domenica 31 ottobre 2010

Ettore Lojacono, Cartesio. Dalla magia alla scienza,

Il Prato (I Cento Talleri), Padova, 2010, euro 15,00, ISBN 978-88-6336-086-8.

Recensione di: Fabio Funiciello - 31/10/2010

Renè Descartes è uno dei pensatori più studiati dell'età moderna. Il corpus degli studi critici a lui dedicati comprende numerosissimi volumi.

L'opera di Descartes è stata posta al vaglio di sottili analisi critiche ed è stata divulgata ampiamente con risultati altrettanto vari. Tornare sulla sua opera e cercare di proporne una nuova interpretazione richiede una profonda conoscenza dei testi e una passione sconfinata per la sua opera.

Nel saggio Cartesio. Dalla magia alla scienza, Ettore Lojacono raccoglie l'insidiosa sfida: senza allontanarsi da uno stretto confronto con i testi di Descartes, di cui è fine conoscitore, Lojacono traccia le linee di un pensatore estremamente moderno e di relativamente facile comprensione.

Almeno a livello divulgativo, l'opera di Descartes è ridotta al solo Discorso sul Metodo e alle Meditazioni, mentre Lojacono vuole restituire integralmente l'itinerario filosofico di Descartes descrivendo l'ampio spettro d'interessi del filosofo francese. In particolare, l’autore nelle dense pagine di questo saggio mette al centro della propria analisi le opere scientifiche del francese. Descartes propone un sistema matematico nuovo, semplice ma dalle enormi potenzialità. Il suo metodo, come è noto, vuole estendere la certezza e l'intelligibilità ad ogni campo del sapere e Lojacono vede nella Geometria del francese la più importante opera matematica del diciassettesimo secolo. Analogamente Descartes fu molto ricettivo nei confronti del dibattito scientifico del suo tempo e intuì alcuni principi della circolazione del sangue contemporaneamente ad Harvey. Per Descartes la scienza deve essere utile allo sviluppo del genere umano e, superando la visione rinascimentale in cui l'essere umano è microcosmo, egli ambisce piuttosto a diventare spettatore del mondo e comprendere cosa accade fuori di sé.

Nel Discorso sul metodo, che non può essere separato dalle opere scientifiche con le quali fu pubblicato e di cui è l'introduzione, Descartes rivoluziona la tradizione che lo precedeva, passando da un'aristotelica metafisica dell'essere a una metafisica del fondamento che inaugura il pensiero filosofico moderno. Ciò non toglie che in metafisica, Cartesio sia debitore della tradizione teologica in cui si è formato. Dio resta l’autore della regole matematiche che governano il mondo, ma è nel soggetto che pensa e si scopre esistente pensando che viene trovato il nuovo fondamento della realtà.

D’altra parte, attraverso la sua nuova scienza, Descartes voleva rifondare la religione e il dualismo delle sostanze permetteva di salvare l'immortalità dell'anima, pur dando una spiegazione meccanicista ai fenomeni del corpo. In questo senso l'approccio di Descartes alle passioni dell'anima fu una grandissima novità: cercò di spiegare la gioia, la paura o la felicità con strumenti nuovi, come fossero concetti fisici, grazie alla ghiandola pineale, dove si incontrano la libertà dell'anima e la macchina determinata del corpo.

Descartes è insomma filosofo dai numerosi interessi, che lo portano a spaziare dalla metafisica alla medicina, che, pur sembrando ambiti distanti, riescono a comunicare tra loro. Lojacono nel suo saggio è molto attento a mostrare le numerose connessioni presenti nell'intera opera cartesiana, cercando di dare un'interpretazione unitaria del corpus dell'opera di Descartes, che ha conseguito risultati fondamentali  nei più vari campi del sapere. Le sue opere non possono essere divise in scientifiche e filosofiche; ha cercato di porre la scienza su solide fondamenta con un nuovo modello del pensiero e cercando di superare la tradizione aristotelico-tomista in cui si era formato.

E infine e coerentemente, Descartes non è pensatore solitario: ha partecipato al dibattito del XVII secolo e il confronto con altri studiosi ha visto al centro le sue teorie. L'autore del Discorso sul Metodo è vissuto in un periodo tormentato della storia d'Europa ed è stato costretto a rifugiarsi nei Paesi Bassi. Nel suo lavoro è presente l'eco della guerra dei Trent'anni e i conflitti che agitarono il continente nella prima metà del Seicento.

Indice

Prefazione, di Jacopo Agnesina

Presentazione
1. Un altro Descartes
2. Siamo stati fanciulli prima di essere uomini
3. Il viaggio iniziatico
4. Ordinare il sapere
5. La natura del mondo l'uomo e la macchina
6. Dopo la condanna di Galileo
7. La metafisica della certezza
8. Ho becco e unghie per difendermi: verso i Principi
9. La principessa palatina e il viaggio in Svezia

Appendice delle illustrazioni

Note biografiche

Letture consigliate

Bibliografia


L'autore

Ettore Lojacono ha insegnato a lungo in Italia e all'estero e ha ricoperto per oltre dieci anni l'incarico di direttore presso la Scuola Europea di Bruxelles. Ha tenuto conferenze e seminari in diverse Università straniere e italiane. Tra le opere da lui curate: R. Descartes, Opere scientifiche II, Utet, Torino 1983; R. Descartes, Opere filosofiche, Utet, Torino 1994; Immagini di Descartes nella cultura napoletana (1644-1755) (a cura di), Conte, Lecce 2003; Socrate e l’occidente, Le Monnier, Firenze 2004. Ricordiamo anche Cartesio tra utopia e realtà, Loffredo, Napoli 1996.

Link

http://www.ilprato.com/master.htm?http://www.ilprato.com/il_prato_restauro/storia/filosofia.htm

http://www.filosofico.net/100talleri/lojacono.html

http://www.ildiogene.it/EncyPages/Ency=Cartesio.html

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