venerdì 29 dicembre 2006

Tomatis, Francesco, Come leggere Nietzsche.

Milano, Bompiani, 2006, pp. 203, € 7,80, ISBN 88-452-5751-7.

Recensione di Giuseppe Pulina – 29/12/2006

Storia della filosofia (contemporanea)

Nietzsche è uno dei pensatori oggi più letti e apprezzati anche da quanti si occupano non professionalmente di filosofia. Nietzsche è però non solo uno dei punti per così dire cruciali e terminali dell’attuale dibattito filosofico, ma anche uno dei pensatori meno facili del nostro tempo. Ecco perché il titolo del libro che Francesco Tomatis gli ha dedicato, Come leggere Nietzsche, può essere non impropriamente seguito da un segno interrogativo. Tomatis ovviamente sa come rispondere al quesito, e il suo libro può essere letto come un repertorio di risposte alle tante domande, curiosità interpretative, vertenze filosofiche che la lettura delle opere nietzscheane fa emergere in buon numero.

Sono diversi i tratti del pensiero nietzscheano sui quali Tomatis pone l’accento. C’è il Nietzsche inattuale, il pensatore abissale e vertiginoso, e c’è anche il filosofo sperimentale. Un aspetto, quest’ultimo, che fa di Nietzsche un filosofo vero come pochi altri. «Nietzsche – scrive, infatti, Tomatis – è un filosofo vero. Nonostante la filologia, che non ne accademizzò il pensare, nonostante la malattia, che ne accompagnava istruttiva la vita matura, nonostante l’interpretazione, troppo spesso indegna dei seri operai della filosofia, delle cui scorie lavorative piuttosto sopravvive quale parassita. Vero non nel senso soltanto di essere amico dei sapienti o amante devoto e anelante della sapienza. Bensì in quanto filosofo sperimentale, che vive profondamente in sé, che assume nell’esperienza su di sé il carico problematico da affrontare, facendo del pensiero vita. Ma non perché la sua esistenza si riduca al pensare o creda di tradurre praticamente delle teorie, piuttosto nello sperimentare corporalmente ogni intuizione nuova o antica, in un’indissolubile unione inunificabile di ogni aspetto vitale: dal sonno all’emozione, dall’alimentazione alla solitudine, alle idee e alla creazione attraverso un’estasi di gioia amorevole e onnicointuitiva o la stessa dolorosa morte animale» (p. 142).

Se Nietzsche è un pensatore sperimentale, nel senso che ha fatto del pensiero vita, quello che gli può essere dedicato deve allora essere non una biografia intellettuale, ma un saggio interpretativo che tenga conto della stretta, indissolubile identità tra filosofia e esistenza. Leggendo il Nietzsche dei frammenti postumi, quello che Tomatis più frequentemente cita, scopriamo che la vita è irriducibile al pensiero, perché «ogni informazione data dagli uomini della conoscenza ha proprio soltanto il senso di impedire che ogni nuovo uomo della conoscenza debba prima rifare tutte le esperienze già fatte» (p. 147). Alla filosofia non resta allora che trasformarsi in un sapere sperimentale, in una disciplina che incessantemente si detta regole nuove, oltrepassando limiti e rinunciando anche alle conquiste più recenti. La si potrebbe chiamare opera di autoredenzione. «Redimersi dai redentori, ma anche dai redentori dei redentori, redimere se stesso addirittura da sé occorre a Zarathustra, redimersi dal proprio volere – persino se non volente che a ritroso, e disillusamene, quale un poeta compositore, organizzatore del caso e della frammentarietà» (pp. 65-66).

Eterno ritorno, nichilismo, volontà di potenza, amor fati, oltreuomo, prospettivismo, bene/male, genealogia dei valori morali: il libro di Tomatis non trascura nessuno dei temi più classici della filosofia nietzscheana. La ricca bibliografia riportata in appendice ne fa inoltre un’utile introduzione al pensiero di Nietzsche, di cui ripropone anche una ricca selezione di brani.

Indice

L’origine del male in Dio
L’emiplegia e il pervertimento della ragione
La provenienza della verità dalla menzogna e l’arte tragica di sognare sapendo di sognare
Il passo indietro nella metafisica
L’oblio e la storia
I dietromondisti e la morte di Dio
Il discepolo di Dioniso e Zarathustra
Lo spirito di gravità
Il pensiero simbolico della possibilità
L’eternità di tutte le cose
Il coraggio della redenzione
La compassione, il grande disprezzo e il grande amore
La sapienza selvaggia
La decisione del circolo nihilistico nell’attimo abissale
Il divenire ciò che si è
La potenza incognita del sé
Le tre metamorfosi del ritorno al sé e la nuova sapienza creativa
Il riso del fanciullo e il gioco del mondo
Le parole che cantano di danzante gioia
Il grande meriggio e l’estasi conoscitiva dei misteri
L’intuizione mistica nell’autonegazione amorevole dell’anima
L’uno divenne due
La sofferenza e il piacere tragico della creativa sapienza dionisiaca
La volontà di potenza, al di là dell’inorganico e dell’uomo
La noia di Dio e l’amore della potenza
Il prospettivismo e l’interpretazione
Il carattere dell’essere impresso al divenire
La femmina o la natura dell’oltreuomo
L’oltreuomo
Il corpo, il senso della terra e il volo
La creazione di ciò che è eterno
La non-resistenza di Gesù e la nuova innocenza della volontà di potenza
L’Europa e la grande politica, la guerra, la pace e la cultura ecumenica
La globalizzazione, la civiltà schiavizzatrice e l’aristocrazia interiore
Il regno di Zarathustra
La verità del filosofo sperimentale
Cronologia della vita e delle opere
Bibliografia


L'autore

Francesco Tomatis insegna filosofia teoretica all’Università di Salerno. È stato il fondatore a Cuneo del Seminario angelus novus. Ha all’attivo numerosi scritti su Pareyson e Schelling, di cui ha recentemente curato la nuova edizione di Filosofia della Rivelazione. Fra i suoi scritti si ricordano Kenosis del logos (1994), Ontologia del male (1995), L’argomento ontologico (1997) e Escatologia della negazione (1999). Per la casa editrice Bompiani ha pubblicato Filosofia della montagna e curato l’edizione dell’opera nietzscheana Su verità e menzogna.

Nessun commento: