giovedì 25 maggio 2006

Carmagnola, Fulvio, Il consumo delle immagini. Estetica e beni simbolici nella fiction economy.

Milano, Bruno Mondadori, 2006, pp. 232, € 19,00, ISBN 88-424-9313-9.

Recensione di Antonio Tursi – 25/05/2006

Estetica

Il consumo delle immagini è un volume perspicuo e stimolante. Ricco di concetti e icone da consumare, appunto. Se, infatti, l’apparato teorico si costruisce nella distinzione rispetto ai classici di quella disciplina filosofica moderna che è l’estetica, e nel confronto continuo con il pensiero dei contemporanei, tra i quale spicca Slavoj Zizek (a cui è dedicata un’appendice), bisogna notare che i veri protagonisti del volume sono figure del nostro immaginario. Si va da “Che” Guevara a Xiao-Xiao (nome fittizio di un giovane videoartista cinese) passando per Calliope, Victor, Cayce, Morpheus, personaggi di romanzi e film degli ultimi anni. Ognuno ravviva uno dei capitoli che formano il libro. Impossibile richiamarli tutti in questo spazio.

Tre elementi mi paiono costituire la trama fondamentale del testo di Carmagnola. In primo luogo, è profondamente condivisibile il movimento logico “alla Nietzsche” che l’autore compie per descrivere il passaggio dall’epoca del simbolico a quella dell’immaginario. Simbolica è l’epoca nella quale qualcosa sta al posto di qualcosa d’altro (un significato, un valore), lo rappresenta all’interno di un ordine riconosciuto da una comunità. Immaginaria è invece la nostra di epoca: un’epoca di immagini fluttuanti nelle maglie delle reti mediali, che non rinviano ad altro, che stanno per sé e così instaurano quel dominio del significante sul quale tanto hanno insistito sia Jacques Lacan che Claude Lévi-Strauss. Fin qui Carmagnola segue Zizek, cogliendo un passaggio decisivo, ma non raggiungendo quel livello di comprensione al quale conduce il movimento logico di cui ho fatto cenno. Questo livello è raggiunto, sulla scorta di alcune suggestioni di Jean-Luc Nancy, solo nel momento in cui si afferma che il passaggio dal simbolico all’immaginario non è affatto rivoluzionario, bensì rivelativo: oggi e solo oggi, nell’epoca del predominio del significante, diveniamo consapevoli di quella potente, forse magnifica, ma anche terribile allucinazione che la modernità ha forgiato e alimentato. Oggi e solo oggi comprendiamo che il simbolico è esso stesso un qualcosa di immaginario, un’illusione senza fondamento: “L’immaginario allora non è solo la perversione del simbolico ma il suo diventare, finalmente, consapevole di sé” (p. 42). Oggi e solo oggi, in altri termini, possiamo continuare a sognare pur sapendo di sognare.

A dire di questa illusione, a dircela ci pensano le merci, e più precisamente le brand della fiction economy. La componente immaginaria dei prodotti non rinvia ad altro, a un’u-topia compensativa rispetto alle miserie del presente. Per inciso, va detto che questo stesso discorso vale naturalmente anche per l’arte nell’epoca dell’estetizzazione del mondo: l’arte non è più ciò che rasserena a confronto di una vita seria, troppo seria. La componente finzionale, esperenziale che segna irrimediabilmente le merci è elemento fondamentale dei processi attuali di valorizzazione: l’economia si è fusa con l’estetica in quanto economia dei beni simbolici, economia delle esperienze, feeling economy, economia dell’immaginario, fiction economy. D’altra parte ciò significa che l’estetica è rientrata nel mondo della vita quotidiana, superando quella situazione di enfranchisement codificata dalla Critica del giudizio kantiana. In questo ambito di riflessione, l’autore punta l’attenzione più che sulla produzione e, dunque, sulle sue dinamiche postfordiste, sul consumo: versione attuale di un concetto ormai classico come quello di gusto, è il consumo a creare e rielaborare in continuazione l’immaginario, le sue icone mediali.

A questo punto si inserisce l’ultimo elemento di cui vorrei dire. Infatti, Carmagnola conclude il volume ponendosi l’interrogativo: che ne è del comportamento estetico nell’ambito dell’economia finzionale? Le opzioni da lui individuate (anche sulla scorta degli ultimi lavori di Pietro Montani) sono tre: la prima mostra lo schiacciamento del gusto sul piano del marketing, in una sorta di beata acquiescenza rispetto allo spettacolo del capitalismo globale; la seconda è segnata dallo sdegnato ritrarsi da questo piano in un atteggiamento di resistenza ovvero di isteria negativa; la terza è quella indicata da Xiao-xiao con la sua capacità di stare dentro-fuori l’economico e di giocare con le sue forme, di renderle indecidbili. Giocare la merce è dunque l’invito di Carmagnola, perchè “il gioco ‘fa nascere qualcosa’ – un inaspettato, un supplemento gratuito – nelle stesse pieghe della merce” (pp. 188-189).

Sulla caratterizzazione di questa terza opzione mi permetto di esprimere qualche dubbio. Sono infatti d’accordo con l’autore nel cercare di individuare un’altra opzione che fugga la specularità delle prime due. Però tale opzione viene bloccata nello “spazio leggero e indeterminato dell’estetico”, presentandosi come comportamento non politico, post-politico, trans-politico e dunque precludendosi la possibilità di incidere sugli assetti di potere vigenti. Tra l’altro mi sembra anche intrinsecamente aporetica “l’esigenza di strategia, non politica ma appunto estetica ed educativa” (p. 176), alla quale Carmagnola conduce, cercando di superare l’opposizione frontale tra strategie e tattiche istituita da Michel de Certeau. Se strategia deve essere, questa pur partendo dai comportamenti tattici di tipo estetico, non può che tradursi, che approdare al politico, magari a una nuova visione del politico, capace di liberarsi della centralità dell’homo oeconomicus moderno, ma capace ancora di farsi carico del rapporto insuperabile con il potere.

Indice

Premessa 
Introduzione. Verso l’economia funzionale 
1. “Che”. Simboli immaginari 
2. Calliope. Il simbolico dopo la modernità 
3. Morpheus. Il Barocco immaginario 
4. Victor. Il peso più grande 
5. Cayce. Gusto e lifestyle nella fiction economy 
6. Xiao-xiao. Giocare la merce 
Appendice. Zizek e l’immaginario 
Bibliografia 
Filmografia 
Indice dei nomi

L'autore

Fulvio Carmagnola insegna Educazione estetica presso la Facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Milano-Bicocca. Tra le sue ultime pubblicazioni: Pulp Times. Immagini del tempo nel cinema d’oggi (con Telmo Pievani, Roma, 2003); Plot, il tempo del raccontare nel cinema e nella letteratura (Roma, 2004); Synopsis. Introduzione all’educazione estetica (con Marco Senaldi, Milano, 2005).

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