tag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post499467038100561667..comments2023-06-21T19:26:04.092+02:00Comments on ReF - Recensioni Filosofiche: Vigorelli, Amedeo, Il disgusto del tempo. La noia come tonalità affettiva.Andrea Rossettihttp://www.blogger.com/profile/10911196435133848326noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-70606921124219536482019-10-26T13:18:41.900+02:002019-10-26T13:18:41.900+02:00In messaggio precedente "conhuesta" sta ...In messaggio precedente "conhuesta" sta per: codesta.<br />Riecco testo con correzione :<br /><br />*<br />.. . Verri non dava descrizione di fisica né di metafisica filosofiche su piacere e dolore ma ritratto di insavia sociale. <br />... <br />Kant non disconosceva sensatezza finale al lavoro, solo ultima.<br />... <br />Genialità quale modalità determinante? In realtà Schopenhauer diceva a proposito di temporalità e causalità:... di necessità od anche consapevolezza — e la "noluntas" consapevole è il toglier scaturigini di desideri mondani irrealizzabili — ed il mondo soltanto intramondanamente tragedia in atto.<br /><br />Tra Leopardi e Pascoli v'è in senso filosofico e non esclusivo un rapporto di antecedenza-precedenza: prospetto di recensione dunque interrompe un sèguito senza vicenda realmente altra e particolare, cioè senza una singolarità-esistenzialità che renda riflessione di autore recensito compiutamente oggettiva.<br />Infatti la risoluzione leopardiana che era pure filosofica era pensiero nelle opposizioni determinate da materialità necessariamente non armoniche, ove domina guerra, dissidio, nullità ma in ciascuna opposizione governa volontà di guerreggiare, dissidere, nullificare talché il tedio di vivere è della estetica del mondo secondo il sentire il mondo, però che se vige con saggezza o senza prevaler di sconsideratezze allora non prevarica i confini di gioie universali — così a Giacomo Leopardi stesso, cui lamenti eran proteste di mancate società per autoconfinamenti di moltitudini in sensibilità estetizzanti non estetiche; in tal senso Leopardi non cantava la gioia che provava per provarne ancora... E notava che finanche il cozzarsi degli individui delle folle era una imitazione a carattere fisiologico di fisica: teatri di sassi, di atomi... di corpi di persone... e volontà di disguidi che rendevano mondanamente disperate alcune vite magnanime e necessarie, costrette in giubili segreti...<br />Codesta contrarietà era uguale nella vita di Pascoli, che non ne risolveva in anonimato ma in rifugio ed in messaggi di alterità disarmante; esistentivamente di vitalismo oltre termini consueti, in tal senso il racconto del simbolo culturale-psichico (non viceversa) del "fanciullino" era teatro sociale non sentimentale ma esteticamente ed esso coesisteva con tutt'altro cioè di concretezza irrefutabile: la percezione di nascente formazione, di età sorgiva, con gli accadere naturali; e verità è che non si seppe più chi fosse abitante di sua magione e non data risposta se ne segnò davvero sola scomparsa.<br />È giusto dirne perché la grande poesia italiana della tradizione letteraria è fino ad Ermetismo permeata da una mirabile però esoterica risorsa filosofica del tutto originale, dopo i tempi della Scuola Siciliana e dai silenzi federiciani fino alle incursioni contemporanee, di Gavino Ledda, Zanzotto, Pasolini... nondimeno restando eterodosse fino a ricevere barriere tra percorsi ordinari e sovraordinati non surreali, per altri mondi cioè, come accade nel caso dei sistemi di filosofia dei samurai, ma similmente o più che similmente alla remotezza intellettuale dei druidi.<br />Ciò nulla toglie alla storia della filosofia quale stabilità non quale ispirazione; ma appunto bisogna capire una alterità - incompatibilità di comunanze al fondo delle condivisioni, a mostrare come mai gli studi filosofici siano indifferenti in certi casi pur se utili: per altra dimensione di realizzazioni. Certo questa non si dà alla indolenza della debolezza, dunque inutile cercare di trovarne altra storia da quella che fu; neanche lasciandosi suggerire inversioni. <br /><br />... ! <br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-51427209412783090672019-10-26T13:12:00.831+02:002019-10-26T13:12:00.831+02:00.. . Verri non dava descrizione di fisica né di m..... . Verri non dava descrizione di fisica né di metafisica filosofiche su piacere e dolore ma ritratto di insavia sociale. <br />... <br />Kant non disconosceva sensatezza finale al lavoro, solo ultima.<br />... <br />Genialità quale modalità determinante? In realtà Schopenhauer diceva a proposito di temporalità e causalità:... di necessità od anche consapevolezza — e la "noluntas" consapevole è il toglier scaturigini di desideri mondani irrealizzabili — ed il mondo soltanto intramondanamente tragedia in atto.<br /><br />Tra Leopardi e Pascoli v'è in senso filosofico e non esclusivo un rapporto di antecedenza-precedenza: prospetto di recensione dunque interrompe un sèguito senza vicenda realmente altra e particolare, cioè senza una singolarità-esistenzialità che renda riflessione di autore recensito compiutamente oggettiva.<br />Infatti la risoluzione leopardiana che era pure filosofica era pensiero nelle opposizioni determinate da materialità necessariamente non armoniche, ove domina guerra, dissidio, nullità ma in ciascuna opposizione governa volontà di guerreggiare, dissidere, nullificare talché il tedio di vivere è della estetica del mondo secondo il sentire il mondo, però che se vige con saggezza o senza prevaler di sconsideratezze allora non prevarica i confini di gioie universali — così a Giacomo Leopardi stesso, cui lamenti eran proteste di mancate società per autoconfinamenti di moltitudini in sensibilità estetizzanti non estetiche; in tal senso Leopardi non cantava la gioia che provava per provarne ancora... E notava che finanche il cozzarsi degli individui delle folle era una imitazione a carattere fisiologico di fisica: teatri di sassi, di atomi... di corpi di persone... e volontà di disguidi che rendevano mondanamente disperate alcune vite magnanime e necessarie, costrette in giubili segreti...<br />conhuesta contrarietà era uguale nella vita di Pascoli, che non ne risolveva in anonimato ma in rifugio ed in messaggi di alterità disarmante; esistentivamente di vitalismo oltre termini consueti, in tal senso il racconto del simbolo culturale-psichico (non viceversa) del "fanciullino" era teatro sociale non sentimentale ma esteticamente ed esso coesisteva con tutt'altro cioè di concretezza irrefutabile: la percezione di nascente formazione, di età sorgiva, con gli accadere naturali; e verità è che non si seppe più chi fosse abitante di sua magione e non data risposta se ne segnò davvero sola scomparsa.<br />È giusto dirne perché la grande poesia italiana della tradizione letteraria è fino ad Ermetismo permeata da una mirabile però esoterica risorsa filosofica del tutto originale, dopo i tempi della Scuola Siciliana e dai silenzi federiciani fino alle incursioni contemporanee, di Gavino Ledda, Zanzotto, Pasolini... nondimeno restando eterodosse fino a ricevere barriere tra percorsi ordinari e sovraordinati non surreali, per altri mondi cioè, come accade nel caso dei sistemi di filosofia dei samurai, ma similmente o più che similmente alla remotezza intellettuale dei druidi.<br />Ciò nulla toglie alla storia della filosofia quale stabilità non quale ispirazione; ma appunto bisogna capire una alterità - incompatibilità di comunanze al fondo delle condivisioni, a mostrare come mai gli studi filosofici siano indifferenti in certi casi pur se utili: per altra dimensione di realizzazioni. Certo questa non si dà alla indolenza della debolezza, dunque inutile cercare di trovarne altra storia da quella che fu; neanche lasciandosi suggerire inversioni. <br /><br />... ! <br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.com