venerdì 18 gennaio 2008

Simonetti, Sergio, L’anima in San Tommaso d’Aquino.

Roma, Armando, 2007, pp. 282, € 25,00, ISBN 9788860811370.

Recensione di Martina Subacchi – 18/01/2008

Teologia, Storia della filosofia (medievale)

Lo scopo dell’opera è indagare la natura dell’anima umana, in un momento storico in cui – come osserva giustamente il Cardinale Saraiva Martins nella Prefazione – esegeti e teologi propongono una visione dell’uomo come un tutto unitario, riconducendo la distinzione anima/corpo a un’indebita influenza della filosofia greca. L’ambito all’interno del quale si svolge lo studio di Simonetti è la questione tomista della sostanza dell’anima, indagata in tutta la sua complessità: il tema de anima è affrontato infatti a partire dalle fonti del pensiero tomista (capitolo I), passando attraverso le Questioni Disputate (capitolo IV), per culminare nella Somma Teologica (capitolo V) e concludersi con l'analisi del Commentario al De Anima (capitolo VI).
Per mostrare che l’anima umana è immateriale, ossia di natura spirituale, San Tommaso parte dalla considerazione dell’intelletto: dal momento che questo svolge le proprie funzioni indipendentemente dal corpo, e niente agisce per se stesso se non sussiste per se stesso, è necessario che l’anima, chiamata anche mente o intelletto, sia un essere incorporeo e sussistente. È pur vero che la conoscenza intellettiva implica un qualche legame con la realtà sensibile, ma – ribatte l’Aquinate – le operazioni dell’anima usano il corpo non come strumento, bensì come oggetto.
Una volta accertata la sua natura spirituale, non bisogna pensare che l’anima sia una sostanza spirituale completa in se stessa; contrariamente a quanto crede Platone (che nel Fedone identifica l’essere dell’anima con l’essere dell’uomo e considera puramente accidentale l’unione dell’anima col corpo), l’anima è un’essenza completa solo se è unita al corpo. Esistono infatti alcune operazioni umane (come il temere, l’adirarsi e il sentire) che non derivano né dalla sola anima né dal solo corpo, ma dall’unione di entrambi; e se l’anima può conseguire la perfezione sostanziale (per completare la specie umana) e la perfezione accidentale (la conoscenza intellettiva attraverso i sensi) solo se è unita alla materia corporea e agli organi di senso, bisogna concludere che l’anima e il corpo formano una cosa sola e non sono diversi quanto all’essere.
San Tommaso inoltre distingue la persona dalla natura umana: la persona è il soggetto che agisce concretamente, mentre la natura è ciò che permette alla persona di agire; ciò che caratterizza la personalità o la sostanzialità della persona è la sussistenza, mentre l’attività intellettuale e volitiva appartiene alla natura o essenza spirituale. La persona perciò è il sussistere di una individualità umana nella sua concretezza, mentre la natura è ciò per cui una persona è un essere umano e la natura individuale è ciò per cui una persona possiede proprietà e accidenti in modo unico e irripetibile.
In sintesi: la persona sussiste in una natura e, per attuare la persona, la natura deve essere sussistente e spirituale; per essere un esistente concreto, e non rimanere a livello di definizione astratta, la natura umana deve sussistere in una sostanza, diventando sostanza prima. Dal momento che il soggetto sussistente è il supposito, la persona umana può essere definita anche «supposito di natura razionale». Essendo pura forma, l’anima non è l’essere come Dio, ma ha l’essere; non è puro essere, ma è un esser-questo, limitato e causato; eppure possiede l’essere in modo così immediato e diretto da trasmetterlo al corpo. Per questo San Tommaso definisce l’anima spirituale «la forma sostanziale del corpo» (Summa, I, 76, 1).
Pur essendo legato alla vita sensitiva del corpo, l’uomo è dotato di facoltà sue proprie, l’intelletto e la volontà, che lo separano dalla vita sensitiva rendendolo «capace di infinito». Dall’anima infatti promanano gli atti spirituali attraverso i quali l’uomo scopre l’esistenza di un Essere trascendente e sussistente: in quanto forma pura, l’anima può entrare in relazione con l’Assoluto, elevandosi a Lui con la volontà in modo reale e con l’intelletto in modo intenzionale. L’anima inoltre sussiste in modo autonomo rispetto alla materia e questo le permette di conoscere, oltre alle realtà sensibili, gli oggetti immateriali, cogliendone le essenze astratte e universali (conoscenza razionale).
La persona umana dunque è sostanza sussistente ed essenza spirituale dotata di intelletto e volontà; in quanto sussistente, è un ente concretamente esistente, unico nella sua individualità, ma se ogni essenza individuale è unica, tale non è la specie umana, comune ad ogni persona. E se è vero che l’uomo, in virtù della sua dimensione corporale, è accostabile agli enti infraumani, tuttavia il principio di individuazione umano non è dato, come in questi, dalla materia, ma dall’anima. Infine, dal fatto che l’anima è forma razionale del corpo e la forma perfeziona la materia relativamente non solo all’essere ma anche all’agire, deriva che l’anima razionale è unica e svolge anche le funzioni dell’anima vegetativa e dell’anima sensitiva, in modo che l’uomo sia «corpo, corpo animato e anima razionale» (De Anima, 1, 9).
In conclusione, nella filosofia contemporanea il dualismo corpo/anima ha portato alla nascita di due monismi: da un lato l’antropologia studia l’uomo limitatamente all’ambito esperienziale, considerandone l’agire, la vita di relazione e l’evoluzione indipendentemente dall’essere; dall’altro il falso spiritualismo riconosce sì la componente spirituale dell’uomo (anima, ragione, pensiero, coscienza), ma in quanto pura astrazione. La filosofia di San Tommaso, al contrario, propone una “antropologia soprannaturale” fondata sulla nozione di anima forma sostanziale del corpo, perciò sull’unione armonica di entrambe le componenti umane. Il testo di Simonetti, riprendendo tale insegnamento, offre numerosi spunti di riflessione al lettore che non si accontenti di una visione materiale o puramente razionale dell’uomo, ma intenda riscoprirne la dimensione trascendente, senza correre il rischio di cadere in un falso misticismo.
Riconosciamo perciò all’opera in esame i seguenti meriti: innanzitutto l’attualità del tema, che, in ordine alla costituzione dell’uomo, è in grado di fornire possibili risposte alle questioni di bioetica, sempre più pressanti all’interno della cultura occidentale; l’aver riproposto al lettore contemporaneo il pensiero di San Tommaso e i principi della sua metafisica, presupposto di ogni rigorosa costruzione del sapere; la ricchezza delle fonti e dei testi consultati (Aristotele, ma anche Sartre, Hillmann e Cullmann); la profondità dell’analisi, nonché la sistematicità espositiva.

Indice

Prefazione del Cardinale José Saraiva Martins
Introduzione
Capitolo I. Le fonti
Capitolo II. La natura dell’uomo: anima e corpo
Capitolo III. La sostanza
Capitolo IV. San Tommaso d’Aquino e l’anima nelle Questioni Disputate
Capitolo V. La Summa
Capitolo VI. Il Commentario al De Anima
Conclusione
Bibliografia


L'autore

Sergio Simonetti ha conseguito la laurea in Storia Medievale all’Università degli Studi di Genova e la licenza in Teologia Tomista alla Pontificia Università Angelicum, presso la quale è attualmente dottorando.

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