relativa impensabilità di filosofie e culture. Il passato eleatico, abbandonato perfino contraddetto da stesso Autore di proposta, ora risulta diversamente valutabile, anche per realtà culturali senza legami con esso, in base alla constatazione della aporeticità di conclusioni ontologiche antinichiliste.<br />Le lezioni del prof. Severino in ultimi anni tenute a Milano (pubblicate) offrono un paradigma culturale e sociale degli àmbiti di applicazione di critica antinichilista ovvero: materialismo - ontologismo; e mostrano quali siano tali realtà entro cui egli stesso ha praticato filosofia e per le quali è tornato o divenuto possibile o non impossibile rapporto non soltanto ideale col passato filosofico di Elea.<br />Non è dalle concezioni storiche-filosofiche di stesso Emanuele Severino che si può tale rapporto, esse in relazione con la nullificazione del significato dell'esistere occidentale e necessitate dall'annientamento delle simbologie occidentali, violenze della opposizione totalitaria-comunista e di nuova inquisizione oscurantista cattolica-ex-cattolica, in realtà europea ed italiana settentrionale post-industrializzata e non post-industriale, ove la tecnica rappresentava e rappresenta sola fondamentale sopravvivenza per stessa necessaria industrializzazione; e di tale realtà non va trascurata preponderanza vasta... però non totale!<br /><br />La aporia di essere e nulla che la ricerca filosofica di E. Severino fino ad anni 2012-2013 ha evidenziato rappresenta incertezza vitale di un intero mondo occidentale, isolato perché alienato; accanto a tale efficace rappresentazione, oltre sua soggettività arbitrarietà, si può collocare interpretazione storica diversa alternativa di altro mondo occidentale; poiché stessa inquietudine suscitata da concezione greca del divenire ne schiude "le porte". <br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-68461196111460871072019-08-14T10:00:53.181+02:002019-08-14T10:00:53.181+02:00Il pensiero del prof. Emanuele Severino fu ed è st...Il pensiero del prof. Emanuele Severino fu ed è stato anche un lascito, non senza dilemmi fino a che esso formulato da medesimo suo Autore onticamente non solo ontologicamente; mi riferisco alla pubblicazione "Intorno al senso del nulla", aforismi che offrono stabile riflessione sulla Negazione; prima di tal passo esso restava provvisorio, anche perché analizzando le estreme contraddizioni si considera per necessità anche il rigore più indubitabile delle non contraddizioni, allora la Critica all'Occidente muovendo dalla Affermazione dell'Occidente non dava soluzioni ma risoluzioni di soluzioni non ancora manifestate, a chi ne era interessato ciò senza esiti razionalmente incontrovertibilmente sostenibili. Il procedere della attività di svelamento del già esistente non si formalizzava né se ne poteva trarre formalità, perché gli oggetti, l'Oggetto criticato (dal prof. Severino) non si rivelava una totalità ma una interezza, ciò sin da quando ne era descritto in termini strutturali mostrandone non termini di strutture; ovvero la Originarietà di pensiero dell'Essere e cultura dell'Occidente erano intuite in una strutturazione designificante e dunque in un Rete di significati di cui si mostrava incontraddittorietà non incontraddicibilità; ma non era tutto ciò verità per sistemi, perché risignificando allora la rete dei significati originari da Affermazione si trasforma in Descrizione... Dunque — a prescinder da meditazioni su nullità — la ontologia della eternità degli essenti non conduce ad una teoria essenziale bensì occasiona una prassi di interpretazione, che dunque ha per nuovo Oggetto non essere e nulla ma storia dell'essere e del nulla. Per tale motivo la Critica ontologica offerta da Severino restò non contraddittoriamente anche una aporetica, senza che se ne potessero trarre conclusioni; e poiché essa era anche dialogo e non era assolutamente consistente, quanto essa suscitava con dialogo stesso era provvisorietà.<br />In tal senso il recensore Giacomo Borbone nel considerar dubitativamente la "Aporetica del nulla" evidenziata da Nicoletta Cusano e la sua "risoluzione" da stessa Cusano descritta, pur esponendo ad ulteriori perplessità nondimeno esprime con efficacia stessa provvisorietà di... ricezionabilità; e ciò dà nozione non provvisoria, di effettive non risultanze possibili della Critica ontologica avviata da Severino, e non essendo ciò transitorietà da potersi oltrepassare ovvero definendosi ciò stesso quale limite di stessa criticabilità.<br />Chi si aspettasse evenienza per distruzioni culturali dalle successive meditazioni su 'non-essere' e non su 'il non essere', da parte di stesso Emanuele Severino od altri, non starebbe nel vero.<br />La via aperta dalla attività critica ed ontologica sul divenire quale costruzione-non-distruzione sta in nuove valutazioni storiche che si manifestano anche rivalutazioni; ed io penso in particolare alle riflessioni brevi della filosofia di cultura anglosassone, che negli ultimi decenni hanno proposto strategie intellettuali di rinvenimento opportuno di ovvietà ed evidenze, non identificazioni di erranze per individuazioni di non erranza, ciò che invece è il percorso ideologico segnato da stessa erranza nichilista. È vero che tal segno fu imposto e dunque non si tratta di rifiutarne negazione; però è necessario evitare unilateralità di concezione culturale-filosofica, non solo per accordo con codesta negazione antinichilista, ma perché l'evento della filosofia non ne sia ridotto o diviso.<br /><br />Questo implica il domandarsi diversamente: chi ha usato il pensiero greco del divenire, perché lo ha usato sviando dalla forza delle ovvietà?<br /><br />Del resto che concerne il pensiero dell'essere, dopo fenomenologia ed ontologia, accanto alla precedente filologia è da porsi, tra le discipline di studio eminentemente filosofiche, tautologia; senza dubbio è di questa che il prof. Severino ha saputo mostrare virtù pratica, a cultura filosofica accademica non solo italiana ed europea, fornendo esempio rigoroso.<br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-50577634064083742952012-06-13T00:41:09.660+02:002012-06-13T00:41:09.660+02:002)
Parimenti, è da dire che “L’interpretazione ...2) <br /><br /><br />Parimenti, è da dire che “L’interpretazione severiniana” NON “esclude il divenire”, equivoco molto comune quando si tratta di presentare il pensiero di Severino.<br />In esso, è del tutto esplicito che il divenire appare incontrovertibilmente e non come mera illusione. Ad esser esclusa è invece l’interpretazione nichilista, che crede di vedere nel divenire l’entificarsi del nulla e l’annullarsi dell’ente, onde l’ente viene di fatto concepito come identico al nulla. <br /><br /> Perciò la lettura severiniana del divenire NON “si basa su un’interpretazione assolutistica dell’essere che conduce a una contrapposizione assoluta fra verità ed evidenza, poiché se la verità consiste nel dire ciò che è, allora l’evidenza suprema, cioè il divenire, diventa una pura illusione”, appunto perché in Severino, come accennato, essendo del tutto esplicito che detto divenire non solo non è una “pura illusione” bensì un referto fenomenologico incontrovertibile, allora segue che non vi è alcuna “contrapposizione assoluta fra verità ed evidenza” ma vi è casomai una contrapposizione tra l’incontraddittorietà dell’ente ( = cioè il suo esser identico a sé ed altro dall’altro da sé, cioè il suo esser eterno ) e la contraddittorietà dello stesso ( = quale è ritenuta all’interno del nichilismo, ove l’ente nel suo divenire vien fatto coincidere col nulla ).<br /><br />……….<br /><br /> <br />Infine, quando dice che “Inoltre va ricordato che l’“essere” assoluto cui fa riferimento Parmenide (e che Severino utilizza per la costruzione del suo edificio filosofico) non è affatto un predicato, altrimenti lo sarebbe anche il non-essere, come hanno dimostrato tempo addietro sia Pierre Gassendi sia Immanuel Kant”, ricordo che “l’“essere” assoluto cui fa riferimento Parmenide” Severino lo intende riferito ad ogni essente, a tutto l’essente, e non contro o a dispetto di esso, ché, se così fosse, allora bisognerebbe dire che gli essenti ( = il molteplice ) sarebbero illusori ( cosa che forse affermava Parmenide, sempre secondo Platone ed Aristotele, in realtà non più sicura neanche questa attribuzione. Cfr. Luigi Ruggiu, “Parmenide, Sulla Natura”, Bompiani 19951 ); ma questa illusorietà del molteplice ( e del divenire ) è totalmente estranea ed antitetica alla teoresi severiniana.<br /><br />Da ciò deriva che l’essere, nell’accezione intesa da Severino, non essendo affatto un ‘ “essere” assoluto’ nel senso in cui lo intendevano coloro che ricorrevano alla prova ontologica dell’essere supremo di Anselmo d’Aosta oggetto della critica kantiana, NON cade sotto i colpi della stessa quando afferma che l’essere non è un predicato, cioè quando sostiene che non si può inferire l’esistenza di un ente partendo dalla sua plausibilità concettuale. Anche in questo caso, Severino non c’entra nulla…<br /><br /><br />Grazie, e scusi il disturbo,<br />cordiali saluti<br /><br />Roberto Fiaschi<br /><br />http://emanueleseverinorisposteaisuoicritici.blogspot.it/<br /><br />………………………………………………………………….Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-6726837374154711372012-06-13T00:39:15.173+02:002012-06-13T00:39:15.173+02:00Egr. Prof. Borbone,
perdoni l’intrusione, ma terre...Egr. Prof. Borbone,<br />perdoni l’intrusione, ma terrei a precisare alcuni punti circa il pensiero severiniano toccati dalla presente recensione.<br /><br /><br />Ad esempio, laddove scrive che “l’apparire dell’apparire del quale parla Severino implica comunque il molteplice il quale non viene ammesso dall’Essere e di conseguenza non è applicabile al mondo fenomenico. Ciò significa che esiste uno scarto assoluto tra realtà fenomenica e l’apparire dell’apparire e questo punto costituisce forse la massima aporia del pensiero severiniano”, è da rilevare che il molteplice, nella teoresi severiniana, non solo è implicato, bensì ne viene esplicitamente affermata l’eternità, cioè, ad esser eterna, è la totalità concreta delle determinazioni, ossia degli essenti, di tutto ciò che non è un nulla, cioè è “essere”, il quale “essere”, pertanto, non è un concetto formale vuoto, ossia privo delle sue molteplici determinazioni, come riteneva Parmenide, almeno stando a quanto ne dicono Platone ed Aristotele. <br />Preciso questo perché mi pare che la recensione consideri “l’apparire dell’apparire” come se fosse in contrasto con l’essere e quindi col dato fenomenologico; al contrario, invece: il “mondo fenomenico” è l’insieme degli essenti eterni ( dunque molteplici ) che si avvicendano ( = divengono ) all’interno dell’apparire finito.<br /> <br />Pertanto, in base a ciò, NON può costituirsi quel che viene definito nella recensione, uno “scarto assoluto tra realtà fenomenica e l’apparire dell’apparire” : tale apparire dell’apparire concerne precisamente la realtà fenomenica, la quale si manifesta in quanto appare, così come appare il suo apparire. <br /><br />………Anonymousnoreply@blogger.com