giovedì 15 gennaio 2015

Cambiano, Giuseppe, Mori, Massimo, Storia della filosofia contemporanea

Roma-Bari, Laterza, 2014, pp. 530, euro 28, ISBN 978-88-593-0017-5.


Recensione di Marco Storni – 21/10/2014

Nei suoi Studi sull’empirismo critico di Giulio Preti (1988), Mario Dal Pra ricorda che quando al filosofo pavese «si chiedeva che cos'è la filosofia», quegli prontamente rispondeva che la filosofia «è ciò che si trova esposto in un ottimo manuale di storia della filosofia» (p. 48). Palese è il tono provocatorio di tale risposta (Preti precisava infatti che «questo modo di definire non manca mai di sollevare proteste, lasciando con la bocca amara molti lettori, soprattutto quelli meno esperti di metodologia scientifica»).

E tuttavia, ancora oggi i manuali di storia della filosofia restano per molti studenti e studiosi il primo – talvolta l’unico – contatto con ampie aree della speculazione filosofica del passato. Li si consideri (erroneamente) efficaci surrogati dei testi d’autore, o, più semplicemente, strumenti di consultazione e informazione bibliografica, i manuali giocano indubbiamente un ruolo di primo piano nella diffusione della cultura e della ricerca filosofica. Soprattutto importante è che il manuale sappia coniugare una certa sinteticità e chiarezza espositiva con la complessità di pensiero e di lessico dei grandi autori, nonché coi più recenti ritrovati della ricerca specialistica.
È proprio nell’obiettivo di fornire una nuova trattazione manualistica della storia della filosofia – più completa, agile e aggiornata – che si inquadra il progetto editoriale cominciato da Laterza coi volumi Storia della filosofia antica di Giuseppe Cambiano e Storia della filosofia moderna di Massimo Mori (cui è possibile aggiungere Profilo del pensiero medievale di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, pubblicato nella medesima collana Manuali di base, oppure anche Storia della filosofia medievale. Da Boezio a Wyclif, insieme a Massimo Parodi, pubblicato in Economica), e culminato con la recente pubblicazione di Storia della filosofia contemporanea, scritto a quattro mani da Cambiano e Mori. I problemi generali cui testé si accennava, evidentemente, costituiscono uno scoglio notevole per la stesura di introduzioni manualistiche a un qualunque periodo storico-filosofico. È tuttavia il pensiero contemporaneo a creare le difficoltà maggiori, nella misura in cui assai più variegato che in altre epoche è il panorama filosofico con cui ci si trova alle prese, e notevolmente più estesa è la quantità d’informazioni di cui poter disporre (ciò che infatti rende ben più difficile scegliere cosa riportare, e cosa invece tralasciare). Con Storia della filosofia contemporanea, Cambiano e Mori forniscono una sintesi soddisfacente di alcune fra le principali tendenze del pensiero contemporaneo, con stile chiaro e sobrio, non mancando di approfondire personalità o correnti solitamente lasciate a margine dalla manualistica vecchio stile. D’altra parte i due autori, pur non lavorando entrambi come storici del pensiero contemporaneo, non sono nuovi alla compilazione di introduzioni manualistiche all’intera storia della filosofia: limitiamoci in questa sede a citare l’opera Tempi del pensiero, pure edita da Laterza, che rappresenta un’introduzione alla filosofia ad uso dei licei.
Alla base dell’organizzazione di Storia della filosofia contemporanea, come leggiamo nella Prefazione, sta una riflessione sui “confini” della filosofia contemporanea. «E se la periodizzazione presenta qualche difficoltà all’interno del manuale stesso […], il problema diventa tanto più acuto quando si tratta di individuare le cesure temporali che segnano il principio e la fine dell’intera materia trattata» (p. xi). E infatti, in continuità con la trattazione contenuta in Storia della filosofia moderna, punto di partenza del testo sono i sistemi filosofici post-hegeliani. Quali ragioni giustificano tale scelta? Ovvero, perché scegliere proprio questo punto di cesura (il pensiero hegeliano) tra filosofia moderna e contemporanea, e non piuttosto altri? Posto che «si è insistito sul carattere artificioso, e a volte arbitrario, delle periodizzazioni storiografiche», e che «si tratta di una posizione ormai generalmente accolta, poiché le argomentazioni e le esemplificazioni addotte in sua difesa sono incontrovertibili» (p. xi), Cambiano e Mori ritengono di sviluppare un’argomentazione ben articolata per giustificare le loro scelte relative alla periodizzazione stessa. È fin d’ora opportuno ribadire che, a motivare la scelta di assumere Hegel quale spartiacque tra modernità e contemporaneità, «non è stata la ripresa di vecchie tesi storiografiche, che vedevano in Hegel il punto apicale della filosofia trascendental-idealistica […] oppure, all’inverso, una filosofia destinata a chiudere un ciclo». Piuttosto si è ritenuto che Hegel sviluppi «in modo relativamente compiuto molti dei temi propri della modernità» (p. xii). Non si dà però il caso che queste problematiche scompaiano con Hegel: è solo che tali questioni «ricevono solitamente una formulazione diversa proprio a causa della reazione a Hegel e della conseguente formazione di filosofie radicate in presupposti differenti» (ibid.). Ma non solo: «questi diversi presupposti […] consentono la ripresa e lo sviluppo in forme nuove di tradizioni filosofiche moderne, come l’illuminismo o l’empirismo, che l’idealismo – in particolare quello hegeliano – aveva considerate esperienze definitivamente superate. Tradizioni che ora vengono talvolta recuperate espressamente per contrapporsi a Hegel, o almeno per andare oltre Hegel» (ibid.). La relativa cautela usata da Cambiano e Mori per argomentare la propria scelta è certo dovuta, come già sopra si accennava, all’artificiosità e arbitrarietà delle periodizzazioni storiografiche in quanto tali. Se la formulazione dei problemi dopo Hegel è solitamente diversa, e le tradizioni moderne vengono talvolta riproposte in chiave anti-hegeliana, ciò sembra tuttavia essere condizione sufficiente a giustificare la scelta di spostare il punto di cesura tra modernità e contemporaneità da Kant («per decenni è stata quasi unanimemente accolta la consuetudine di chiudere la storia della filosofia moderna con Kant», p. xi) a Hegel. Certo, non si può affermare che la scelta proposta in Storia della filosofia contemporanea sia valida in assoluto (giacché ogni periodizzazione è intrinsecamente parziale); e tuttavia, dicono gli autori, essa sembra quantomeno più soddisfacente rispetto alla tendenza storiografica passata, che si riferiva appunto a Kant. Potremmo addirittura affermare, ciò che i due autori non esitano a fare, che «la presenza di Hegel nel pensiero contemporaneo è molto più diffusa e capillare» rispetto a ciò che solitamente ci si immagina, «ancorché in una forma meno evidente e più mediata» (i riferimenti più diretti e banali sembrerebbero infatti limitarsi a sinistra/destra hegeliana e a Marx, nonché al neoidealismo italiano e anglosassone). L’Hegel cui alludono Cambiano e Mori, invece, non è tanto l’Hegel sistematico, quanto piuttosto l’Hegel «più vicino alla concretezza storica dei problemi» (p. xiv). Potremmo qui citare, ad esempio, lo studio di Dilthey su Il giovane Hegel, l’attenzione per la Fenomenologia dello spirito manifestata da Kojève e Hyppolite, la presenza di temi hegeliani nel pensiero del marxista eterodosso Bloch, o l’hegelismo sui generis dei Francofortesi.
Ciò che importa ai due autori, in ogni caso, è di sottolineare come tale tesi storiografica non sia affatto in realtà una “tesi storiografica”. Se è vero che esistono nella contemporaneità filoni che si richiamano a Hegel – così come d’altronde esistono filoni che si riferiscono (esplicitamente o meno) a Kant –, ciò che conta è in definitiva di riaffermare la «continuità» tra moderno e contemporaneo, «al di là di ogni inevitabile, ma utile, periodizzazione» (p. xv). Ma allora, tutta l’argomentazione presentata dagli autori si riduce ad una constatazione di tono minore: «tali precisazioni sono necessarie per ricordare che molti dei problemi filosofici trattati in questo volume non possono essere adeguatamente compresi senza aver presente che le loro radici appartengono a una storia precedente» (p. xiii).
Sul piano del contenuto, notevoli sono i pregi di Storia della filosofia contemporanea. Per fornire solo qualche esempio, potremmo insistere sull’adeguato rilievo concesso a filosofi post-kantiani spesso nemmeno citati dai manuali più diffusi, quali Herbart, Fries e Trendelenburg (pp. 3-10). Potremmo inoltre menzionare l’ottima presentazione del pensiero degli idéologues, in specie di Destutt de Tracy e Maine de Biran (pp. 28-31), o anche la serietà con cui le idee cardine del positivismo sono discusse nel relativo capitolo (pp. 98-132). La filosofia di Bergson trova uno spazio adeguato alla rilevanza speculativa e all’enorme influenza ch’essa di fatto esercitò (pp. 161-174), così come la grande stagione del neoidealismo italiano viene da Cambiano e Mori approfondita a dovere (pp. 239-275). In ultimo, due ampi capitoli (pp. 447-496) sono consacrati a discussioni contemporanee, concernenti soprattutto filosofia della scienza (Popper, Kuhn, Lakatos, Feyerabend) e filosofia del linguaggio (Grice, Austin, Davidson, Chomsky), nell’obiettivo di fornire strumenti sufficienti a comprendere come al giorno d’oggi si configuri la disciplina filosofica.
Tanti e tali meriti possono persino indurci a passar sopra qualche affermazione – forse un po’ troppo tranchant – che qua e là gli autori lasciano cadere. L’eclettismo di Cousin, ad esempio, viene etichettato come «filosofia priva di originalità», che «fornisce di fatto una giustificazione teorica agli ideali di moderata conservazione della borghesia francese» (p. 157). Una simile sbrigatività, come si potrà facilmente intuire, si radica probabilmente nell’esigenza di estrema concisione e chiarezza espositiva che caratterizza essenzialmente qualsivoglia manuale.
Una parola sulla Bibliografia che chiude il volume, curata da Paola Rumore. Per quanto riguarda molti capitoli, purtroppo, relativamente scarso è il numero di studi critici cui si rimanda. Ciò, di nuovo, è probabilmente a causa della gran quantità di autori e correnti che affollano le pagine di Storia della filosofia contemporanea, insieme all’esigenza di brevità che presiede rigidamente anche alla stesura delle indicazioni bibliografiche. Qualche riferimento in più, tuttavia, non avrebbe guastato.


Indice

Prefazione xi

1. Contro e oltre Hegel 3
1. Herbart 3
2. Fries 7
3. Trendelenburg 8
4. Schopenhauer: vita e opere 10
5. Schopenhauer: la conoscenza 11
6. Schopenhauer: la volontà 15
7. Schopenhauer: la negazione della volontà 17
8. Kierkegaard: vita e opere 19
9. Kierkegaard: esistenza, singolarità, possibilità 21
10. Kierkegaard: gli «stadi» della vita 23
11. Kierkegaard: angoscia, disperazione, fede 25

2. La filosofia tra Restaurazione e rivoluzioni in Francia e in Italia 28
1. Ideologi e spiritualisti: la sensazione e la coscienza 28
2. La restaurazione della tradizione 32
3. Constant e Tocqueville: libertà e democrazia 35
4. Il socialismo utopistico e la riorganizzazione della società 38
5. Fourier e Proudhon 41
6. Tra ideologia e spiritualismo in Italia 44
7. Leopardi: la natura e l’infelicità umana 47
8. Rosmini: l’idea dell’essere e la rivelazione divina 49
9. Rosmini: morale, diritto e società 52
10. Mazzini e Gioberti: filosofia e missione politico-religiosa 54
11. La società e la storia: Cattaneo e Ferrari 59

3. Le eredità di Hegel e il marxismo 62
1. Hegeliani di destra e di sinistra 62
2. Feuerbach: dalla teologia all’antropologia 65
3. Individualismo e anarchia 70
4. Marx ed Engels: vita e opere 72
5. Marx: il rovesciamento della filosofia hegeliana 75
6. Marx: il lavoro e l’alienazione 77
7. Marx ed Engels: il materialismo storico 81
8. Marx ed Engels: la lotta di classe e il ritorno all’economia 84
9. Marx: il capitale 87
10. Engels: le scienze e la dialettica della natura 91
11. Dalla Seconda internazionale alla rivoluzione russa 93

4. Positivismo, utilitarismo, evoluzionismo 98
1. Gli sviluppi delle scienze in Francia tra Sette e Ottocento 98
2. Caratteri generali del positivismo 100
3. Comte: vita e opere 101
4. Comte: la legge dei tre stati 102
5. Comte: la classificazione delle scienze 104
6. Comte: la sociologia 105
7. Altri positivisti francesi 107
8. L’utilitarismo: Bentham e James Mill 108
9. John Stuart Mill: vita e opere 112
10. John Stuart Mill: la logica 113
11. John Stuart Mill: psicologia, sociologia e politica 116
12. John Stuart Mill: morale, religione e ultime riflessioni sulla conoscenza 118
13. La nascita dell’evoluzionismo e Darwin 119
14. Spencer: vita e opere 123
15. Spencer: l’Inconoscibile 124
16. Spencer: la teoria dell’evoluzione 125
17. Il positivismo in Germania 127
18. Il positivismo in Italia 130

5. Nietzsche 133
1. Vita e opere 133
2. L’arte e la vita 138
3. Burckhardt e Nietzsche: la storia e la vita 140
4. Alle origini della morale 143
5. Le metamorfosi della morale e il cristianesimo 147
6. La morte di Dio e il superuomo 150
7. La volontà di potenza e l’eterno ritorno 152

6. Bergson e lo spiritualismo francese 156
1. Gli inizi dello spiritualismo 156
2. Boutroux 160
3. Bergson: vita e opere 161
4. Bergson: tempo spazializzato e durata reale 162
5. Bergson: immagine, percezione, memoria 164
6. Bergson: intelligenza e intuizione 167
7. Bergson: l’evoluzione creatrice 170
8. Bergson: le due fonti della morale e della religione 173
9. La filosofia dell’azione 174
10. Il sindacalismo rivoluzionario di Sorel 176
11. Ulteriori sviluppi dello spiritualismo francese 178
12. Il personalismo di Mounier 180

7. Neokantismo e storicismo 182
1. «Ritorniamo a Kant!» 182
2. La scuola di Marburgo 184
3. Cassirer 186
4. La scuola del Baden 189
5. Dilthey e la nascita dello storicismo 191
6. Dilthey: la fondazione delle scienze dello spirito 193
7. Dilthey: dalla psicologia descrittiva alla costruzione del mondo storico 194
8. Dilthey: il mondo storico come connessione dinamica e la critica storica
della ragione 196
9. Georg Simmel: dalle analisi sociologiche alla filosofia della vita 198
10. La reazione al relativismo storico: Troeltsch e Meinecke 201
11. Spengler e il tramonto dell’Occidente 202
12. Weber: vita e scritti 204
13. Weber: i metodi delle scienze storico-sociali 205
14. Weber: la sociologia comprendente 207
15. Weber: razionalità e capitalismo 209
16. Weber: la «gabbia d’acciaio» e il senso del mondo 211

8. Idealismo, realismo e pragmatismo anglo-americano 213
1. Il neo-idealismo inglese 213
2. L’idealismo americano 216
3. Il «pragmaticismo» di Peirce 217
4. Il pragmatismo di James 220
5. Dewey: vita e opere 223
6. Dewey: l’esperienza 224
7. Dewey: la logica strumentale 226
8. Dewey: uomo e natura 228
9. Dewey: la teoria della valutazione 230
10. Dewey: società ed educazione 232
11. Moore 234
12. Whitehead e altre espressioni del realismo anglosassone 236

9. Tra idealismo e storicismo in Italia 239
1. Hegelismo e marxismo nell’Italia unita 239
2. Croce: il marxismo e la storia 242
3. Croce: le forme dello spirito e l’arte 245
4. Croce: la filosofia, le scienze e la dialettica 247
5. Croce: l’attività pratica e la storia 251
6. Gentile: la prassi e il pensiero 255
7. Gentile: l’attualismo 258
8. Gentile: l’unità dello spirito e lo Stato 260
9. Avversari dell’idealismo 264
10. Il marxismo e Gramsci 268
11. Filosofie dopo la guerra 272

10. Husserl e la fenomenologia 276
1. Psicologia e oggettività 276
2. Husserl: vita e opere 278
3. Husserl: aritmetica e logica 280
4. Husserl: la fenomenologia 281
5. Husserl: l’io e il mondo della vita 284
6. Scheler: sentimenti e valori 288
7. Hartmann: fenomenologia e ontologia critica 293

11. L’esistenzialismo, Heidegger e l’ermeneutica 296
1. Jaspers: filosofia ed esistenza 296
2. Jaspers: mondo, esistenza e trascendenza 298
3. Jaspers: la comunità filosofica e la verità 303
4. Heidegger: vita e opere 305
5. Il primo Heidegger: fra teologia e fenomenologia 307
6. Heidegger: essere ed esistenza 310
7. Heidegger: esistenza autentica e temporalità 314
8. Heidegger: la verità e la storia della metafisica 317
9. Heidegger: il pensiero e il linguaggio 322
10. Gadamer: l’ermeneutica e l’esperienza estetica 325
11. Gadamer: l’esperienza storica e la tradizione 328

12. Freud e la psicoanalisi 332
1. Freud: l’inconscio e la rimozione 332
2. Freud: le pulsioni e la metapsicologia 335
3. Freud: la civiltà e i suoi costi 339
4. Jung: l’inconscio e gli archetipi 343
5. Marxismo e psicoanalisi 346
6. Lacan e la psicoanalisi 347

13. Teorie della società e filosofia politica nella cultura tedesca 350
1. La grande guerra e la cultura di destra 350
2. Schmitt: Stato e sovranità 353
3. Kelsen: diritto e democrazia 357
4. Lukács: marxismo e coscienza di classe 360
5. Lukács: marxismo ed estetica 364
6. Bloch e Benjamin: marxismo e utopia 366
7. Horkheimer e la Scuola di Francoforte 370
8. Horkheimer e Adorno: illuminismo e ragione 373
9. Adorno: il negativo e l’arte 376
10. Marcuse: repressione e liberazione 379
11. L’emigrazione in America e il ritorno agli antichi 384
12. Habermas e Apel: la prassi e la comunicazione 388

14. Tra esistenzialismo e strutturalismo in Francia 393
1. Sartre: psicologia e fenomenologia 393
2. Sartre e l’esistenzialismo 396
3. Sartre: esistenzialismo e marxismo 399
4. Merleau-Ponty: fenomenologia e marxismo 402
5. Vicende della fenomenologia e dell’esistenzialismo 404
6. Lévi-Strauss e lo strutturalismo 406
7. Althusser, il marxismo e l’epistemologia 411
8. Foucault: il sapere e il potere 414
9. Oltre la metafisica e la modernità 417

15. Logica e linguaggio in Frege, Russell e Wittgenstein 420
1. Logica e matematica nell’Ottocento 420
2. Frege: aritmetica e logica 423
3. Frege: il problema del significato 425
4. Russell: vita e opere 427
5. Russell: matematica e logica 429
6. Russell: linguaggio e conoscenza 432
7. Filosofie della matematica 435
8. Wittgenstein: vita e opere 437
9. Wittgenstein: il linguaggio e il mondo 439
10. Wittgenstein: giochi linguistici e forme di vita 443

16. La filosofia, le teorie scientifiche e il linguaggio 447
1. Mutamenti scientifici e problemi filosofici 447
2. La natura delle teorie scientifiche 451
3. Il Circolo di Vienna e il neopositivismo 455
4. Carnap e la costruzione dei linguaggi formali 460
5. Popper: i caratteri delle teorie scientifiche 464
6. Popper: il progresso della conoscenza e la società aperta 467
7. Storia della scienza e dissoluzione dell’epistemologia 471

17. Filosofia, analisi del linguaggio e problemi etici 475
1. Filosofia analitica e terapia linguistica 475
2. L’analisi del linguaggio a Oxford 477
3. Quine: linguaggio, esperienza e comportamento 480
4. Sintassi, semantica e relativismo culturale 484
5. Il problema mente-corpo e l’intelligenza artificiale 489
6. L’analisi del linguaggio e i problemi dell’etica e della politica 492

Bibliografia a cura di Paola Rumore 497

Indice dei nomi 525

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