venerdì 6 dicembre 2013

Federici, Maria Caterina, Picchio, Marta (a cura di), Pensare Georg Simmel: eredità e prospettive

Morlacchi, Milano, 2012, pp. 751, euro 29, ISBN 978-88-6074-479-1

Recensione di Alessandra Callegari – 30/07/2013

L’opera Pensare Georg Simmel: eredità e prospettive, recentemente pubblicata dall’editore Morlacchi, ha richiamato l’attenzione del pubblico italiano sulla figura di uno dei più completi e interessanti tra i sociologi tedeschi, noto da noi quasi esclusivamente per le ricerche sul concetto di interazione, sull’uso del metodo conoscitivo che riconosce dignità sociologica allo studio della vita quotidiana, e per il suo approccio “estetico” alla conoscenza. A chi voglia attingere ulteriori notizie sulla vita e sulle opere simmeliane, 

è raccomandabile la lettura di questo libro, prolisso ed espositivo, ma in complesso, così largo ed ordinato nell’informazione, da riuscire utile a qualsiasi categoria di lettori. 
Dopo la morte di Simmel, si assiste a decenni di oblio sociologico, accentuato dall’omissione stigmatizzante di Parsons che lo escluse dalla sua influente ricostruzione del pensiero sociologico europeo. Finalmente, negli anni Ottanta del Novecento si riscopre questo teorico. 
Infatti, così come sottolinea Marta Picchio nel suo saggio introduttivo Georg Simmel: un classico nostro contemporanea (pp. 9-95), tutto ciò che in passato veniva di lui criticato, come l’orientamento anti-positivista e anti-deterministico o l’impressionismo sociologico, si è trasformato in apprezzamento (cfr. p. 12). Probabilmente ciò è dovuto alla crisi dei paradigmi di riferimento che sta conoscendo la sociologia contemporanea, in riferimento alla quale l’approccio simmeliano rappresenta una possibile via da seguire. 
La prima parte del volume è costituita da saggi che sviluppano i punti-chiave del pensiero di Simmel, e l’eredità da questi lasciata ai suoi contemporanei. 
Nel saggio Nimia observantia in Simmel (pp. 99-111), Maria Caterina Federici sottolinea l’attenzione simmeliana per la reciprocità che lega gli individui, e soprattutto la duplicità del soggetto di essere da un lato membro di formazioni sociali, dall’altro di essere-per-sé, da cui discende la compresenza contraddittoria nell’essere umano sia del bisogno di appartenenza e condivisione, sia del bisogno di individualizzazione e differenziazione (cfr. p. 105).
Maria Luisa Maniscalco, in L’ambivalenza sociologica simmeliana dalle società solido-moderne ad oggi. Permanenza euristica di una categoria (pp. 113-127) si sofferma, in un mondo senza confini e in continua trasformazione, sull’ambivalenza quale categoria interpretativa della realtà, e in particolare su quella connaturata all’essere umano: l’essere-per-sé e l’essere-per-la-società. Sul punto, l’eredità simmeliana è stata ripresa da numerosi sociologi, quali ad esempio Merton e Bauman, che hanno considerato l’irriducibile doppiezza degli attori sociali e dei contesti normativi e valoriali in cui agiscono. Sui diversi modi in cui l’ambivalenza può declinarsi nella società contemporanea, Maniscalco riprende il caso della “giustizia transizionale”, tipica dei paesi che escono da lunghe fasi di conflittualità interna, che cerca di contemperare memoria e giustizia con riconciliazione e perdono (cfr. p. 125n.).
Particolare attenzione alla teoria della società simmeliana è rivolta dal saggio di Vittorio Cotesta, Simmel, sociologo del mondo globale (pp. 129-173). In particolare, l’autore si sofferma sulla possibilità di rinvenire, nell’opera del sociologo tedesco, delle prospettive interpretative che vadano in direzione della società globale, o meglio, della società europea. Ciò in quanto Simmel pone a fondamento della collettività non l’individuo isolato ma le relazioni di reciprocità. La costruzione di questi legami reciproci non fa riferimento, secondo il sociologo tedesco, ad un modello di civiltà già realizzato, ma a un tipo universale di umanità che è parametro di valutazione per tutte le forme di società (cfr. p. 170).
Il nesso tra libertà e responsabilità, e la connotazione tragica della cultura in Simmel è oggetto delle riflessioni di Antonio De Simone, in Del “tragico dissidio”. Individualizzazione, prossimità sociale e responsabilità: nel segno di Simmel (pp. 175-195). A mettere in crisi la responsabilità, come sottolineato da De Simone, è l’esasperazione dell’individualismo, che conduce a perseguire a tutti i costi una libertà estrema, che per Simmel si fonda invece nella responsabilità (cfr. p. 191). Conseguentemente, è proprio la prospettiva relazionale tra libertà-responsabilità che può contribuire ad un ripensamento del concetto di responsabilità nelle società contemporanee. 
Nel saggio di Salvatore Costantino, Simmel il disagio della civiltà e la nascita della società dello spettacolo (pp. 197-217), l’autore rintraccia un fil rouge che pone a confronto il disagio rinvenibile nella modernità e quello proprio dei nostri tempi. Tutto questo attraverso l’intreccio di considerazioni sociologiche e rimandi ad opere letterarie, in quanto la forma narrativa si presta abilmente ad esprimere la crisi che investe sia l’uomo moderno, sia quello contemporaneo. In particolare, egli insiste sul denaro quale simbolo simmeliano della società: esso rappresenta la cifra della modernità, ma anche l’elemento costante che caratterizza tutte le sue trasformazioni, le sue crisi, le sue evoluzioni, che viene messo in stretto rapporto con l’industria culturale e l’attuale società dello spettacolo (cfr.p. 210).
Carmelo Lombardo, in Sulle spalle di Simmel. Alcune tracce della Soziologie nell’analisi della struttura sociale di Merton (pp. 219-235) si sofferma sull’utilizzo mertoniano del concetto di struttura sociale di Simmel al fine di tentare di codificare le proprietà caratteristiche dei gruppi sociali, in particolare in relazione al tema della non-appartenenza (cfr. p. 220). 
La seconda parte del volume è costituita da saggi che si concentrano sulle “forme e i giochi di relazione” nel pensiero simmeliano. 
In particolare, il contributo di Fabio D’Andrea (Quel che è gioco nella socievolezza, pp. 239-257) si sofferma sul tema della socievolezza che, nell’ottica di Simmel, si pone in contrasto con la logica strumentale-utilitaristica prevalente ancora oggi in ampi settori sociali, per favorire lo sviluppo di una socialità di condivisione, non finalistica, una “forma ludica di associazione” che come il gioco ha fine solo in se stessa e nel piacere dello stare insieme (cfr. p. 250). 
Anche Sonja Capello (Socievolezza simmeliana e forme di socialità contemporanee, pp. 259-267) si sofferma sulle forme della socialità in Simmel, proponendone un confronto con le associazioni agricole, le comunanze e i consorzi agrari del territorio umbro, analizzando il rapporto intercorrente tra la sfera delle relazioni sociali e lo spazio pubblico, alla luce delle trasformazioni di carattere economico e socio-culturale che, anche se di carattere globale, sviluppano dinamiche di carattere locale (cfr. p. 260). 
Fanno parte dell’interazione sociale quotidiana tra i singoli e i gruppi sociali altresì i segreti, con i quali si tenta di proporre una trasformazione o una diversa interpretazione della realtà. Come ben analizzato da Raffaele Federici (Quando le vite sono connesse: luoghi e spazi dell’idea di Geheimnis nella società dei desideri, pp. 269-297), la segretezza è, nel pensiero simmeliano, una forma di protezione utilizzata sia da forze sociali nuove, ancora troppo deboli per mostrarsi apertamente, sia da forze vecchie in decadenza che vogliono difendersi dall’essere assimilate da un nuovo corso emergente.  Lo stesso segreto è una forma di azione reciproca che comporta effetti di potere e un suo uso strategico, in quanto chi sa si trova in una posizione di potere rispetto a chi non sa. 
Marco Pedroni (Dignità dell’effimero, ambivalenza e violenza simbolica. Tre lezioni da Die Mode, pp. 299- 317) si sofferma invece sul saggio simmeliano Die Mode,  che si occupa del significato sociale dell’abbigliamento, dal quale è possibile trarre tre spunti di ricerca per la sociologia contemporanea: 1) l’attenzione per aspetti microsociologici e apparentemente più superficiali, come la moda, dei quali Simmel evidenzia la dignità sociale; 2) la moda, intesa quale fenomeno sociale ambivalente, si caratterizza quale meccanismo in cui coesistono imitazione e differenziazione; 3) la moda può essere vista quale forma di potere e di potenziale dominio nei confronti delle donne, appartenenti a gruppi sociali subalterni (cfr. p. 311).
L’analisi dello sport nel pensiero simmeliano, quale gioco relazionale competitivo, è compiuta da Ivo Stefano Germano (L’aurora della sociologia dello sport in Simmel: fra lotta e tregua sociale, pp. 319- 337). In particolare, lo sport, nella riflessione simmeliana, produce e riproduce in ciascun individuo la società, in quanto nel reticolo di relazioni che si creano nel gruppo sportivo è possibile rinvenire tutti gli elementi dell’azione e dell’interazione sociale (cfr. p. 330).
La terza parte del volume si occupa di alcune figure sociali analizzate da Simmel, tra cui in particolare è possibile annoverare il povero e lo straniero, e nella cui analisi è possibile rinvenire ancora una volta le due direttrici lungo le quali si dirige la sociologia simmeliana: la reciprocità di azione/reazione e l’ambivalenza come categoria interpretativa sociologica. Infatti, è proprio dall’interazione con gli altri che gli individui si attribuiscono posizioni sociali e aspettative di comportamento. Quindi, ad esempio, il povero non coincide con la posizione oggettiva di chi ha scarse risorse economiche ed è indigente sul piano personale: il povero si fa tale, agli occhi di se stesso e degli altri, quando diventa oggetto di interventi assistenziali da parte di chi povero non è, attraverso una condizione che ne comporta una parziale esclusione dalla società. Inoltre, sia il povero sia lo straniero, sono figure di confine, in quanto al tempo stesso fuori e dentro la società, contraddistinti da due facce, una che guarda verso l’interno (l’inclusione), l’altra che guarda verso l’esterno (l’esclusione). Queste due forme di marginalità rimandano all’identificazione delle dinamiche di potere che escludono dai meccanismi decisionali questi componenti della società. 
Così, mentre Marta Picchio si sofferma sulla figura sociale dello “straniero” nel pensiero simmeliano, per poi analizzare il rapporto con gli stranieri nella società contemporanea (I vicini lontani. Sociologia dello straniero attraverso Simmel, Bauman e Beck, pp. 341-459), Francesca Ursula Bitetto (“Come un corso d’acqua”. Reazione sociale e lotta alla povertà, pp. 461-477), prendendo spunto dalle riflessioni simmeliane sulla povertà, analizza le modalità di esclusione sociale nei confronti dei poveri. 
Andrea Millefiorini (Il potere politico nella Soziologie di Georg Simmel, pp. 479-499) si concentra invece sul concetto di potere, in particolare quello politico, e sul suo rapporto micro-macro nella società. 
Infine, Ciro Tarantino (Il segreto di Pulcinella. Sul governo dei rifiuti in Campania, pp. 501-517), analizza il concetto del “segreto”, inteso sia come barriera imposta tra gli uomini, sia come stimolo per infrangerla con la divulgazione e la confessione, e la sua applicazione nel vivace e attuale dibattito relativo allo smaltimento dei rifiuti in Campania. 
Nella quarta sezione del volume, gli autori si soffermano sulla riflessione simmeliana circa i concetti di libertà, di denaro e di fiducia, che si intrecciano reciprocamente nella modernità. 
Monica Martinelli (Idea ed esperienza della libertà. Attraversamenti simmeliani, pp. 521- 541) si sofferma sul rapporto simmeliano tra denaro e libertà individuale, in particolare sul cambiamento che dall’Ancien Régime al capitalismo industriale ha portato le prestazioni lavorative ad essere pagate in denaro e non più attraverso retribuzioni “in natura”. Si afferma in questo modo una dipendenza meno pesante e pervasiva dell’individuo, almeno sul piano qualitativo e potenziale. L’obbligazione infatti non è più estesa all’intera persona, come nella schiavitù o nella servitù, ma è circoscritta ad una determinata prestazione lavorativa. Tuttavia Simmel è ben consapevole che la libertà si esprime nella relazione con l’altro, nella reciprocità e quindi, secondo il sociologo di Berlino, la libertà assoluta, senza vincoli, è un non senso. La stessa responsabilità, come già sottolineato nel saggio di De Simone, è costitutiva della libertà e non rappresenta un elemento accessorio e successivo al suo esercizio. 
Davide D’Alessandro (Del denaro. Ermeneutica di Simmel: percorsi socio-filosofici, pp. 543-561) si occupa del denaro come elemento che ha portato, da un lato, all’ampliamento delle cerchie sociali ed economiche, dall’altro, all’individualizzazione dell’uomo, intesa come specializzazione delle attività, autonomia e libertà individuale. 
Donatella Padua (La fiducia in Simmel e Keynes: dalla filosofia de denaro alla Teoria generale, pp. 563-583) rinviene similitudini tra Simmel e Keynes per quanto concerne il tema della fiducia. Sul punto, il concetto di fiducia, inteso da Simmel come “cemento” sociale fondamentale, è un presupposto essenziale dei rapporti di scambio, monetari e non solo. In particolare, il sociologo tedesco è il primo a cogliere il carattere della fiducia come ipotesi di un’azione futura che non può essere prevista esattamente nel presente data la limitatezza di conoscenze. Tale incertezza nel futuro è però ridotta da un’aspettativa ragionevolmente fondata sulla parte di conoscenze di cui si dispone. Essa rappresenta uno stadio intermedio tra conoscenza e ignoranza relative all’uomo. Infatti, chi sa completamente non ha bisogno di fidarsi, mentre chi non sa affatto non può ragionevolmente fidarsi. E’ importante la distinzione tra la fiducia nelle società semplici, personale e fondata su ciò che dell’altro si conosce per esperienza diretta e prolungata, e la fiducia nelle società complesse, caratterizzate dalla differenziazione sociale e dalla divisione del lavoro, in cui la fiducia personale non è sufficiente e viene integrata da forme di garanzia che risultano dalle istituzioni sociali, dalle leggi, dai simboli. Ed è proprio all’interno di questo secondo tipo di fiducia, sovra-individuale, sistemica e istituzionalizzata, che si sviluppa l’economia monetaria: non a caso ciò che simboleggia al massimo questo tipo di fiducia è il denaro, che esprime l’affidamento individuale nei confronti dell’ordinamento sociale e statale. La fiducia riposta nella simbolizzazione del denaro assume pertanto una sfumatura di fede religiosa (Keynes parla a tal proposito di “animal spirits”) a fronte dell’abolizione del gold standard americano, avvenuta nel 1971, che ha comportato lo sganciamento della moneta da un corrispondente valore intrinseco e dalla possibile controvertibilità in oro. 
Nella quinta sezione del volume si analizza la concezione relazionale della società, propria del pensiero di Simmel, che si contrappone al modello individualista e collettivista. Il principio di reciprocità rimanda infatti ad una concezione della realtà come rete di relazioni di influenza reciproca tra una pluralità di elementi. Pertanto, il momento dell’interrelazione e dell’interdipendenza risulta costitutivo di qualsivoglia fenomeno. La stessa società esiste dove più individui entrano in azione reciproca, e quindi compito della sociologia, come scienza della società, è lo studio delle forme che le relazioni di reciprocità assumono in situazioni e tempi differenti, sia sedimentandosi in grandi istituzioni, sia rimanendo fluide e fugaci, come nelle interazioni quotidiane più minute.
Claudia Stancati e Alfredo Givigliano nel loro saggio (Relazioni e relazionalità, pp. 587-603) si soffermano sul concetto di “intenzionalità collettiva” e sul legame micro-macro che caratterizza l’approccio olistico simmeliano. 
Simonetta Patané (La qualità sociologica emergente del terzo settore: la relazione a due, pp. 605-621) analizza invece le istituzioni del “terzo settore” e del no-profit, reinterpretandoli nei termini del “terzo”, così come formulato da Simmel. In particolare, l’autrice vede similitudini tra il terzo settore e la relazione duale, in quanto in entrambi gli ambiti i ruoli non sono rigidi, gli scambi sono fluidi e spontanei, seguono percorsi imprevisti e si attengono a pratiche poco normative. 
Angelo Zotti (La dialettica generale/particolare e il processo di individualizzazione nel pensiero di Georg Simmel, pp. 623-641) si occupa dell’’uso simmeliano delle categorie di “generalizzazione” e “specializzazione”, per rapportarle alla “società iper-complessa” dei giorni nostri, nella quale gli individui, per evitare di correre il rischio di omologazione, tipica del mondo globale, necessitano di sviluppare e definire un adeguato percorso identitario.
Infine, Natascia Tieri (La metamorfosi dell’individuo nella società moderna in Simmel, Durkheim e Tönnies. La libertà nella trasformazione della personalità, pp. 645-659) si sofferma sulla diversa configurazione dell’individuo nella società premoderna, in quella moderna e nella contemporanea, confrontando l’analisi sviluppata rispettivamente da Simmel, Durkheim e Tönnies.
L’ultima parte del volume, frutto della collaborazione e degli scambi culturali tra il gruppo di ricerca coordinato da Maria Caterina Federici dell’Università di Perugia, il CEAQ e l’Università di Trnava, si occupa della sociologia simmeliana come studio delle forme sociali. 
Panagiotis Christias (Le formisme de Georg Simmel et l’héritage platonicien, pp. 663-682) si occupa dell’intreccio delle forme sociali tra loro e del modo in cui le persone vi partecipano, attraverso l’utilizzo di una dialettica di ispirazione platonica. Sul punto, l’autore sottolinea come Simmel non ci abbia lasciato in eredità una conoscenza totale del sociale, piuttosto un atteggiamento libero e dialettico del pensiero (tipico dell’uomo comune), in modo che potessimo accedere personalmente alla conoscenza, partendo dal presupposto che basta sapere come imparare, e il resto segue. 
Vincent Rubio (Le sociologie des formes de Georg Simmel et la foule. Rencontre autour d’une aporie sociologique, pp. 685- 702) si sofferma sullo studio simmeliano della “folla”, intesa come “sociazione”, mentre Chloé Charliac nel suo saggio (La sociologie de Simmel: une ressource pour l’étude sensible des formes de socialisation liées au spectacle de danse contemporaine, pp. 705- 713) analizza lo studio della socialità connesso allo svilupparsi e consolidarsi della danza contemporanea. 
Infine, Dilbar Alieva offre un contributo (La forme de l’aventure chez Simmel, pp. 715- 725) relativo alla forma sociale dell’avventura in Simmel, qualificata come “un’isola nella vita” e la contrappone alla banalizzazione a cui la stessa è stata sottoposta nella società contemporanea (p. 724). 
Sicuramente la lettura del presente volume rappresenta, simmelianamente, un’avvincente “avventura dello spirito”. In particolare, è possibile rinvenire nei saggi sopra considerati una sorta di “calorosa ammirazione”, da non confondersi con “servile apologia”, per l’opera e la figura di Georg Simmel, che contribuisce a vivificarne e a ravvalorarne il pensiero, dopo un periodo di oblio sociologico perdurato fino agli anni Ottanta del Novecento.


Indice

Marta Picchio
Georg Simmel: un classico nostro contemporaneo. Per un’introduzione.
Parte Prima
Le tracce di un’eredità: Simmel nostro contemporaneo
Maria Caterina Federici
Nimia Observantia in Simmel
Maria Luisa Maniscalco
L’ambivalenza sociologica simmeliana dalle società solido-moderne a oggi. Permanenza euristica di una categoria
Vittorio Cotesta
Simmel, sociologo del mondo globale
Antonio De Simone
Del “tragico dissidio”. Individualizzazione, prossimità sociale e responsabilità: nel segno di Simmel
Salvatore Costantino
Simmel, il disagio della civiltà e la nascita della società dello spettacolo
Carmelo Lombardo
Sulle spalle di Simmel. Alcune tracce della Soziologie nell’analisi della struttura sociale di Merton
Parte seconda
Forme e giochi di relazione
Fabio D’Andrea
Quel che è gioco nella socievolezza
Sonia Cappello
Socievolezza simmeliana e forme di socialità contemporanee
Raffaele Federici
Quando le vite sono connesse: luoghi e spazi dell’idea di Gebeimnis nella società dei desideri
Marco Pedroni
Dignità dell’effimero, ambivalenza e violenza simbolica. Tre lezioni da Die Mode
Ivo Stefano Germano
L’aurora della sociologia dello sport in Simmel: fra lotta e tregua sociale
Parte Terza
Figure sociali di confine e dinamiche di potere
Marta Picchio
I vicini lontani. Sociologia dello straniero attraverso Simmel, Bauman e Beck
Francesca Ursula Bitetto
“Come un corso d’acqua”. Reazione sociale e lotta alla povertà
Andrea Millefiorini
Il potere politico nella Soziologie di Georg Simmel
Ciro Tarantino
Il segreto di Pulcinella. Sul governo dei rifiuti in Campania
Parte Quarta
Nel cuore dell’esperienza moderna: libertà, denaro, fiducia
Monica Martinelli
Idea ed esperienza della libertà. Attraversamenti simmeliani
Davide D’Alessandro
Del denaro. Ermeneutica di Simmel: percorsi socio-filosofici
Donatella Padua
La fiducia in Simmel e Keynes. Dalla Filosofia del denaro alla Teoria generale

Parte Quarta
Relazionalità ed individualizzazione
Claudia Stancati-Alfredo Givigliano
Relazioni e relazionalità
Simonetta Patané
La qualità sociologica emergente del terzo settore: la relazione a due
Angelo Zotti
La dialettica generale/particolare e il processo di individualizzazione nel pensiero di Georg Simmel
Natascia Tieri
La metamorfosi dell’individuo nella società moderna in Simmel, Durkheim e Tönnies. La libertà nella trasformazione della personalit.
Parte Sesta
La sociologie des formes

Panagiotis Christias
Le formisme de Georg Simmel et l’Héritage platonicien
Vincent Rubio
La sociologie desformes de Georg Simmel et la foule. Rencontre autour d’une aporie sociologique
Chloé Charliac
La sociologie de Simmel: une ressource pour l’étude sensibile des formes de socialisation liées au spectacle de danse contemporaine
Dilbar Alieva
La forme de l’aventure chez Simmel
Note bio-bibliografiche sugli autori
Indice dei nomi

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