giovedì 16 agosto 2007

Ugolini, Gherardo, Guida alla lettura della Nascita della tragedia di Nietzsche.

Roma-Bari, Laterza, 2007, pp. 201, € 15,00, ISBN 8842081845.

Recensione di Francesco Verde - 16/08/2007

Storia della filosofia (contemporanea), Manuali

Questo volume introduttivo a La nascita della tragedia di F. Nietzsche si compone di quattro capitoli.
Il primo capitolo investiga la genesi dell’opera la cui prima edizione vide la luce nel gennaio del 1872. Nietzsche aveva dimostrato sempre una notevole propensione per la tragedia greca sin dal commento al primo canto corale dell’Edipo re o dal testo frammentario I tre tragici greci. Nietzsche, inoltre, aveva affrontato le tematiche che saranno in seguito sviluppate e approfondite ne La nascita della tragedia in alcune conferenze come quella su Il dramma musicale greco e Socrate e la tragedia; Nietzsche tenne anche un corso universitario sull’Edipo re di Sofocle.
Il secondo capitolo si occupa della struttura dell’opera. Ugolini descrive con estrema perizia e precisione le vicende editoriali che hanno portato alla pubblicazione dell’opera e lo stile compositivo usato da Nietzsche che lui stesso nel Tentativo di un’autocritica (1886) definisce «pesante, tormentoso, pieno di immagini smaniose e confuse». Ugolini mette anche in luce il profondissimo dissidio presente nel giovane Nietzsche tra filologia e filosofia che all’epoca erano considerate discipline assai diverse sia contenutisticamente che metodologicamente. La nascita della tragedia non intende essere né un libro di filologia classica né di filosofia. Il volume, invece, rappresenta un tentativo di integrazione delle discipline al fine di un radicale e programmatico rinnovamento della metodologia filologica: ciò che Nietzsche rifiuta «è l’idea di una disciplina storica che miri alla rivisitazione imperturbabile del passato mediante l’esegesi metodica delle fonti. Pensa invece ad una filologia che si proponga come obiettivo la comprensione generale, a livello anche, e soprattutto, estetico e filosofico del mondo classico» (p. 34).
Il terzo capitolo riguarda l’analisi minuziosa dell’opera e di tutte le tematiche principali. Dopo aver esaminato la prefazione a Richard Wagner, Ugolini approfondisce la coppia dicotomica apollineo e dionisiaco anche in rapporto alle analogie con alcune opere la cui lettura influenzò senza dubbio il giovane Nietzsche: Il mondo come volontà e rappresentazione di A. Schopenhauer, Sullo studio della poesia greca di F. Schlegel e I Dori di K. O. Müller, volume, quest’ultimo, caro a Nietzsche sin dai tempi di Pforta e ampiamente considerato dalla sua Dissertatio de Theognide Megarensi del 1864 (si ricordi che l’arte dorica per Nietzsche rappresenta la manifestazione più evidente dell’apollineo). Una cospicua sezione è dedicata alla questione, di fondamentale rilevanza, della musica; Ugolini, riprendendo l’indissolubile legame fra musica e parola nella lirica greca arcaica, illustra la figura – decisiva per Nietzsche – di Archiloco nella cui lirica il giovane filologo osserva la strettissima connessione fra musica e parola. Le sezioni seguenti affrontano il tema del coro tragico, le sue funzioni e, in particolare, le varie teorie sull’origine del coro, in particolare quelle di A. W. Schlegel e Schiller, confrontate con quella nietzscheana. Ugolini, di seguito, investiga l’esperienza tragica a partire dai celebri passi della Poetica di Aristotele fino al binomio tragedia attica e ditirambo satirico decisivo per Nietzsche che, verosimilmente, l’aveva ripreso dalla Storia della letteratura greca di Müller. Dopo una dettagliata analisi della figura di Edipo considerato campione della sofferenza dionisiaca, Ugolini esamina la significativa “morte” della tragedia che nella visione nietzscheana avviene con la decadenza euripidea dischiusa dalla “sofistica” socratica e dalla conseguente condanna – pur sempre socratica – dell’arte tragica.
Il quarto capitolo, infine, si presenta come un’attenta disamina della fortuna de La nascita della tragedia; Ugolini descrive la favorevole recensione di Rohde e l’aperta stroncatura dell’opera, non senza rancori personali, da parte di Wilamowitz. A difesa dell’opera scese in campo con tutto il suo indiscusso prestigio Wagner; solo successivamente Rohde intervenne di nuovo, cosa che provocò la seconda replica di Wilamowitz. Le pagine conclusive, inoltre, sono una silloge della ricezione filologica (si pensi ai lavori di Otto e Dodds), filosofica (Heidegger; Bataille; Deleuze; Derrida; Lukács), psiconanalitica (Freud; Jung) e artistico-letteraria dell’opera.
In conclusione il volume introduttivo di Ugolini si costituisce come uno strumento davvero indispensabile sia per gli specialisti che per un pubblico più vasto che intenda avvicinarsi alla lettura dell’opera. Questo profilo introduttivo si segnala, infatti, soprattutto perché gli argomenti sempre approfonditi sono trattatti con una dose di notevole chiarezza; il volume è da raccomandarsi anche per la ricca bibliografia finale ragionata e aggiornata, mezzo essenziale per l’indagine approfondita dell’opera.

Indice

Avvertenza
I. Genesi dell’opera
II. Struttura dell’opera
III. Analisi dell’opera
IV. La fortuna dell’opera
Bibliografia
Indice dei nomi


L'autore

Gherardo Ugolini è autore di opere in Italia e all’estero. Tra le sue pubblicazioni in lingua italiana ricordiamo Sofocle e Atene (Roma 2000) e la curatela dei volumi Sulla storia della tragedia greca di F. Nietzsche (Napoli 20002) e Sofocle di G.E. Lessing (Napoli 2003). Da 9 dicembre 1999 è docente di lingua, letteratura e cultura italiana presso la Humboldt Universität di Berlino. Si occupa dei seguenti ambiti di ricerca: 1) la tragedia greca e i suoi rapporti con le strutture sociali e politiche; 2) il giovane Nietzsche e la filologia classica; 3) la ricezione della cultura classica in epoca moderna; 4) I paradigmi dell'identità e della memoria nazionale italiana.

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