lunedì 7 gennaio 2008

Coliva, Annalisa (a cura di), Filosofia Analitica.

Roma, Carocci, 2007, pp. 460, € 35,00, ISBN 9788843038695.

Recensione di Sarin Marchetti - 07/01/2008

Filosofia analitica

Questo manuale di filosofia analitica colma un vuoto editoriale italiano ed è unico nel suo genere dato il suo taglio marcatamente teorico –la cui unica controparte quasi-storica è rappresentata dal volume curato da D’Agostini e Vassallo Storia della Filosofia Analitica (Einaudi 2002)– e per il fatto che gli autori dei saggi che lo compongono sono tutti studiosi italiani o che lavorano in Italia. Come si legge nella breve introduzione della curatrice, questo manuale è utile sia per prendere contatto con la molteplicità delle branche di studio della filosofia analitica, sia per capire quale siano gli interessi e i gli indirizzi di ricerca degli addetti ai lavori oggi: per questo motivo tale volume è uno strumento essenziale per chi voglia addentrarsi con decisione allo studio della filosofia analitica, e anche per chi è già avanti con gli studi e voglia comprendere in che direzione si sta orientando la discussione e la ricerca in tale disciplina. Se infatti la filosofia analitica in senso stretto ha una vita relativamente breve che può essere fatta risalire senza troppa precisione ai lavori di Frege e di Wittgenstein, essa è un organismo vivo che ha una storia articolata che si snoda attraverso fasi dai confini sfumati che individuano certi plessi all’interno del paradigma di ricerca che, seppur non immutato, ha comunque ancora una sua fisionomia ben precisa. Questo volume conferma questa diagnosi poiché i temi trattati, che coprono buona parte del panorama teorico analitico, sono presentati con un taglio molto preciso che rispecchia il loro essere problemi aperti e vivi nella discussione contemporanea.

Come si desume chiaramente leggendo i vari capitoli di questo manuale, per fare filosofia analitica oggi è necessaria, pena una limitazione sul piano esplicativo, una conoscenza della storia della filosofia che sia non un esercizio di storiografia fine a se stesso, bensì sia una conoscenza che ci aiuti a comprendere la genesi e lo sviluppo di certi problemi e stili di ragionamento, di certe preoccupazioni e scrupoli filosofici che ancora oggi sono al centro della sensibilità culturale e filosofica occidentale. Concetti e problemi filosofici non spuntano dal nulla e la loro trattazione presuppone una dimestichezza con le discussioni classiche portate avanti nella storia delle idee; tuttavia la filosofia analitica tout court ha come esigenza primaria l’analisi di problemi vivi che toccano la nostra esperienza intellettuale quotidiana più variegata, come ad esempio il problema dell’identità personale (cap. 2) – legato ad esempio alle pratiche di individuazione e di punizione/merito- o quello circa il rapporto tra eguaglianza e libertà (cap. 12) – il quale interessa diversi aspetti della vita associata. Questa sua ‘attualità’ porta la filosofia analitica a configurarsi come un’analisi a volte molto complessa di fenomeni e concetti che sono al centro delle nostre società o anche delle nostre esistenze private; essa non fa nulla di più che concentrare il suo fuoco di attenzione su alcuni problemi derivanti dalla richiesta di validità di alcune nostre pratiche comuni, come quelle di attribuire significati e seguire regole (non solo) linguistiche (cap. 6) oppure quella fondamentale di conoscenza del mondo che ci circonda (cap. 7). In questo senso la filosofia analitica è molto vicina all’analisi della struttura di alcune nostre attività speculative e pratiche comuni, anche se spesso le prime impressioni quando ci si addentra in un testo filosofico sono di disorientamento poiché il tipo di lavoro richiesto al lettore è quello di fare un sospendere alcune convinzioni radicate che ha circa il problema analizzato, ad esempio quello della natura delle proprietà estetiche (cap. 10) o quello dell’esistenza di dio o del libero arbitrio (cap. 14), e di passare al setaccio tali convinzioni per testarne la validità. A volte si rimane con poco in mano, e spesso la nostra stessa comprensione del problema muta conseguentemente al fatto che tramite l’analisi filosofica ne abbiamo illuminato aspetti non più messi in discussione o abbiamo cambiato il nostro modo di porci rispetto a tale problema.

Tali caratteristiche dei testi di filosofia analitica sono presenti in tutti gli interventi che compongono questo volume, per quanto essi siano diversi tra loro nello stile oltre che ovviamente nel contenuto: i capitoli, tutti di grande e qualcuno di ottima fattura, sono accumunati dal loro toccare in modi diversi temi sensibili e salienti della riflessione filosofica, tanto da formare un nucleo armonico. Una domanda a questo punto sorge spontanea, viste le considerazioni svolte circa la possibile caratterizzazione dell’indagine intellettuale che cade sotto l’etichetta ‘filosofia analitica’: se dovessimo oggi dare una definizione di filosofia analitica o provare ad individuare dei tratti salienti che la caratterizzino, come dovremmo muoverci? Data la molteplicità degli stili possibili con cui articolare tale analisi, e riconosciuta un’ampia libertà rispetto a i temi e problemi che possono rientrare sotto tale etichetta, non pare più fruibile la vecchia linea di demarcazione che segnava la filosofia analitica come quel ramo di indagine filosofica centrata sullo studio del linguaggio e della logica (se mai questo criterio sia mai stato realmente proposto da qualche filosofo analitico o non sia piuttosto stato indicato da chi si voleva discostare da tale modello di indagine). Ci si è sempre più resi conto che la risposta a questa domanda gioca un ruolo importante nella stessa organizzazione dell’analisi filosofica, anche se a volte si è abusato di questa connessione per espungere alcune linee di riflessione ritenute scomode o ininfluenti dal campo d’indagine legittimo della filosofia analitica. Quello che sembra emergere dalla lettura dei saggi che compongono il volume in questione è che ciò che accomuna più testi sotto tale etichetta è un’esigenza di chiarezza e onestà intellettuale che caratterizzano questa ricerca come libera da preconcetti ereditati dalla tradizione, il cui unico interesse è la comprensione dell’oggetto studiato. Questa nota di stile, la quale attraversa registri diversi presenti all’interno della filosofia analitica ed anche opposte fazioni all’interno della stessa, sembra essere ciò che funge da trait d’union e che fornisce al lettore una chiave di lettura proficua per comprendere un testo di filosofia analitica.

Alla luce di quanto detto, passiamo ora a una breve ricognizione dei temi trattati dai vari capitoli del libro. Questo è diviso in 14 capitoli che potremmo senza troppo forzare la mano dividere in diverse aree tematiche: i capitoli 1-2-14 trattano problemi metafisici centrali quali quello della natura degli oggetti materiali (1), dell’identità personale (2), dell’esistenza di Dio e del mistero del libero arbitrio (14); i capitoli 3-4-5, riguardanti la teoria del pensiero, la filosofia dell’aritmetica e della logica costituiscono il nucleo più teoretico della filosofia analitica; il capitolo 6 è incentrato sul tema del significato del linguaggio; i capitoli 7-8-9 trattano diversi aspetti della gneseologia, come quello della natura della conoscenza (7), dello scetticismo (8) e del problema della causalità (9); i capitolo 10-11-12-13 costituiscono invece il nucleo ‘estetico-pratico’, trattando problemi centrali dell’estetica (10), dell’etica (11), della filosofia politica (12) e della filosofia del diritto (13). La scelta che rende questo volume particolarmente interessante è che per ognuno di questi temi vengono analizzati aspetti parziali della riflessione filosofica, che tuttavia rispecchiano il cuore della problematica generale a cui fanno capo. Prendiamo come esempio il capitolo 11 intitolato ‘L’etica analitica dal punto di vista del soggetto’: questo capitolo tratta un nodo peculiare della teoria etica analitica, ossia il rapporto che intercorre tra il soggetto e la dimensione pratica della morale, ma lo fa coinvolgendo una serie di concetti centrali dell’etica, come quello di ragioni morali, di conoscenza morale, di spiegazione e giustificazione in etica, di normatività e autonomia. Ne risulta un connubio originale e fertile: da una parte nello spazio di un capitolo si affronta un tema preciso piuttosto che la totalità delle questioni circa l’etica, ma attraverso tale analisi si ripercorrono i nodi fondamentali che caratterizzano il cuore dell’etica analitica ossia la metaetica: in questo senso si ha un’analisi teorica non-standard di un particolare tema ma si ha anche una presentazione dello sviluppo del pensiero morale intorno a tale tema che coinvolge le domande centrali della stessa filosofia morale. Questo peculiare modo di presentare e discutere una questione particolare come quella della caratterizzazione della vita morale dalla prospettiva del soggetto in prima persona fornisce una chiave di comprensione del cuore stesso della teoria morale, portando il lettore al centro della discussione circa lo statuto e la natura della riflessione morale analitica. Quanto ne deriva non è né un’introduzione nel senso tradizionale, né tantomeno un sunto, bensì è un’immersione diretta in alcuni dei temi aperti e vivi della discussione etica contemporanea, che tuttavia sono presentati prestando attenzione alla genesi che tali problematiche hanno avuto nel corso della storia del pensiero filosofico.

In tal senso questo volume è un manuale, data l’ampiezza e il numero dei temi trattati, ma tuttavia rappresenta nello stesso tempo un importante contributo teorico alla discussione contemporanea dato il taglio non-enciclopedico che ha ogni capitolo. Queste caratteristiche ne fanno davvero un testo interessante da consultare e con cui confrontare il proprio orientamento filosofico al duplice fine di continuare la ricerca filosofica e di avanzare nella comprensione della realtà.

Indice

Prefazione, di Annalisa Coliva

La natura e l’identità degli oggetti materiali, di Achille Varzi

Identità personale, di Andrea Bottani

La teoria del pensiero: questioni metodologiche e ontologiche, di Elisabetta Sacchi

Il platonismo aritmetico, di Marco Panza

Conseguenza logica, di Sebastiano Moruzzi e Elia Zardini

Significato e regole, di Cesare Cozzo

Credere o sapere, di Tito Magri

Lo scetticismo sull’esistenza del mondo esterno, di Annalisa Coliva

Causalità e cause, di Raffaella Campaner

Le proprietà estetiche, di Alfonso Ottobre e Stefano Velotti

L’etica analitica dal punto di vista del soggetto, di Piergiorgio Donatelli e Lorenzo Greco

Eguaglianza e libertà, di Ian Carter

Diritto naturale minimo, di Mario Ricciardi

Questioni metafisiche: Dio e la libertà, di Gabriele De Anna e Mario De Caro

Indice degli argomenti

Indice dei nomi


La curatrice

Annalisa Coliva è specializzata in filosofia della mente, filosofia del linguaggio e metafisica, ed è attualmente ricercatrice di Filosofia del linguaggio presso l’Università di Modena. Ha pubblicato numerosi articoli apparsi su riviste italiane ed internazionali e vari libri, tra i quali Moore e Witgenstein: Scetticismo certezza e senso comune (Il Poligrafo 2003) I concetti. Teoria ed Esercizi (Carocci 2004) ed ha curato inoltre diversi volumi tra cui Wittgenstein Today (con Eva Picardi, Il Poligrafo 2004) e Mind Meaning and Knowledge: Themes from the Philosophy of Crispin Wright (Oxford 2008).

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