martedì 25 ottobre 2005

La svolta pratica in filosofia vol. 2. Dalla filosofia pratica alla pratica filosofica [Discipline filosofiche, I/2005], a cura di Roberto Frega e Roberto Brigati.

Macerata, Quodlibet, 2005, pp. 306, € 18,00.

Recensore Moreno Montanari – 25/10/2005

Pratica filosofica

“Abbiamo bisogno che la filosofia ci mostri la strada per ritornare all’esperienza ordinaria, per renderla un oggetto di interesse e di piacere e non di disprezzo e fuga”. Questa citazione di Nussbaum (La fragilità del bene), posta in epigrafe alle Considerazioni preliminari sulla pratica filosofica o sulla filosofia come pratica, con le quali Roberto Frega apre questo interessante e ricco numero della Rivista di Discipline filosofiche (XV I 2005) sulla filosofia pratica e la pratica filosofica, può effettivamente intendersi come l’affermazione programmatica del libro: sondare attraverso quali modalità, per quali finalità e con quali effetti, sia possibile far uscire la filosofia da quelle che Nietzsche definiva “le stanze polverose dei dotti” accademici all’interno delle quali, prosegue idealmente Frega, “gli ideali di una cultura filosofica orientata a coltivare e migliorare le persone e ad appagare il piacere intellettuale lascia il posto alla risoluzione professionale di problemi tecnici di natura specialistica” (p. 135) tradendo quella sua componente che, in senso estremamente ampio, il filosofo americano Cavel definisce “terapeutica”, e che possiamo più sobriamente considerare come finalizzata a formare e non semplicemente a informare. Ma questa possibile accezione della filosofia, che trova probabilmente oggi nella consulenza filosofica una delle sue principali attuazioni, non è che una delle possibili accezioni della pratica filosofica che questo libro analizza, cercando di offrire un ampio quadro di riferimento delle diverse forme di filosofia “pratica” e operando necessari distinguo tra filosofia pratica, filosofia popolare, filosofia applicata e pratica filosofica. Se dunque non sarà questo il libro che permetterà di farsi un’idea precisa sul fenomeno della pratica filosofica intesa come consulenza filosofica – l’unico ad occuparsene, ma meno dettagliatamente che altrove, è Neri Pollastri - i temi affrontanti al suo interno costituiscono non di meno un arcipelago di interessanti spunti di riflessione utili anche a chi intenda muoversi nell’analisi di questa specifica disciplina. In particolare la relazione maestro-apprendista (José Daniel Cabrera Cruz, Miguel Francisco Crespo Avarado), l’influsso che la filosofia può esercitare nella formazione dell’uomo e il ruolo che potrebbe ricoprire nella nostra cultura (Roberta De Monticelli), il rapporto tra razionalità del sentimento e affettività della ragione (Neri Pollastri), l’analisi dei limiti dell’approccio teoretico e pratico della psicoanalisi freudiana ai problemi esistenziali e l’analisi di nuovi e meno riduttivi paradigmi filosofici (Paola Teresa Grassi), la critica del puro intellettualismo socratico al quale, spesso troppo acriticamente, le principali correnti di pratica filosofica si rifanno (Roberto Brigati), la necessità di riformulare i fondamenti epistemologici, troppo spesso altrove non sufficientemente esplicitati, della filosofia al fine di una sua coerente applicazione pratica e della formulazione di una pratica filosofica realmente tale (Alessandro Volpone) e la necessità di rivedere non solamente il senso della filosofia ma la figura dei filosofi al fine di rispondere alla domanda di filosofia in senso diffuso e non specialistico e se si vuole fare della filosofia una pratica immanente ancorata all’ordinarietà della vita quotidiana (Roberto Frega), costituiscono tutti temi di riflessione imprescindibili per un buon approccio alla consulenza filosofica. Allo stesso modo, il rapporto pratico-ricorsivo che si dà tra conoscenza filosofica e prassi esistenziale in diversi autori di riferimento (Jeanne Hersch per Francesca De Vecchi e Carlo Sini per Stefania Contesini, la scuola filosofica di Kiev per Yuriy Myelkov) e l’analisi dei differenti modelli di cooperazione e coordinamento delle pratiche sociali in aula e delle modalità che producono una collettività, al di là delle dichiarazioni d’intenti e delle teorie di riferimento (Barbara Olszewska), costituiscono prospettive interessanti per comprendere come, pur restando apparentemente teoretica la problematicizzazione filosofica, sia in fin dei conti sempre in pratica in quanto “nella costruzione e risoluzione di un problema filosofico il soggetto in realtà decide di se stesso” (Fratesca De vecchi, p. 243) e  “l’istruzione migliore della filosofia non è l’apprendimento dei suoi contenuti, ma la presa d’atto delle sue pratiche”, insomma: “La filosofia s’impara solo facendola” (Carlo Sini cit. da Stefania Contesini, p. 65).

In nessun caso il ritorno della filosofia all’ordinario è inteso come la banalizzazione delle funzioni e del linguaggio della filosofia, come invece spesso è accaduto a chi ha inteso muoversi in questa direzione. Negli articoli di questo libro l’ordinario diventa, o torna ad essere, il luogo di un’interrogazione filosofica capace di creare “una forma di sospensione […] nella quale abitudini, routine, presupposti impliciti e pregiudizi sono sospesi per essere indagati criticamente ed eventualmente modificati”, un sapere riflessivo che invita “a prendere posizione sulle proprie prese di posizione” (Frega, pp. 15-16).

Se uno dei principali meriti del libro è dunque quello di ricordare le differenti specificità di  filosofia pratica e pratica filosofica, in un periodo in cui le due espressioni rischiano di essere confuse o appiattite in un unico senso, un altro è dato dalla modalità rigorosa, per riferimenti, lessico, indagini, con la quale i differenti temi sono stati trattati offrendo, in particolare, la formulazione di diversi possibili paradigmi di riferimento per muoversi all’interno del vasto orizzonte di queste discipline distinte ma non separate. Il libro rinuncia infatti a ridurre il fenomeno della filosofia pratica a una formulazione generica, magari di facile fruibilità ma di scarsa utilità e corrispondenza alla realtà, affrontando la complessità del tema da prospettive differenti per approcci, riferimenti epistemologici, finalità e interessi, offrendo così un lavoro nel complesso sostanzialmente inedito seppur su di un argomento assai dibattuto.

Indice

R. Frega, Considerazioni preliminari sulla pratica filosofica o sulla filosofia come pratica
A. Volpone, Dell’epistemologia della pratica alla filosofia in quanto pratica
Stefania Contesini, Una lettura delle pratiche filosofiche a partire dal concetto di “pratica”in Carlo Sini. Le pratiche filosofiche e il conosci te stesso
N. Pollastri, Razionalità del sentimento e affettività della ragione. Appunti sulle condizioni di possibilità della consulenza filosofica
P. T. Grassi, Un passo filosofico oltre Freud
R. Frega, Antiprofessionalismo e filosofia dell’ordinario
J. D. Cabrera Cruz, M. F. Crespo Alvarado, Il senso delle pratiche e la relazione maestro-apprendista oggi
R. Brigati, L’invenzione dell’intellettualismo: tornando alla fallacia socratica
F. De  Vecchi,  Jeanne hersch: duplicità della filosofia e filosofia come pratica
Yuri Myelkov, Filosofia della pratica e visione realistico-concreta del mondo
Barbara Olszewska, Sincronizzazione delle attività e produzione di collettivo

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