giovedì 10 settembre 2009

Flusser,Vilém, Immagini. Come la tecnologia ha cambiato la nostra percezione del mondo, trad. it. di Salvatore Patriarca.

Roma, Fazi, 2009, pp. 237, € 18,50, ISBN 9788864110363
[Ed. or.: Ins Universum der technischen Bilder, European photography, Gottingen 1985]
Filosofia della comunicazione, Estetica

Recensione di Francesca Rigotti - 10/09/2009

Pian pianino le opere di Vilém Flusser, profeta della comunicazione telematica, cominciano a essere disponibili anche in lingua italiana grazie ad alcune benemerite traduzioni, cui si aggiunge ora questo testo, immagini, pubblicato in tedesco (ma Flusser scriveva anche in portoghese, francese, inglese..) nel 1985 col titolo Ins Universum der technischen Bilder. Nel 1985. Incredibile. La sua intuizione sulla società del futuro, quella che noi tutti oggi esperiamo ma Flusser aveva soltanto, per dir così, annusato nell'aria, ha dello stupefacente. Qui un passo del libro a dimostrazione di tanta lungimiranza che non fu credo di nessun altro, se non forse, in parte, di Deleuze col suo rizoma reticolare. Ma leggiamo Flusser: «Lo scenario, la favola che ho proposto qui, è questa: gli uomini staranno, ognuno per sé, in celle, giocheranno con i polpastrelli sulle tastiere, guarderanno fissi piccolissimi schermi, riceveranno immagini, le modificheranno e le trasmetteranno. Alle loro spalle i robot porteranno le cose per nutrire i loro corpi atrofizzati e farli crescere. Attraverso i loro polpastrelli gli uomini saranno collegati gli uni agli altri e così costruiranno una rete dialogica, un supercervello cosmico, la cui funzione sarà di rendere in immagini, attraverso calcoli e computazioni, le situazioni inverosimili; di provocare informazioni, catastrofi. Tra gli uomini ci saranno intelligenze artificiali che dialogheranno con gli uomini mediante cavi e funicoli nervosi similari. Diventerà perciò senza senso, da un punto di vista funzionale, voler differenziare tra intelligenze “naturali” e “artificiali”, (tra “cervelli dei primati” e cervelli dei secondi”) », p. 223.
Per illustrare questo scenario Flusser si serve di termini già esistenti che vengono però modificati rispetto al significato originario: il più significativo è sicuramente, in questo contesto, Einbildungskraft. Il termine tedesco consacrato dall'uso corrisponde all'italiano «forza dell'immaginazione». Ma a Flusser serve un termine diverso per indicare le nuove immagini (Bilder), quelle che egli chiama tecniche e che noi chiameremmo digitali o televisive, per distinguerle dalle immagini tradizionali delle pitture degli uomini della pietra o del rinascimento. L'immagine tecnica è prodotta dalla capacità (Kraft) di ein-bilden, formare in uno, uni-formare . Con «uni-formazione» traduce dunque il bravo curatore e traduttore Salvatore Patriarca la Ein-bildungflusseriana, definendola nella sua nota «la capacità di ricomporre un'unità dalla dispersione dell'universo quantistico» (p. 238). La traduzione/interpretazione ci pare appropriata anche se ogni volta ci costringe a riflettere sul fatto che uni-formazione non è uniformazione: ma alla riflessione su questo tema è dedicato l'intero scritto di Flusser.
Che capitolo dopo capitolo, in un'alternanza di intuizioni sublimi ma anche – bisogna dirlo – di scivoloni nel banale se non nel ridicolo di alcune proposte, illustra il passaggio dal testo lineare, continuo e unidimensionale (il testo della scrittura alfabetica) all'immagine tecnica costruita di punti discreti e interrotti (il testo frantumato in elementi puntuali e privi di dimensione del calcolare e computare). Per quanto questo possa significare, Flusser scrive che «la differenza tra immagini tradizionali e immagini tecniche sarebbe [che] le prime sono visioni di oggetti, le seconde computazioni di concetti. Le prime nascono grazie all'immaginazione (Imagination), le seconde grazie a una specifica capacità di uniformare (Einbildungskraft) a seguito del fatto che la fiducia nelle regole è andata persa» (p. 14). Questa capacità di uniformare, non si stanca di ripetere Flusser, è qualcosa di profondamente diverso rispetto all'immaginazione, qualcosa di nuovo e di cui si deve parlare per comprendere il mondo della «poststoria», Nachgeschiche(altro neologismo), nel quale Flusser profetizzava, a ragione, che ci saremmo trovati a vivere.
Parlavo di passaggi banali quando non ridicoli: essi hanno luogo quando Flusser, non disponendo di nozioni fisiche e matematiche sufficienti, cerca di spiegare macroscopicamete elementi come fotoni, elettroni o bits, avvicinandosi allo schermo della televisione con la lente d'ingrandimento come un bambino degli anni '60 poteva cercare di spiegarsi il mistero del suono che usciva dal disco di vinile osservando attentamente i solchi sui quali scorreva la puntina del giradischi. O riflettendo sul gesto del premere i tasti come se ciò potesse aprirci un varco verso la comprensione del funzionamento del computer. E' un gioco pericoloso che Flusser affronta con eccessiva leggerezza, giudizio che peraltro nulla nega e sottrae alla potenza del suo esame dell'era digitale. In essa Flusser vede il nuovo, legge una rivoluzione culturale di tipo epocale senza precedenti ove tutte le immagini, immaginazioni e finzioni del passato sbiadiranno rispetto alle nostre immagini. Non c'è più realtà, ci sono soltanto sciami di punti, polvere di atomi, nulla c'è più da leggere e da decifrare. Perso il carattere di specchio delle immagini tradizionali, le nuove immagini tecniche sono proiezioni nel senso che si proiettano fuori dal soggetto nel progetto (per quanto ciò, ripeto, possa significare).
Importante, e legato al nostro presente, è il problema della copia, quello che oggi mette in discussione l'analogo diritto (il copy-right) dell'autore sull'opera. La riproducibilità dell'opera - tema su cui aveva già riflettuto Walter Benjamin, ma Flusser non è un accademico, nel bene e nel male, non cita niente e nessuno, scrive senza riferimenti e non sai mai quali testi si sia potuto procurare laggiù in Brasile negli anni '50 – la riproducibilità dell'opera insomma rende superflua l'autorità dell'autore e vanifica il problema del rapporto con l'originale, sul quale non ha più senso applicare una maternità unica. Importanti per noi sono anche le conseguenze della rivoluzione culturale informatica sul nostro rapporto con gli oggetti dei quali anche tanto oggi si parla. E' da una parte vero che si vorrà possedere il minor numero possibile di oggetti e ci si rivolgerà unicamente alle immagini di oggetti, ma allo stesso tempo gli oggetti esistono ancora, e in sempre maggior quantità, mentre lo stringere in mano sciami di particelle e il guardare punti saltellanti sembra non soddisfarci, anzi procurarci sempre maggior inquietudine.

Indice

Nota introduttiva di Salvatore Patriarca
Astrarre
Immaginare
Concretizzare
Tastare
Uni-formare
Significare
Transitare
Spargere
Prescrivere
Discorrere
Giocare
Creare
Preparare
Decidere
Dominare
Ridursi
Soffrire
Festeggiare
Musica da camera
Sguardo d'insieme
Note del traduttore


L'autore

Nato a Praga nel 1920 da una famiglia di ebrei tedeschi, Vilém Flusser fugge nel '38 in Inghilterra e poi in Brasile dove, nonostante la formazione non accademica, ottiene la cattedra di Filosofia della Comunicazione. Lascia successivamente il Brasile per tornare in Europa, in Francia e morire nel 1991 per un incidente stradale mentre tornava da Praga. In Italia sono stati pubblicati da Bruno Mondadori Filosofia del design (2003), La cultura dei media (2004) e Per una filosofia della fotografia (2006). Una rivista telematica co-diretta da Rainer Guldin, Flusserstudies, si occupa regolarmente della sua figura e dei suoi scritti.

Links

http://www.flusserstudies.net
http://www.flusser-archive.org

3 commenti:

MAURO PASTORE ha detto...

Recensione è fatta di considerazione inclusiva oggettiva e ri-considerazioni esclusive soggettive ma di filosofico ne resta per considerazione che può esser comparata alle ri-considerazioni per notarne insufficienza ma constatando senso implicito non accolto da 'recensitore' in caso specifico 'recensitrice' che non individua tutti i significati posti in evidenza poiché non ne identifica funzione non prototipica e solamente archetipale e scopo di descrizione non concreta, in quanto di non ancora compiuto evento, di eventualità estrema.

...

MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

(...)

In particolare a recensitrice pare non meritevole di tutta la attenzione intellettuale designazione di circostanza-tipo che dicesi bionica e intendendo con ciò iper-super-extra-vitale cioè di effusione vitale in comunione - fusione a non vitalità che o provvisoria o reiterata per sopravvivere in condizioni di altre/ulteriori invadenze dagli effetti peggiori o letale ed è questo ultimo il caso preponderante illustrato da autore recensito che infatti mostra di quella circostanza-tipo anche la costante non eliminabile di ultra-letalità cui submortalità ne oppone ma per darne poi maggior potere ed... e s i z i a l e ;
difatti autore costruisce quadro di catastrofe che corrisponde a non disposizione totale di funzioni fisiche non fondamentali, cui invadenze biologicamente compatibili si fanno dipendenze a causa di non utilizzabilità totale di mentalità conoscitiva perché realtà virtuale fa da diaframma che consiste in stesse entità invasive...
Esempio minimo, di insensatezza di evento cui inizio catastrofico ovviamente involontario o di tipo suicida:
| mani unte ed impregnate di sostanza necessaria affinché stesse mani agiscano su schermo attivo ciberneticamente-informaticamente-elettronicamente a scopo di sapere come evitare che mani stesse restino danneggiate da sostanza stessa e con attività di schermo di tipo digitale che nel frattempo impedisce manipolazione analogica difensiva. |
Quale la causa di tanta assurdità di evento (proprio di quello che ho fatto esempio. dunque di tutti gli altri pure e di peggiori... si pensi a protesi ospedaliere non solo a schermi e sostanze omologhe impregnanti) ?
Caratterizzazione di un tempo storico, 'la epoca della immagine del mondo', cui coincidente una incapacità per diversità mondane e confusione di mondi: mondo della tecnologia, mondo della opportunità tecnica... Ed immagini derivate tecnologicamente da concettualità comune ai due mondi che però ne hanno ottenuta da idee radicalmente differenti una da altra: scienze e tecniche per vivere e sopravvivere / tecnica e scienza per potere e più potere.

...


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

(...)

A presentarsi alla mente dell'autore e non solo sua di molti altri, fu circostanza ulteriore: casi imprevisti su casi imprevisti a causa dei quali molte comunicabilità necessarie ridotte o assenti...
Questa ultima è una cronaca storica di quanto accadeva soprattutto in Brasile in seconda parte di Secolo Ventesimo, similmente ad Italia democratica prima del fascismo ed antifascista durante esso, ove messaggi importanti interrotti da pessimi casi (\ affermazione stabile democratica ed eversione antifascista più volte impedite da coincidenze impensabili e solo il minimo indispensabile e più da italiani all'estero/). Si aveva difatti in Brasile ampia disposizione intellettuale mentre improvvisamente quasi nessuna culturale non in forza di situazioni pensabili e cui porre rimedi ma per coincidenze che rendevano finanche le affermazioni non del tutto connotabili (finanche descriver persona, da una ora ad altra, non riusciva sempre possibile)... e solo notificando difficoltà ad estero e non ufficialmente si evitavano confusioni ulteriori (solo recentissimamente Stato del Brasile ha potuto definirsi stabilmente tale...!).
Stizza, evidente, di recensitore (recensitrice) — che preferisco dire tale e non recensore ((femmina)) perché suo lavoro riuscito non per lavoro stesso ma per evidenze di materiale recensito... cui recensitrice stessa però dubitosamente ne intendeva una eccedenza pur senza capirne oggettività e perciò ne offriva maggior spazio, in ciò essendo filosoficità di recensione (se leggendone si attesta superiore conoscenza di autore recensito) — dipende da non sapere e da non aver fatto considerazione secondo logica anche globale.
Del tutto rimarchevole che destino informatico di recensione mostri tutta la insufficienza di ri-considerazioni qualora si intenda di citazione da autore stesso tutto il contenuto intellettuale, che io ho estrinsecato in mio commento... Difatti ri-considerazioni recensive non autorali pongono in essere coincidenza cognitiva percettiva definibile potenzialmente post-bionica...
cosa accadrebbe se a circostanza di uni-formazione (di cui ho fatto minimo esempio illustrativo) succedesse ambivalenza omo-logante?
Di fatto accade e a già vittime reca possibilità in meno di capire per vivere.

Questo mio commento invece è utile a capire e per vivere.


MAURO PASTORE