La riflessione presentata nell’ultimo libro di Edgar Morin, non ancora tradotto in italiano, prende le mosse dalla difficoltà di riflettere sul presente e sulla sua complessità soprattutto perché quest’ultima è sempre più nelle mani dei tecnoeconomisti piuttosto che dei filosofi. La mondializzazione, iniziata nell’ottocento, si è trasformata in globalizzazione a partire dalla caduta del Muro di Berlino, dando libero sfogo alle pulsioni neo-liberiste del capitalismo selvaggio.