martedì 29 novembre 2005

Montanari, Marcello (a cura di), Per la critica dei totalitarismi.

Lecce, Pensa Multimedia, 2004, pp. 138, € 12,00, ISBN 88-8232-345-5.

Recensione di Daniela Mainardi – 29/11/2005

Filosofia politica, Storia della filosofia

Per la critica dei totalitarismi comprende un’edizione quasi integrale del discorso Angoscia e politica di Franz Neumann, dei brani tratti dai Quaderni del carcere di Antonio Gramsci e da Le origini del totalitarismo di Hannah Arendt. Questo testo è introdotto da Marcello Montanari, curatore del volume e della selezione dei testi degli studiosi citati.

Lo stato totalitario è un sistema debole e le cause che lo hanno prodotto risiedono nella fragilità della società civile, nel mancato coinvolgimento politico e culturale delle masse popolari, nella mancanza di una cultura nazionale, ossia nella profonda estraneità tra intellettuali e ceti popolari.

Neumann avvia la sua riflessione sul nazismo traendo spunto dalla dichiarazione di Roosevelt del gennaio del 1941 in cui viene proclamato il diritto degli individui alla libertà di parola, alla libertà dal bisogno, alla libertà dalla paura. Tuttavia, la fine della seconda guerra mondiale non determina la scomparsa della paura dal mondo. Questa valida premessa permette allo studioso di focalizzare l’attenzione sull’angoscia freudiana, uno dei moventi principali dei regimi totalitari. Freud, che aveva fatto risalire l’angoscia alla repressione degli impulsi libidici, distingue tra angoscia reale ed angoscia nevrotica, la prima delle quali appare come una reazione a concrete situazioni di pericolo, mentre la seconda è prodotta dall’io per evitare in anticipo la più remota minaccia di pericolo. La seconda parte del ragionamento di Neumann si concentra sulla spiegazione del concetto dell’alienazione di Marx, nozione sviluppata da Hegel per la prima volta negli Scritti teologici giovanili. Marx usò questo termine con un’accezione diversa: il lavoro aliena l’uomo e sono le merci a determinare l’attività umana. Gli oggetti che dovrebbero servire l’uomo diventano pertanto i suoi padroni. L’uomo-massa è alienato da se stesso, è un uomo mutilato che si trova in uno stato di regressione culturale così come sostenevano Marx, Schiller, Feuerbach e Hegel.

Secondo Marcello Montanari, il nesso logico tra alienazione ed angoscia risiede in questo: entrambe sono proprie del mondo moderno. L’alienazione è la categoria ermeneutica mediante la quale comprendiamo il meccanismo di mercificazione del lavoro umano, mentre l’angoscia è quella categoria che ci consente di comprendere i meccanismi di impoverimento della masse. L’uomo-massa secondo la tesi di Le Bon è schiavo di sentimenti inconsci ed è come ipnotizzato dalla figura del leader. La crescente anomia, che può essere riprodotta artificialmente attraverso l’occultamento di informazioni e di conoscenze, costituisce il presupposto necessario per la formazione di regimi autoritari. Dalla combinazione tra il fenomeno dell’anomia e quello dell’angoscia deriva una teoria cospirativa della storia il cui obiettivo principale secondo Neumann è quello di compattare il popolo contro un nemico esterno. Montanari sostiene che la funzione del nesso anomia-angoscia diviene un meccanismo circolare; il risultato politico di tale meccanismo che la teoria cospirativa della storia contribuisce ad instaurare, è una nazionalizzazione autoritaria delle masse, in sostanza si attua l’identificazione degli interessi delle masse con quelli del capo.

Antonio Gramsci, negli appunti redatti in carcere nella prima metà degli anni Trenta, tenterà un’analisi complessa del fascismo e del fenomeno totalitario come risultato della crisi politica e sociale in Italia e in Europa. L’unità dell’Italia del secondo Ottocento è caratterizzata dalla presenza di una ristretta élite dello stato liberale priva di sistemi di mediazione democratici con le masse popolari chiuse in una cultura arcaica ed escluse dalla partecipazione politica. In questo contesto, secondo Gramsci, la dittatura politica è il risultato dell’incapacità da parte della classe dominante di guadagnarsi il sostegno consapevole di ampi strati della popolazione. La massa è semplicemente di manovra e viene conquistata per mezzo della propaganda, forma politica primordiale in cui compare la figura di un capo carismatico. Il Mussolini gramsciano incarna la figura di capo carismatico; tale figura secondo lo studioso può emergere in una fase di primitivismo politico dei partiti di massa. Per descrivere il processo che conduce il fascismo al potere, Gramsci focalizza la sua indagine sul fenomeno del cesarismo, inteso come formula politica-ideologica e non come canone di interpretazione storica.  Lo studioso distingue una forma di cesarismo progressivo ed una di cesarismo regressivo. Il cesarismo progressivo si caratterizza in quanto permette alla forza progressiva di trionfare, come nel caso di Cesare e Napoleone, mentre si definisce regressivo quello che al contrario agevola il trionfo della forza regressiva, come nel caso di Napoleone III e Bismarck. Lo studioso sostiene che nel mondo moderno il meccanismo del cesarismo è molto diverso da quello che fu fino a Napoleone III, in quanto in questi contesti le forze militari erano un elemento decisivo per il suo avvento, che si verificava con colpi di stato. Il moderno cesarismo si fonda sul consenso, non più sull’uso della forza. Si può avere una soluzione cesarista anche senza un Cesare, senza una grande personalità eroica e rappresentativa, sotto questo profilo un governo di coalizione è un grado iniziale di cesarismo. Ciò non implica che nello stato moderno la società sia una società senza classi. Al contrario, allo stato attuale siamo di fronte ad un sistema sociale gerarchizzato in cui vi è la presenza sia di classi dominanti, sia di classi subalterne.

Le origini del totalitarismo, di Hannah Arendt fu scritto tra il 1946 e il 1950. Fu pubblicato nel 1951, data centrale della guerra fredda. L’indagine è incentrata sull’analisi dei temi dell’antisemitismo, dell’imperialismo e del razzismo, in quanto dall’interazione tra questi fenomeni si generarono, secondo la studiosa, i movimenti totalitari che travolsero il continente europeo dopo la Prima guerra mondiale. Il totalitarismo è un movimento nuovo non assimilabile ai tradizionali regimi dittatoriali o tirannici. Esso nasce dal tramonto della società classista, dove si assiste alla formazione di masse che non hanno ideali politici e che tendono a delegare il potere a ristretti gruppi. I movimenti totalitari europei, quelli fascisti come quelli comunisti, dopo il 1930, reclutarono i loro membri tra quella massa di gente che tutti gli altri partiti avevano lasciato da parte perché troppo apatica o troppo stupida. Così come hanno sostenuto Neumann e Gramsci, le masse che consentono la formazione di un regime totalitario sono masse amorfe. È interessante porre in rilievo che per Arendt il regime fascista non fu almeno fino al 1938 (cioè quando accetta le leggi razziali e l’antisemitismo come principi costitutivi della propria identità) un regime totalitario.

La seconda parte del saggio è di orientamento etico. In questa parte la studiosa analizza uno dei temi centrali dell’ideologia nazista, ossia la questione della razza. A giudizio di Hitler, così come aveva riportato nel Mein Kampf, esistevano razze superiori e razze inferiori. I campi di concentramento e di sterminio del regime nazista servirono come laboratori per la verifica delle sua pretesa di dominio assoluto sull’uomo. Per la filosofa questi terribili luoghi di morte oltre che a massacrare e a degradare gli individui, servirono per compiere l’orrendo esperimento di sopprimere la spontaneità stessa come espressione del comportamento umano in modo da trasformare l’uomo in oggetto.

Indice

Introduzione
Capitolo 1.  Franz Neumann, Angoscia e politica.
L’alienazione.
L’alienazione e l’angoscia.
L’angoscia e l’identificazione.
Identificazione cesaristica e falsa concretezza: la teoria cospirativa nella storia.
Angoscia collettiva, identificazione, colpa.
Conclusione.

Capitolo 2. Antonio Gramsci. L’analisi dei totalitarismi nei Quaderni del carcere
Partiti politici e capo carismatico.
Totalitarismi e società di massa.

Capitolo 3. Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo.
Il tramonto della società classista. Le masse.
Il regime totalitario. I campi di concentramento.

Gli autori

Franz Neumann (1889 - 1954). Fu allievo di Hugo Sinzheimer, teorico del diritto del lavoro nella Germania di Weimar. Nella Repubblica di Weiner Neumann assunse il ruolo di consulente legale dell’Esecutivo del partito socialdemocratico tedesco. Alcuni mesi dopo l’avvento del nazismo, nel 1933 Neumann fu arrestato ma nel maggio riuscì a fuggire in Inghilterra. Qui collaborò con Harold Laski e da questi assimilò una visione della democrazia politica che lo indusse a superare la sua idea di democrazia sociale. In quegli anni Laski elaborava le linee di un superamento del liberalismo in una direzione democratica. Nel 1936 si trasferì negli USA dove entrò in contatto con  l’Institute of Social Research, divendo amico del suo direttore, Max Horkheimer. Negli USA insegnò Scienze Politiche presso la Columbia University. Nel secondo dopoguerra collaborò alla fondazione della Frei Universtät di Berlino. Morì nel 1954 in Svizzera in un incidente automobilistico.

Antonio Gramsci (1891-1937). Dopo aver studiato al Liceo Dettori a Cagliari, nel 1911 frequenta la facoltà di Lettere dell’Università di Torino, grazie ad una borsa di studio. Nel 1921 partecipa alla fondazione del Partito Comunista Italiano, di cui diviene nel 1926 segretario generale. Nel novembre dello stesso anno viene arrestato dalla polizia fascista e condannato ad oltre venti anni di reclusione da scontare presso il carcere di Turi. Nel dicembre del 1933, gravemente malato, viene trasferito in una clinica a Formia. Muore nella casa di cura di Quisisana di Roma. In carcere scrive i Quaderni del carcere, pubblicati postumi.

Hannah Arendt (1906-1975). Nasce a Hannover in una famiglia benestante della borghesia ebraica. Si forma a Marburgo alla scuola di Husserl. Qui inizia il suo rapporto con Heidegger con il quale intratterrà un rapporto personale intenso, che la coinvolgerà sotto diversi aspetti, anche sentimentali, per l’intero arco della vita. Tra il 1925 e il 1929 studia con Karl Jaspers. Nel 1933, dopo la conquista del potere da parte dei nazisti, abbandona la Germania e si trasferisce a Parigi. Nel 1941 riesce a trasferirsi a New York. Nel 1951 pubblica Le origini del totalitarismo, frutto di un’accurata indagine storica e filosofica. Dal 1957 comincia la carriera accademica vera e propria, ottenendo incarichi  presso le  Università di Berkley, Columbia e Princeton. Muore a New York il 4 dicembre del 1975.

Links

Biografia e letteratura di Franz Neumann (in tedesco)
Biografia di  Hannah Arendt con alcuni suoi brani antologici (in italiano)
Sito dedicato ad Antonio Gramsci (in italiano)

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