lunedì 2 febbraio 2009

Soncini, Umberto, Il senso del fondamento in Hegel e Severino.

Marietti, Genova-Milano, 2008, pp. 383, € 24,00, ISBN 978-88-211-8575-5.

Recensione di Rossano Pecoraro – febbraio 2009

Filosofia teoretica, Storia della Filosofia, Nichilismo, Ontologia.

La questione decisiva, e originaria, del fondamento, dell’essenza e del senso della conoscenza, di una epistéme come verità incontrovertibile, quindi non-contraddittoria, è al centro del libro di Umberto Soncini sul pensiero di due grandi classici della filosofia, Hegel e Severino (il primo lo è da tempo; il secondo è in via di diventarlo definitivamente per le intuizioni, i temi, la rigorosità, l´ampiezza, gli interlocutori e il pathos teoretico e etico-politico che attraversano e sostengono il suo sistema filosofico).

I protagonisti ai quali l’autore si dedica sono di prim’ordine; e estremamente complesse si rivelano le tematiche affrontate. È probabilmente questo il motivo di ripetizioni e oscurità, di pagine cui argomenti si smarriscono in una circolarità non sempre virtuosa che non giovano al lavoro svolto da Soncini. Questa critica, naturalmente, non inficia né mina l’impianto complessivo del libro, al quale, anzi, si deve riconoscere lo sforzo, riuscito, di non pregiudicare il necessario e difficile equilibrio tra storia, letteratura critica, commento e esposizione dei risultati teorici dell’analisi che vuol mostrare, ed è questo il senso del volume, l’“incontrovertibile” e “sensibile guadagno speculativo” della riflessione severiniana rispetto al panlogismo di Hegel, sul piano della esecuzione effettiva del progetto razionalistico, e occidentale, di incontraddittorietà.

Nella prefazione che sigla, Emanuele Severino così si esprime: “analizzando la relazione tra la forma più alta e potente dell’epistéme, cioè il pensiero di Hegel, e il destino della necessità, verso cui guardano i miei scritti (…), per la prima volta il saggio esplora quella relazione in modo sistematico e nella sua configurazione globale” mostrando “per un verso, il senso autentico del tramonto inevitabile della epistéme hegeliana e, per l’altro, che il destino della verità sia la dimensione suprema in cui resta determinata e misurata ogni possibile istanza della ragione e della coscienza, e anche ogni possibile istanza di ciò che nell´uomo intende sottrarsi ai vincoli di questi suoi due atteggiamenti” (p. 16).

Tracciate queste necessarie coordinate preliminari, è possibile addentrarsi in modo più analitico nel saggio di Soncini, diviso in due grandi parti che a loro volta sono composte di diverse sezioni storico-critiche. Dopo una brevissima introduzione (una pagina) – in cui dichiara il progetto teoretico che intende sviluppare e dimostrare (“l’insolubile aporeticità” del sistema hegeliano e la sua superazione compiuta dalla dialettica severiniana) – l’autore si dedica, in primo luogo, ad affrontare il tema del fondamento teorico della conoscenza nella filosofia di Hegel. Nel primo capitolo sono esaminati gli scritti del periodo francofortese (Die Liebe; Lo spirito del cristianesimo e il suo destino; Frammento sistematico). Lo scopo di questa operazione è evidente: porre l’attenzione sulla presenza di “elementi teoretici che, seppure appena abbozzati, costituiscono il germe filosofico della più matura e rigorosa sistematicità di pensiero elaborata negli scritti successivi” (p. 24) e, quindi, affermare, perché “maggiormente fondata”, l´interpretazione storiografica della “continuità del pensiero filosofico hegeliano” (p. 38). Si passa poi all’esame degli scritti critici di Jena, dalla Differenza tra il sistema filosofico di Fichte e di Schelling e Fede e Sapere alla Fenomenologia dello spirito cui elemento decisivo, più volte sottolineato, è la trasformazione rispetto alla riflessione precedente della funzione o posizione dell’Assoluto che, adesso, aporeticamente, è qualcosa di “metafisico e immanente” che “opera alle spalle” della coscienza ontica, in un rapporto di identità ontologica e di differenza fenomenologica che viene progressivamente trascesa nel sapere assoluto resosi trasparente a se stesso nella forma del concetto puro” (p. 100).

Soncini confronta e “verifica” le sue tesi sulla Fenomenologia con una serie di autori di grande interesse (Heidegger, Kojève, Hyppolite, Wahl, Ernst Bloch) per poi passare al nucleo speculativo centrale del pensiero di Hegel concentrato nella Scienza della logica e nell´Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio, che sono esaminate e discusse nelle dense pagine che chiudono la prima parte del libro. La conclusione tende a mettere in risalto il fallimento della epistéme hegeliana, coronamento e rigorizzazione massima di tutta la riflessione ontologico-metafisica occidentale, nel suo sforzo di “pensare l’incontraddittorietà del pensiero e della realtà”. Un progetto, un tentativo che si rivela assolutamente vano dal punto di vista della sua esecuzione teoretica “proprio perché la concezione dell’Assoluto sempre in divenire, che perviene alla propria auto-trasparenza teoretica nello stesso hegelismo, ripropone dopo Hegel una inevitabile aporia legata al ripresentarsi della tensione tra valenza ontologica (assolutistica) e valenza fenomenologica (storico-temporale) dell´Assoluto stesso – stavolta non più ricomponibile dialetticamente – ove l’incontraddittorietà cade” (p. 214).

Una volta sentenziata l’aporeticità del panlogismo hegeliano, Soncini si consacra all’esposizione del sistema di Severino e al fondamentale guadagno speculativo che esso rappresenterebbe sia nella denuncia del nichilismo come essenza dell’Occidente sia nel progressivo affrancamento critico (diremmo superazione?) dallo stesso. In primis, attraverso le necessarie distinzioni di fondo tra la logica dialettico-sintetica del filosofo tedesco e la dialettica analitica severiniana. Il cuore dell'argomento di Soncini risiede nell'assoluta convinzione della non-contraddittorietà di quest'ultima, che all'opposto del (vano) sforzo hegeliano afferma il principium firmissimum sul piano “dell'immediatezza intelligibile di verità che esclude la compresenza di determinazioni logiche opposte nell'ambito della verità dell'essere, per cui tutte le contraddizioni escluse dal piano di verità sono superabili nella chiarificazione di una immediatezza originaria come toglimento della contraddizione” (p. 222). E se la dialettica di Hegel dissolve l'opposizione del positivo e del negativo e ne afferma “l'identità dinamico-dialettica”, il sistema del filosofo bresciano, al contrario, si fonda proprio su quel fondamento neoparmenideo che sul piano logico-ontologico distingue e oppone assolutamente il positivo al negativo.

Soncini esamina alcune tra le opere più importanti di Severino, iniziando con La Struttura originaria per passare poi a Essenza del nichilismo, Gli abitatori del tempo, La filosofia futura, Tautótēs, Pensieri sul Cristianesimo. In una accurata successione di citazioni, argomenti e confronti storico-critici tra Hegel e Severino, l'autore pretende fondare le tesi che sostengono il suo intero percorso teoretico volto, come non si stanca di sottolineare, a mostrare il guadagno speculativo del sistema severiniano, nel quale il nichilismo si trasforma nel vero "filo conduttore del toglimento", o "trascendimento", dell'aporia del divenire, di fronte alla contraddittorietà, all'aporeticità e al fallimento della dialettica di Hegel.

Il capitolo finale dell'opera è dedicato al raffronto degli esiti teorici del lavoro dell'autore con una serie di importanti letture del rapporto tra Hegel e Severino apparse nell'ultimo ventennio del secolo scorso; quelle, vale a dire, di Dario Sacchi, Massimo Donà e Italo Valent.

Per concludere, una domanda, un dubbio storico e teoretico. Ovvero: dichiarata, e ammessa, la fondamentale centralità del confronto con Hegel, non sarebbe il caso di ricordare che, in ultima e decisiva istanza, è con la filosofia aristotelica che il sistema di Severino deve fare i conti?

Indice

Presentazione. L'attenzione "critica" del tomismo al pensiero severiniano di Emmanuele Morandi
Prefazione di Emanuele Severino

Introduzione

Parte prima.
La tematica del fondamento teoretico della conoscenza nella speculazione filosofica hegeliana

I. Il periodo francofortese

II. Gli scritti critici di Jena

III. L'ultimo periodo di Jena: la Fenomenologia dello spirito

IV. Il sistema hegeliano nella sua maturità speculativa: Scienza della logica

V. Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio

Parte seconda.
Il fondamento teoretico della conoscenza nel panlogismo hegeliano e nel monismo neoparmenideo severiniano

VI. La struttura originaria (prima parte)

VII. La struttura originaria (seconda parte)

VIII. Essenza del nichilismo

IX. Gli abitatori del tempo e La filosofia futura

X. Tautótēs e Pensieri sul Cristianesimo

XI. Rapporto Hegel-Severino. Letture critiche

Bibliografia


Gli autori

Umberto Soncini si occupa da molti anni di fenomenologia di ispirazione husserliana ed ha scritto su questa tematica vari saggi tra cui devono essere ricordati: Riflessioni critiche sul trascendentalismo husserliano (1984); Fenomenologia e linguaggio (1997); La totalità e il frammento. Neoparmenidismo e relatività einsteiniana (1996).

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