Le riflessioni di Livio Santoro sulle implicazioni filosofiche dell’opera di Borges hanno il pregio di inscriverne il portato nel quadro della più ampia presa di congedo – che informa larga parte della filosofia del Novecento – dalla centralità accordata alla soggettività da Descartes all’alba della modernità. Se la filosofia di Hegel può essere considerata come il vertice speculativo del ruolo fondante accreditato alla soggettività, l’opera letteraria di Borges rappresenta una profonda e radicale problematizzazione del primato “ontologico” assunto in generale dalla soggettività nella modernità.