domenica 5 marzo 2006

Rosciglione, Claudia, Homo Natura. Autoregolazione e caos nel pensiero di Nietzsche.

Pisa, Ets, 2005, pp. 224, € 18,00, ISBN 88-467-1175-0.

Recensione di Daniela Mainardi – 05/03/2006

Filosofia della scienza, Epistemologia

Homo Natura è scritto da Claudia Rosciglione, ricercatrice presso il Dipartimento di Filosofia, Storia e Critica dei Saperi, dell’Università degli Studi di Palermo. In questo lavoro vengono analizzati alcuni capisaldi del pensiero di Nietzsche alla luce di alcune teorie proprie della scienza del suo tempo. Rosciglione metterà in rilievo che la concezione di Nietzsche del mondo si fonderebbe su un modo olistico di intendere la relazione parte-tutto. Questo originale e attuale punto di vista pone Nietzsche in linea con le contemporanee teorie dei sistemi complessi e neo-post-evoluzioniste.
Il saggio è distinto in tre parti. L’inizio del lavoro descrive in quale modo Nietzsche vede lo sviluppo dell’organismo: esso è determinato dal meccanismo dell’autoregolazione o capacità interna di trasformazione e di regolazione. Questa concezione, che si pone come superamento del darwinismo, contribuisce all’affermarsi di un nuovo paradigma evolutivo, in cui lo sviluppo biologico non sarebbe più spiegabile in termini di selezione naturale, ma di autorganizzazione.
Rosciglione ricorda che secondo Nietzsche ogni essere vive in base alla propria interna volontà di potenza. Esistono molteplici volontà di potenza così come molteplici sono gli organismi, proprio per questo non vi è nessun criterio assoluto di conoscenza, di comportamento o di pensiero. Queste idee nascono dall’attenzione costante che il filosofo dell’eterno ritorno rivolge a concetti quali diversità, molteplicità, pluralità e dal suo modo di concepire la relazione parte-tutto. In tale ottica, il pensiero di Nietzsche risulterebbe essere in linea con la teoria della complessità secondo la quale il concetto di autorganizzazione è strettamente legato a quello di molteplicità e diversità poiché l’organismo che si autoregola è definito come un sistema complesso adattivo, cioè come l’insieme di molteplici, diversi elementi che si muovono e nel loro muoversi si influenzano a vicenda combinandosi tra loro in maniera mai definitiva.
Attraverso il richiamo della teoria biologica di Roux e l’affermazione del concetto di Selbstregulierung, Nietzsche sviluppa una visione complessa dell’organismo inteso come continuo movimento di combinazione e scomposizione delle sue parti: «così l’analisi dello sviluppo biologico degli esseri viventi è la base su cui Nietzsche intende dimostrare che cosa sia effettivamente utile al progresso e allo sviluppo dell’uomo» (p. 42). In questo senso l’essere vivente è considerato come una rete di relazioni dotato di una capacità di regolazione interna in cui l’aspetto selettivo esterno non gioca un ruolo determinante.
Nella seconda parte Rosciglione metterà in evidenza «come l’esigenza nietzscheana di affermare una molteplice volontà di potenza, in quanto espressione di un divenire di cui l’uomo fa parte insieme al mondo naturale che lo circonda, sia la stessa che sottostà alla teoria cosmologica di Nietzsche secondo la quale il mondo è eternamente caos» (p. 67). La visione dinamica del mondo di Nietzsche qui delineata si attua grazie al superamento di alcune teorie scientifiche del suo tempo, quali quelle teorizzate da Boscovich, da Mayer, e da Vogt.
Già negli scritti giovanili, Nietzsche si interessa alla filosofia presocratica per analizzare il fenomeno del divenire: «l’interesse per Anassogara fa parte di un interesse più generale nei confronti di quella cultura greca che per prima si è posta ad analizzare il fenomeno del divenire» (p. 68). Rosciglione in particolare mette in rilievo il perché Nietzsche si interessi di Anassagora: «ma Nietzsche distingue anche il pensiero di Anassagora da quello degli altri filosofi presocratici, in particolare da quello parmenideo in virtù della particolare risposta che egli avrebbe fornito al problema del divenire» (p. 69).
Gli aspetti delineati in questa parte di Homo Natura ci consentono di tracciare, all’interno del pensiero nietzscheano, un nuovo ordine cosmico nel quale non esisterebbe nessuna causa meccanica né teleologica. «Ciò che muove le forze non è quindi qualcosa di esterno ma, al contrario, la loro stessa energia interna» (p. 129). In tale ottica i concetti di caos e potenza sono collegabili.
L’attività che deriva dalla volontà di ogni forza di realizzare la propria potenza è quello stesso movimento imprevedibile che caratterizza il mondo come caos. Il mondo si autorganizzerebbe nel suo essere in bilico tra ordine e disordine, stabilità e instabilità, equilibrio e squilibrio: questo sarebbe il caos nietzscheano. «All’interno di un tale panorama, possiamo vedere come il principio dell’eterno ritorno sia semplicemente ciò che racchiude in sé questo complesso movimento del mondo. In tal modo esso escluderebbe qualsiasi forma di determinismo» (p. 133).
La terza parte di Homo Natura è sintesi e al contempo il superamento delle parti precedenti. Qui Rosciglione spiega come secondo Nietzsche il piano biologico di autoregolazione e quello fisico cosmologico sarebbero intimamente legati tra loro. A tale scopo, la studiosa analizza «l’uso nietzscheano dei concetti di organico e inorganico per comprendere che rapporto sussista tra il piano biologico delle forme di vita e il piano fisico cosmologico dell’inanimato» (p. 141). Per Nietzsche non vi è una contrapposizione tra i due mondi, ma al contrario un appartenere di entrambi allo stesso complesso sistema naturale che diviene eternamente.
Per Rosciglione «l’anello di congiunzione tra il mondo dell’organico e quello dell’inorganico sia proprio la volontà di potenza, che muove entrambi e che però nel caso dell’inorganico è volontà di interpretazione a partire dall’esperienza, dalla memoria e dalla sensazione che lo caratterizzano, nel caso dell’inorganico è semplicemente volontà di sprigionare e scaricare energia» (p. 142). Attraverso l’analisi di tale rapporto si potrà evidenziare il carattere complesso che Nietzsche attribuisce alla natura, infatti sarà possibile interpretarla in modo olistico come un tutto, come una relazione complessa. Infine, per ultimo Rosciglione analizza il rapporto che sussiste tra uomo e natura, allo scopo di mostrare come sia possibile il processo di naturalizzazione che starebbe alla base del pensiero di Nietzsche, della sua concezione dell’organico e quella dell’inorganico fino alla sua cosmologia.
In Homo Natura l’organismo è visto come sistema complesso e in perenne divenire. Rosciglione ritiene che «la volontà di potenza attribuita da Nietzsche all’essere vivente non sia un io voglio, cioè una volontà soggettiva e teleologicamente orientata, ma soltanto l’intimo bisogno naturale di un organismo di sprigionare e realizzare la propria energia interna in quel modo che gli appartiene e che chiamasi autoregolazione» (p. 200).

Indice

Introduzione
Lo sviluppo dell’organismo tra conoscenza, istinto di autoconservazione e Selbstregulierung
Lo sviluppo biologico dell’organismo come Selbstregulierung: da Wilhelm Roux all’evoluzionismo mutazionista di Richard Goldschmidt
Il mondo come caos eterno
Organico e inorganico: continuità o opposizione?
Conclusione
Bibliografia
Indice dei nomi

L'autrice

Claudia Rosciglione si è laureata in Filosofia presso l’Università degli Studi di Palermo. È dottore di ricerca in Filosofia ed attualmente fruisce di un assegno di ricerca presso il Dipartimento di Filosofia, Storia e Critica dei Saperi (FIERI) della stessa Università.

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