Recensione di Paolo Farina – 20/03/2006
Filosofia della religione, Antropologia
Il testo di Giulia Paola Di Nicola e Attilio Danese propone un’analisi puntuale del bisogno di spiritualità che ogni essere umano avverte e che i tempi in cui viviamo sembrano acuire nel medesimo istante in cui si tenta di rimuoverlo.
Gli autori partono da una “stella polare” che ancora oggi non ha perso il suo fascino, la Regola d’oro: “Fa’ agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”. È una regola che pare insita in un umanesimo di tipo relazionale, nel quale gli Autori sembrano muoversi compiutamente, e che rinviene dal bisogno, inscritto nel cuore di ogni donna e di ogni uomo, di realizzare rapporti autentici con tutti e in grado di costruire una civiltà dell’amore.
L’aspetto che, tuttavia, segna l’originalità di questo libro è nella scelta, pienamente rispettata, che gli Autori compiono di leggere un tema di tale universale portata in un ambito particolarissimo che è al contempo il più “laico” e il più “divino”: quello dell’amore di coppia. È infatti nella relazione di amore coniugale che Di Nicola e Danese intravedono uno “speculum Dei” in grado di soddisfare le domande di senso profondo che caratterizzano il nostro tempo.
Colpisce, ancora, che un tema così vicino alla spiritualità, e segnatamente, alla spiritualità cristiana, sia dagli Autori affrontato con un taglio assolutamente “laico”, come si accennava, che è antropologico e non solo teologico, psicologico, nonché mistico, sociale, pur se ecclesiologico.
Non a caso il primo capitolo, dal titolo “Oltre noi”, affronta subito la questione di come si debba intendere l’identità del credente e, specularmente, dei cosiddetti “lontani” ovvero delle coppie credenti e delle coppie non credenti, e a tal proposito è illuminante la conclusione che gli Autori traggono: “Nella cultura contemporanea non è più possibile spaccare il mondo in due: nemici e amici, credenti della stessa religione o meno, appartenenti allo stesso partito… Non si può pensare alla fede come se essa avesse per definizione caratteristiche taumaturgiche sulle persone. Non si tratta di una magia, di una pillola, di una parola magica risolutrice di tutti i problemi. Nello stesso tempo sarebbe insulso considerare la fede un fardello dell’educazione del passato, ‘fuori moda’ e abbandonarla per sentirsi più simili ai non credenti” (p. 40).
L’analisi degli autori continua nel capitolo “Ecologia dell’anima”, in cui alla disanima di diversi “-ismi” che segnano una possibile relazione con Dio – lo spiritualismo, l’integrismo, l’intellettualismo, il confessionalismo, il sincretismo – segue una originale presentazione delle forme implicite dell’amore di Dio, alcune delle quali, come il silenzio, l’amicizia, la cura dei bambini, la coscienza, la compassione e la sofferenza, sono da considerarsi tradizionali, altre invece, quali l’amore e il rispetto per la natura, l’attenzione agli eventi, la solidarietà attiva e la perdita di prestigio, sembrano molto più vicine alla sensibilità contemporanea.
Il terzo capitolo, “Squarci di cielo”, è quello che più da vicino affonda lo sguardo nella spiritualità coniugale come via a Dio. La risorsa dell’amore coniugale è vista in ogni suo aspetto: da quello della sessualità a quello del lavoro, dalla procreazione all’esperienza della sofferenza, ai frutti di vita buona che una spiritualità coniugale ha il dono e il compito di produrre. Degno di una nota particolare il paragrafo in cui si analizza la “via della bellezza” che gli Autori considerano “una via privilegiata di contatto col divino, per la capacità di dire lo spirituale nel materiale e nel carnale” (p. 85). Numerose le suggestioni che qui Di Nicola e Danese raccolgono da autori anche tra loro distanti, come Capograssi e Weil, Lubich e Dostoevskij, von Balthasar e Tommaseo, tutti accomunati da una vera e propria fede nella bellezza che le parole di Dostoesvkij sembrano più di tutti mettere a fuoco: “La bellezza è una cosa terribile e paurosa, perché è indefinibile e definirla non si può, perché Dio non ci ha dato altro che enigmi. La bellezza non solo è terribile, ma anche misteriosa” (I fratelli Karamazov, cit. p. 88).
I capitoli conclusivi del saggio di Di Nicola e Danese sono quelli che mirano a mantenere ed insieme a rispettare l’equilibrio fra le prospettive di una “spiritualità atea” e quella della relazione propria dell’umanesimo cristiano. Nel capitolo “Reciprocità di prospettive” si dà voce al ruolo catartico dell’ateismo e insieme si invita a non dimenticare l’antico comandamento ebraico: “Non nominare il nome di Dio invano”. Contro una facilità di uso e di frequentazione del nome e della presenza di Dio, che sembra contagiare tanti sedicenti “uomini di fede”. D’altro canto, gli Autori rivalutano il ruolo di coloro che definiscono, con Cambon, “mistici dell’assenza di Dio” (p. 112), nonché il ruolo imprescindibile di un “dialogo senza frontiere” (pp. 115-118), non senza aggiungere un chiaro avvertimento: “Il dialogo va nutrito di silenzio, che in una società chiassosa sollecita a parlare di meno e ad essere di più, a non riempire ad ogni costo il vuoto, a purificare l’amore dalle tentazioni captatrici. È una coltre di protezione dalle chiacchiere e dal chiasso, dai pacchetti di esperienze da assaggiare, dalle proposte sempre più sofisticate della pubblicità, che a tutti i costi tende a ritagliarsi fette di consenso nel fiorente mercato delle proposte per il tempo libero” (p. 118).
Quali, dunque, lo spazio, il ruolo e il compito, come si legge nell’ultimo capitolo, “Per una spiritualità della relazione”? La risposta che gli Autori propongono è coerente con le premesse: una spiritualità della coppia, sia essa credente o no, poggia esclusivamente sulla scoperta dell’altro come risorsa, nella riscoperta dell’Altro come radice di ogni reciprocità: “Ho cercato la mia anima, ma la mia anima non l’ho potuta vedere. Ho cercato il mio Dio, ma il mio Dio non sono riuscito ad afferrarlo. Ho cercato il mio fratello e trovato tutti e tre” (p. 158).
Indice
Premessa.
OLTRE NOI. Domanda di spiritualità. “Diversamente credenti” o ingenui? Chi sono i “lontani”? L’apporto delle coppie credenti. L’apporto delle coppie non credenti. Lo scambio delle risorse.
ECOLOGIA DELL’ANIMA. Spiritualismo. Integrismo. Intellettualismo. Aristocrazia e confessionalismo. Sincretismo. Forme implicite dell’amore di Dio.
SQUARCI DI CIELO. La risorsa dell’amore coniugale. Due corpi in uno. Lavoro e spiritualità. Maternità e procreazione. Il magistero della sofferenza nella coppia. La via della bellezza. I frutti di una vita buona.
RECIPROCITA’ DI PROSPETTIVE. “Deus absconditus”. Ragione e attenzione. “Non nominare il nome di Dio invano”. Il ruolo catartico dell’ateismo. I “mistici dell’assenza di Dio”. Dialogo senza frontiere.
PER UNA SPIRITUALITA’ DELLA RELAZIONE. L’altro che espropria e l’altro come risorsa. Il tu della reciprocità. Moduli di comunicazione tra scienze umane e spiritualità. “Qualunque cosa… l’hai fatta a me”. L’Altro, radice della reciprocità.
L'autore
Giulia Paolo Di Nicola e Attilio Danese, coniugi, hanno maturato insieme e come singoli una esperienza di ricerca e di docenza universitaria pluridecennale.
Di Nicola è attenta a temi di sociologia con una particolare riguardo alla questione femminile. Tra le sue innumerevoli pubblicazioni citiamo: Donne e Politica (Città Nuova, Roma 1983), Uguaglianza e differenza (Città Nuova, Roma 1988), Il linguaggio della madre (Città Nuova, Roma 1994), Per un'ecologia della società (Dehoniane, Roma 1994), Nostalgia di Antigone, (Andromeda, Colledara 1998), Infanzia maltrattata (Paoline, Milano 2001).
Danese è impegnato in temi di filosofia politica e morale. Anch'egli vanta una lunghissima serie di pubblicazioni, tra le quali: Unità e pluralità. Mounier e il ritorno alla persona (Città Nuova, Roma 1984), Riscoprire la politica (Città Nuova, Roma 1989), Simone Weil. Abitare la contraddizione (Devoniane, Roma 1991), Cittadini responsabili (Dehoniane, Roma 1992), Il federalismo (Città Nuova, Roma 1995), Non uccidere Caino (Paoline, Roma 2002)
Insieme hanno affrontato i temi del matrimonio e della vita di coppia, pubblicando testi quali: Amici a vita (Città Nuova, Roma 1997), L'amico (Effatà, Torino 1998), Nel grembo del padre. Genitori e figli a sua immagine (Effatà, Torino 1999), Amore e pane (Effatà, Torino 2000), Lei & Lui (Effatà, Torino 2001), Un'aureola per due (Città Nuova, Roma 2001). , Abissi e vette. Percorsi spirituali e mistici in Simone Weil. Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2002,
Sono membri del direttivo dell'Accademia internazionale INTAMS di Bruxelles. Hanno fondato nel 1992 una rivista culturale Prospettiva Persona (Edigrafital, Teramo) che dirigono.
Link
www.prospettivapersona.it - Sito ufficiale della rivista fondata e diretta da Di Nicola-Danese, molto ricca di informazioni sugli autori e sulle loro pubblicazioni
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