mercoledì 1 ottobre 2008

Pépin, Charles, Sette giorni di filosofia.

Genova, Il melangolo, 2008, pp. 220, € 13,00, ISBN 9788870187007.

Recensione di Francesca Rigotti - 1/10/2008

Filosofia morale

In cauda venenum oppure dulcis in fundo? Iniziare con gli aspetti positivi e pungere alla fine, come fa lo scorpione, col veleno della critica, o lasciare in conclusione il dolce delle (scarne) lodi facendolo precedere dalla critica? In nome della giovane età dell'autore seguiremo la seconda modalità, cominciando col commentare gli aspetti negativi di questa ennesima produzione di filosofia divulgativa per concludere con quelli un po' più degni di plauso che lasciano in bocca un gusto gradevole.
Che cosa si fa, per riassumere, in questa “settimana filosofica”? Si risponde – lo fa l'autore - a sette quesiti “esistenziali”, uno per ogni giorno della settimana. Si va dunque dalle considerazioni sulla felicità del lunedì a quelle sulla morte della domenica; il martedì si parla di leggi, il mercoledì di bellezza, il giovedì di scuola, di Dio il venerdì e di democrazia il sabato. Si tratta di quesiti di tipo etico più che noetico, in cui prevale la ricerca di elementi che ci aiutino a star meglio, o se proprio si vuol salire di tono, ad “essere pienamente umani” e a godere del nostro “inaudito privilegio di esistere”. Sic. Altro che il “meglio non essere nati” esaminato, con ben altra competenza e intensità, da Umberto Curi. Ma qui si parla a ragazzi e quindi ottimismo e entusiasmo.
Le risposte ai quesiti sono condotte in stile didascalico, proprio come farebbe un insegnante benevolo e scaltrito; gli argomenti pro e contro sono proposti in maniera apparentemente equanime, di fatto vengono sviluppati e articolati in modo da portare in una direzione obbligata, quella voluta dal docente e giustificata, alla fine, da argomenti prevalentemente e curiosamente utilitaristici. Soffermiamoci un istante solo, per fare un esempio, sul tema del venerdì: bisogna credere in Dio? L'esposizione condotta con intenti educativi porta a concludere che sì bisogna, perché credere in Dio è vantaggioso: a farlo c'è molto da guadagnare e poco da perdere: esattamente ciò che sostiene l'argomento della scommessa (le pari) di Pascal, non a caso nato in contemporanea al calcolo delle probabilità, alle assicurazioni sui carichi commerciali etc. Ma siamo sicuri che i ragazzi, in genere idealisti e sognatori, si lascino smuovere da argomenti legati al mero interesse? E comunque Pascal, in compagnia di Descartes, Sartre e Merleau-Ponty, Cézanne, e Rousseau, Constant e Tocqueville, domina qui una scena filosofica tutta francese, a parte qualche audace accenno a Heidegger o a un Freud convenzionalmente letto.
Se banali e spesso ripetitivi sono gli argomenti a favore del rispetto delle leggi o dei vantaggi della democrazia, qualcosa di più originale emerge dalla giornata dedicata alla scuola (il giovedì), forse perché il terreno è più noto. Si suggerisce che a scuola si va per imparare prima di tutto a dominare il proprio corpo per far emergere la mente, in una situazione di effettiva eguaglianza in cui esercitare la creatività in comune con gli altri; si tesse un elogio, anacronistico ma molto adeguato, dell'autorità, che è tale quando è in grado di spiegare e giustificare le ragioni delle cose; si sottolinea l'importanza del piacere del sapere stimolato dal riconoscimento del quale tutti, scolari e no, hanno disperatamente bisogno, si critica l'attuale privilegiamento, nella scuola media come all'università, della vita attiva che, con sguardo miope e incapace di guardare in alto e lontano, vende le menti dei ragazzi al mercato del lavoro trasformandole in contenitori passivi di nozioni tecniche che presto diventeranno obsolete e inchiodandoli a un mestiere specializzato che poco aiuterà in un contesto professionale instabile. Questo si fa in Francia, in Italia e in ogni luogo ove ci si accanisce a privare gli studenti di quelle conoscenze generaliste che sole rendono capaci di inquadrare i fenomeni e di risolvere i problemi.
Chissà poi, a conclusione, se un testo così sarà veramente letto dai ragazzi o soltanto proposto loro da genitori e insegnanti, e chissà se li entusiasmerà o finirà per deprimerli intorno all'opportunità di riflettere su questi argomenti, come i famosi commenti ai libri o i temi sulle gite scolastiche che rovinano tutto il piacere e la trasgressione della gita e del libro.

Indice

Lunedì - Riflettere ci aiuta ad essere felici? 
Martedì - Bisogna rispettare le leggi? 
Mercoledì - Perché la bellezza ci affascina? 
Giovedì - Che cosa si impara veramente a scuola? 
Venerdì - Bisogna credere in Dio? 
Sabato - La democrazia è il miglior sistema politico? 
Domenica - Come ci si prepara a morire?


L'autore

Charles Pépin insegna filosofia nei licei francesi. Ha pubblicato alcuni romanzi presso Flammarion e dirige la collana Haute Tension presso Hachette litératures

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