giovedì 15 dicembre 2005

Mazzeo, Marco, Storia naturale della sinestesia. Dalla questione Molyneux a Jakobson.

Macerata, Quodlibet, 2005, pp. 375, € 21,00.

Recensione di Chiara Pastorini – 15/12/2005

Filosofia del linguaggio, Filosofia della mente

Se un uomo nato cieco, e diventato esperto tramite il tatto nel distinguere un cubo da una sfera, recuperasse la vista, sarebbe in grado di fare ancora questa distinzione con gli occhi senza toccare i due oggetti? Questa in sostanza la questione che William Molyneux, filosofo e scienziato irlandese, probabilmente afflitto per la cecità che colpiva la moglie, pose al suo corrispondente John Locke verso la fine del Seicento. 
Da quel momento la questione acquisì una rilevanza tale da riproporsi anche nei secoli successivi e negli autori più disparati, da Berkley a Leibniz, da Abbott a Merleau-Ponty fino ad assumere un ruolo di primo piano anche nei dibattiti contemporanei delle scienze cognitive, piuttosto che dell’antropologia filosofica o della psicologia sperimentale. 
La questione solleva punti di domanda intorno alle interconnessioni tra i sensi, intrecciandosi così al tema delle sinestesie (dal greco συν [insieme] e αισθησίσ [percezione]), ed implica inevitabilmente anche un’indagine nei rapporti tra la dimensione percettiva con quelle concettuale e linguistica.
Ma a chi tocca dare una risposta a questi interrogativi? Alle scienze empiriche con un nuovo experimentum crucis ancora da realizzare, oppure alla filosofia del linguaggio, a una nuova teoria della percezione o alla filosofia della mente? Pur analizzando con attenzione i risultati delle ricerche empiriche Mazzeo sembra affermare che il compito di fare chiarezza all’interno della questione Molyneux, impossibile a risolversi categoricamente in un si o un no, spetta ora alla filosofia.
Il percorso attraverso il quale l’autore, prima ripercorre l’evoluzione storico-filosofica della questione, poi ne discute i dati forniti dalle ricerche empiriche, e infine ne propone una risposta, è articolato in sette capitoli principali.
Nei primi due capitoli, Mazzeo fornisce una ricostruzione della questione Molyneux centrata su tre paradigmi principali. Il primo è rappresentato dalla cosiddetta “gerarchia sensoriale” che sostiene la priorità di un senso sull’altro: il primo Berkley ed il secondo Condillac insistono sul potere percettivo del tatto, il secondo Berkley ed il primo Condillac, invece, su quello della vista. Il secondo modello paradigmatico, chiamato “geometrico-linguistico”, sottolinea l’importanza della mediazione per mezzo di parole e calcolo geometrico tra le differenti modalità sensoriali. All’interno di questa prospettiva, sia Diderot che Leibniz, seppur con posizioni diverse, affermano che il cieco possa conoscere forme e spazio grazie all’astrazione geometrica. Vi è infine un terzo paradigma, incarnato da Herder, che insiste sulla capacità di percepire attraverso diversi sensi simultaneamente come carattere specifico della natura umana.
Nel terzo capitolo, l’antropologia filosofica, che vede in Herder il suo principale capostipite, riconosce nelle capacità sinestetiche uno degli spartiacque fondamentali tra ambiente animale e mondo umano, e nella quarta sezione l’autore sottolinea il fatto che la specie umana sia quella più sinestetica all’interno del regno animale, in quanto la meno specializzata e la più generica.
È nel capitolo quinto che viene messo in luce come lo scarto tra animali umani e non umani sia di natura percettiva e prelinguistica: gli Homo sapiens prima di qualsiasi attività verbale sono già in grado di effettuare trasferimenti sinestetici più complessi degli altri primati. Inoltre, costitutivo della nostra specie è un carattere di cronica immaturità (neotenia) che garantisce una plasticità biologica tale da consentire una ristrutturazione sensoriale ripetuta nel corso dell’ontogenesi. 
I limiti di una plasticità ampia, ma non illimitata vengono messi in evidenza nel capitolo sesto analizzando i casi di ciechi che recuperano la vista e la questione delle sostituzioni sensoriali. Mentre i primi cinque capitoli hanno insistito sul rapporto di dipendenza reciproca delle diverse modalità sensoriali, il sesto si concentra, piuttosto, sulla loro autonomia. Ma il contrasto tra queste due concetti è solo apparente: il fatto che la vita percettiva umana sia scandita dalla corrosione continua tra i sensi non impedisce che ciascuno di essi abbia la sua specificità, le sue proprie leggi (αυτός= proprio, νόμος= legge).
Nella settima e ultima sezione, Mazzeo indaga più da vicino i rapporti tra sinestesia e linguaggio sottolineando l’importanza della parola per la percezione, come già messo in evidenza precedentemente da Leibniz e Diderot. Qui, però, la fondazione non è più a senso unico: sia la parola rafforza e amplia la tipologia delle connessioni sinestetiche, sia, viceversa, è la sinestesia che si pone come la condizione di possibilità stessa del linguaggio. E il luogo privilegiato in cui emerge il legame tra sinestesia e linguaggio è individuato nell’elemento creativo della metafora.
Riproponendo allora la questione Molyneux alla luce di quanto detto la risposta che ne dà Mazzeo è la seguente: un cieco che recuperi la vista non sarebbe in grado di riconoscere immediatamente cubi e sfere, poiché solo un puro spirito in cui ogni sensorialità sarebbe equivalente (e, dunque, in cui non ci sarebbe realmente sensorialità) riuscirebbe nell’intento. Ma, ricorda l’autore, “gli animali umani non sono angeli […], devono sforzare il loro corpo per costruire le loro provvisorie e incerte conoscenze” (p. 13).

Solo una teoria filosofica che consideri l’animale umano come un corpo sinestetico, in cui si intersecano percezione e linguaggio, può allora sostenere l’adeguatezza dei suoi risultati, non fornendo risposte preconfezionate, ma costringendo ad interrogarci su ciò che ci rende umani.

Indice

Introduzione
PARTE PRIMA. RICOSTRUZIONE STORICO-FILOSOFICA.
Il cubo e la sfera: la questione Molyneux nel Settecento
L’Ottocento”: la “sconfitta vincente” di Berkley e il cieco che vede colori
Il Novecento: sensi e natura umana nell’antropologia filosofica
PARTE SECONDA. DISCUSSIONE DEI DATI EMPIRICI
Molyneux e la scimmia: la plasticità filogenetica dell’animale umano
Molyneux e la culla: la plasticità ontogenetica dell’animale umano
La vista che torna: i limiti della plasticità umana
La sinestesia come esigenza di linguaggio
Bibliografia

Indice di nomi

L’autore

Marco Mazzeo è dottore di ricerca in filosofia presso l’Università della Calabria. Ha curato il volume Wittgenstein 50 anni dopo: corpo, sensibilità e linguaggio (ESI, 2001) e, insieme ad altri, Linguaggio e percezione. Le basi sensoriali della comunicazione verbale (Carrocci, 2002). Tra le sue pubblicazioni Tatto e linguaggio. Il corpo delle parole (Editori Riuniti, 2003) ed è tra i fondatori della rivista “Forme di vita” (Deriveapprodi).

Links

Sito per un’introduzione alla nozione di ‘sinestesia’ (in chiave psicologica):

5 commenti:

MAURO PASTORE ha detto...

Certamente nessuna scienza è scaturigine di storia, per naturale che fosse; difatti può accadere che storie o storia naturale siano cultura diretta di scienza oppure di scienze non viceversa.
Caso sollevato da cultura filosofica settecentesca era per definire una filosofia dei sensi ed era impresa di tanti; si potrebbe dire che era una topica... ed era la ipotesi di cosa precisamente di definibile circa sensi in meno e vita conseguente, secondo vari tempi ed i sensi ipotizzati.
A porne in causa scienza, era esigenza di nuova scienza — che di fatto Vico formulava in riferimento a futura etnologia, Kant ad antropologia, entrambi filosoficamente; c'era pure cultura filosofica enciclopedica volta a scienza zoologica sin da Medio Evo; Goethe definì scienza morfologica dopo essersene anticipata filosofia introduttuva, da se stesso...
Se sinestesia deve esser considerata storicamente naturalmente, dal considerare scaturisce relativizzazione di scientismo darwinista non di evoluzione biologica... ma quale davvero questa sarebbe? Statura eretta non corrisponde a peculiarità sinestetica. D'altronde in storia naturale apparizione terrestre di statura completamente eretta coincidendo con manifestazione primaria di sinestesia totale, quale di umanità, segna doppia relazione; evidentemente ciò mostra che primati non umani meno dissimili da umani ed umani hanno, i primi con stature quasi erette ed i secondi erette, segnato un evento naturale; ma se ne trovano due accadimenti a fornire corretta euristica per possibile ermeneutica, proprio perché il significato aperto dal valutare statura eretta e sinestesia mostra due esseri viventi differenti e quasi in tutto, ciascun senso differendone e statura in fin dei conti quasi stessa ma non medesima tra: primati non umani | umani.
Filosofia greca aveva dato pensiero di: vita nascente da elemento acquatico e di vita variamente poi formatasi; ciò fu preistoria di moderni studi zoologici (non sempre se ne poteva dire e trovar giusti interlocutori) ma per mezzo v'erano le elencazioni medioevali di flora e specialmente fauna. Biologia scientifica afferma quasi stesso, ma non fondamentalmente; di essa se ne trovano elementi filosofici in realismo-idealismo-realismo schellinghiano ma pure in relativismo di G. Bruno; e di fatto la biologia studiò vitalità di scimmie, di umani, perché notava scopi vitali assai diversi ma tattiche vitali assai eguali; eppure, dopo, ne notò strategie vitali del tutto differenti; intanto Ch. Darwin aveva fatto osservazione di distanza evolutiva; ciò che detto "teoria dell'anello mancante", è a rigor di regola teoria culturale che in quanto tale definisce abissale differenza tra i due esseri; ma per breve periodo subculturalità se ne era appropriata con sofismi verisimili e dialettica duplicemente doppiamente persuasiva: i persuasi parziali e ciascun senza comunicare con gli altri ed altri ancora convinti non a loro volta persuasi; ma studi su strategie vitali mostravano grave assurdità di tali scientismo e subculturalità che divennero però i preferiti da vari cleri sedicenti cristiani, convinti di aver trovato incongruenza di 'scienze empiriche'; senonché il minimo e non conchiuso parametro (non storico, scientifico) stabilito da biologia evolutiva, di "distanza" tra esseri stanti eretti ma del tutto eretti solo gli umani, era sorto parallelamente postumamente e dopo interdisciplinarità conclusa (ovviamente senza nuovi dati) tra morfologia e biologia.
Di fatto si tratta di studio scientifico morfologico, la definizione di "statura" e le varie comparazioni... varie! Per esempio: particolari usi di dentatura umana son invece morfologicamente comparabili a lupi (anche altro). Dopo studi paralleli biologici fu la volta di studi paralleli paleontologici; i più recenti, dopo tanto cercare tra resti di scimmie, con altro risultato:
analogia tra: dinosauri di medie dimensioni e predatori; e umani!

...


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

... In verità (dunque)
ultimamente scoperte di resti di dinosauri viventi in ambienti pre-europei offrono maggior specificazioni e d'altronde interpreti da sempre notavano che mondo dei dinosauri estinti era in molti indizi definibile una gemellarità di atti-non-azioni compibili; per cui varietà comportamentale umana sin dai primi studi paleontologici era ovviamente ritenuta sola speculare a quella dei dinosauri predatori; e davvero nessun resto di "anello di congiunzione" tra scimmie ed umani fu né è stato mai trovato (e ovviamente mai fu studiato); ed oramai
è stato identificato qual possibile (e dunque se da aspettarsi altro uguale, niente di altro comunque da esso)
il vivente del passato cosiddetto "velociraptor", già noto, e che scoperte italiane di ambientalità divergente non opposta per umani e dinosauri
presentano a saggi interpreti o filosofi ermeneuti quale...:
esser ugualmente a noi aggirantesi ed agente per Pianeta Terra.

Ovviamente tanto di simile tra diversi non potrebbe accadere per anfibi uguali a dinosauri, di cui mai si è esclusa la esistenza e per i quali ci son testimonianze da valutare; da molti luoghi; ma resta che non tutto sarebbe del tutto sorprendente: è scientificamente nota esistenza di rettili mutanti potenzialmente anche giganteschi e si sa di nulla o quasi nulla aggressività contro umani di tal viventi, cioè che con aumentare di poderosità tanto meno ne è pericolosità; però in tal caso forme divergono assai da umane, più che quelle di normali rettili. Quanto si sa attualmente corrisponde a elementi di cronache antiche-medioevali.

La vestigia che ha messo in pensione le fantasie scientiste su scimmie del passato è ciò che concerne un dinosauro predatore terribile e spietato, di cui si ipotizza trasformazione poi in uccello primitivo od anfibio atipico od entrambi...
Ma non sinestetica la eguaglianza.


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

Dato di scienza psicologica è che sinestesia esiste;
ma tal scienza non è psicologia sperimentale;
esiston studi scientifici psicologici su mentalità di esperimenti, ma psicologia quale scienza esperisce, non fa esperimenti — stesso tutte le altre scienze definibili linguisticamente logiche ovvero empiriche: esse cioè non consistono di esperimenti.

Ma a propender per sorta di esperimenti con psicologia ovvero esperimenti mentali che mai dunque essa potrebber render scienza, è vasto ambiente antioccidentale, subculturale; il quale non ha tollerato esister non solo di scienza psicologica neppure di altra psicologia; e che ne fa facsimile per farne negare i valori. Marx era un negatore di tal valori; marxismo pure e lasciando eredità di vasto rifiuto culturale che in parte è una grave illusione in altra parte è estraneità a scopi di vita occidentale ed intolleranza contro questi scopi; ma c'è pure scarsità culturale, perché eredità greca ellena antica poco dava adito ad un verbo 'psicologico' e perché vasta psicologia aliena da Grecia antica e tanti i retaggi culturali da questa. Con sopravvivenza di Occidente a Guerra Fredda tali retaggi convergono a moderna psicologia; inoltre con la fine di negar nichilista in tautologia culturale – politicamente non indifferente, di Occidente e Tramonto – di "Tramonto dell'Occidente" la verità è una scoperta-ri-scoperta non solo razionale.

Filosoficamente - psicologicamente si può notare (anche variamente) che udire-dire, tatto-movimento, gustare-toccare, vedere-immaginare, olfatto-sfiorare, sono le vie sensibili della sinestesia, psicologicamente attività mentale - quasi-non-mentale percettiva - intellettuale...

A ciò parallelità psicofisica assegna, psicologicamente, corrispondenza a cosiddetto "sesto senso" che i fisiologi studiano qual: percezione totale.

Del resto messo in causa da molti anche in filosofia e da Illuminismo fino a nostra attualità, esso era spesso captato da antipsicologie e polemiche furibonde e inette; o era ascrivibile a preromanticismo culturale - filosofico. I dilemmi sui ciechi eran spesso viatici per pensare diversamente umanità; per intuire psicologia ed anche scientifica non "gelidamente"; ...per utilizzar assai fisiologia non solo ottica in realizzazione di occhiali in specie scuri...

Contestazione antioccidentale antipsicologica, ha incontrato recentemente veto di polizia europea, circa irregolarità di Stato ai danni di utilizzatori di tessere-patenti per guida di autoveicoli: non del tutto note a stessi patentati pseudoburocratiche ambiguità, fuorvianze; e in Italia automobilisti senza aver lotuto di fatto utilizzare foglio previo sostitutivo detto "rosa"; solo recentissimamente ne hanno riottenuto. Ingiunzione di polizia europea ancora attiva e tutte implicanze non ancora ammesse né da tutti gli Stati implicati... Da malasanità tentativi di assegnar ad automobilisti ignari sorta di premio-stupido a chi più 'scimmiesco, dalla vista più corta e multato'; crimini più gravi che dei nazisti perché non c'è nemico preciso cui sfuggire e tormenti, sevizie accadendo per tedi dei criminali...
Fosse vero di anfibi velociraptor od uccelli discendentine, come sarebbe percepirne statura e movenze; e davvero non interverrebbero rompendo cose dei colpevoli o portando lontano i colpevoli?


Metodo semplice e naturale per capire il mondo dei ciechi ed i mondi intermedi ad esso è questo:

La rammemorazione del buio prenatale!! ...

In tal senso: nessun enigma neanche filosofico ma conoscenza o rara o ardua.


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

In messaggio precedente: 'lotuto'

sta per:

potuto .


Diaframmi ottici tra miei occhi e tablet per casi sfortunati e strani magnetismi e riflessi anche per poca congenialità per me di mio apparecchio di scrittura ma a causa di fenomeni elettrici-elettromagnetici di porto marittimo purtroppo ancor non "salpato" verso più lontano qual invece già annunciato... ed anche di barriere luminose cioè parvenze diverse e ingannatorie essendo state alcune precondizioni da altri create quest'oggi con torto e profittando di altte mie necessità, persecutori cercando anche di attentare contro mio uso di stivali e profittando di ingenuità di bestie, pesci anche, ma essi invano eppure con mio travaglio ... tastiera captata da onde elettromagnetiche molto strane e di medesima linea internet, soprattutto dubbio che scriver provvisoriamente e riscriver potesse ridurre eventuali violenze ai danni di lettori, ...necessaria fretta di inviare per evitar eventuali spioni - via-internet, anche ipotesi che animali non razionali, bestie cioè potesser valutar meglio se ben intenzionati o non valutar se non ben intenzionati qualora accanto a lettori umani primo messaggio non in tutto significante qual scritto e poi altro significante in totalità scritta (o pressoché); ... fatica oggi per aver affrontato per ennesima volta tormenti di presenze umane impossibili a suscitar piaceri, camminando per strada ed in mie comunicazioni, di cui qui dico perché ne noto l'odio in parte motivato da fraintendere o non capire miei messaggi filosofici via-internet... Insomma tutto ciò non ha consentito primo invio già in tutto certo.

Reinvierò con correzione.


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

+

Dato di scienza psicologica è che sinestesia esiste;
ma tal scienza non è psicologia sperimentale;
esiston studi scientifici psicologici su mentalità di esperimenti, ma psicologia quale scienza esperisce, non fa esperimenti — stesso tutte le altre scienze definibili linguisticamente logiche ovvero empiriche: esse cioè non consistono di esperimenti.

Ma a propender per sorta di esperimenti con psicologia ovvero esperimenti mentali che mai dunque essa potrebber render scienza, è vasto ambiente antioccidentale, subculturale; il quale non ha tollerato esister non solo di scienza psicologica neppure di altra psicologia; e che ne fa facsimile per farne negare i valori. Marx era un negatore di tal valori; marxismo pure e lasciando eredità di vasto rifiuto culturale che in parte è una grave illusione in altra parte è estraneità a scopi di vita occidentale ed intolleranza contro questi scopi; ma c'è pure scarsità culturale, perché eredità greca ellena antica poco dava adito ad un verbo 'psicologico' e perché vasta psicologia aliena da Grecia antica e tanti i retaggi culturali da questa. Con sopravvivenza di Occidente a Guerra Fredda tali retaggi convergono a moderna psicologia; inoltre con la fine di negar nichilista in tautologia culturale – politicamente non indifferente, di Occidente e Tramonto – di "Tramonto dell'Occidente" la verità è una scoperta-ri-scoperta non solo razionale.

Filosoficamente - psicologicamente si può notare (anche variamente) che udire-dire, tatto-movimento, gustare-toccare, vedere-immaginare, olfatto-sfiorare, sono le vie sensibili della sinestesia, psicologicamente attività mentale - quasi-non-mentale percettiva - intellettuale...

A ciò parallelità psicofisica assegna, psicologicamente, corrispondenza a cosiddetto "sesto senso" che i fisiologi studiano qual: percezione totale.

Del resto messo in causa da molti anche in filosofia e da Illuminismo fino a nostra attualità, esso era spesso captato da antipsicologie e polemiche furibonde e inette; o era ascrivibile a preromanticismo culturale - filosofico. I dilemmi sui ciechi eran spesso viatici per pensare diversamente umanità; per intuire psicologia ed anche scientifica non "gelidamente"; ...per utilizzar assai fisiologia non solo ottica in realizzazione di occhiali in specie scuri...

Contestazione antioccidentale antipsicologica, ha incontrato recentemente veto di polizia europea, circa irregolarità di Stato ai danni di utilizzatori di tessere-patenti per guida di autoveicoli: non del tutto note a stessi patentati pseudoburocratiche ambiguità, fuorvianze; e in Italia automobilisti senza aver potuto di fatto utilizzare foglio previo sostitutivo detto "rosa"; solo recentissimamente ne hanno riottenuto. Ingiunzione di polizia europea ancora attiva e tutte implicanze non ancora ammesse né da tutti gli Stati implicati... Da malasanità tentativi di assegnar ad automobilisti ignari sorta di premio-stupido a chi più 'scimmiesco, dalla vista più corta e multato'; crimini più gravi che dei nazisti perché non c'è nemico preciso cui sfuggire e tormenti, sevizie accadendo per tedi dei criminali...
Fosse vero di anfibi velociraptor od uccelli discendentine, come sarebbe percepirne statura e movenze; e davvero non interverrebbero rompendo cose dei colpevoli o portando lontano i colpevoli?


Metodo semplice e naturale per capire il mondo dei ciechi ed i mondi intermedi ad esso è questo:

La rammemorazione del buio prenatale!! ...

In tal senso: nessun enigma neanche filosofico ma conoscenza o rara o ardua.


MAURO PASTORE