tag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post5400593321005570328..comments2023-06-21T19:26:04.092+02:00Comments on ReF - Recensioni Filosofiche: Galletti, Matteo, Decidere per chi non può. Approcci filosofici all’eutanasia non volontaria.Andrea Rossettihttp://www.blogger.com/profile/10911196435133848326noreply@blogger.comBlogger4125tag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-25101394070094652062020-01-09T14:40:37.443+01:002020-01-09T14:40:37.443+01:00Rapporto con la propria morte è tutto individuale ...Rapporto con la propria morte è tutto individuale (a differenza di relazione con sessualità che, o per altri lasciare insieme o per altri volere e avere, è individuale e collettiva), bisogna evitare preliminari questioni di età e distinguer tra sostanza umana per o di futuro umano e sostanziale umano presente e tale, origine comune maschile/femminile di sostanza embrionale e situalità di generatrice-gestante oppure poi solo di altra gestante (in caso di cessione di ovulo, che è opzione naturale), di cui interesse del generante oppure del fecondante e del fecondante-generante (in caso di rapporto bi-etero-sessuale, opzione naturale). Che embrioni a volte non assurgano a /sostanze di futuro/ ma restino solo /sostanze per futuro/ poi dissolvendosi, quale evenienza naturale non è problema, quale eventualità indesiderata è problema e opposto ad eutanasia; di far vivere e non se far morire. Che embrioni assurti a /sostanze di futuro/ o direttamente tali possano ridiventare /sostanze per futuro/ quale evenienza naturale non è mai problematica, quale eventualità indesiderata è problematica da affrontare per far vivere, non se per far morire. Inteso tutto questo considerando possibilità di ripetizione di embrioni e più rara possibilità che ripetizione accada dopo morte prematura di essere umano già formato, finanche divenuto adulto, si noti il caso di vivere con interruzione e con più di una nascita (anche in unità cosmogonica) — il caso di due individui identici contemporanei, non quello gemellare (di due sosia), invece esiste in altri viventi, animali non razionali e non mammiferi. —<br />Individualità di rapporto con propria morte di umani è naturale pensiero che negli umani sussiste in vita non solo naturale talché istinto sia forza (non solo immediata) mediabile naturalmente e non solo naturalmente mai sostitutivamente di naturale.<br />In vita non culturale-civile ma civile-culturale, può accadere impedimento a facilità di mediazione non naturale (entro individualità, non inter-individualmente). In questo che è rischio ìnsito di civiltà e se civiltà è preminente su culturalità rischio ed anche pericolo senza intera distinzione-separazione di rischi e pericoli che sia preventiva, può insinuarsi socialità in negativa antiecologica subalternità ad ignoranze intellettuali di esclusiva individualità con ciascuna, propria morte.<br /><br />Pubblicazione recensita si rapporta a tale subalternità senza che alterità filosofica, di per sé esente, si mostri separatezza. <br />Vastità di ignoranze affrontate da codesta iniziativa filosofica escludono che sia da autoaiuto, questo in estrema ignoranza vitale solo con azioni primitive e non con filosofia, la quale su esiti di vita accade con natura massimamente e già non disconosciuta.<br />Pubblicazione non immediatezza di senso includendo ma quanto, anche politicamente giudiziariamente, direttamente pro vita, attesta ulteriorità, non eguaglianza a stessa realtà considerata; di compresenza sociologica non sociale, con pochezza di effetti però efficacia se valutando tempi e tempistiche di consulenza filosofica; la quale pur in vuotità di senso vitali (espresse in titolo stesso) e nonostante pericolosissimi e rischiosissimi sociali nessi, legami, dedali, dava a chi in difficoltà vitali non solo sociali in essi uso di nozioni conoscitive, fino a cruciale attenzione a centralità di: necessario rifiutare accanimento terapeutico in sanitarietà e non accettarlo in non sanitarietà<br />(allora che statualità già raggiunta da effettiva normatività contro 'accanimento' poi anche statalità; quant'altro velleitariamente contro, adesso fuori Stato a tuttoggi in opposizione ai non-servizi tanatologici, giudiziaria-legislativa tramite regolamentazioni che garantiscono non coinvolgimento di offerte statali con offertori di morte, cui alfine opposte statuali-statali disposizioni giudiziarie-esecutive di massimo e massimi controlli per sola vita.)<br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-55912594144674254272020-01-09T14:39:04.350+01:002020-01-09T14:39:04.350+01:00A fine testo di mio primo messaggio qui, mancanza ...A fine testo di mio primo messaggio qui, mancanza di parentesi non determina alcuna mancanza espressiva, anzi data disposizione e contenuto e sintassi-paratassi del mio testo, è sufficiente (uso raro di sola parentesi iniziale per separare includendo non circostanziando — per questa esigenza mi scordavo di aggiunger secondo segno, di chiusa).<br />Tuttavia preferisco reinvio con secondo segno incluso, perché non necessario quanto unico segno esprime e perché meglio aiutar lettori e lettrici non inclini a troppa aconvenzionalità di scritti.<br /><br />MAURO PASTORE MAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-3083092482262649442020-01-08T17:41:23.067+01:002020-01-08T17:41:23.067+01:00Trovar, senza averne voluto, opportunità di morte?...Trovar, senza averne voluto, opportunità di morte?<br /> <br />Quando mai, ciò non sarebbe torto contro vita?<br /><br />Neppur a moribondi tal opportunità favorevole.<br />Neppur essendo solamente morenti, tal opportunità favorevole.<br /><br />Essendo morenti e in condizioni tragiche di morte, trovar alternativa opportunità di morte è favorevole solo se relativa opportunità di morte già volontariamente trovata da chi stesso in destino di morte!<br /><br />...Tutto ciò vale secondo provvidenziale considerazione filosofica-etica=filologica, a priori escludente psicologiche inanità ed etnologiche vanità ma non differenze né diversità antropologiche:<br />Concezione che non poteva esser di tutti, perché non uguali destini etnici non etnologicamente comunicativi anche se etnicamente non incompatibili (caso questo di recente recentissima non odierna italianità), o perché destini psico-antropologici del tutto distinti e da una parte sola non congiungibile civilizzazioni e civiltà umane non contingue né attigue a naturalità, le quali solo da se stesse potendo risolversi a socialità vitale non mortuale anche; né essendo possibile (e meno che prima, ora) esterno contributo vitale di altra esente parte ove civiltà a cospetto diretto di naturalità ((di cui è mio mondo di appartenenza pure)), dato che socialità mortuaria in parte bisognosa ampia poco parvente fino a procurar vitale mancanza in stessa umana parte con decadere cui unico rimedio l'autorimedio: secondo vitalità generica (in psicologia detta transpersonale) cioè per vitalità uguale in tutti i viventi cui attingere in proprio, poi ché nessun assoluto altruismo in umana natura per evenienze di umano altrui decadimento!<br />Per tali ragioni politica e filosofia di parte non in estrema difficoltà hanno agito ed agiscono per relazionamenti neppure relazioni e non risolutivi solo convenienti. Ma essendo Italia nazione non sottoposta ad antiumana negatività eccedente, politica e filosofia italiane ne hanno reagito e ne reagiscono con militanza intellettuale, non anti-integrativa, né antinazionale - integrativa, con parte di sola cittadinanza in possibile negatività; di quest'ultima notandosene anche oggetto di ostilità antinazionali: immense "turbe" di più-morti-che-vivi pur sono in nostro Paese, ma in parte massima proteste ostili dedite a gravar antiecologicamente.<br /><br />Pubblicazione recensita, cui titolo quasi illegibile oggi più che mai (Matteo Galletti, "Decidere per chi non può. Approcci filosofici all’eutanasia non volontaria.") giungeva da realtà di confine sociale non affinità nazionali, senza risultato di costruire alcunché di apposito ma di far valere ordinabilità di organizzatività.<br />Invece quanto io aggiunto parallelamente, è da poteri specificamente nazionali (per parte specifica, da etnicità aliena da viver civile separato da natura) al riparo da drammatici coinvolgimenti con decadenze umane, codeste di vaste zone di Meridione del Mondo; e, si badi!, tal riparo implica che estraneità (specificamente per me: alienità) ad estremi problemi vitali, possa esser disconosciuta da altrui estraneità di essi; e giacché<br /><br />istinto chiama istinto se vita avvilita,<br /><br />dunque rimedi per altrui problema, solo altrui restando!<br /><br />Vita Europea è in unica alternativa fondamentale: vitalità/ non-vita. <br />Si noti invece non generalizzabilità marginalità italiana-europea di proposta cui recensione.<br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-73215168310523059652020-01-08T16:11:32.399+01:002020-01-08T16:11:32.399+01:00Rapporto con la propria morte è tutto individuale ...Rapporto con la propria morte è tutto individuale (a differenza di relazione con sessualità che, o per altri lasciare insieme o per altri volere e avere, è individuale e collettiva), bisogna evitare preliminari questioni di età e distinguer tra sostanza umana per o di futuro umano e sostanziale umano presente e tale, origine comune maschile/femminile di sostanza embrionale e situalità di generatrice-gestante oppure poi solo di altra gestante (in caso di cessione di ovulo, che è opzione naturale), di cui interesse del generante oppure del fecondante e del fecondante-generante (in caso di rapporto bi-etero-sessuale, opzione naturale). Che embrioni a volte non assurgano a /sostanze di futuro/ ma restino solo /sostanze per futuro/ poi dissolvendosi, quale evenienza naturale non è problema, quale eventualità indesiderata è problema e opposto ad eutanasia; di far vivere e non se far morire. Che embrioni assurti a /sostanze di futuro/ o direttamente tali possano ridiventare /sostanze per futuro/ quale evenienza naturale non è mai problematica, quale eventualità indesiderata è problematica da affrontare per far vivere, non se per far morire. Inteso tutto questo considerando possibilità di ripetizione di embrioni e più rara possibilità che ripetizione accada dopo morte prematura di essere umano già formato, finanche divenuto adulto, si noti il caso di vivere con interruzione e con più di una nascita (anche in unità cosmogonica) — il caso di due individui identici contemporanei, non quello gemellare (di due sosia), invece esiste in altri viventi, animali non razionali e non mammiferi. —<br />Individualità di rapporto con propria morte di umani è naturale pensiero che negli umani sussiste in vita non solo naturale talché istinto sia forza (non solo immediata) mediabile naturalmente e non solo naturalmente mai sostitutivamente di naturale.<br />In vita non culturale-civile ma civile-culturale, può accadere impedimento a facilità di mediazione non naturale (entro individualità, non inter-individualmente). In questo che è rischio ìnsito di civiltà e se civiltà è preminente su culturalità rischio ed anche pericolo senza intera distinzione-separazione di rischi e pericoli che sia preventiva, può insinuarsi socialità in negativa antiecologica subalternità ad ignoranze intellettuali di esclusiva individualità con ciascuna, propria morte.<br /><br />Pubblicazione recensita si rapporta a tale subalternità senza che alterità filosofica, di per sé esente, si mostri separatezza. <br />Vastità di ignoranze affrontate da codesta iniziativa filosofica escludono che sia da autoaiuto, questo in estrema ignoranza vitale solo con azioni primitive e non con filosofia, la quale su esiti di vita accade con natura massimamente e già non disconosciuta.<br />Pubblicazione non immediatezza di senso includendo ma quanto, anche politicamente giudiziariamente, direttamente pro vita, attesta ulteriorità, non eguaglianza a stessa realtà considerata; di compresenza sociologica non sociale, con pochezza di effetti però efficacia se valutando tempi e tempistiche di consulenza filosofica; la quale pur in vuotità di senso vitali (espresse in titolo stesso) e nonostante pericolosissimi e rischiosissimi sociali nessi, legami, dedali, dava a chi in difficoltà vitali non solo sociali in essi uso di nozioni conoscitive, fino a cruciale attenzione a centralità di: necessario rifiutare accanimento terapeutico in sanitarietà e non accettarlo in non sanitarietà<br />(allora che statualità già raggiunta da effettiva normatività contro 'accanimento' poi anche statalità; quant'altro velleitariamente contro, adesso fuori Stato a tuttoggi in opposizione ai non-servizi tanatologici, giudiziaria-legislativa tramite regolamentazioni che garantiscono non coinvolgimento di offerte statali con offertori di morte, cui alfine opposte statuali-statali disposizioni giudiziarie-esecutive di massimo e massimi controlli per sola vita. <br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.com