tag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post7834031903087489688..comments2023-06-21T19:26:04.092+02:00Comments on ReF - Recensioni Filosofiche: A.A. V.V., Aporie napoletane. Sei posizioni filosofiche.Andrea Rossettihttp://www.blogger.com/profile/10911196435133848326noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-21039567526097332502019-08-12T14:37:07.746+02:002019-08-12T14:37:07.746+02:00*
La raccolta di testi "Aporie napoletane Sei...*<br />La raccolta di testi "Aporie napoletane Sei posizioni filosofiche" senza dubbio è ancora a suo modo attuale. Già in anno 2006 aveva ruolo marginale eppure proprio per questo reale.<br /><br />Dopo Stato Unitario, Organizzazione di Nazioni Unite, Unione Europea, la particolarissima esistenza di Napoli vive storie prima impossibili, eventi paralleli che se tali non fossero di altra umanità sarebbero.<br />Scorgendo nelle tematiche sociali e nei ritrovati sociologici, elencati in stessa raccolta, senso di identità precario o quasi nullo, resta da notare che proprio la inconsapevolezza annulla gli effetti delle ignoranze, scaturite da vuoti di poteri democratici, deliberati o costretti.<br />Nella Prefazione c'è indistinzione, come se si fosse ai tempi della colonia greca ed ellena, che città ancora non era; il lettore però non si ritrova a pensar nulla se pensa Napoli come una metropoli asiatica perché il paragone ha senso! Ciò accade perché la indistinzione deriva da uno spaesamento, non scelta politica ma condizione di politica, che non è abbastanza però per dire di un destino totalizzante; significato intellettuale dimidiato non dimidiante, che si riferisce a considerazione sociale assai limitata non negativamente confinata di realtà globale, per nessun luogo tanto determinante e meno ancora per i luoghi diversi tra i quali Napoli è annoverabile. Con ciò la vicenda napoletana dal Secolo Decimo Settimo (1600-1700) fino ai nostri giorni non risulta senza corrispondenze perfette; eppure proprio in virtù di queste ne risulta racconto definitamente parziale.<br />Dalle Amministrazioni borboniche, sabaude, risorgimentali, ai commissariamenti unitari ed europei, tutto si svolge senza definitività e tutto ha una origine esterna: l'idea di democrazia imposta dall'ex pescatore amalfitano Masaniello, allorché la gente inconcludente ne sognava morte già sparito dalla città, nelle cui piazze poi "i sognatori" esibivano cadaveri di sconosciuti strozzandosi in gola i rimpianti del passato autoritario assieme alla cucina tornata uguale a prima non più 'esotica'... le diplomazie garibaldine che riuscivano ad impegnare in azioni oneste le criminalità organizzate non ancora italiane a tutti gli effetti ma non ostili a futuro italiano... il Governo Provvisorio, istituito altrove in Campania a Salerno, che agiva anche per Napoli in concomitanza coi moti partigiani napoletani, ugualmente indipendenti dalle azioni delle truppe alleate, queste in principio senza l'apporto italiano, dopo dato alle forze militari angloamericane che agivano entro quadro prospettato da Nazioni Unite... Tutto ciò è stato assai relativo in una nazione italiana dentro la nazione italiana, che Napoli stessa, quale comunità, è.<br />L'attenzione assoluta alla economia voluta dalla intellettualità di sinistra più autorevole e purtroppo anche autoritaria ovunque in Italia, potere alternativo ed interno durante Guerra Fredda e dagli anni della base militare americana del Patto Atlantico, differendo dalla volontà politica economica europea non potette differirne azioni, dovendo per forza di cose iniziare ad annullarsi la intransigenza, comunista-marxista, nell'affrontare impegni comuni europei. Dunque la prospettiva filosofica intellettuale consistente in dette "sei posizioni" rappresenta tal capitolazione, per i napoletani affatto diversa negli effetti, perché alla radicale differenza del luogo il fatale-finale compromesso per ex-marxismo ed altre ideologie, fossero altri comunismi od altro ancora, non era drammatica vuotità... Ugualmente alle parvenze quasi nulle del nuovo Centro Direzionale, ideato da architetto giapponese per dare forma a vocazione globale della economia e giurisdizione cittadina; però mentre per le strade, somiglianti vagamente a quelle di Brasilia, di tal Centro si percepisce l'altro presente cittadino direttamente, non così nei meandri intellettuali della postmetafisica napoletaneggiante e napoletana. <br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-22528945492963010742019-08-12T14:35:07.886+02:002019-08-12T14:35:07.886+02:00Nel mio testo precedente il termine
'Cpn'
...Nel mio testo precedente il termine<br />'Cpn'<br />sta per: Con . <br /><br />Invierò testo corretto.<br /><br />(Sono spiacente per inconveniente di scrittura accaduto e ne ricuso chi che me ne ha causato con relative altre necessità più gravi.)<br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-102458429255125692019-08-12T14:22:36.896+02:002019-08-12T14:22:36.896+02:00La raccolta di testi "Aporie napoletane Sei p...La raccolta di testi "Aporie napoletane Sei posizioni filosofiche" senza dubbio è ancora a suo modo attuale. Già in anno 2006 aveva ruolo marginale eppure proprio per questo reale.<br /><br />Dopo Stato Unitario, Organizzazione di Nazioni Unite, Unione Europea, la particolarissima esistenza di Napoli vive storie prima impossibili, eventi paralleli che se tali non fossero di altra umanità sarebbero.<br />Scorgendo nelle tematiche sociali e nei ritrovati sociologici, elencati in stessa raccolta, senso di identità precario o quasi nullo, resta da notare che proprio la inconsapevolezza annulla gli effetti delle ignoranze, scaturite da vuoti di poteri democratici, deliberati o costretti.<br />Nella Prefazione c'è indistinzione, come se si fosse ai tempi della colonia greca ed ellena, che città ancora non era; il lettore però non si ritrova a pensar nulla se pensa Napoli come una metropoli asiatica perché il paragone ha senso! Ciò accade perché la indistinzione deriva da uno spaesamento, non scelta politica ma condizione di politica, che non è abbastanza però per dire di un destino totalizzante; significato intellettuale dimidiato non dimidiante, che si riferisce a considerazione sociale assai limitata non negativamente confinata di realtà globale, per nessun luogo tanto determinante e meno ancora per i luoghi diversi tra i quali Napoli è annoverabile. Cpn ciò la vicenda napoletana dal Secolo Decimo Settimo (1600-1700) fino ai nostri giorni non risulta senza corrispondenze perfette; eppure proprio in virtù di queste ne risulta racconto definitamente parziale.<br />Dalle Amministrazioni borboniche, sabaude, risorgimentali, ai commissariamenti unitari ed europei, tutto si svolge senza definitività e tutto ha una origine esterna: l'idea di democrazia imposta dall'ex pescatore amalfitano Masaniello, allorché la gente inconcludente ne sognava morte già sparito dalla città, nelle cui piazze poi "i sognatori" esibivano cadaveri di sconosciuti strozzandosi in gola i rimpianti del passato autoritario assieme alla cucina tornata uguale a prima non più 'esotica'... le diplomazie garibaldine che riuscivano ad impegnare in azioni oneste le criminalità organizzate non ancora italiane a tutti gli effetti ma non ostili a futuro italiano... il Governo Provvisorio, istituito altrove in Campania a Salerno, che agiva anche per Napoli in concomitanza coi moti partigiani napoletani, ugualmente indipendenti dalle azioni delle truppe alleate, queste in principio senza l'apporto italiano, dopo dato alle forze militari angloamericane che agivano entro quadro prospettato da Nazioni Unite... Tutto ciò è stato assai relativo in una nazione italiana dentro la nazione italiana, che Napoli stessa, quale comunità, è.<br />L'attenzione assoluta alla economia voluta dalla intellettualità di sinistra più autorevole e purtroppo anche autoritaria ovunque in Italia, potere alternativo ed interno durante Guerra Fredda e dagli anni della base militare americana del Patto Atlantico, differendo dalla volontà politica economica europea non potette differirne azioni, dovendo per forza di cose iniziare ad annullarsi la intransigenza, comunista-marxista, nell'affrontare impegni comuni europei. Dunque la prospettiva filosofica intellettuale consistente in dette "sei posizioni" rappresenta tal capitolazione, per i napoletani affatto diversa negli effetti, perché alla radicale differenza del luogo il fatale-finale compromesso per ex-marxismo ed altre ideologie, fossero altri comunismi od altro ancora, non era drammatica vuotità... Ugualmente alle parvenze quasi nulle del nuovo Centro Direzionale, ideato da architetto giapponese per dare forma a vocazione globale della economia e giurisdizione cittadina; però mentre per le strade, somiglianti vagamente a quelle di Brasilia, di tal Centro si percepisce l'altro presente cittadino direttamente, non così nei meandri intellettuali della postmetafisica napoletaneggiante e napoletana. <br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.com