giovedì 17 giugno 2010

Engels, Friedrich, Lettere aprile 1883 – dicembre 1887

otta Comunista (Classici), Milano 2009, pp. XXVI + 729, € 30 [ISBN 978-88-86176-85-9]

Recensione di Maurizio Brignoli – 17/06/2010

Filosofia politica

È raccolta in questo volume la corrispondenza di Engels compresa fra l’aprile del 1883, appena dopo la morte di Marx (18 marzo 1883), e la fine del 1887. Sono anni di lavoro intenso per Engels che deve farsi carico della preparazione del libro II e III del Capitale e mantenere i contatti con gli esponenti del movimento socialista da diverse parti del mondo.

La mole di materiale inedito lasciata da Marx costituisce una sorpresa per lo stesso Engels: “Non appena rientro attacco seriamente il II volume, e questo sarà un lavoro enorme. Accanto a parti completamente ultimate ce ne sono altre appena abbozzate… Oltre a ciò, la grafia è leggibile assolutamente solo per me, e a fatica. Tu chiedi come sia successo che proprio a me sia stato tenuto segreto fino a che punto fosse pronta questa cosa? Molto semplice: se lo avessi saputo, lo avrei tormentato giorno e notte finché il lavoro non fosse stato completamente pronto e stampato. E questo Marx lo sapeva meglio di chiunque altro; sapeva anche che nel peggiore dei casi, ora verificatosi, il manoscritto poteva essere pubblicato da me nel rispetto delle sue intenzioni” (a Bebel, 30 agosto 1883, p. 43). Il lavoro sul secondo libro del Capitale si rivelerà più ostico del previsto, si tratterà di sistemare due stesure intere e sei frammentarie, ma ancor più complesso sarà quello per il terzo cui Engels inizierà a dedicarsi dall’85 e che vedrà la luce solo nel ‘94. Engels dovrà sacrificare anche i suoi lavori, come una nuova edizione della Guerra dei contadini che non sarà mai realizzata, ma riesce comunque a portare a termine l’Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato (1884), quello che lui stesso sa che sarà “per un bel po’ di tempo l’ultimo lavoro autonomo” (a L. Lafargue, 26 maggio 1884, p. 113).

Engels è consapevole di come sul piano teorico la sua persona sia insostituibile e di fronte alle sollecitazioni di August Bebel, uno dei capi della Spd, che lo invita a lasciare l’Inghilterra risponde così: “Solo qui c’è la tranquillità necessaria per proseguire il lavoro teorico. In tutti gli altri posti si sarebbe costretti a partecipare all’agitazione pratica perdendo un’enorme quantità di tempo. Nell’agitazione pratica io non avrei contribuito più di chiunque altro; nei lavori teorici finora non vedo ancora chi possa sostituire me e Marx (...) Certamente, se la situazione fosse di nuovo come nel ’48 e ’49, allora salirei di nuovo a cavallo.” (a Bebel, 30 aprile 1883, pp. 15-6).

Un lavoro di importanza enorme quello di questi anni, svolto per altro con estrema umiltà: “Da quando abbiamo perso Marx, lo devo sostituire. Per tutta la vita ho fatto quello per cui ero adatto, cioè il secondo violino, e credo di averlo fatto in modo del tutto accettabile. Ero contento di avere un primo violino così formidabile come Marx. Ma se ora, improvvisamente, devo prendere il posto di Marx su questioni teoriche e suonare il primo violino, ciò non può accadere senza che si prendano delle cantonate, e nessuno se ne accorge più di me” (a Becker 15 ottobre 1884, p. 157).

Engels ritorna su diversi punti della ricerca da lui condotta insieme a Marx ricordando, ad esempio, come lo scopo dello stato sia quello di assicurare, tramite un potere armato, l’oppressione economica della maggioranza lavoratrice da parte della minoranza di possidenti, e come, nel momento in cui scompaia questa minoranza, scompaia la necessità di un’oppressione da parte del potere statale; d’altro canto, il proletariato deve impossessarsi in un primo momento del potere politico organizzato dello stato e per suo tramite schiacciare la resistenza della classe nemica. Iniziare la rivoluzione proletaria abolendo lo stato, come vorrebbero gli anarchici, significherebbe eliminare l’unica organizzazione politica per mezzo della quale il proletariato vittorioso può reprimere i suoi avversari e attuare la rivoluzione economica (a Van Patten, 18 aprile 1883). Ma “il proletariato vittorioso, prima di poterlo utilizzare per i propri scopi, deve trasformare il vecchio potere statale” (a Bernstein, 1 gennaio 1884, p. 61).

Nel maggio dell’84 Bismarck si dichiarò favorevole al “diritto al lavoro” nel senso della legge inglese che prevedeva, in caso di licenziamento, l’utilizzazione degli abili al lavoro nelle ‘case di lavoro’ o nelle prigioni: “Il diritto al lavoro è stato ideato da Fourier, ma per lui si realizza solo nel falansterio, quindi presuppone l’accettazione di quest’ultimo. I fourieristi (...) hanno diffuso questo motto per il suo tono innocuo. Gli operai parigini nel 1848 – nella loro assoluta mancanza di chiarezza teorica – si fecero accalappiare... Il governo lo realizzò nell’unico modo in cui una società capitalistica poteva realizzarlo: negli assurdi ateliers nazionali (...) Avanzato come richiesta separata , il diritto al lavoro non può essere attuato in nessun altro modo. Se si chiede alla società capitalistica di realizzarlo, essa può farlo solo all’interno delle proprie condizioni di esistenza” (a Bernstein, 23 maggio 1884, pp. 111-2). Se si offre il diritto al lavoro senza eliminare l’organizzazione capitalistica del lavoro, quello si trasforma in una sorta di diritto allo sfruttamento capitalistico.

Importanti anche le indicazioni fornite ai dirigenti della Spd: i parlamentari devono presentare proposte di leggi realizzabili, indipendentemente dal fatto che nessun governo borghese o degli Junker realizzerà mai leggi socialiste, sulla giornata lavorativa,sul la legislazione di fabbrica, su infortuni, malattie, invalidità sul lavoro (a Bernstein, 11 novembre 1884); si deve proporre anche la trasformazione sotto forma di affitto di grandi latifondi, altrimenti sfruttati capitalisticamente, in cooperative autoamministrate sotto il controllo dello stato che rimane proprietario del terreno: “Marx ed io non abbiamo mai dubitato che, nel passaggio all’economia completamente comunista, andasse ampiamente usata l’azienda cooperativistica come gradino intermedio”, con lo Stato che, in un primo momento, mantenga la proprietà dei mezzi di produzione così che “gli interessi particolari della cooperativa nei confronti della società nel suo complesso non possano radicarsi” (a Bebel, 20 gennaio 1886, p. 308). Le strategie parlamentari devono essere volte alla difesa del proletariato tedesco e non costituire un’occasione, per la maggioranza dei deputati, di far emergere la matrice piccolo borghese votando a favore di leggi a sostegno del capitale in crisi senza esigere alcuna contropartita. Nel giudizio di Engels la Spd è comunque un partito che, pur perseguitato dalle leggi antisocialiste di Bismarck, riesce ad ottenere grandi successi, un partito in cui “le masse sono di gran lunga migliori di quasi tutti i capi” (a Becker, 22 maggio 1883, p. 23).

Engels ricorda poi come sia sbagliato identificare gli avversari di classe con la definizione di Lassalle di “unica massa reazionaria” (Programma di Gotha) in quanto è presente una lotta fra la massa feudale e quella borghese di cui il partito del proletariato deve tenere conto (a Bernstein, 12 giugno 1883). La repubblica borghese costituisce la forma in cui deve essere combattuta fino in fondo la lotta fra proletariato e borghesia, mentre in Germania ci si trova ancora in un “miscuglio di semifeudalesimo e bonapartismo”, pertanto “da noi il primo risultato immediato della rivoluzione può e deve essere, per quanto riguarda la forma, ugualmente nient’altro che la repubblica borghese” (a Bernstein, 27 agosto 1883, pp. 41-2). La repubblica democratica, forma conseguente del dominio borghese, può diventare pericolosa solo dove vi sia un forte sviluppo del proletariato, ma può anche permanere, ad esempio in Francia e Usa, come puro e semplice dominio della borghesia (a Bernstein, 24 marzo 1884). Inoltre il suffragio universale costituisce, per ora, la leva migliore di un movimento proletario, anche se tutto ciò non implica assolutamente la rinuncia al diritto alla rivoluzione (a Bebel, 18 novembre 1884). Engels è favorevolmente colpito nel 1886 dallo sviluppo del movimento statunitense e dalla formazione di un partito operaio alla camera francese: “Solo un’organizzazione politica della classe operaia come partito, separato da tutti gli altri partiti e contrapposto ad essi, può portarli alla vittoria” (a Nieuwenhuis, 11 gennaio 1887, p. 428). Per quanto riguarda l’Inghilterra un vero movimento operaio potrà svilupparsi solo quando i lavoratori saranno posti con evidenza di fronte alla fine del monopolio mondiale dell’Inghilterra. Fino ad ora la partecipazione, come appendice della borghesia, al dominio del suddetto mercato ha determinato la nullità politica degli operai inglesi che sono stati blanditi con piccole concessioni come la legalità delle Trade Unions e degli scioperi, la rinuncia alla giornata lavorativa illimitata e il diritto di voto agli operai agiati (a Bebel, 30 agosto 1883).

Importanti richiami si trovano a proposito della natura della teoria di Marx ed Engels: “Quando si è ‘uomo di scienza’, della scienza economica, non si hanno ideali, si elaborano dei risultati scientifici, e quando, oltre a ciò, si è uomo di partito, si combatte per tradurli nella pratica. Ma quando si ha un ideale, non si può essere un uomo di scienza, perché si ha un’idea preconcetta” (a P. Lafargue, 11 agosto 1884, p. 143); “La nostra è una teoria che si sviluppa, non è un dogma che si impara a memoria e si ripete meccanicamente” (a Kelley-Wischnewetzky, 27 gennaio 1887, p. 431).

Non mancano precise analisi sullo sviluppo del capitalismo mondiale e delle sue crisi. Il monopolio inglese del mercato mondiale è ormai spezzato dallo sviluppo di Stati Uniti e Germania mentre gli altri paesi europei hanno sviluppato la loro industria e non dipendono più dall’Inghilterra, pertanto la crisi di sovrapproduzione si manifesta più rapidamente (a Kelly-Wischnewetzky, 3 febbraio 1886). Ma, soprattutto, Engels inizia a individuare la possibilità di una lunga guerra mondiale a partire dagli scontri austro-russi per il controllo dei Balcani fino alla possibilità di un intervento inglese: “In breve, c’è un grande caos e un unico risultato sicuro: un massacro di massa di un’ampiezza sinora mai vista, l’Europa stremata ad un punto mai visto, infine il crollo di tutto il vecchio sistema.... La cosa migliore sarebbe una rivoluzione russa”. Lungimirante è anche la previsione sull’effetto che la guerra mondiale avrà sul movimento operaio, risultato che del resto sarà scientemente perseguito dai governi capitalistici: “La guerra in un primo momento respingerebbe indietro il nostro movimento in tutta Europa, in molti paesi lo disperderebbe del tutto, attizzerebbe lo sciovinismo e l’odio nazionale e, tra le molte incerte possibilità, di sicuro ci offrirebbe solo il fatto che, dopo la guerra, dovremmo ricominciare da capo, ma su un terreno infinitamente più favorevole” (a Bebel, 13 settembre 1886, pp. 378-9).

Indice

Introduzione

1883

1884

1885

1886

1887


L'autore

Gli scritti principali di Engels (Barmen 1820 – Londra 1895) quali La situazione della classe operaia in Inghilterra (1845), La guerra dei contadini in Germania (1850), Antidühring (1878), L’evoluzione del socialismo dall’utopia alla scienza (1880), Storia e lingua dei Germani (1882), Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato (1884), Ludwig Feuerbach (1886) sono tradotti in italiano in diverse edizioni. Non esiste ancora comunque un’edizione integrale delle opere di Marx ed Engels. Tentativi erano già stati fatti con la Marx Engels Gesamtausgabe (Mega) negli anni venti in Urss e con la Marx-Engels Werke (Mew) fra il 1956 e il 1968 nella Ddr. La pubblicazione della cosiddetta Mega2, iniziata nel 1975 e interrotta dopo la caduta dei paesi socialisti, è ripresa nel 1998 grazie all’opera della Internationale Marx-Engels-Stiftung (Imes). In Italia l’edizione completa delle opere, prevista in 50 volumi (32 dei quali pubblicati fra il 1972 e il 1990 dagli Editori Riuniti), è ripresa nel 2008 con la pubblicazione del volume XXII (luglio 1870 - ottobre 1871) da parte della Città del Sole di Napoli, mentre Lotta Comunista ha pubblicato i tre volumi dal 1874 al 1887 a completamento del carteggio.

Link

Opere di Engels in italiano:

http://www.ezeta.net/homosapiens

http://www.marxists.org/italiano/marx-engels/index.htm

Internationale Marx-Engels-Stiftung:

http://www.iisg.nl/imes/

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