giovedì 31 marzo 2011

Antonio, Rainone, Quine,

Roma, Carocci, 2010, pp.257, € 18,00, ISBN 9788843055111.

Recensione di Antonella Riscetti

Logica, Filosofia della scienza.
Analitico-sintetico, Atteggiamenti proposizionali,  Conoscenza,  Fisicalismo, Naturalismo, Olismo epistemologico, Ontolgia, Pragmatismo, Realismo, Riduzionismo, Sinonimia, Significato.

Leggendo il Quine di Antonio Rainone si ha la sensazione di avere tra le mani il libro definitivo sul filosofo americano. La filosofia di Quine è presentata in modo completo e approfondito; sono analizzate tutte le tesi portanti e il loro sviluppo attraverso richiami puntali ai suoi scritti, da Two Dogmas a From Stimulus to Science, e a quelli dei suoi maggiori interlocutori, tra i quali Russell, Carnap e Davidson; ma al di là dell'indiscussa qualità che una monografia del genere possiede, ciò che colpisce è il valore aggiunto. L’autore riesce infatti a presentare la filosofia quineana come un sistema coerente al di là del vasto e “complesso insieme di tematiche e analisi, di obiettivi polemici e proposte costruttive” che la caratterizza, offrendo una guida che accompagna il lettore in un territorio che potrebbe “disorientarlo o gettarlo nello sconforto”. Fin dall'introduzione l’autore chiarisce che l'intento del libro è quello di restituire un'immagine unitaria delle riflessioni di Quine attraverso l'analisi delle tesi cardine. Vi riesce mostrandone l’interconessione, più di quanto la critica abbia evidenziato, alla luce di quello che uno dei maggiori studiosi della filosofia di Quine, R. F. Gibson, ha definito un empirismo enlightened, e che nel testo di Rainone ne diviene la ragione seminale: l’empirismo “enlightened, secondo l’espressione di Roger F. Gibson (1988) è sia il punto di partenza sia il punto di arrivo della teoria della conoscenza e della filosofia della scienza di Quine” (p. 10). I sei capitoli in cui vengono analizzati la tesi dell'impegno ontologico, il rifiuto dei due dogmi dell'empirismo, l'olismo epistemologico, le considerazioni sulla logica modale e gli atteggiamenti proposizionali, il Gedankenexperiment della traduzione radicale, il legame al fisicalismo e la proposta di un'epistemologia naturalizzata sono i tasselli che consentono di costruire quest'immagine. La costruzione ha inizio con la tesi ontologica, “che costituisce un possibile punto di accesso alla filosofia di Quine”, e termina con la tesi epistemologico-naturalistica, giudicata “la proposta più costruttiva”. Abbandonata così la concezione tradizionale, manualistica e enciclopedica, che riduce la filosofia di Quine alle sue obiezioni ai due dogmi dell'empirismo, Quine è presentato piuttosto come l'autore di un empirismo riformato che, come Rainone spiega ricorrendo al testo del filosofo Five Milestones of Empiricism, coincide con la naturalizzazione dell’indagine epistemologica. Il merito della monografia è proprio far comprendere al lettore come le tesi che vengono analizzate nei sei capitoli non siano altro che facce diverse delle “pietre miliari dell’empirismo” difese da Quine.
Il primo capitolo, 'Riferimento, ontologia e impegno ontologico', è una sorta di introduzione alla filosofia quineana; in questo l'autore getta le basi per la comprensione di quella che può essere considerata anche “una sempre più articolata ed estesa riflessione sull'esistenza e sul tipo di entità che è legittimo ammettere, sia nel discorso  logico-linguistico sia in quello strettamente scientifico” (p. 17). La tesi ontologica è così presentata in riferimento tanto alla teoria del significato quanto alla teoria della conoscenza: i punti salienti sono l’originale interpretazione di Quine della teoria delle descrizioni di Russell e le obiezioni al convenzionalismo di Carnap, entrambe basate sulla teoria dell’impegno ontologico secondo cui “essere è essere il valore di una variabile”. 
Alle ragioni del rifiuto del dogma dell'empirismo che distingue tra conoscenza analitica e conoscenza sintetica è dedicato il secondo capitolo, 'Verità logica, analiticità e sinonimia'. Il punto focale è la tesi quineana per cui la sinonimia deve essere chiarita in termini connessi al comportamento linguistico, pena il continuo cadere nella circolarità delle definizioni di analiticità e sinonimia, che segna il distacco del filosofo dalla semantica formale del suo maestro Carnap.  
Il terzo capitolo, 'Olismo epistemologico, pragmatismo e metodo scientifico', verte sul rifiuto di Quine del secondo dogma dell'empirismo, il riduzionismo, secondo cui ogni conoscenza deve essere ridotta ai dati di senso. Come per i capitoli precedenti, analizzate le ragioni del rifiuto l’autore presenta quella che può essere considerata la proposta costruttiva di Quine. Così come per il problema ontologico anche per l'indagine epistemologica Quine si rimette a una concezione pragmatista della conoscenza, l'olismo, secondo cui nella conoscenza è impossibile distinguere la componente teorica e quella fattuale. La presentazione di questa tematica fondamentale è accurata e profonda: l'autore non manca di evidenziarne i legami con l'empirismo classico, il neo-empirismo e le riflessioni di Duhem sulla fisica. Di notevole interesse è il paragrafo, 'Logiche devianti, mutilazione minima e olismo moderato', che mette in evidenza l'origine e il fine pragmatista di ogni conoscenza attraverso la discussione della logica quantistica proposta da Birkhoff e von Neumann. Il capitolo si conclude con la presentazione della tesi della sottodeterminazione delle teorie rispetto ai dati di senso, della semplicità che deve guidare la teorizzazione del mondo e del concetto di verità che scaturisce da un tale approccio epistemologico, a conferma della natura pragmatica di ogni conoscenza.
Il quarto capitolo, 'Modalità e atteggiamenti proposizionali', tratta un tema che ha avuto e continua ad avere grande fortuna nella filosofia del linguaggio: quello dell'intensionalità semantica. L'analisi di questa tematica è condotta attraverso la presentazione della posizione quineana, rispetto alle trattazione di Carnap e Church, basata sulla problematica della  quantificazione nei contesti modali e proposizionali, che porterà al rifiuto della logica modale. Il capitolo si conclude con il paragrafo, 'Atteggiamenti proposizionali, attribuzione intenzionale ed empatia', in cui è trattato un tema molto caro all'autore, analizzato in maniere esauriente nel suo libro precedente, La riscoperta dell'empatia (Napoli 2005). Bisogna precisare che l'autore si è focalizzato sul tema dell'attribuzione intenzionale attraverso l'empatia, ossia la drammatizzazione dello stato mentale, nel corso dei suoi studi in quanto il ricorso di Quine all'empatia, se in un primo momento risulta stridente, non solo nell'ambito della filosofia analitica in generale, ma in particolare con il suo approccio fisicalista, a un'attenta analisi mostra tutta la ricchezza della sua filosofia. Quine giunge, infatti, a giustificare la pratica empatica nell'attribuzione di stati intenzionale in base a un approccio naturalistico all'indagine epistemologica.  
Negli ultimi due capitoli, 'Significato e traduzione radicale' e 'Tra fisicalismo e naturalismo', è presentata la tesi del naturalismo epistemologico. Nel primo, in riferimento al paragrafo che chiude il capitolo precedente, è riportato il famoso esperimento della traduzione radicale, con particolare attenzione al principio di carità che guida l'attribuzione intenzionale, alla sua origine naturalistica e al suo sviluppo, soprattutto in riferimento alle critiche di Davidson, del quale l’autore ha fornito un attento studio in Azione, causalità e razionalità in Donald Davidson (Pisa 1996). Nel capitolo conclusivo è invece presentata l'ipotesi epistemologica del naturalismo in riferimento al fisicalismo. Il capitolo focalizza l'attenzione sulla fecondità di questa tesi che rappresenta l'apertura verso nuovi sviluppi dell'indagine epistemologica. Conclude, infatti, l’autore che “nonostante i limiti che sono stati a volte contestati al naturalismo di Quine”, di cui riesce a mostrare la relatività proprio nell'analisi del rapporto fisicalismo-naturalismo, “appare legittimo considerarlo come un orientamento rientrante a pieno titolo nelle attuali ricerche della cosiddetta neuroscienza cognitiva” (p. 210). 
Il libro si conclude con il richiamo al dibattito tra normativismo e descrittivismo sorto in ambito epistemologico all'indomani della proposta di naturalizzazione, mostrando come la fecondità di questo “complesso insieme di tematiche e analisi, di obiettivi polemici e proposte costruttive”, che è la filosofia di Quine, non sia ancora esaurita.
Il volume si presenta non solo come un'ottima monografia sul filosofo americano, concretizzandosi come imprescindibile strumento di studio, ma dà soprattutto la possibilità di continuare a fare filosofia attraverso la grande eredità di Quine. Le ultime pagine sono, infatti, ricche delle indicazioni del filosofo per orientare a un'epistemologia naturalizzata, in modo da consentire ai lettori di accostarsi alla possibilità di uno studio epistemologico capace di dialogare con i più innovativi ambiti di ricerca: “se da un lato è difficile dire nell'integrazione di quali discipline consista esattamente l'indagine naturalistica sulla 'scienza della scienza', come Quine ha anche talvolta chiamato il suo progetto naturalistico, è dall'altro evidente che essa dovrebbe basarsi sul maggior numero possibile di dati scientifici, senza porre steccati fra le varie scienza” (p. 210).

Indice

Introduzione.
I Riferimento, ontologia e impegno ontologico.
II Verità logica, analicità e sinonimia.
III Olismo epistemologico, pragmatismo e metodo scientifico.
IV Modalità e atteggiamenti proposizionali.
V Significato e traduzione radiacale.
VI Tra fisicalismo e naturalismo.


L'autore

Antonio Rainone insegna Logica e Filosofia della scienza all'Università di Napoli “L'Orientale”. È autore di Azione, causalità e razionalità in Donald Davidson (Pisa 1996) e di La riscoperta dell'empatia (Napoli 2005). Tra le sue pubblicazioni, con Stefano Gensini, il volume collettaneo La mente. Tradizioni filosofiche, prospettive scientifiche, paradigmi contemporanei (Roma 2009).

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