lunedì 18 maggio 2009

Tedesco, Francescomaria, Diritti umani e relativismo,

Roma-Bari, Laterza, 2009, pp. 143, euro 16,00, ISBN 978-88-420-8921-6.

Recensione di Francesca Rigotti - 18/05/2009

Relativismo, universalismo, etnocentrismo, diritti umani

Lavoro volonteroso e ben scritto su un tema sul quale molto si è detto – i diritti umani – che parte da un'impostazione giuridica per venire poi a coprire anche aspetti culturali, politici e filosofici del fenomeno. La tesi portante del libro, enunciata già dalle prime pagine, ribadisce il fatto che le posizioni, minimaliste o meno, da prendere intorno ai diritti sarebbero da assumere in primo luogo da parte dei soggetti che dei diritti «dovrebbero servirsi come strumenti di resistenza e di lotta contro ogni potere oppressivo» (p. 10).
Dopo una ricognizione sul senso delle nozioni di relativismo e universalismo condotta nel primo capitolo, si esamina, nel secondo, la formulazione relativista di difesa dei cosiddetti «valori asiatici» di matrice comunitaria, all'interno della controversia con l'individualismo dei valori occidentali, che comunque ha perso di mordente negli ultimi anni dopo le critiche portanti di alcuni autori tra i quali è da ricordare soprattutto Amartya Sen. L'Autore sottolinea l'importanza dell'intervento, nel dibattito sopra schizzato, degli studi culturali, postcoloniali e subalterni, diffusisi soprattutto negli USA dagli anni '90 del Novecento in poi, definendo tale impostazione col nome di «teoria critica». La scelta della denominazione, presentata senza motivazione né giustificazione di sorta, appare peregrina: non è sufficiente infatti, per un lavoro che vorrebbe essere scientifico, dichiarare lapidariamente in una concisa nota (n. 88, p. 105): «per 'teoria critica' intendo XY» quando tutta la comunità scientifica intende un'altra e ben precisa posizione ideologica.
A conclusione di questa parte, comunque, Tedesco elabora e presenta come risolutoria la nozione di «etnocentrismo critico», proponendola come una possibile scelta di buon senso dal momento che contiene una tensione verso principi universali che però nulla concede alla superiorità della propria cultura (altri, v. Steven Lukes in Liberals and Cannibals, hanno definito questa posizione semplicemente come pluralismo, e sotto questa denominazione essa già si presenta come una possibile e praticabile terza via).
La terza e ultima parte si concentra sulla violenza simbolica, ovvero la nozione che interpreta il rapporto tra dominati e dominanti «indicando l'introiezione da parte dei primi dei codici semantici di dominio elaborati dai secondi» (pp. 81-82). E qui il povero Franz Fanon, che per primo genialmente immaginò ed elaborò tale concetto in relazione ai rapporti tra colonizzati e colonizzatori, ci fa la figura del maschilista perverso, come se peraltro mai qualcuno – se non alcune donne – avesse fatto notare l'esclusione delle donne, tradizionalmente nemmeno considerate comprese nel complemento di specificazione «dell'uomo» attaccato al sostantivo «diritti».

Indice

Ringraziamenti
1. Relativismo e universalismo nel discorso sui diritti
1.1 Che cosa sono i diritti umani - 1.2. I diritti umani tra fondamento e consenso – 1.3. Che cos'è il relativismo: etico, cognitivo, estetico - 1.4. Un mondo in frammenti – 1.5. Relativismo, universalismo, diritti – 1.6. Una lettera a Babbo Natale?
2. Un paradigma della posizione relativista: gli «Asian values»
2.1. Le origini – La «Bankok Declaration» 2.3 Critica degli «Asian values» - 2.4. I peperoncini di Qiu Ju – 2.5. Etnocentrismo critico e transculturazione 'cannibale' – 2.6. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore? - 2.7. «Hollywood Party»
3. Lotta per i diritti umani e «violenza simbolica»
3.1. Il consenso di chi? - 3. 2. Ontologia del subalterno - «Violenza simbolica» - 3.4. La 'voce' dei subalterni – 3.5. La lotta per i diritti umani
Note
Bibliografia
Indice dei nomi


Gli autori

Francescomaria Tedesco, dottore di ricerca in Teoria e Storia del diritto, è contrattista presso l'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, dopo aver svolto attività di ricerca post-dottorato presso il SUM – Istituto Italiano di Scienze Umane. Ha pubblicato saggi e articoli su numerose riviste, alcune voci enciclopediche per UTET e, per Laterza, Introduzione a Hayek (2004).

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