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giovedì 12 giugno 2014

Capriolo, Paola, La perfezione del nulla. Thomas Mann

Torino, Ananke, 2013, pp. 88, Euro 15, ISBN-978-88-7325-526-0.   

Recensione di Alessandra Granito - 29/10/2013

Nei diciassette capitoli in cui si articola il breve ma denso saggio La perfezione del nulla. Thomas Mann, Paola Capriolo esplora con sensibilità ed eleganza la rarefatta dimensione letteraria di Thomas Mann, ripercorre e interpreta l’intera produzione dello scrittore tedesco con  introspezione e perspicacia, scandagliando l’intreccio tra i luoghi topici dei romanzi manniani e i recessi dell’animo dei protagonisti, mettendone in luce le illusioni e le passioni, le tensioni e le contraddizioni.

lunedì 1 aprile 2013

Demetrio, Duccio, I sensi del silenzio. Quando la scrittura si fa dimora

Milano-Udine, Mimesis, 2012, pp. 56, euro 4,90, ISBN 9788857509914. 

Recensione di Pietro Camarda - 21/10/2012

Se il linguaggio è la condizione del pensiero e se i differenti modi e sensi di esso si affidano alla scrittura che li porta con sé lontano dalla sua origine, dall’identità necessaria dalla quale sembra essere stata determinata, si rischia l’infinito. Così, già lontani dal luogo d’origine e alla ricerca dell’età della pratica del pensiero, Duccio Demetrio, nel tentativo di ricordare i segni dell’alleanza tra il silenzio e la scrittura, si pone alla ricerca di un sapere che, consapevole della lontananza progressiva che un discorso scritto genera rispetto alla sua origine, favorisce la progressiva e infinita molteplicità delle interpretazioni. 

lunedì 21 gennaio 2013

Bazzani, Fabio, Lanfredini, Roberta, Vitale, Sergio (a cura di), La questione dello stile. I linguaggi del pensiero

Firenze, Clinamen, 2012, pp. 178, euro 19,80, ISBN 978-88-8410-180-8. 

Recensione di Pietro Camarda – 17/03/2012

Muovendo dalla possibilità di una comprensione intrecciata tra sapere e stile, in vista della messa a fuoco di una questione che sollecita i linguaggi del pensiero, l’interesse e l’attenzione che suscita la questione dello stile si dirige verso una multivocità di punti di vista che, intessuti in un unico tentativo (il testo in questione), si concretizza nel “prender le mosse da un qualcosa […] ed il qualcosa da cui si inizia è già di per sé sintomatico di uno stile” (p. 7).
La questione è quella dello stile, ma non c’è mai stato lo stile, perché vi sia è necessario scrivere nello scarto tra parecchi stili: se vi è stile ce ne deve essere più d’uno.