tag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post7947343102520773537..comments2023-06-21T19:26:04.092+02:00Comments on ReF - Recensioni Filosofiche: Hulin, Michel, La mistica selvaggia. Agli antipodi della coscienzaAndrea Rossettihttp://www.blogger.com/profile/10911196435133848326noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-16288753169063255852019-07-01T12:44:16.604+02:002019-07-01T12:44:16.604+02:00...
Chi vive il disagio solamente quale problema h......<br />Chi vive il disagio solamente quale problema ha esperienza negativa di negatività patologica perché questa gli è identica a sintomatologia che non sa decifrare preventivamente e allora la psicopatologia nella riflessione gli (le) è sempre un dramma e non sa darne rilievo neutrale; allora in tal escludente vivere, che è morte di civiltà non sua assenza ancora perché il rimedio civile insufficiente rende i disagi né indifferenti né polivalenti, si presentano l'autoconservazione e la relativa consapevolezza, senso umano del sacro ed anima numinosa, distantemente attraverso l'intuizione della vita senza civiltà cioè la selvatichezza; ma pure altramente, chimericamente: perché quale esito è o sarebbe interrotto dagli effetti del disagio, ché principio di risoluzione esterno e successivo non può darsi; e quale guida esterna offrirebbe terapie del suicidio o eutanasie del morire...<br />Questa impossibilità di evitare dal dramma la tragedia ha per speranza il restare in àmbito dei fenomeni allorché il lato misterioso della vita darebbe opportunità di un mutamento improvviso; fenomenologia che è selvatichezza latente, ché ne ha in comune non elaborazione cultica-culturale, non traduzione di ineffabilità in apofasi; ma ciò riformulando tragedia stessa, tranne che non sia motivo di meditazione ulteriore, filosofica; pur non risolutiva, con sola ragione di ulteriore speranza, virtù di non fatalità.<br />Ma per ottenerne qualcosa come si farebbe senza notare da parte dei medesimi coinvolti (non io anche), 'smarriti per le vie del mondo', il fato cui tentano distacco? Un destino, spiace ridirlo forse, clinico, perché il disagio di essi stessi se non proprio l'ebbrezza né l'alterazione da alcolici e droghe ne è comunque omologo, un errore di artifici e per artifici civilmente favorevoli in apparenze momentanee; e possibilità per essi nella integrazione della estasi artificiale con la estasi clinica; non una nullità, se tanta (innocente) stranezza o (colpevole) aberrazione trovasse una ascesi non omologata alle estasi, fossero codeste unite in psicologico distacco ed antropologica mutazione:<br />non tragedia ultima, aspettazione tragica di un intero mondo sull'orlo di umana decadenza ma non in umana decadenza!<br />Ma assumendo cattivi maestri per guide, senza capire cosa peraltro essi avevano fatto di buono e lasciandosi irretire dalle loro iniziative di odio, non c'è neanche la salvezza del rifiuto etnico. In tal caso (menzionato anche in mio precedente commento) i cattivi maestri sono Sigmund Freud e freudiani, col loro odio che genera umana psicofisica decadenza per chiunque ne segua destino. I rapporti clinici-ospedalieri britannuci su Sigmund Freud ne descrissero disfacimento antropico e psicologica insostenibilità di condizioni. La cultura, cattolica, filocattolica, sull'orlo di questo baratro non trova beneficio dal negare i risultati delle ricerche scientifiche neurologiche di Freud né dal negarne i compiti interdisciplinari assegnatigli ed in parte svolti da lui (sovente suo malgrado e per ingiunzioni di Autorità esecutive di Stato); ma parallelamente a questa accortezza ne dovrebbe essa maggiore: diffidare della sottrazione da parte del clero cattolico della psicologia scientifica, questa dimostrando utilità, anche terapeutica seppure non più fondamentale, della religione; ma del mondo devoto agli ultimi editti vaticani — sessuofobici, non universali nel supporre mancanze di saggezze non di tutti — restando estasi artificali e cliniche nonché combattuta ascesi e non ancora un futuro solo eventualità di esso.<br />Altrimenti la morte dell'universalismo civile cattolico, già in atto, sarà la morte degli individui, per la incoerenza di una assolutezza ma parzialità, per una civilizzazione solo formalmente giusta alle cui forme vitali corrispondono accadimenti esiziali.<br /><br />Altra soluzione ed immediata, dunque, la filosofia la scorge, per chi in tal mondo in bilico tra vita e morte, nel terminarsi stesso suo mondo, se anche voluto così da terminare senza ipocrisie.<br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1119587899155313750.post-64740918943178790362019-07-01T12:05:34.488+02:002019-07-01T12:05:34.488+02:00Mistica della droga... mistica della clinica?!
Se...Mistica della droga... mistica della clinica?!<br /><br />Se accompagnata dai riferimenti geometrici-linguistici di Freud, al termine delle sue comparazioni tra realtà neurotica e realtà psicotica senza il risultato da lui sperato di una spiegazione-riduzione neurologica della psicologia, anzi col principio della dimostrazione dell'assenza inevitabile di tal nesso, cosa che lo indusse a riformulazioni linguistiche di fatto occultatorie ed etnofobiche quando la smentita della realtà lo indusse a confronto serio coi propri odi contro le culture psicologiche empiriche contro il romanzo psicologico ottocentesco e contro il germanesimo e col senso da attribuirvi... insomma se accompagnata dalla dimostrazione-occultazione freudiana, la meditazione sulla mistica perderebbe di sistematica rigorosità.<br />Allora, senza obbedire all'odio di Freud e freudiani, bisogna dalla duplicità, di immediatezza di tutto ciò che è istintivo e di inesplicabilità di tutto ciò che è intuitivo (inferiorità / superiorità), includere l'elemento misterioso ed escluderne l'occulto, evitando così che questo diventi alterità etnica ed impossibilità di pensare restando tali quali si vuol essere; schiudendo accanto all'esempio di estasi stupefacente l'altro esempio di estasi malinconica: nel primo caso ritrovandosi solo senso analogico e senza vie di significato, nel secondo invece trovandosi senso dialogico, tra l' Io e un Destino, con via obbligata di significato, imposta dall'orrore dei malesseri e dall'avvilimento per le malattie.<br />Nonostante siano accomunati entrambi i casi da mancanza di inventiva ed assenza di creatività, per cui il senso sviato ed il senso obbligato, l'uno riducendo, l'altro adducendo, non conducono ad alcunché, non potendosi compiere ascesi vera se ciascuna estasi è non spontanea — infatti è vero che la forma della mistica è la differenza impensata, il divario non ricercato — perlomeno però la riflessione di entrambi gli estremi della non compiutezza mistica offre ragione di questa e pensiero di cosa sarebbe una autentica 'partecipazione mistica'.<br />...<br /><br />MAURO PASTOREMAURO PASTOREnoreply@blogger.com