giovedì 14 febbraio 2008

Duprè, John, Natura umana. Perché la scienza non basta.

Roma- Bari, Laterza, 2007, pp. 258, € 18,00, ISBN 9788842081708
[Ed. or.: Human Nature and the Limits of Science, Oxford University Press, 2001]

Recensione di Rosanna Oliveri - 14/02/2008

Filosofia della scienza

Con il saggio Natura umana. Perché la scienza non basta John Duprè intende prendere posizione contro un’opinione ormai dominante nella filosofia della scienza di oggi, ovvero l’idea di poter ricondurre tutto alle medesime leggi, che sono poi quelle causali tipiche della fisica.
L’attacco che Duprè sferza a questa posizione, che arriva a definire “imperialismo scientifico”, non manca di toni polemici e l’autore non lesina di fare nomi e cognomi di coloro che egli ritiene i principali responsabili di questa mentalità che può essere definita, nel migliore dei casi, riduzionista.
Le leggi della fisica, infatti, possono spiegare una grande quantità di fenomeni naturali, ma per quanto riguarda i comportamenti umani la questione cambia, in quanto questi non sono così semplici come i fenomeni naturali: nelle ragioni di una scelta comportamentale di una persona entrano in gioco molti più fattori. Mentre per i fenomeni naturali del mondo fisico si può parlare di “movimenti”, per le persone umane dobbiamo usare il termine “azioni”.
Nel passare in esame le teorie che hanno contribuito a creare quest'atteggiamento, Duprè parte dalla sociobiologia, passando in rassegna i pensatori che maggiormente hanno contribuito a fondarla come Edward O. Wilson e Stephan Joy. Questo ambito di ricerca scientifica si basa soprattutto sul tentativo di usare la tesi evoluzionista di Darwin per spiegare la natura umana. Le argomentazioni dei sociobiologi solitamente girano intorno alla convinzione di base che esistano determinati comportamenti che in passato avrebbero incrementato le possibilità riproduttive.
Si nasconde, però, un grande pericolo dietro queste convinzioni, ovvero che esse si trasformino facilmente in forme di dannoso genocentrismo o, addirittura, come definisce lo stesso autore, di determinismo genetico.
Secondo i sociobiologi, tutti i comportamenti umani si potrebbero spiegare ammettendo che la nostra mente sia costituita da moduli, ciascuno dei quali si riferisce a un’azione, cosicché esisterebbe un modulo per il corteggiamento, uno per il sesso e uno anche per lo stupro. Oltre alla gravità dell’affermare che esista un modulo per lo stupro, e quindi creare una giustificazione per un atto criminale, si possono notare anche discrepanze di tipo logico-razionale. Infatti, pur accettando l’esistenza di questi moduli, non si capisce in che modo si stabilisca una precedenza di uno rispetto a un altro. In altre parole, non è chiaro perché una persona scelga di usare un modulo invece di un altro, visto e considerato che, in situazioni simili, ogni persona sceglie di comportarsi in un modo diverso.
Successivamente, l’autore passa in esame le teorie che si riferiscono alla cosiddetta sociobiologia del sesso e del genere. Secondo queste ultime gli uomini e le donne sarebbero fondamentalmente diversi a causa di una differenza innata che li spinge a fare di volta in volta scelte molto diverse gli uni dagli altri. Le donne sarebbero spinte dal desiderio di avere figli e di crescerli bene, pertanto sarebbero portate a cercare un partner che garantisca loro la sicurezza, sia essa intesa come protezione fisica, quindi un uomo forte e muscoloso, sia essa intesa come sicurezza economica. I più ambiti sono quindi gli uomini forti, ma soprattutto benestanti. Questa seconda proprietà, infatti, è la più importante perché particolarmente utile per far crescere i figli nel modo migliore, garantendo loro un futuro roseo.
Per quanto riguarda gli uomini, invece, gli impulsi che li spingerebbero all’azione sarebbero di tutt’altra natura, essi sarebbero attratti più che altro dall’aspetto fisico delle donne, cosa che garantirebbe una maggiore possibilità di riuscita per la gravidanza. Per questa ragione preferirebbero avere relazioni con donne più giovani.
La giovane età della donna, inoltre, sarebbe, sempre secondo i teorici della sociobiologia del sesso e del genere, una garanzia di verginità, altro requisito molto importante per la scelta di una donna per un uomo. La difficoltà, e fino a poco tempo fa l’impossibilità, di accertare la paternità di un figlio, è per i maschi un motivo di grandissima frustrazione che solo la fedeltà della donna può contribuire a sedare. Non esistono, però, garanzie che la donna non tradisca il proprio compagno, l’unico fattore che possa essere d’aiuto per questa sensazione di impossibilità in cui si trova il maschio è rappresentata, secondo questi scienziati, dal sapere che fino a quel punto la donna abbia mantenuto un comportamento per così dire irreprensibile.
Inutile dire che il rischio principale è quello di cadere in una serie di banalità e di stereotipi sociali come per esempio la necessità che la donna sia vergine o che l’uomo debba essere più anziano, oppure che ciò che cerchino le donne in un uomo siano solo i soldi e il benessere economico. Si potrà notare facilmente che si tratta di una concezione semplicemente ancorata alla tradizione che troppo spesso giustifica teorie maschiliste di sottomissione della donna.
Il fatto che spesso succeda così non significa che questo sia dovuto a cause genetiche e che quindi segua una legge deterministica che porta per forza di cose a questi risultati. Esistono anche altre cause che hanno questi effetti come risultati, per esempio il fatto che in molte società un uomo già affermato scelga una donna molto più giovane, mentre raramente accade il contrario, può essere dovuto anche al fatto che avere un o una partner più giovane rappresenta senz’altro un privilegio, un segno di affermazione sociale e potere che nelle società contemporanee viene ancora destinato in maggioranza agli uomini piuttosto che alle donne. La verginità, poi, è anche un segnale di sottomissione al maschio e il desiderio da parte degli uomini di ritrovarla in una donna può essere dovuto al desiderio di possessione, dovuto anche questo a una posizione di dominio sociale dell’uomo nelle nostre società.
Anche la ricerca di benessere economico da parte delle donne in un uomo può essere dovuta anche ad altri fattori che non siano legati alla procreazione e alla gravidanza. Troppo spesso, infatti, la donna è confinata a un ruolo subalterno nella società e incontra molti ostacoli per la propria affermazione sociale e economica, pertanto il fatto di avere una relazione con un compagno ricco o almeno benestante le garantirebbe una vita più agiata. Ma tutti questi elementi di ricerca si annullerebbero se vivessimo in una società che garantirebbe maggiore equità tra uomini e donne.
Un altro argomento molto considerato da questi teorici della sociobiologia del sesso è lo stupro. Questo viene considerato un comportamento normale e istintivo nei maschi che cercano in questo modo di garantirsi una discendenza. In base alle teorie che abbiamo visto prima, secondo questi scienziati, gli uomini appartenenti a una classe sociale medio – alta non avrebbero grossi problemi a trovare qualcuna per potersi accoppiare, mentre quelli di un ceto sociale basso riscontrerebbero delle enormi difficoltà per realizzare questo scopo e sarebbero, di conseguenza, portati a usare la violenza per uscire da questa strada senza uscita.
L’immagine stereotipata dello stupratore povero e disadattato socialmente che si apposta nei vicoli bui della città in attesa che qualche poveretta passi di là, è piuttosto evidente. Peccato che basti guardare i dati di moltissime ricerche volte a scoprire l’identità dello stupratore tipo per scoprire che nella maggior parte dei casi non si tratta di sconosciuti, ma di persone molto vicine alla vittima, conoscenti, amici e spesso addirittura persone appartenenti alla stessa cerchia familiare come padri, mariti della madre, e così via.
Spiega, infatti, lo stesso Duprè: “Anche se alla fine tutto quello che facciamo ha come scopo la sopravvivenza e la riproduzione, le strade per raggiungere questi fini sono diverse e a volte molto ardue. La sopravvivenza e il valore ai fini riproduttivi di un partner sessuale dipendono da cose come la salute, l’alimentazione, l’abbigliamento e da mezzi ancora più generali per ottenere queste cose come il denaro e l’istruzione” (p. 128).
Molto spesso le teorie della sociobiologia individuano in una delle possibili cause, la causa per eccellenza e questo per cercare di ricondurre tutti i fenomeni, fisici o umani, a degli unici principi causali, anche se questo cela il forte rischio di cadere nel riduzionismo, come sostiene lo stesso Duprè all’interno del saggio in questione: “Il caos si rivela in forma ordinata di costituenti strutturali (le menti umane). E questa idea di trasformare il disordine in schemi coerenti scendendo a un livello strutturale più basso è tipica delle visioni più decisamente riduzionistiche che dell’unità della scienza” (p. 81).
Se si guarda alla storia dell’umanità, ci si accorge facilmente che il comportamento e la mentalità umana hanno subito dei grandissimi cambiamenti che non permettono di ricondurre la natura umana a una struttura unitaria. L’apparente conflitto tra storia e scienza è però facilmente risolvibile se si ammette la disunità della scienza. Esiste una pluralità metafisica, per la quale non si può spiegare la natura umana nello stesso modo che si spiega quella fisica.
Senza dubbio i nostri movimenti sono spiegabili con leggi scientifiche riconducili alla fisica e alla chimica, ma queste scienze non potranno mai spiegarci perché abbiamo scelto di fare proprio quel movimento e proprio in quel momento. Molte parti di noi si comportano esattamente come una macchina e le loro azioni possono essere spiegate in modo meccanicistico e deterministico, ma esiste una parte di noi per cui la fisica e la chimica non bastano. Richiamandosi a celebri filosofi come Kant e Hume, Duprè ribadisce l’autonomia della sfera morale.
La natura umana si può spiegare solo in parte con tesi e teorie meccanicistiche che si rifanno al determinismo: non ammettere che oltre a questo esista un quid in più quando si parla di persone significa cadere necessariamente nel riduzionismo.

Indice

Introduzione
I fondamenti della psicologia evolutiva
La psicologia evoluzionistica del sesso e del genere
Il fascino e le conseguenze della psicologia evoluzionistica
Tipologie di persone
la teoria della scelta razionale
Libero arbitrio
Bibliografia


L'autrice

John Duprè insegna Filosofia della scienza all’Università di Exeter. In questa stessa sede dirige l’Egenis (EESRC Centre for Genomics in Society).

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