mercoledì 18 ottobre 2006

Di Carlo, Leonardo, Sistema giuridico e interazione sociale in Hegel. Dagli scritti jenesi ai Lineamenti di filosofia del diritto.

Pisa, Ets, 2006, pp. 184, € 14,00, ISBN 88-467-1523-3.

Recensione di Lucia Ziglioli – 18/10/2006

Filosofia del diritto, Storia della filosofia (idealismo)

Di Carlo svolge una decostruzione della struttura giuridica dello Stato hegeliano al fine di comprenderne la logica sottesa e il ruolo svolto dal sistema di diritto nella convivenza di sottosistemi sociali e di soggetti giuridici all’interno di una comunità. Attraverso l’analisi degli scritti jenesi prima, e dei Lineamenti di filosofia del diritto poi, l’autore avanza la tesi che l’impianto giuridico hegeliano sia fondato sulla logica fenomenologica della lotta per il riconoscimento, il che determina il sistema di diritto come orizzonte di possibilità di tutte le forme del darsi dell’intersoggettività.
Concetto e mediazione giuridica nei Systemfragmentwürfe jenesi.
Dalla lettura dei Systemfragmentwürfe jenesi emerge come in tutti i momenti del darsi della coscienza all’esterno (linguaggio, lavoro e famiglia) sia già presupposta l’intersoggettività. L’intersoggettività è già sempre presente come struttura ontologica della coscienza, essa precede e fonda la possibilità di estrinsecazione della coscienza. Affinché la coscienza si relazioni ad un’altra coscienza ed in questa prenda consapevolezza di sé è necessario, però, il momento fenomenologico della lotta per il riconoscimento.
Sostenere la lotta per il riconoscimento significa accettare il rischio della morte; in questo modo la coscienza rifiuta di essere cosa o schiavo e lotta per il proprio riconoscimento quale soggetto giuridico, acquistando così capacità giuridica. Chi non sostiene la lotta per il riconoscimento resta al di fuori del confine giuridico, non è soggetto giuridico. Sostenere il rischio della morte vuol dire anche accettare la possibilità della negazione giuridica, ovvero accettare la sanzione penale. La lotta per il riconoscimento si mostra, dunque, quale momento costitutivo, nonché necessario, dello Stato; attraverso la lotta per il riconoscimento, difatti, emergono due elementi fondamentali dello Stato: la capacità giuridica e la sanzione penale.
Il diritto costituisce, quindi, la possibilità stessa delle interazioni sociali; esse trovano nel diritto il proprio fondamento. Di Carlo mostra come la funzione del diritto in Hegel vada oltre il momento fondativo dell’interazione sociale in tutte le sue forme (linguaggio, lavoro, famiglia, economia): il diritto è anche ciò che rende possibile la comunicazione e l’interazione tra sottosistemi. Il progressivo autonomizzarsi delle varie sfere, difatti, pone a rischio l’intesa tra soggetti e quindi la sopravvivenza stessa dell’intero sistema. Il diritto ha, quindi, il compito di difendere l’equilibrio tra sottosistemi nell’interesse universale dell’intersoggettività.
Gli elementi fondamentali del giuridico si confermano dunque essere la capacità giuridica e la sanzione penale. In realtà, una più stretta analisi sul concetto di sanzione mostra come, affinché il cittadino accetti di subire la sanzione penale da parte delle istituzioni, occorra un terzo elemento giuridico: il riconoscimento delle istituzioni da parte del cittadino medesimo. Questo riconoscimento avviene, però, sulla base di valori politici; si riscontra così un’asimmetria nella relazione di riconoscimento: il riconoscimento del cittadino da parte delle istituzioni è di tipo giuridico, mentre il riconoscimento delle istituzioni da parte del cittadino è di tipo politico.
Occorre, quindi, indagare ora il rapporto tra relazione giuridica e relazione politica. L’autore, in considerazione della logica dell’Aufhebung hegeliana che vuole la relazione tra due elementi non come contrapposizione, ma come trapasso dell’uno nell’altro e del fatto che i valori politici al di fuori di una rete giuridica non hanno senso, ritiene essere la politica un sottosistema del più ampio sistema diritto. Il diritto costituisce la rete sociale all’interno della quale i rapporti sono regolati da valori politici, anche se ciò non significa che il diritto non abbia una sua indipendenza da essi.
Sistema giuridico e intersoggettività nei Lineamenti di filosofia del diritto.
Sulla base dell’analisi dei testi jenesi e dei risultati da essa prodotti, Di Carlo si appresta ora a decostruire l’impianto giuridico dei Lineamenti cercando conferme alla tesi che vede il diritto come fondamento e garanzia di tutti gli ambiti sociali.
Sebbene la partizione dei Lineamenti sia fatta secondo il concetto di libertà, la logica sottesa è sempre quella della relazione di riconoscimento. In questo secondo capitolo si esamina, in particolare, il riconoscimento del cittadino da parte dello Stato mentre la relazione inversa, di riconoscimento cioè dello Stato da parte del cittadino, sarà oggetto del terzo e ultimo capitolo.
Gli istituti attraverso i quali lo Stato riconosce il cittadino sono quelli della proprietà, del possesso e del contratto: attraverso di essi il diritto esercita una funzione coercitiva volta a difendere il riconoscimento dell’intersoggettività. Lo stesso compito svolgono anche le figure etiche della famiglia, del matrimonio o della religione: l’autore intende mostrare come tutti i sottosistemi, etici o giuridici, del diritto si fondino sulla logica del riconoscimento e trovino nella salvaguardia di essa la loro destinazione.
Un altro elemento essenziale del riconoscimento del cittadino da parte dello Stato è la pena o sanzione. La pena non funge più da elemento coercitivo, quanto da risarcimento per l’illecito. L’illecito è il mancato riconoscimento dello Stato da parte del cittadino, la pena, di contro, è il mancato riconoscimento del cittadino da parte dello Stato. L’autore mostra come per Hegel non sia l’ordinamento giuridico ad attribuire ad ogni reato un sanzione, ma sia il reato stesso a fondare in sé la sanzione e ciò trova conferma nell’analisi delle forme di risarcimento che l’esercizio della pena dà alla società: la sanzione è un mezzo per mostrare esteriormente la nullità della volontà che delinque; serve a ristabilire il riconoscimento intersoggettivo perduto con l’illecito; è il riconoscimento della massima che il delinquente ha seguito, l’universalità della legge e, in fine, è ogni volta il ristabilimento dell’ordinamento giuridico annullato con l’illecito. Tutti questi elementi della sanzione mostrano come a fondamento di essa vi sia la volontà che delinque: la volontà ha già in sé stessa la necessità della pena, solo così può essere riconosciuta nel suo essere come volontà libera. Hegel deduce la necessità della pena dalla necessità per il delinquente di venir riconosciuto in quanto tale. Il delinquente deve riconoscere l’universalità della legge per delinquere, ma così facendo riconosce anche la coercizione penale su di lui.
Hegel sta seguendo, secondo Di Carlo, un argomento giusnaturalistico: è il reato a precedere la definizione normativa, è la persona che fonda il diritto. A base del diritto vi è la volontà libera, ovvero la capacità giuridica. La volontà diviene libera solo nello Stato, nell’essere sottoposta ad un ordinamento nel quale la coscienza possa riconoscersi. Essenziale è pertanto il momento del riconoscimento dello Stato da parte del cittadino: senza la simmetria nel rapporto, il sistema giuridico non è fondato.
Razionalità delle istituzioni e giustificazione normativa.
Nel terzo e ultimo capitolo Di Carlo si appresta ad approfondire il riconoscimento dello Stato da parte del cittadino, riconoscimento che ha carattere non più solamente giuridico, quanto anche politico. L’elemento politico è necessario perché, affinché l’individuo riconosca le istituzioni come razionali, deve ritrovare se stesso in esse: Di Carlo parla di Gesinnung, di disposizione d’animo a ritrovare se stessi nelle istituzioni statali.
Il modello che secondo Hegel meglio rappresenta la mediazione di elemento politico e giuridico è il modello della monarchia costituzionale. In essa, la decisione politica del sovrano si media con il momento giuridico dello Stato di diritto. Il diritto non è più separato dall’autocoscienza dell’individuo, dalla sua Gesinnung, il sistema giuridico attraverso la figura del monarca riconosce il diritto dell’individuo.
Il lato del riconoscimento dello Stato da parte del cittadino comporta un altro elemento essenziale: la dinamicità della forma istituzionale dello Stato. Il riconoscimento dello Stato da parte dell’individuo è difatti soggetto all’evolversi dell’autocoscienza del cittadino, a cui deve necessariamente seguire la distruzione delle vecchie istituzioni per la nascita di nuove nelle quali la coscienza evolutasi possa riconoscersi. Questo mutare della forma istituzionale dello Stato è il progresso storico. La trasformazione dell’assetto giuridico dello Stato presuppone il modificarsi della coscienza, modificazione che si fa dapprima visibile nelle forme del suo darsi: rapporti etici, religione, critica filosofica. Lo Stato deve essere lo specchio del Volksgeist; dalla discrepanza tra Stato e Volksgeist nasce la possibilità della storia. In quanto la Storia (la rivoluzione dell’assetto istituzionale) è lo strumento del cittadino per annullare il riconoscimento dello Stato e, di contro, si è visto essere la pena lo strumento dello Stato per negare il proprio riconoscimento al cittadino, Di Carlo afferma esservi un rapporto simmetrico tra Storia e pena.
La relazione di riconoscimento si è mostrata, quindi, come il fondamento del sistema di diritto nello Stato hegeliano e, di conseguenza, di tutte le forme d’interazione sociale: è solo nell’universalità dell’esser riconosciuti che gli individui divengono esseri sociali. Altro risultato importante della ricerca è stato il mostrare la simmetria della relazione di riconoscimento: così come solo tra volontà libere può darsi un sistema di diritto, è vero anche che la volontà acquista realmente la propria libertà unicamente attraverso il riconoscimento di se stessa nell’universalità dello Stato. Momento fenomenologico e momento giuridico sono correlati e dipendenti: l’uno ha necessità dell’altro per il suo darsi.

Indice

Introduzione

Abbreviazioni delle opere di Hegel
Concetto e mediazione giuridica nei Systementwürfe jenesi
Sistema giuridico e intersoggettività nei Lineamenti di filosofia del diritto
Razionalità delle istituzioni e giustificazione normativa

Bibliografia


L'autore

Leonardo Di Carlo, nato a S. Marco in Lamis (FG) nel 1972, ha conseguito la laurea in Filosofia presso l’Università di Pisa e in Giurisprudenza presso l’Università di Bari. Ha perfezionato gli studi presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, l’Università di Colonia e la Scuola Internazionale di Alti Studi di Modena. Tra i suoi scritti: Tempo, autocoscienza e storia in Hegel, Napoli 2004; Realismo semantico e intersoggettività, Pisa 2004.

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