mercoledì 28 settembre 2016

Calabi, Clotilde, Coliva, Annalisa, Sereni, Andrea, Volpe, Giorgio (a cura di), Teorie della conoscenza. Il dibattito contemporaneo

Milano, Raffaello Cortina, 2015, pp. 416, euro 34, ISBN 978-88-6030-779-8

Recensione di Giacomo Borbone – 12/12/2015

Com’è stato sostenuto da molti filosofi, ad esempio da Immanuel Kant o dal nostro Giulio Preti, la conoscenza non è un problema bensì un fatto, ed in questo senso si è ritenuto opportuno saggiarne criticamente la portata conoscitiva come anche la portata oggettivo-costitutiva dei singoli ambiti disciplinari; in tal modo è stato possibile abbandonare le pretese assolutistiche della metafisica classica. 


Ma il dibattito filosofico-scientifico sulla natura della conoscenza non è stato breve e lineare, semmai lungo e tortuoso e tutt’ora tale snodo problematico continua ad essere al centro dei dibattiti internazionali sull’analisi della conoscenza, della giustificazione, dello scetticismo ecc.
Il volume che qui presentiamo, curato da Clotidle Calabi, Annalisa Coliva , Andrea Sereni e Giorgio Volpe cerca di fornire al lettore italiano un’antologia di testi atta a fornire un quadro generale dei temi principali concernenti il dibattito attuale sulle teorie della conoscenza. 
Il volume è suddiviso in tre parti, la prima delle quali si occupa della natura della conoscenza, la seconda della natura della giustificazione epistemica mentre la terza ed ultima parte è dedicata allo scetticismo.
La conoscenza, secondo una lunga tradizione risalente al Teeteto di Platone, viene definita come credenza vera giustificata, le cui idee possedute dal soggetto vengono espresse in forma proposizionale. Questo ci porta dritti al discorso inerente i tre tipi di conoscenza, i quali sono formati rispettivamente dalla conoscenza proposizionale (know that), dalla conoscenza pratica (know how) ed infine dalla conoscenza diretta (acquaintance). Tuttavia, come specificano i curatori del volume, in questo testo “ci occuperemo principalmente di conoscenza proposizionale in relazione ai tre problemi epistemologici fondamentali e alle loro possibili soluzioni: la natura della conoscenza, la natura della giustificazione e il problema dello scetticismo” (p. 10).
Apre la prima parte del volume il celebre e brevissimo saggio di Edmund Gettier intitolato La credenza vera giustificata è conoscenza?, pubblicato per la prima volta nel 1963 col titolo Is justified true belief knowledge?, col quale l’autore critica la classica analisi tripartita (credenza vera giustificata). 
Gettier in proposito fornisce tre formulazioni:

Formulazione a) 
S sa che p SSE  (se e solo se)                       
i. p è vera
ii. S crede che p
iii. S è giustificato a credere che p.

Formulazione b)
S sa che p SSE
i. S accetta p
ii. S ha un’adeguata evidenza per p, e
iii. p è vera.

Formulazione b)
S sa che p SSE
i. P è vera
ii. S è sicuro che p sia vera, e
iii. S ha il diritto di essere sicuro che p sia vera.

Secondo Gettier nessuna delle tre formulazioni permette di dare una risposta affermativa alla domanda che dà il titolo al saggio, ossia La credenza vera giustificata è conoscenza? Difatti, afferma Gettier, la formulazione ‘(a) è falsa in quanto le condizioni in essa formulate non costituiscono una condizione sufficiente per la verità della proposizione che S sa che p. Il medesimo argomento mostrerà che (b) e (c) falliscono se “ha un’adeguata evidenza per” o “ha il diritto di essere sicuro che” sono sostituite a “è giustificato a credere che” in tutte le occorrenze’ (p. 38). 
Segue il saggio di Robert Nozick intitolato La conoscenza, il quale affronta la sfida lanciata da Gettier proponendo una soluzione basata sull’utilizzo del condizionale congiuntivo. Secondo Nozick, in questo caso, S sa che p quando si hanno queste quattro situazioni

1. p è vera
2. S crede che p
3. Se p non fosse vera, allora S non crederebbe che p
4. Se p fosse vera, allora S crederebbe che p.

Anche nel saggio di Ernest Sosa, intitolato Un’epistemologia delle virtù, possiamo rinvenire un tentativo di risposta al problema sollevato da Gettier. Sosa fa l’esempio di un arciere che prende la mira e scocca la freccia; secondo quest’ultimo noi ‘possiamo valutare se essa ha raggiunto il suo obiettivo, colpendo il bersaglio. Sebbene possiamo anche valutare quanto accurata sia come scoccata […]. Secondo, possiamo valutare se la scoccata è competente, se essa manifesta abilità da parte dell’arciere. […] Tuttavia, una scoccata può essere sia accurata sia competente senza che il suo successo sia attribuibile al suo autore’ (p. 59). Infatti il vento potrebbe essere così forte da far mancare il bersaglio ma ciononostante il vento magari finisce per far centrare il bersaglio alla freccia. In questo caso ‘La scoccata è quindi accurata e competente, ma non accurata in quanto competente […]. Essa non è quindi appropriata, e non è accreditabile all’arciere. La scoccata di un arciere è quindi una prestazione che può avere la struttura AAA’ (ibidem), ossia accuratezza, competenza ed appropriatezza. Pertanto Sosa cerca di rispondere agli scenari scettici radicali affermando che ‘ciò che propriamente si richiede alla conoscenza è la sicurezza relativa alla base, anziché la sicurezza completa’ (p. 63).
Il problema sollevato da Gettier, come anche le sfide lanciate dallo scetticismo, vengono affrontati nei due saggi che chiudono la prima sezione del volume, ossia Sensibilità, sicurezza ed epistemologia anti-fortuna di Duncan Pritchard e La conoscenza e i suoi limiti di Timothy Williamson.
Apre la seconda parte del volume, concernente la natura della giustificazione epistemica, il saggio di Clarence Irving Lewis intitolato Le basi della conoscenza empirica, che l’Autore rinviene nel dato e nella sua interpretazione: ‘La conoscenza percettiva ha due aspetti, o fasi: la datità di qualcosa di dato e l’interpretazione che, alla luce dell’esperienza passata, noi le imponiamo’ (p. 169). Nel saggio successivo, intitolato Coerenza, certezza e priorità epistemica, Roderick Firth tratta, nello specifico, la teoria della giustificazione epistemica del già citato Clarence Irving Lewis e la teoria coerentista di Bosanquet.
Alvin I. Goldman, nel saggio Che cos’è una credenza giustificata?, rivendica la stretta correlazione tra la conoscenza e la giustificazione, difatti secondo Goldman quest’ultima è necessaria per il conoscere, anche se questi intende fornire l’insieme di quelle che sono le condizioni sostanziali in grado di specificare quando una credenza è giustificata.
Lawrence BonJour, nel saggio Le teorie esterniste della conoscenza empirica affronta quello che egli definisce problema del regresso epistemico, ossia ‘il problema di come evitare un regresso infinito e, presumibilmente, vizioso della giustificazione della nostra teoria della giustificazione delle credenze empiriche’ (p. 213). Secondo BonJour le teorie fondazionaliste hanno cercato di evitare il problema del regresso epistemico, e fra queste egli annovera le cosiddette teorie esterniste.   
Chiude la seconda parte del volume il saggio di John Greco intitolato La giustificazione non è interna, col quale l’autore prende in considerazione il dibattito tra internismo ed esternismo in epistemologia. 
La terza parte del volume è dedicata al problema dello scetticismo il quale affonda le sue radici storiche in autori come Pirrone, Cartesio, Hume, ecc. Com’è noto, la storia del pensiero è piena di cosiddetti paradossi scettici, il più famoso dei quali è sicuramente quello cartesiano presente nelle Meditationes de prima philosophia del 1641. Secondo tale paradosso immaginiamo un genio ingannatore capace di farci apparire come veri dei principi che in realtà non lo sono; tale esperimento mentale mira a mettere in dubbio le possibilità conoscitive che i sensi ci offrono. Come afferma Annalisa Coliva nella sua introduzione a questa terza parte del volume, ‘supponiamo di voler provare di sapere che vi è un mondo esterno e che cercassimo di farlo partendo dalla nostra esperienza sensoriale che ci testimonia, per esempio, che vi è la nostra mano qui di fronte a noi. Sulla scorta di tale esperienza possiamo ragionare come segue: qui c’è la mia mano; se qui vi è una mano, vi è un mondo esterno; quindi il mondo esterno esiste. […] Chiediamoci come conosciamo la premessa “qui c’è la mia mano”. Evidentemente la conosciamo sulla base della nostra esperienza sensoriale […] Ma questo, di per sé, ci dà anche una giustificazione per credere che qui vi sia una mano? La risposta sembra essere negativa: quell’esperienza potrebbe essere identica qualora fosse il frutto di un’allucinazione […]. La prova dell’esistenza del mondo esterno è pertanto circolare, visto che presuppone che si abbia già una giustificazione per la sua prima premessa’ (p. 258).  
Tutte queste tematiche vengono affrontate nei saggi conclusivi di questa terza ed ultima sezione, ossia Fred I. Dretske, Operatori epistemici, Keith DeRose, Come risolvere il problema scettico, Crispin Wright, Fatti e certezza e Giustificazione di default (e fondamenti gratis)? ed infine James Pryor, Che cosa c’è di sbagliato nell’argomento di Moore?
L’intento di questo ponderoso volume (ben 416 pagine) non consiste unicamente in una presentazione dei principali temi concernenti le teorie della conoscenza presenti nell’attuale dibattito epistemologico internazionale, bensì anche nella diffusione, nell’ambiente accademico e scolastico del nostro Paese, del modo di fare filosofia presente nell’approccio analitico. In questo senso, tale volume può sicuramente assolvere tale compito, in quanto esso si presenta ben strutturato ed inoltre ogni sezione è opportunamente preceduta da una chiara ed agile introduzione.


Indice

Prefazione (Clotilde Calabi, Annalisa Coliva, Andrea Sereni, Giorgio Volpe)

Parte prima
La natura della conoscenza

Introduzione (Clotilde Calabi, Andrea Sereni)

1. La credenza vera giustificata è conoscenza? (Edmund Gettier)
2. La conoscenza (Robert Nozick)
3. Un’epistemologia delle virtù (Ernest Sosa)
4. Sensibilità, sicurezza ed epistemologia anti-fortuna (Duncan Pritchard)
5. La conoscenza e i suoi limiti (Timothy Williamson)

Parte seconda
La natura della giustificazione epistemica

Introduzione (Giorgio Volpe)

6. Le basi della conoscenza empirica (Clarence Irving Lewis)
7. Coerenza, certezza e priorità epistemica (Roderick Firth)
8. Che cos’è una credenza giustificata? (Alvin I. Goldman)
9. Le teorie esterniste della conoscenza empirica (Laurence BonJour)
10. La giustificazione non è interna (John Greco)

Parte terza
Lo scetticismo

Introduzione (Annalisa Coliva)

11. Operatori epistemici (Fred I. Dretske)
12. Come risolvere il problema scettico (Keith DeRose)
13. Fatti e certezza (Crispin Wright)
14. Giustificazione di default (e fondamenti gratis? (Crispin Wright)
15. Che cosa c’è di sbagliato nell’argomento di Moore? (James Pryor)

Per approfondire

Fonti e traduttori di testi

Indice analitico

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