tag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post5624096536531250736..comments2023-06-21T19:26:04.092+02:00Comments on ReF - Recensioni Filosofiche: Loretoni, Anna, Teorie della pace. Teorie della guerra.Andrea Rossettihttp://www.blogger.com/profile/10911196435133848326noreply@blogger.comBlogger6125tag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-89744646789698083172019-06-28T15:43:13.102+02:002019-06-28T15:43:13.102+02:00Sono spiacente per inconvenienti di scrittura, dov...Sono spiacente per inconvenienti di scrittura, dovuti a non possibile impegno maggiore da parte mia e a causa di tedi e minacce che anche ad altre attenzioni mi hanno costretto e in forza di condizioni non ordinarie del supporto per scrittura, queste anche dipendenti da noie arrecatemi ed assieme ad altre.<br />Internet non è una libreria e allora basti definitività di invii e intuibilità. <br /><br />MAURO PASTORE MAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-5012462221401574242019-06-28T15:31:53.402+02:002019-06-28T15:31:53.402+02:00MAURO PASTORE :
+
... Dunque l'universalismo ...MAURO PASTORE :<br /><br />+<br />... Dunque l'universalismo pacifista prussiano rappresentava un divario oltre che un valore cui la ideologia marziale della Prussia imponeva di colmarne secondo propri mezzi ma il colmarne era del tutto anche motivatone e guidato da stesso divario manifestato. Praticamente ciò significava che finanche un regnante raggiunto dai comunicati della Cancelleria prussiana non era semplicemente un informato ma un coinvolto e per tramite decisivo di stesso suo regno, tanto che a far di modo suo sarebbe stato impedito nella sua stessa reggenza; e d'altronde ciò accadeva per coesistenza di alterità non comunanza, perché i provvedimenti prussiani erano suscitati dalla ovvietà e necessarietà di una nuova convivenza anche politica; quel che ne era il restante e comune era il 'vivere soltanto in relazione'. Perciò non era possibile a nobile rifiutarsi senza obliare proprie conoscenze o ad imperatori restare senza perdere capacità di manifestare qualcosa a qualcuno; ciò era per alterità ma in relazione e dapprima non etnologicamente ma pure solo psicologicamente, perché rapportarsi con Ufficiale prussiano non era una formalità ma un incontro non catalogabile cui seguivano forme necessarie e non refutabili di proprie reazioni indipendenti, a cominciare da intuizione della presenza di Ufficiale, a terminare con sentimento della sua assenza, secondo reazione umana di comprensione umana; perché la vera guerra prussiana era attraverso soverchiante facoltà di persuasione. La fase dei duplici ruoli occasiona molte illusioni storiche per indistinzioni che non sono accettabili opinabilità ma sono non individuazioni; cioè bisogna assolutamente capire quale fosse il 'nucleo di potere' della politica prussiana.<br />In ultima fase, etnica, tale politica si chiuse ad esterno e poi multietnicamente trasformandosi lasciò in eredità le cosiddettale "zone non franche ma prussiane", dove cioè le mutate relazioni tra Stati Europei non consentivano imprevedibilità burocratica di rapporti negativi, ovvero dove non si trovava occasione perché la vita e la politica dovessero affidarsi ai 'provvisori mezzi e di negativa circostanza'; in pratica in tali zone realmente non solo idealmente non c'era la occasione della violenza dello scontro e non c'era scontro armato o solo anche violento che potesse ricevere giudiziario non dissenso e neppure magistrale assenso; ma questa realizzazione era stata complicatissima e ciò che fu realizzato infine lo fu senza relazioni ad Esterno ed eliminando finanche antiecologiche coincidenze (per esempio che giustificassero uso disinfettante di asettici scoppi)!<br />La 'continuazione sotto altra forma', di cui dava definizione e forniva — in quanto si trattava di descriver saggezza bellica già in atto e non temerarietà — pubblicistica filosofica Carl von Clausewitz, era ed è soltanto riferibile alla opposizione degli incontri e può ricever unica interpretazione, sia giudiziariamente o sia non giudiziariamente, sia storica che astorica, di: creazione di non violenta necessità alternativa talché la politica possa essere aggressiva senza essere lesiva. <br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-46941205965261834862019-06-28T15:25:39.197+02:002019-06-28T15:25:39.197+02:00+
Sostegno monarchico, autocrazia imperiale, etnar...+<br />Sostegno monarchico, autocrazia imperiale, etnarchia territoriale della entità politica prussiana si avvicendarono in certa distinzione e solo il primo per Germania e mondo teutonico ed il secondo per intera Europa, infine il terzo per tutta la Mitteleuropa; ed in questi eventi politici e degli accadimenti originari non filosofici la filosofia espresse etica di pace universale e morale particolare della guerra, affinché si potesse evitare che le nuove condizioni di fatto di guerra prevaricassero ogni saggezza ed impedissero ogni difesa. Kant fu soltanto interprete della esigenza del blocco amministrativo-militare fatta valere dall'improvvisa manifestazione di potere degli Organi di Stato prussiani e dell'intervento prussiano in politica, che aveva anche scopo di definire valori di convivenza ed impedirne trasgressioni. Questi valori erano di ascendenza non matrice illuminista ed erano concordi con i principi umanitari illuministi ma non ne discendevano perché in realtà si basavano sul riconoscimento di ovvietà delle necessità della vita e dunque si rapportavano a medesimi problemi con la forza di giudizi di rifiuto, per i quali stesso riconoscimento di valori era assurto a facoltà politica riconosciuta, perché le leggi in Europa non solo erano garanzie ma pure modalità e quindi non si era potuto evitare di ammettere una crisi e di accoglierne i risolutori diretti che stessa crisi potevano per tale denunciare esternamente a Stato per Stato, secondo affermazione di estraneità ad Esso e di collaborazione necessaria a Stato. Definitasi quale prassi, la Condizione dettata dalla Prussia fu poi continuata in parimenti accolta Statualità Parallela, questa secondo insindacabilità poiché sancita da altrui situazioni legislative e unicità di azione essendo tale Condizione un necessario e determinante esito politico, teutonico poi non soltanto teutonico. La determinazione era Determinazione in senso di assoluto ordine, perché gli scopi della Prussia diventavano i giudizi di necessità future delle entità statali non prussiane in diretto od indiretto rapporto con le affermazioni prussiane, in pratica descrizioni di fatti e denunce di accadimenti e indicazione di rimedi. Ma tutto ciò non era per avvicendamento ma per coesistenza quindi relazione; come quando un lume spento in un magazzino di una nave fa notare meglio i rumori e si deve provvedere a stabilizzare la merce, ugualmente le Autorità prussiane non davano comandi ma obblighi senza comando e le Autorità in relazione ne risultavano comandati da propri ordinamenti e per mutato rapporto con Altro, ovvero la Prussia! Per questo l'apice di tale potere fu la Cancelleria, di fatto poi un Impero Militare-Burocratico ma del tutto alieno dalla burocrazia positiva asburgica e pure dalle compagini militari napoleoniche od antinapoleoniche perché basato non sugli scontri di guerra ma sugli incontri per la opposizione bellica; e questa non era in armi ma in stesso messaggio, il quale notificava cosa impensata dal nemico e lo informava di suo dovere nei suoi stessi confronti! Il resto era azione del nemico già sconfitto che non va confusa per azione prussiana. La parallelità prussiana era garantita da difese passive, anche elmi o scudi ma in ultima istanza intervenuti silenzi o finanche assenze. Quando non esclusivo, cioè in sua fase di mezzo, tale potere non consentiva al potere aggiunto del detentore della azione prussiana uso di armi bensì solo 'mostra' o notizia. ... <br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-59859706143472827602019-06-28T15:22:19.397+02:002019-06-28T15:22:19.397+02:00In primo precedente messaggio 'napoleoilniche&...In primo precedente messaggio 'napoleoilniche' sta per: napoleoniche. <br />In secondo precedente messaggio 'qiale' sta per: quale. <br /><br />In secondo precedente messaggio 'ma questa realizzazione era stata complicatissima e realizzata infine' sta per:<br /><br /> ma questa realizzazione era stata complicatissima e ciò che fu realizzato infine lo fu [...]<br /><br />Reinvierò entrambi messaggi con correzioni incluse. <br /><br />MAURO PASTORE MAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-59996094194503444722019-06-28T15:00:10.491+02:002019-06-28T15:00:10.491+02:00MAURO PASTORE :
... Dunque l'universalismo pa...MAURO PASTORE :<br /><br />... Dunque l'universalismo pacifista prussiano rappresentava un divario oltre che un valore cui la ideologia marziale della Prussia imponeva di colmarne secondo propri mezzi ma il colmarne era del tutto anche motivatone e guidato da stesso divario manifestato. Praticamente ciò significava che finanche un regnante raggiunto dai comunicati della Cancelleria prussiana non era semplicemente un informato ma un coinvolto e per tramite decisivo di stesso suo regno, tanto che a far di modo suo sarebbe stato impedito nella sua stessa reggenza; e d'altronde ciò accadeva per coesistenza di alterità non comunanza, perché i provvedimenti prussiani erano suscitati dalla ovvietà e necessarietà di una nuova convivenza anche politica; quel che ne era il restante e comune era il 'vivere soltanto in relazione'. Perciò non era possibile a nobile rifiutarsi senza obliare proprie conoscenze o ad imperatori restare senza perdere capacità di manifestare qualcosa a qualcuno; ciò era per alterità ma in relazione e dapprima non etnologicamente ma pure solo psicologicamente, perché rapportarsi con Ufficiale prussiano non era una formalità ma un incontro non catalogabile cui seguivano forme necessarie e non refutabili di proprie reazioni indipendenti, a cominciare da intuizione della presenza di Ufficiale, a terminare con sentimento della sua assenza, secondo reazione umana di comprensione umana; perché la vera guerra prussiana era attraverso soverchiante facoltà di persuasione. La fase dei duplici ruoli occasiona molte illusioni storiche per indistinzioni che non sono accettabili opinabilità ma sono non individuazioni; cioè bisogna assolutamente capire qiale fosse il 'nucleo di potere' della politica prussiana.<br />In ultima fase, etnica, tale politica si chiuse ad esterno e poi multietnicamente trasformandosi lasciò in eredità le cosiddettale "zone non franche ma prussiane", dove cioè le mutate relazioni tra Stati Europei non consentivano imprevedibilità burocratica di rapporti negativi, ovvero dove non si trovava occasione perché la vita e la politica dovessero affidarsi ai 'provvisori mezzi e di negativa circostanza'; in pratica in tali zone realmente non solo idealmente non c'era la occasione della violenza dello scontro e non c'era scontro armato o solo anche violento che potesse ricevere giudiziario non dissenso e neppure magistrale assenso; ma questa realizzazione era stata complicatissima e realizzata infine senza relazioni ad Esterno ed eliminando finanche antiecologiche coincidenze (per esempio che giustificassero uso disinfettante di asettici scoppi) !<br />La 'continuazione sotto altra forma', di cui dava definizione e forniva — in quanto si trattava di descriver saggezza bellica già in atto e non temerarietà — pubblicistica filosofica Carl von Clausewitz, era ed è soltanto riferibile alla opposizione degli incontri e può ricever unica interpretazione, sia giudiziariamente o sia non giudiziariamente, sia storica che astorica, di: creazione di non violenta necessità alternativa talché la politica possa essere aggressiva senza essere lesiva. <br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-86187179602277268262019-06-28T14:39:42.833+02:002019-06-28T14:39:42.833+02:00Sostegno monarchico, autocrazia imperiale, etnarch...Sostegno monarchico, autocrazia imperiale, etnarchia territoriale della entità politica prussiana si avvicendarono in certa distinzione e solo il primo per Germania e mondo teutonico ed il secondo per intera Europa, infine il terzo per tutta la Mitteleuropa; ed in questi eventi politici e degli accadimenti originari non filosofici la filosofia espresse etica di pace universale e morale particolare della guerra, affinché si potesse evitare che le nuove condizioni di fatto di guerra prevaricassero ogni saggezza ed impedissero ogni difesa. Kant fu soltanto interprete della esigenza del blocco amministrativo-militare fatta valere dall'improvvisa manifestazione di potere degli Organi di Stato prussiani e dell'intervento prussiano in politica, che aveva anche scopo di definire valori di convivenza ed impedirne trasgressioni. Questi valori erano di ascendenza non matrice illuminista ed erano concordi con i principi umanitari illuministi ma non ne discendevano perché in realtà si basavano sul riconoscimento di ovvietà delle necessità della vita e dunque si rapportavano a medesimi problemi con la forza di giudizi di rifiuto, per i quali stesso riconoscimento di valori era assurto a facoltà politica riconosciuta, perché le leggi in Europa non solo erano garanzie ma pure modalità e quindi non si era potuto evitare di ammettere una crisi e di accoglierne i risolutori diretti che stessa crisi potevano per tale denunciare esternamente a Stato per Stato, secondo affermazione di estraneità ad Esso e di collaborazione necessaria a Stato. Definitasi quale prassi, la Condizione dettata dalla Prussia fu poi continuata in parimenti accolta Statualità Parallela, questa secondo insindacabilità poiché sancita da altrui situazioni legislative e unicità di azione essendo tale Condizione un necessario e determinante esito politico, teutonico poi non soltanto teutonico. La determinazione era Determinazione in senso di assoluto ordine, perché gli scopi della Prussia diventavano i giudizi di necessità future delle entità statali non prussiane in diretto od indiretto rapporto con le affermazioni prussiane, in pratica descrizioni di fatti e denunce di accadimenti e indicazione di rimedi. Ma tutto ciò non era per avvicendamento ma per coesistenza quindi relazione; come quando un lume spento in un magazzino di una nave fa notare meglio i rumori e si deve provvedere a stabilizzare la merce, ugualmente le Autorità prussiane non davano comandi ma obblighi senza comando e le Autorità in relazione ne risultavano comandati da propri ordinamenti e per mutato rapporto con Altro, ovvero la Prussia! Per questo l'apice di tale potere fu la Cancelleria, di fatto poi un Impero Militare-Burocratico ma del tutto alieno dalla burocrazia positiva asburgica e pure dalle compagini militari napoleoilniche od antinapoleoniche perché basato non sugli scontri di guerra ma sugli incontri per la opposizione bellica; e questa non era in armi ma in stesso messaggio, il quale notificava cosa impensata dal nemico e lo informava di suo dovere nei suoi stessi confronti! Il resto era azione del nemico già sconfitto che non va confusa per azione prussiana. La parallelità prussiana era garantita da difese passive, anche elmi o scudi ma in ultima istanza intervenuti silenzi o finanche assenze. Quando non esclusivo, cioè in sua fase di mezzo, tale potere non consentiva al potere aggiunto del detentore della azione prussiana uso di armi bensì solo 'mostra' o notizia. ... <br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.com