venerdì 30 dicembre 2005

Marraffa, Massimo - Meini, Cristina, La mente sociale, Le basi cognitive della comunicazione.

Roma-Bari, Laterza (Biblioteca di cultura Moderna), 2005, pp. 213, € 19,00, ISBN 88-420-7802-6.

Recensione di Rodolfo Ciuffa - 30/12/2005

Scienza cognitiva, Pragmatica

Il volume affronta, dal punto di vista della psicologia cognitiva, il “rapporto tra cognizione e comunicazione” (p. 73). 
Innanzitutto descrive una particolare concezione della mente – quella modulare – indagandone diverse declinazioni e la loro sostenibilità sperimentale, per verificare poi quale ruolo tale concezione possa svolgere nella spiegazione della socializzazione e della comunicazione.
Più specificamente – come chiariscono gli autori nella Premessa – nel testo convergono e si intrecciano tre linee di ricerca: la teoria della modularità, la teoria della mente e la pragmatica cognitiva. 
La prima parte del libro è dedicata alla prima linea, mentre alle restanti due è dedicata la seconda parte del volume. Secondo gli autori, due tesi fondamentali possono essere formulate e difese a partire dall’analisi dei succitati ambiti: “la prima tesi è che fare psicologia ingenua e comunicare sono attività inestricabilmente connesse”(p. V), la seconda tesi sostiene che le inferenze pragmatiche necessarie per l’interpretazione di un messaggio “sono il prodotto di un modulo, una componente specializzata del sistema – anch’esso modulare – su cui poggia la più generale capacità di fare psicologia ingenua”(p. VI).

Il testo, nella sua articolazione, rispecchia una delle caratteristiche più interessanti e peculiari degli studi cognitivi: l’interdisciplinarità. A delucidazioni storiche si uniscono infatti considerazioni e dimostrazioni di ordine tanto teorico quanto sperimentale, e le evidenze che gli autori portano a favore o contro le teorie si basano su dati della neuropsicologia, della biologia, della psicologia sperimentale, della filosofia e della linguistica.

Ciononostante è un testo affatto coeso, che cerca di far convergere questo coacervo di dati in direzione di una teoria della mente – quella modulare – che gli autori reputano estremamente promettente. La mente non è – essi sostengono – “un blocco olistico, in cui è impossibile ritagliare articolazioni” (p. 68), ma piuttosto “un’architettura modulare moderatamente massiva, vale a dire un’architettura cognitiva in cui moduli concettuali coesistono con moduli periferici di input e di output e importanti sistemi o processi non modulari.”(p. 80). 
Che cosa significa? In primo luogo che la mente è qualcosa di articolato e non di assolutamente unitario; ma ciò non basta. Essa è articolata anche in moduli – la cui nozione complessa rimanda da una parte al concetto di computazione, dall’altra ad un’impostazione razionalistico-innatista. Il modulo – nell’accezione restrittiva sostenuta dal filosofo Jerry Fodor -  “è un meccanismo computazionale innato e specifico per dominio che opera su una base di dati dedicata”(p. 55). Ogni modulo presiederebbe perciò ad una o più competenze (ad es. quella linguistica), attingerebbe ad una base di dati specifica, sarebbe più o meno isolato dagli altri moduli, e funzionerebbe sulla base di computazioni – “sequenze ordinate di operazioni condotte, in conformità a regole, su strutture di dati (le rappresentazioni mentali) che mediano le risposte comportamentali di un organismo agli stimoli sensoriali” (p. 12). 
È proprio l’analisi di un modulo – quello metapsicologico – il leitmotiv della seconda parte del libro. La nota psicologia del senso comune (folk psychology) non sarebbe altro che il “complesso di conoscenze tacite” che presiederebbe alla, e consentirebbe il funzionamento della, facoltà metapsicologica, che permette di attribuire stati mentali a se stessi e ad altri, e di compiere sulla base di tale attribuzione inferenze predittive i comportamenti. Al vantaggio adattivo legato a tale facoltà (essa infatti consentirebbe quella capacità flessibile ed efficiente di socializzazione che è tipica degli uomini), si aggiunge il suo intimo legame con la pragmatica cognitiva, ovvero con i risvolti cognitivi che sono impliciti in ogni forma di comunicazione, e con l’acquisizione del linguaggio, che infatti presupporrebbe anche tale facoltà.

Mettendo fuorigioco le concezioni comportamentistiche, i cognitivisti restituiscono il giusto grado di complessità alle trattazioni della mente: una psicologia davvero esplicativa non può che essere inferenziale, e deve affiancare le proprie spiegazioni alle descrizioni della neurobiologia. Il tratto peculiare di tali spiegazioni, lo si è visto, risiede nella caratterizzazione computazionale e modulare della mente. 
L'elemento di grande interesse del volume risiede proprio nel tentativo di ricondurre - piuttosto che di ridurre - le spiegazioni delle interazioni fra individui, alla spiegazione della struttura mentale dell'individuo. Non a caso si parla di "mente sociale": una mente che l'evoluzione ha predisposto alla socializzazione ed alla comunicazione - una mente che ne possiede le "condizioni di possibilità" cognitive.
L'idea affascinante che emerge è quella di un'impostazione che rifiuta l'olismo come presupposto nello studio della mente, ma che è "olistica" nella sua aspirazione a rendere conto di una molteplicità connessa di fenomeni (a partire dallo studio scientifico della mente); e di una branca di studi - quelli cognitivi - che è "di confine": ma non stretta in un'anonima terra di nessuno, piuttosto confinante con numerose discipline e pronta a raccoglierne - selettivamente - suggerimenti e risultati. Per elaborarne di propri.

Il libro lascia più di una questione in sospeso – un motivo in più per interrogarsi criticamente sul valore dell'impostazione che in esso viene espressa, e certo un indice di onestà degli autori.

Complessivamente, il testo, che è "veramente un lavoro a quattro mani”, è ben articolato e molto ricco; purtroppo proprio questa densità di contenuti sembra risolversi, talora, in un accatastarsi un po’ confuso di teorie diverse - ciò che non giova, evidentemente, al nitore dell'esposizione ed alla chiarezza dell'argomentazione. Questa nota rimane comunque a margine di un‘opera che, per il resto, gode sicuramente di chiarezza ed equilibrio (è un po’ quel neo che conferisce ai bei volti un'aria di franchezza).

Indice

Premessa

Parte prima
L'architettura della mente

1. La mente computazionale

1.La psicologia computazionale
1.1 L'argomento della povertà dello stimolo -1.2 Turing e il funzionalismo computazionale - 1.3 La teoria della visione di Marr

2.La spiegazione psicologica e la struttura della mente
2.1 L'euristica della scomposizione e della localizzazione - 2.2 Il funzionalismo "homuncolare"
Note

2. La mente modulare

1.La modularità epistemica
1.1 La modularità epistemica nella linguistica generativa - 1.2 La modularità epistemica in psicologia dello sviluppo - 1.2.1 La fisica ingenua - 1.2.2 La matematica ingenua

2.La modularità fodoriana
2.1 L'impenetrabilità cognitiva delle illusioni percettive -2.2 La geometria ingenua -2.3 Ambiguità sintattiche - 2.4 Riconoscimento lessicale - 2.5 Altre proprietà dei moduli fodoriani

3.Oltre la modularità: la proposta di Karmiloff-Smith

4.La modularità in neuropsicologia
4.1 Un esempio di dissociazione doppia: prosopoagnosici e Capgras - 4.2 Modularità neuropsicologica e modularità fodoriana
Note

3. La modularità massiva

1. La mente non modulare
1.1 Fine di una scienza del pensiero?

2. L'ipotesi della modularità massiva
2.1 Pensiero quotidiano e pensiero scientifico: un'equivalenza fondata? - 2.2 L'argomento biologico-evoluzionistico - 2.2.1 La psicologia evoluzionistica 2.3 L'argomento della trattabilità computazionale - 2.4 Evoluzione senza demodularizzazione

3. Le proprietà dei moduli centrali

4. Come ricomporre un quadro frammentato
Note

Parte seconda
Psicologia ingenua, interpretazione pragmatica e acquisizione del lessico

4. La psicologia ingenua

1. Natura e ontogenesi della psicologia ingenua: due scoperte

2. Natura e ontogenesi della psicologia ingenua: la teoria della teoria
2.1 La teoria della teoria costruttivista e aspecifica - 2.2 La teoria della teoria modularistica

3. ToMM in un'architettura modulare moderatamente massiva

4. ToMM come modulo non parametrizzato

5. Il meccanismo di monitoraggio

6. Psicologia ingenua e intelligenza machiavellica
Note

5. Interpretazione pragmatica e acquisizione del lessico

1. Il modello del codice

2. Dal modello del codice al modello inferenziale: la pragmatica griceana

3. La teoria della pertinenza
3.1 Pertinenza e cognizione: il principio cognitivo di pertinenza - 3.2 Come calcolare costi e benefici - 3.3 Pertinenza e comunicazione: il principio comunicativo di pertinenza - 3.3.1 La procedura di comprensione guidata dalla pertinenza - 3.3.2 Implicature ed esplicature - 3.4 La teoria della pertinenza e il problema della selezione

4. L'interpretazione pragmatica come processo generale per dominio

5. L'interpretazione pragmatica come processo generale per dominio

6. La psicologia ingenua nell'acquisizione del lessico
6.1 Associazioni - 6.2 Lessico e psicologia ingenua - 6.3 Psicologia ingenua o analisi geometrica dello sguardo?
Note

Una visione d'insieme
Note

Bibliografia

Gli autori

Massimo Marraffa insegna Psicologia della comunicazione all’Università di Roma Tre. È autore di “Scienza cognitiva. Un’introduzione filosofica”(CLEUP, 2002), “Filosofia della psicologia” (Laterza, 2003); e curatore di “Menti, cervelli e calcolatori. Storia della scienza cognitiva” di W.Bechtel, A.Abrahamsen e G.Graham (Laterza, 2004).

Cristina Meini si è laureata in filosofia nel 1993 presso l’università di Torino. Attualmente insegna Psicologia cognitiva all’Università del Piemonte Orientale. Ha pubblicato contributi di filosofia della mente e filosofia della psicologia su riviste italiane e straniere. È autrice di “Psicologia ingenua. Una teoria evolutiva” (Mc-Graw Hill Companies, 2001).

Links

Per informazioni sullo sviluppo delle scienze cognitive in Italia si può consultare il sito dell’associazione Italiana di Scienze Cognitive: http://www.aisc-net.it/

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