mercoledì 23 maggio 2012

Rapone, Leonardo, Cinque anni che paiono secoli. Antonio Gramsci dal socialismo al comunismo (1914-1919)

Roma, Carocci, 2011, pp. 421, euro 28, ISBN 978-88-430-6090-0

Recensione di Lucia Mancini - 27/03/2012

Il testo di Leonardo Rapone ricostruisce l’itinerario biografico e intellettuale di Antonio Gramsci negli anni compresi tra il 1914 e il 1919. Cinque anni che avevano comportato un cambiamento radicale nelle condizioni di vita associata e nella mentalità di masse sterminate di popolazione da sempre rimaste ai margini della storia e con le quali la politica italiana si trovava costretta a fare i conti. Cinque anni che avevano provocato un’insanabile frattura storica tra un passato (ormai remoto) e un presente caratterizzato da nuovi rapporti di forza mondiali e che

rendeva ineliminabile il confronto con la rivoluzione russa e il neonato stato sovietico. Pochi anni ma che a Gramsci sembravano pesare come secoli.
Rapone instaura così un confronto serrato tra la ricostruzione storica di quegli anni e la sterminata produzione giornalistica del giovane Gramsci, mostrando come l’esperienza della guerra (che un altro giovane intellettuale torinese, Gobetti, avrebbe detto, a pochi anni di distanza, che veniva respirata anche da coloro che non l’avevano combattuta) e la riflessione su di essa e sugli avvenimenti ad essa riconducibili (la nascita della Società delle Nazioni e l’Internazionale comunista) avessero operato una trasformazione progressiva nella personalità politica e intellettuale del giovane socialista. Non è un caso che il primo articolo analizzato, cui Rapone dedica una lunga disamina critica nel Prologo dell’opera, sia Neutralità attiva ed operante nel quale Gramsci problematizzava la formula, fatta propria dalla corrente riformista del partito socialista, guidata da Claudio Treves e Filippo Turati, della «neutralità assoluta». Articolo che, frainteso, gli sarebbe valso un anno di ostracismo politico da parte del suo partito e che, negli anni, avrebbe dato vita a un dibattito critico volto a individuare, faziosamente, una fase mussoliniana nell’iter politico del giovane Gramsci.
Il testo permette di ricostruire prospetticamente il farsi del pensiero gramsciano consentendo di comprenderne i tratti di continuità e di discontinuità rispetto alla riflessione affidata, a poco più di dieci anni di distanza, alle pagine dei Quaderni del carcere. Un’attenzione particolare è offerta alla formazione culturale gramsciana; nello specifico, l’opera permette di cogliere la profonda originalità del pensiero del giovane socialista che attinge, cambiandone contesto e formulazione, a tematiche e motivi di ispirazione a correnti e ad autori eccentici o estranei all’orizzonte culturale marxista, come l’idealismo vociano, Croce, Sorel, Bergson e l’attualismo gentiliano. Queste suggestioni rispondono in Gramsci a un fine preciso: correggere l’interpretazione meccanicistica ed evoluzionista, dominante nel panorama teorico del socialismo italiano tra la fine dell’Ottocento e i primi anni Venti del Novecento, dello sviluppo storico e valorizzare così il ruolo non secondario della volontà umana. Da questa ricognizione emerge che «fino alla rivoluzione bolscevica, il socialismo di Gramsci deriva da premesse culturali ed è intessuto di motivazioni teoriche da cui […] non emerge una particolare e distintiva presenza di Marx» (p. 49).
Un confronto più approfondito e sistematico con il pensiero marxiano ha inizio nella seconda metà del 1917 quando Gramsci, di fronte alla negazione dell’identità marxiana della rivoluzione russa operata dalla corrente riformista del partito socialista, sente l’urgenza di «giustificare e razionalizzare l’operato» bolscevico «entro il perimetro teorico del marxismo» (p. 272). Infatti, «quanto più gli avversari socialisti del bolscevismo agitavano l’argomento del materialismo, tanto più Gramsci sente l’esigenza di dover provare che la concezione storica di Marx non può essere racchiusa negli spazi del determinismo economico» (p. 272). Ecco quindi che nel dicembre del 1917 Gramsci affida le sue considerazioni a un articolo profondamente provocatorio (destinato anche questo a suscitare polemiche e malumori nel seno del suo partito): Rivoluzione contro il «Capitale», nel quale i bolscevichi, che vivono il pensiero di Marx, vengono contrapposti a coloro che (con chiaro accenno a Treves e Turati), misconoscendo il peso dell’iniziativa umana, avevano trasformato le opere marxiane in un’ipoteca sul presente e sul futuro.
La rivoluzione bolscevica non porta Gramsci solo ad approfondire i testi di Marx, ha anche altre conseguenze. In primo luogo porta a una riconsiderazione delle sue categorie interpretative (ne è una prova la ridefinizione del concetto di giacobinismo, prima usato con valenza esclusivamente negativa), secondariamente lo sollecita a interrogarsi sulla possibilità di una traduzione italiana dell’esperienza sovietica. Se i soviet erano sembrati a Gramsci un ordine statale alternativo rispetto ai «quadri della democrazia occidentale» (p. 373), si rendeva necessario, in Italia, dare vita a un nuovo nesso «tra le forme di organizzazione della classe lavoratrice in lotta contro l’ordinamento capitalistico e l’assetto dello Stato postrivoluzionario» (p. 399). Nasce così in Gramsci la convinzione che «l’istituzione di organismi di rappresentanza diretta del proletariato industriale non [sia] un obiettivo da porsi all’indomani di una rivoluzione vittoriosa» (p. 399), ma da «perseguire nel presente, nella prospettiva di un continuum che vede quegli organismi trasformarsi, lungo il corso del processo rivoluzionario, da soggetti di contropotere […] in cellule del nuovo potere statale» (pp. 400). È su questo sfondo concettuale che Gramsci promuove (e guida) l’esperimento torinese dei Consigli di fabbrica, il «punto culminante» della sua «maturazione teorica e politica […] nell’età giovanile» e il «prodotto più tipico della sua adesione al comunismo e della sua interpretazione del significato storico della rivoluzione russa» (p. 99).
Ciò che colpisce, e che emerge chiaramente dalla ricostruzione di Rapone, è la stretta interconnessione che Gramsci instaura tra le diverse problematiche affrontate nei suoi articoli: l’analisi dei problemi politici attuali risulta inscindibile dall’analisi storica e da considerazioni di psicologia sociale. Tale modus operandi porta Gramsci a mettere l’accento sul «problema morale» (p. 109), oltre che economico, della società italiana: un problema reso ulteriormente complesso, oltre che dalle modalità dell’unificazione nazionale, da altri due fattori (che ad anni di distanza saranno trattati nel saggio, rimasto incompiuto, Note sul problema meridionale e nei Quaderni del carcere): la quistione meridionale e la quistione vaticana.
Con queste premesse si spiegano la polarità istituita tra Machiavello e Stenterelli che esemplificano stadi opposti di maturità intellettuale e serietà politica (la declinazione al singolare di Machiavelli è funzionale a delineare l’«unicità e l’isolamento del genio» [p. 133] da contrapporre alla faciloneria politica e alla bassezza morale di tanti Stenterello); la riflessione sul carattere, concepito come «chiarezza dello scopo» e «volontà di conseguirlo» (p. 111); l’accentuazione della differenza tra intransigenza e intolleranza; la critica al trasformismo, concepito come «una corrente di fondo, un vero e proprio fondamento scrutturale della vita politica italiana» (p. 176). Rapone evidenzia come questa serie di considerazioni costituisca e consolidi in Gramsci la convinzione che il socialismo abbia anche il compito «di agire in profondità nella coscienza della nazione, di promuovere un rinnovamento culturale e una trasformazione morale» (p. 109). Le tematiche affrontate da Gramsci nei suoi articoli, conclude Rapone, «sono una finestra aperta sulle premesse ideali e culturali del suo socialismo, sulla sua lettura del processo storico di costruzione della nazione italiana, sull’analisi delle correnti intellettuali e dello spirito pubblico» (p. 63), un socialismo «non riducibile ad alcuna delle diverse fonti di influenza» (p. 343) alle quali il giovane Gramsci si era avvicinato.


Indice

Abbreviazioni degli scritti di Gramsci
Prologo
1. Dal garzonato universitario ai consigli di fabbrica. Lineamenti di biografia
La sprovincializzazione di un giovane sardo
L’apprendistato socialista
1917. Historia facit saltus
Verso l’ordine nuovo
1. L’Italia, gli italiani, Giolitti
Un paese disgraziato
Il socialismo e il carattere degli italiani
Machiavello e Stenterelli
L’Italia non è l’Inghilterra
Miseria della borghesia italiana
Il trasformismo
Antigiolittismo
1. La guerra
Carattere versus sentimento
La guerra delle idee
La guerra non è inevitabile
Oltre lo Stato-nazione
Dalla Società delle Nazioni all’Internazionale comunista
1. Il socialismo
L’uomo e la storia
Cultura e organizzazione
Contro il riformismo: intransigenza, distinzione, liberismo
Ordine, armonia, individuo collettivo
Miti negativi: democrazia, giacobinismo, massoneria
1. La rivoluzione
La rivoluzione in atto: la Russia
La rivoluzione in fieri: l’Italia
Le rivoluzioni del 1919
Lo Stato nuovo
Indice dei nomi

13 commenti:

MAURO PASTORE ha detto...

Procederò da intellettuali emotive non attinenze ad attinenze intellettualmente aperte a intuizioni filosofiche...:

Se Leviatan era poco significante ma in qualche modo simbolo noto a Gramsci e se costui cercava delle circostanze favorevoli per vita politica e non politica, certo non si potrebbe star allegri a seguir inviti acculturati, intellettuali, di quelli che paragonano la Odissea a Moby Dick (questo una foresta di esoterici simboli, orientaleggiante per discrezione, pari ai racconti accadici babilonesi ma esistentivamente diversamente, quanto l'Edda poetica per oscurità non diversa dal poema indiano della incomprensione tra Indi ed Ari, ma neppure uguale)... Significa qualcosa non solo per me e da dirne, che stanotte spirando vento insidioso ed emettendo uguaglianza di suono a verso subaqueo di ippopotamo furioso, folate con quasi vocalità di nome biblico per effetti attorno... "be he mo t" come a descriver pecora gigante e serpente simile a lunghissima acciuga... tutto era precontenuto in paura esibita e delittuosa di aspiranti falliti fascisti, in strada meteoropati ingenui ed ignari ed involontari che quasi temevan futuri sederi scoperti ma eran, da loro astio verso alberi, resi involontariamente coscientemente ipersensibili invece a scoscendimenti aerei climatici... E ciò rendeva in contraccambio, per averne dato importanza, ricordi su ricordi (benché in mezzo a guerra di venti ultramarina i fascisti non parevano tali)... di indefinite sciocchezze di grandi folle, viventi di antipatie contro altro mondo da loro invaso per dargli odio e morirne...
Vivendosi negli anni recentissimi dell'Articolo bis contro il fascismo, i nuovi profittatori smentiti sono gli intrusi che non bramano senza saper capire ma non voglion capire per desiderare; non val scomodare a causa l di costoro la filosofia di Hobbes e creder che somiglianze foniche ventose siano per mare ed oceani occasione di riflettere e non di morire casomai si voglia evitare la paura prima di averne inteso oggetto... in accordo con istinto che muove lontano dal mostro che è mortale se tollerato minaccioso ma cui minacce non piacerebbero comunque...
Barriere di tossine ad impedir felicità di proprie vie a nome di proletariati o non proletariati e trapassate minacce di sedicenti agenti d'ordine non passati a sentenza e con diritti di spostamenti avversati a chi più in bisogno... altrove un vortice aereo, un cono verticale di vapori nuvolosi ascendenti, si è fatto meno forte a causa della vita voluta, anche umana, in opere ed altro pure...
Mi par ottima cosa scriverne per aver intuito corrispondenze di sensazioni di inizio Secolo Ventesimo ed inizio Secolo Ventunesimo, politiche e cosmiche.
... [Anche seguito da altro messaggio...]

MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

La presenza degli sconosciuti ovvero l'instabilità della democrazia repubblicana a sostegno monarchico; la rabbia degli esclusi non perché fossero tali ma tali essendo; eppure nessuna occasione perché la instabilità si facesse concreta azione; non per far metafore psicologiche, Antonio Gramsci rendeva nota sua sensazione di una differente scansione del tempo, non prodigio sovrannaturale non rivoluzione naturale, coincidenza che immobilizzava ingegni e dava alla iniziativa politica un enigma da risolvere; per parte sua dunque eludendo le penurie realizzative con un ideale che era anche una intuizione di future non naturali questioni complicate da dilemmi da nessun Caos originate, né di un Iddio tantomeno Dio della Salvezza, cristiano o cristico che fosse, cristico cioè in qualsiasi religione latente o non assente! A doversi pensare qual riferimento noto in storie generali abbastanza comuni di filosofia è l'esempio — purtroppo odiernamente ancora assai misconosciuto da moltitudini volontarie ignare — della prudenza assoluta non autoritaria non totalitaria però comunitaria, dato per necessità di vita prima che di vita politica da Th. Hobbes:
Attraverso la figura significante simbolicamente-logicamente del visibile e bonario ma da temere, biblico Leviatan, immaginato tramandato con memoria da incontri di coccodrilli in mezzo ai perigli comuni, Hobbes dava idea di cosa stesse per accadere in suoi luoghi ed in Europa intera quindi altrove nel mondo: un rifiuto di varie moltitudini a cogliere nei mòniti della natura terribile e diversa la occasione di capire cosa non non dover fare e cosa dover fare! Da ciò l'urgenza dell'appello ai poteri costituiti, di agire affinché l'arbitrio improvvido e vasto, per giunta in circostanze bisognose di giudizi e sentenze, non ponesse umani contro umani senza che fosse neppure utile dissuaderli dalla distratta uguaglianza a società di lupi e senza che si potesse da loro umanità ferina. Pure Gramsci evidentemente quella impossibile socievolezza notava da potersi e doversi evitare, ma anche altre situazioni e circostanze; pur muovendo da riflessioni di fatto hobbesiane in un modo o in un altro, ne avvertiva una precarietà perché esse eran confinate a pensieri diretti di naturalità, dopo le creazioni medioevali ed in moderno riconoscer mondo anche naturale... Da qui suo volgersi non solo ad umanesimo anche ad umanismi, ricercando, tra mancanze etiche e suoi etici ripensamenti, una soluzione che traducesse i messaggi incogniti da un Caso giunti ai poteri politici — anche attraverso le colonie da Sud, da cui si notava difficilissima distinzione di importanti particolari naturali normalmente semplici...
Un potere occulto descritto poeticamente politicamente da G. Leopardi ne La Ginestra contro cui Gramsci agiva per prudenza nuova, da umanismi cercando inventiva non artifici civili né innaturali; in ciò trovando alleati nei teorici politici, dicibili "garantisti": ciò che lo faceva sembrare un intruso ai rivoluzionari e un nichilista ai conservatori, poiché, di entrambi, i relativi o vari movimenti politici non ricevevano informazioni e conoscenze sufficienti circa pericolo che incombeva su arti, mestieri, lavori, sia italiani che europei...
Nessuna analisi riusciva perché ad analisi anche sociali non si evidenziava che la stasi era atipica e poteva tramutarsi da Caso in Sciagura; quindi gli ingenui lo accusarono anzitempo di "fascismo" quando eran già simboleggiati ufficialmente con fasci i vari organizzarsi di capacità di arti mestieri lavori; e ciò quando il sostegno monarchico di fatto si avvaleva dei cosiddetti Podestà allorché stessa repubblica democratica era appunto a sostegno monarchico...
E Cosa veramente i Podestà avrebbero potuto in quel futuro garantire, dato che le condizioni civili erano in fatali discronie da circostanze non naturali misteriosamente preponderanti?
... [Anche seguito da altro messaggio...]

MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

Nella attività gramsciana ugualmente ai programmi dei Podestà v'era strategica attesa di ignoto Ventennio, che delittuosità di dittatore B. Mussolini rese anche fascista ma che fu pure Circostanza e Coincidenze; non esatti vénti anni ma un ventennio detto per originalità altramente destinata di esso Epoca e cui propaganda dittatoriale cercò di corredarsi, ma propriamente in questo non epoca periodo di dittatura; quale epoca era del nonsenso o dei Podestà; cosmologicamente definibile tempo anomalo: sia solare per quasi inverosimile lentezza di corsi che orologi non segnavano ovviamente funzionanti secondo stessa preponderanza gravitazionale solare di allora, sia climatico per evenienze di continuo differenti nella e non della natura; ed in esso il fascismo era distorsione simbolica ed appuntamento con destino sbagliato, smentito puntualmente, puntualmente risorgente; secondo scansioni inferiori ad accadimenti epocali: tentativi di invadere Italia ed Europa da Africa, Imperi – antichi?– bizantineggianti da Sud e Orienti ad estrometter sia virtù, quando c'erano e poche, che difetti se presenti (i poteri poco comprensibili del "Negus“ attraverso presenza in zona del "Corno d'Africa"); ...meraviglie di inediti incontri amorosi intraeuropei di nuove genti e individui; varie attività intrammezzate dai soprusi dei gerarchi fascisti; Mussolini smascherato in Africa quale impostore politico e poi ladro di abitazione e rapitore di suoi abitanti, senza esitare suoi avversari spacciati per veri familiari e spesso lungamente sostitùti e simili a Babbi Natali ma invano evocanti i doni della biblica Regina di Saba... Altri, futuri italiani per sola patria futura, detti "italioti" ma con scherno di propaganda fascista, futuri, mentre alcuni già presenti ed italiani ad Est Europa dove avevano costituito poteri indipendenti poi annullati; la Presa di Fiume ove vera Istituzione Politica Italiana fatta salva dai disordini di nuovo del tutto dominati dal disordine anticonoscitivo di Mussolini... ma salva perché in terre di italiani anche se non italiane; ...altro pure: le imprese alpinistiche davvero nuove in Continente Asiatico di appartenente al Casato dei Savoia, la traversata dell'Atlantico in idrovolante di Italo Balbo, la avventura in zone del Nord ove bussola è inerte per segnale del tutto continuo (il Polo Nord conosciuto secondo tecnica e scienza), ... la stranissima vicenda della traversata atlantica singola in imbarcazione a remi, inesplicabile tranne che ci si accorga che era uno protesta avvertita e compartecipata anche da animali marini collaborativi... ma era proprio quasi solo questo il metodo precolombiano restato disponibile dopo l'inabissarsi degli sterminati arcipelaghi "atlantidi", eppur restato, per pochi anche in Italia... ed evidentemente appurando tutto il necessario su tal ultimo caso, si noterà che allora la durata effettiva delle giornate giungeva a dilatazioni che si stenteterebbe a credere senza adeguata precomprensione anticonvenvenzionale e più difficilmente in questi nostri mesi e giorni di viaggi solari vorticosamente rapidi...
Sotto il segno della quasi inconcepibile futura epoca diversa dei cosiddetti "Circa Vent'Anni" o dei "cosiddetti Ventanni" e per prudenza politica, Gramsci pensò ed agì; non tanto prudente da evitarsi guai coi prepotenti che periodo loro v'avevano intromesso.
... [Anche seguito da altro messaggio...]

MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

Non diversa, da quella di Gramsci, la precomprensione di Gobetti, che notava saperi non esperiti ma pari ad esperiti, in merito a condizioni di guerra dunque da descriversi di condizionamenti non dipendenti da volontà umane neppure animali e non vitali perché altrimenti si sarebbe potuto capire ed evitar tutto delle Guerre Mondiali; eppure tali condizionamenti prima de Il Ventennio offrivano àdito a stravaganze già maggiori: i “soldati-fantocci", falsi cioè impegnati in questione altra a discapito di verità; dediti a ritmi biologici non europei, meridionali, fino a desiderarsi uccisi da altri come loro però di cittadinanza teoricamente diversa; durante il Primo Conflitto Mondiale erano spesso in trincee senza ordine ricevuto, la stragrande maggioranza dei morti.
Antonio Gramsci era legato a mentalità di Regno delle Due Sardegne ed era appartenente a società urbana od urbanizzata ma affatto differente da urbanità di Marx, Engels e seguaci (tra cui non va annoverato Lenin); non diversamente Gobetti. Chi deduceva come ne fosse passato il tempo delle aberrazioni di massa, quelle poi dette di "età prima del Ventennio", in stesso, medesimo tempo del prima, era non alieno dal mondo tradito dalle aberranti moltitudini, comprensibili non riferibili dai non traditi, incomprensibili dai traditi che dovevan dedurre... non già alle prese con cineteche contenenti messaggi subliminali omicidi, che censura attentamente riconobbe — anche recentemente e nondimeno non sempre difatti anche recentissimamente immagini di Primo Conflitto Mondiale "taroccate" ma trasmesse, di traditori della umanità in divisa da soldati ad imprimere inganni visivi atti a render brutti casi...: falsi soldati che facevano registrare loro fucilazione, con cenno d'un morente adatto a calunniare innocenti... Certo che se tante occasioni per umane scelte da giudicar colpevoli od empie, ne era per condizionamenti negativi non di vita stessa, occasionanti; ma Gobetti si lamentava che suoi inviti a sentirne andavano a vuoto... e Gramsci non ne intendeva del tutto; sua ingenuità, da chiese cattoliche libere dopo caduta di Stato Pontificio stimata un vizio non colpevole... tanto che da esse non ne rimproverarono solo notarono, perché Antonio Gramsci studiava coincidenze negative per evitarne e così voleva; ed infine, il dilemma suo circa meridionalità e politica era avviato da sua scelta di scrivere in carcere quel che lui scriveva come solo lui sapeva; a sottintender pure che i carceri fascisti non erano peggio dei delitti dei profittatori del fascismo...
E dei fatti di Russia, poco o niente di vero trapelava!

MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

Dei miei primi tre messaggi da me inviati si consideri i sèguiti annunciati in parentesi quadre quali ulteriori tre messaggi che invierò rispettivamente con correzioni — ciò è accaduto anche perché non ero certo di tempi sufficienti a riservatezza.

MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

Procederò da intellettuali emotive non attinenze ad attinenze intellettualmente aperte a intuizioni filosofiche...:

Se Leviatan era poco significante ma in qualche modo simbolo noto a Gramsci e se costui cercava delle circostanze favorevoli per vita politica e non politica, certo non si potrebbe star allegri a seguir inviti acculturati, intellettuali, di quelli che paragonano la Odissea a Moby Dick (questo una foresta di esoterici simboli, orientaleggiante per discrezione, pari ai racconti accadici babilonesi ma esistentivamente diversamente, quanto l'Edda poetica per oscurità non diversa dal poema indiano della incomprensione tra Indi ed Ari, ma neppure uguale)... Significa qualcosa non solo per me e da dirne, che stanotte spirando vento insidioso ed emettendo uguaglianza di suono a verso subaqueo di ippopotamo furioso, folate con quasi vocalità di nome biblico per effetti attorno... "be he mo t" come a descriver pecora gigante e serpente simile a lunghissima acciuga... tutto era precontenuto in paura esibita e delittuosa di aspiranti falliti fascisti, in strada meteoropati ingenui ed ignari ed involontari che quasi temevan futuri sederi scoperti ma eran, da loro astio verso alberi, resi involontariamente coscientemente ipersensibili invece a scoscendimenti aerei climatici... E ciò rendeva in contraccambio, per averne dato importanza, ricordi su ricordi (benché in mezzo a guerra di venti ultramarina i fascisti non parevano tali)... di indefinite sciocchezze di grandi folle, viventi di antipatie contro altro mondo da loro invaso per dargli odio e morirne...
Vivendosi negli anni recentissimi dell'Articolo bis contro il fascismo, i nuovi profittatori smentiti sono gli intrusi che non bramano senza saper capire ma non voglion capire per desiderare; non val scomodare a causa di costoro la filosofia di Hobbes e creder che somiglianze foniche ventose siano per mare ed oceani occasione di riflettere e non di morire casomai si voglia evitare la paura prima di averne inteso oggetto... in accordo con istinto che muove lontano dal mostro che è mortale se tollerato minaccioso ma cui minacce non piacerebbero comunque...
Barriere di tossine ad impedir felicità di proprie vie a nome di proletariati o non proletariati e trapassate minacce di sedicenti agenti d'ordine non passati a sentenza e con diritti di spostamenti avversati a chi più in bisogno... altrove un vortice aereo, un cono verticale di vapori nuvolosi ascendenti, si è fatto meno forte a causa della vita voluta, anche umana, in opere ed altro pure...
Mi par ottima cosa scriverne per aver intuito corrispondenze di sensazioni di inizio Secolo Ventesimo ed inizio Secolo Ventunesimo, politiche e cosmiche.
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MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

La presenza degli sconosciuti ovvero l'instabilità della democrazia repubblicana a sostegno monarchico; la rabbia degli esclusi non perché fossero tali ma tali essendo; eppure nessuna occasione perché la instabilità si facesse concreta azione; non per far metafore psicologiche, Antonio Gramsci rendeva nota sua sensazione di una differente scansione del tempo, non prodigio sovrannaturale non rivoluzione naturale, coincidenza che immobilizzava ingegni e dava alla iniziativa politica un enigma da risolvere; per parte sua dunque eludendo le penurie realizzative con un ideale che era anche una intuizione di future non naturali questioni complicate da dilemmi da nessun Caos originate, né di un Iddio tantomeno Dio della Salvezza, cristiano o cristico che fosse, cristico cioè in qualsiasi religione latente o non assente! A doversi pensare qual riferimento noto in storie generali abbastanza comuni di filosofia è l'esempio — purtroppo odiernamente ancora assai misconosciuto da moltitudini volontarie ignare — della prudenza assoluta non autoritaria non totalitaria però comunitaria, dato per necessità di vita prima che di vita politica da Th. Hobbes:
Attraverso la figura significante simbolicamente-logicamente del visibile e bonario ma da temere, biblico Leviatan, immaginato tramandato con memoria da incontri di coccodrilli in mezzo ai perigli comuni, Hobbes dava idea di cosa stesse per accadere in suoi luoghi ed in Europa intera quindi altrove nel mondo: un rifiuto di varie moltitudini a cogliere nei mòniti della natura terribile e diversa la occasione di capire cosa non dover fare e cosa dover fare! Da ciò l'urgenza dell'appello ai poteri costituiti, di agire affinché l'arbitrio improvvido e vasto, per giunta in circostanze bisognose di giudizi e sentenze, non ponesse umani contro umani senza che fosse neppure utile dissuaderli dalla distratta uguaglianza a società di lupi e senza che si potesse da loro umanità ferina. Pure Gramsci evidentemente quella impossibile socievolezza notava da potersi e doversi evitare, ma anche altre situazioni e circostanze; pur muovendo da riflessioni di fatto hobbesiane in un modo o in un altro, ne avvertiva una precarietà perché esse eran confinate a pensieri diretti di naturalità, dopo le creazioni medioevali ed in moderno riconoscer mondo anche naturale... Da qui suo volgersi non solo ad umanesimo anche ad umanismi, ricercando, tra mancanze etiche e suoi etici ripensamenti, una soluzione che traducesse i messaggi incogniti da un Caso giunti ai poteri politici — anche attraverso le colonie da Sud, da cui si notava difficilissima distinzione di importanti particolari naturali normalmente semplici...
Un potere occulto descritto poeticamente politicamente da G. Leopardi ne La Ginestra contro cui Gramsci agiva per prudenza nuova, da umanismi cercando inventiva non artifici civili né innaturali; in ciò trovando alleati nei teorici politici, dicibili "garantisti": ciò che lo faceva sembrare un intruso ai rivoluzionari e un nichilista ai conservatori, poiché, di entrambi, i relativi o vari movimenti politici non ricevevano informazioni e conoscenze sufficienti circa pericolo che incombeva su arti, mestieri, lavori, sia italiani che europei...
Nessuna analisi riusciva perché ad analisi anche sociali non si evidenziava che la stasi era atipica e poteva tramutarsi da Caso in Sciagura; quindi gli ingenui lo accusarono anzitempo di "fascismo" quando eran già simboleggiati ufficialmente con fasci i vari organizzarsi di capacità di arti mestieri lavori; e ciò quando il sostegno monarchico di fatto si avvaleva dei cosiddetti Podestà allorché stessa repubblica democratica era appunto a sostegno monarchico...
E Cosa veramente i Podestà avrebbero potuto in quel futuro garantire, dato che le condizioni civili erano in fatali discronie da circostanze non naturali misteriosamente preponderanti?
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MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

Nella attività gramsciana ugualmente ai programmi dei Podestà v'era strategica attesa di ignoto Ventennio, che delittuosità di dittatore B. Mussolini rese anche fascista ma che fu pure Circostanza e Coincidenze; non esatti vénti anni ma un ventennio detto per originalità altramente destinata di esso Epoca e cui propaganda dittatoriale cercò di corredarsi, ma propriamente in questo non epoca periodo di dittatura; quale epoca era del nonsenso o dei Podestà; cosmologicamente definibile tempo anomalo: sia solare per quasi inverosimile lentezza di corsi che orologi non segnavano ovviamente funzionanti secondo stessa preponderanza gravitazionale solare di allora, sia climatico per evenienze di continuo differenti nella e non della natura; ed in esso il fascismo era distorsione simbolica ed appuntamento con destino sbagliato, smentito puntualmente, puntualmente risorgente; secondo scansioni inferiori ad accadimenti epocali: tentativi di invadere Italia ed Europa da Africa, Imperi – antichi?– bizantineggianti da Sud e Orienti ad estrometter sia virtù, quando c'erano e poche, che difetti se presenti (i poteri poco comprensibili del "Negus“ attraverso presenza in zona del "Corno d'Africa"); ...meraviglie di inediti incontri amorosi intraeuropei di nuove genti e individui; varie attività intrammezzate dai soprusi dei gerarchi fascisti; Mussolini smascherato in Africa quale impostore politico e poi ladro di abitazione e rapitore di suoi abitanti, senza esitare suoi avversari spacciati per veri familiari e spesso lungamente sostitùti e simili a Babbi Natali ma invano evocanti i doni della biblica Regina di Saba... Altri, futuri italiani per sola patria futura, detti "italioti" ma con scherno di propaganda fascista, futuri, mentre alcuni già presenti ed italiani ad Est Europa dove avevano costituito poteri indipendenti poi annullati; la Presa di Fiume ove vera Istituzione Politica Italiana fatta salva dai disordini di nuovo del tutto dominati dal disordine anticonoscitivo di Mussolini... ma salva perché in terre di italiani anche se non italiane; ...altro pure: le imprese alpinistiche davvero nuove in Continente Asiatico di appartenente al Casato dei Savoia, la traversata dell'Atlantico in idrovolante di Italo Balbo, la avventura in zone del Nord ove bussola è inerte per segnale del tutto continuo (il Polo Nord conosciuto secondo tecnica e scienza), ...la stranissima vicenda della traversata atlantica singola in imbarcazione a remi, inesplicabile tranne che ci si accorga che era una protesta avvertita e compartecipata anche da animali marini collaborativi... ma era proprio quasi solo questo il metodo precolombiano restato disponibile dopo l'inabissarsi degli sterminati arcipelaghi "atlantidi", eppur restato, per pochi anche in Italia... ed evidentemente appurando tutto il necessario su tal ultimo caso, si noterà che allora la durata effettiva delle giornate giungeva a dilatazioni che si stenteterebbe a credere senza adeguata precomprensione anticonvenzionale e più difficilmente in questi nostri mesi e giorni di viaggi solari vorticosamente rapidi...
Sotto il segno della quasi inconcepibile futura epoca diversa dei cosiddetti "Circa Vent'Anni" o dei "cosiddetti Ventanni" e per prudenza politica, Gramsci pensò ed agì; non tanto prudente da evitarsi guai coi prepotenti che periodo loro v'avevano intromesso.

MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

In ultimo mio messaggio 'stenteterebbe' sta per: stenterebbe.
Invierò testo con questa altra correzione.

MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

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Nella attività gramsciana ugualmente ai programmi dei Podestà v'era strategica attesa di ignoto Ventennio, che delittuosità di dittatore B. Mussolini rese anche fascista ma che fu pure Circostanza e Coincidenze; non esatti vénti anni ma un ventennio detto per originalità altramente destinata di esso Epoca e cui propaganda dittatoriale cercò di corredarsi, ma propriamente in questo non epoca periodo di dittatura; quale epoca era del nonsenso o dei Podestà; cosmologicamente definibile tempo anomalo: sia solare per quasi inverosimile lentezza di corsi che orologi non segnavano ovviamente funzionanti secondo stessa preponderanza gravitazionale solare di allora, sia climatico per evenienze di continuo differenti nella e non della natura; ed in esso il fascismo era distorsione simbolica ed appuntamento con destino sbagliato, smentito puntualmente, puntualmente risorgente; secondo scansioni inferiori ad accadimenti epocali: tentativi di invadere Italia ed Europa da Africa, Imperi – antichi?– bizantineggianti da Sud e Orienti ad estrometter sia virtù, quando c'erano e poche, che difetti se presenti (i poteri poco comprensibili del "Negus“ attraverso presenza in zona del "Corno d'Africa"); ...meraviglie di inediti incontri amorosi intraeuropei di nuove genti e individui; varie attività intrammezzate dai soprusi dei gerarchi fascisti; Mussolini smascherato in Africa quale impostore politico e poi ladro di abitazione e rapitore di suoi abitanti, senza esitare suoi avversari spacciati per veri familiari e spesso lungamente sostitùti e simili a Babbi Natali ma invano evocanti i doni della biblica Regina di Saba... Altri, futuri italiani per sola patria futura, detti "italioti" ma con scherno di propaganda fascista, futuri, mentre alcuni già presenti ed italiani ad Est Europa dove avevano costituito poteri indipendenti poi annullati; la Presa di Fiume ove vera Istituzione Politica Italiana fatta salva dai disordini di nuovo del tutto dominati dal disordine anticonoscitivo di Mussolini... ma salva perché in terre di italiani anche se non italiane; ...altro pure: le imprese alpinistiche davvero nuove in Continente Asiatico di appartenente al Casato dei Savoia, la traversata dell'Atlantico in idrovolante di Italo Balbo, la avventura in zone del Nord ove bussola è inerte per segnale del tutto continuo (il Polo Nord conosciuto secondo tecnica e scienza), ...la stranissima vicenda della traversata atlantica singola in imbarcazione a remi, inesplicabile tranne che ci si accorga che era una protesta avvertita e compartecipata anche da animali marini collaborativi... ma era proprio quasi solo questo il metodo precolombiano restato disponibile dopo l'inabissarsi degli sterminati arcipelaghi "atlantidi", eppur restato, per pochi anche in Italia... ed evidentemente appurando tutto il necessario su tal ultimo caso, si noterà che allora la durata effettiva delle giornate giungeva a dilatazioni che si stenterebbe a credere senza adeguata precomprensione anticonvenzionale e più difficilmente in questi nostri mesi e giorni di viaggi solari vorticosamente rapidi...
Sotto il segno della quasi inconcepibile futura epoca diversa dei cosiddetti "Circa Vent'Anni" o dei "cosiddetti Ventanni" e per prudenza politica, Gramsci pensò ed agì; non tanto prudente da evitarsi guai coi prepotenti che periodo loro v'avevano intromesso.


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

Sono dispiaciuto degli inconvenienti, dipesi da noie non solo a me arrecate delittuosamente da altri e durate tanto tempo e necessitantimi altre urgenti attenzioni alternative anche dopo, noie cui non ho voluto opporre maggior impegno per mio filosofico senso del limite ed istintiva mia saggezza, anche perché Internet non è una libreria... allora basti aver ultimato questa mia non tanto piccola fatica di stanotte con altro invio.

MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

Avendo io detto di storie successive a "quei cinque anni" commentando a recensione di opera ove compaiono nomi da commedia dell'arte, "Machiavello", Stenterello"... e poiché recensore quanto meno si distacca dalle tematiche inoltrate da Opera e comprese in indice... aggiungo altro:

A. Gramsci non indicava con la figura del "Machiavello" quanto attribuitone da non interpreti peraltro troppo negligenti se alle prese con precisione di linguaggi e scritture; difatti alla polemica tra individualismo e collettivismo non aveva voluto Antonio Gramsci conceder ultimo senso antidemocratico e non gli apparteneva competivismo tra:
isolamento sociale, stranezze non sociali di geni incomprensibili direttamente -
armonia sociale, coordinamento non solo sociale di pluralità capaci parimenti di realizzazioni originali ed insostituibili ,
dacché aveva scelto il pensiero politico filosofico quale premessa al filosofico prescindendo da opposizione primitiva, sensata casomai si fosse in corrispondente Età della umanità o qualora in tempi di relative pochezze; od altrimenti disastrosamente negativa. Attribuito da troppi stolti primitivismo a bolscevichi, codesti ne erano esenti perché ne percepivano il passato non indirettamente (e menscevichi ugualmente esenti ma per diversa ragione, perché ne percepivano direttamente il passato); e mentre per vaste moltitudini aveva senso primitività di opposizioni e per non pochissimi intellettuali primitivismo di esse, ciononostante versione primitiva della distinzione tra ideologie individualiste e collettiviste, tentata con psicologia finanche da psicologi stessi (dediti a farsi descrivere per scambiare identità poi che proprio loro stessi messisi in stato emotivo etnofobico, finanche a furti improvvisi di appunti di studenti — ne sanno poche o forse parecchie polizie del mondo), appartiene ad antipolitica o comunque ne pertiene perché non ha utilizzo per vera intelligenza politica (né per discernimento di essa — nonostante molti pretendino da applicazioni antropologiche di identificare intelligenza politica secondo ciascuna opposta idea od entrambe da rifiutare o da contemperare).
Dunque... "Machiavello" è nome che può indicare il calcolo politico inetto a produrre risultati ma anche incapace di risultare violento, perché non votato ad altro da se stesso; "Machiavelli" è sinonimo di tattica realizzativa cui validità dello scopo assicura libertà dei mezzi, anche nel senso patronimico di:

distinzione forte (/ma... ) - attitudine ad impiegare sistemi replicabili ma non comuni (... chiav(e)...) - grazia e moderazione che fanno da ispirazione vincente (... ello).

Pensare scopi atti a mezzi non inadatti e (stessi scopi} adatti a realizzare fini per i quali strumenti sempre opportuni, è stata la verità dei Principati italiani ed europei, da Umanesimo e da Rinascimento, bensì per bisogno etico inderogabile e questioni morali forti: infatti il principio descritto da N. Machiavelli è in una sola alternativa: superiorità a giudizi o inutilità di giudizi; bisognando capire che cosa del mondo non potrebbe mai esser giudicato cattivo neppure da alcun Iddio (cristiano, non cristiano...) e cosa nel mondo potrebbe subir interrogativo che ne stabilisca bontà o cattiveria.
Di ciò vasta criminalità di massa — ammessa nelle scuole per disattenzioni criminose parimenti e perché troppi volevan fingere che scuola dell'obbligo fosse obbligo di scuola — ha tentato di far scordare, per non pensar qualcosa di buono che non fosse l'emigrare od il finirsi e per inettitudine a pensar seriamente a qualcosa che fosse anche lo smetter suoi crimini; e tra questi era ed è anche il tentativo di separar da attualità culturali oppure modernità culturali passati umanisti e rinascimentali.
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MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

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Mentre figura di "Machiavello" a tuttoggi è formidabile per descriver dinamiche di massa entro cui opposte fazioni marxiste-postmarxiste e fordiste-exfordiste, di cui peggior massificazione quella sottratta al pensiero singolo del Ford capitano d'industria americano ma peggior violenza di massa quella degli emuli anticapitalisti devoti ad operato di K. Marx da questo medesimo poi rifiutato, figura di "Stenterelli" risulta invece proiettata più nel futuro, designato da stesso A. Gramsci per intervento di intellettuali organici di varie, varissime specie: non quale alternativa al machiavellismo, cioè apertura ad ulteriori od altre politologie, piuttosto quale denuncia —ancora valida — contro chi sognava politologia fosse scienza od incoscienza per far commedia del dannare, fingendo monoteisti simboli in politeisti segni, vaneggiando in robe pretesche comandi e negando varietà di necessità politiche ed anche in ciò non solo in ciò stentando e con troppa molteplice grazia per ingannare o per cadere in errori madornali; ma stentando soprattutto per timor di valutare e fretta di tentare, per paura che azione vi possa essere in presenza originaria come fosse sempre originale ma serbando simpatia del viver non solo di vita... — insomma non come il semiselvaggio che sa dir bontà di frutti o non sa dir bontà di persone e così se non smette di suggestionar il prossimo innocente incorre direttamente nella ira altrui (situazione contenuta memorabilmente anche in celebre scena di opera cinematografica di Sergio Leone).
Indubbiamente realtà comunicativa politica odierna presenta entrambe figure assai sovrapposte; e ciò induce a valutar di più il Gramsci avvenerista non utopista che realista ma utopista... Faccio esempio:
in giorni scorsi è apparsa inetta opinione su giornale (su "Il Corriere Della Sera") cui tentavo di mandar miei commenti, cui uno era questo:
'Il Venturini inverte geopolitiche e geografie. / Russia è Paese subartico euroasiatico europeo, Turchia Stato eurasiatico, Patto Atlantico è anche per Stato Russo se questo ne decidesse e regole del Patto son vincolanti per assensi da dare. MAURO PASTORE'
Come per altri casi, apparendo per merito di mie precisazioni altrui troppo chiara aberrazione e vasta e immeritevole (non di solo giornalista), il commento non era ammesso a star sotto l'articolo; e non mi risulta che poi lo ammettessero. In articolo tal Venturini stentava ad inquadrar politica di fatti politici citati per intenti peggio che importuni di cause-effetti: trasformava ignoranza ed antipatia per vita russa —che non è solo della Russia ché ivi non si può abitar da russiani — in geografia assente e tratteggiava geopolitica inesistente... e ciò dunque da opinionista con poteri da tribuno prepotente cioè scrivendo su giornale nazionale assai letto e munito di censura sciocca e intollerante... Certo che decisione governativa non si faceva trascinare, essendo restato Stato Italiano neutrale nei confronti di conflittualità tra Cina e Stati Uniti di America ed in Patto essendo stato ammesso solo assetto cauto per questione statunitense verso Stato della Cina...
ma se tante venture, per quanto piccole e non inclusive né replicative, vi sono di commedie "stenterelle e machiavelle"... vale allora la pena di 'intenderne con precisione la portata delle figure madri', quindi di non essere imprecisi su studi che ne evidenziarono.

MAURO PASTORE