giovedì 12 aprile 2012

Sorrentino, Vincenzo, Il potere invisibile. Il segreto e la menzogna nella politica contemporanea

Bari, Dedalo, 2011, pp. 329, euro 18, ISBN 978-88-220-5386-2. Prefazione di Pietro Barcellona

Recensione di Carla Fronteddu - 09/03/2012

“La nascita del potere invisibile si perde nei meandri del passato remoto. I silenzi e le maschere del principe, gli intrighi di corte, il fiorire della corruzione nei giardini reali, gli assassini di palazzo, sono scenari che per secoli hanno animato il teatro politico. L'avanzare della democrazia non ha certo espulso il fenomeno dalla scena pubblica, tutt'altro” (p.13).
Comincia così Il potere invisibile di Vincenzo Sorrentino; con l'affermazione chiara e netta che la politica moderna, governi democratici inclusi, conviva con il segreto, 



con l'occultamento, con la menzogna.  A partire da questa consapevolezza, l'autore espone la trama concettuale con la quale è stato affrontato nel corso della modernità il tema del potere invisibile, un potere che non si può trascurare e che “rappresenta un problema di prim'ordine per la teoria e per la prassi” (p. 13). 
Il segreto in politica può avere due distinte funzioni, può essere strumento di occultamento o principio organizzativo. 
“Nel primo caso i soggetti attivi ricorrono ad esso per nascondere determinate informazioni ai soggetti passivi e non per gli specifici effetti di potere che il segreto, in quanto forma di relazione interpersonale, può avere su quest'ultimi […] Nel secondo caso, invece, vale l'inverso, poiché il segreto viene adottato quale forma di dominio indipendentemente dai contenuti occultati” (p. 27).
Nel caso del segreto come occultamento l'elemento determinante è il contenuto del segreto stesso e Sorrentino individua almeno due ragioni per cui in politica si ricorre a questo strumento: la relazione tra il dispositivo di sovranità di matrice hobbesiana e la guerra; e il rapporto tra capitalismo e democrazia.
Per analizzare il rapporto tra sovranità e guerra l'autore prende le mosse da Hobbes: a partire dalla sua concezione della sovranità e del rapporto di quest'ultima con la guerra, il ricorso al segreto si giustifica in quanto “mezzo per evitare l'esplosione della guerra civile” (p. 34) e come “strumento essenziale nella lotta contro i nemici esterni” (p. 34). 
La correlazione tra guerra, sovranità ed esercizio occulto del potere, viene poi fatta giocare dall'autore, con una costellazione concettuale completamente diversa, quella kantiana della pubblicità del potere, dell'uso pubblico della ragione e della critica della menzogna. “Il discorso kantiano” scrive Sorrentino “è importante […] anche perché ci aiuta a comprendere meglio i pericoli connessi al dispositivo di sovranità di matrice hobbesiana, un dispositivo che, lungi dall'essere relegabile nell'ambito della mera teoria […] è stato periodicamente riattivato, in epoche e contesti diversi, da settori spesso consistenti delle classi dirigenti per legittimare il ricorso all'esercizio occulto del potere e l'adozione di misure volte a limitare, o addirittura annullare, le libertà civili e politiche” (p. 56).
L'analisi del potere come occultamento prosegue chiamando in causa Marx, per affrontare il tema delle contraddizioni interne allo stato moderno. L'analisi marxiana, infatti, serve a Sorrentino per mettere in luce alcuni importanti questioni, “in primo  luogo [...] che l'invisibilità è il carattere costitutivo di un potere i cui metodi e obiettivi, dettati dalla sua subordinazione o funzionalità rispetto agli imperativi strategici del sistema economico, devono essere occultati in quanto contrastanti con i principi di legittimazione democratici” (p. 107).
Il potere invisibile comincia a questo punto a delinearsi come qualcosa di non accidentale, “ma appare piuttosto come un elemento fisiologico connesso alle contraddizioni interne” (p. 16) della democrazia e dell'economia capitalistica.
Alla seconda funzione del segreto in politica - il segreto come principio organizzativo -, Sorrentino dedica il secondo capitolo. L’autore di riferimento è Foucault, grazie al quale è possibile far luce sull'elemento di visibilità del potere invisibile. In questo contesto ciò che risulta rilevante non è l'informazione occultata, ma la relazione che il segreto stabilisce tra governanti e governati; “affinché si rafforzi il rapporto di assoggettamento” spiega l'autore “è necessario che il governato sappia che il governante detiene dei segreti che lo riguardano; la visibilità del suo potere invisibile, infatti, conferisce al secondo una misteriosità che lo rende imprevedibile e ne attesta la superiorità, accentuando la dipendenza e la sottomissione del primo” (p. 121). 
Foucault nel descrivere le modalità di esercizio del potere disciplinare fa riferimento a tre strumenti: la sanzione normalizzatrice, la sorveglianza gerarchica e l'esame. Insieme questi tre strumenti rendono il potere visibile ed inverificabile. È il principio del Panopticon:
“nella società panoptico-disciplinare […] la visibilità è lo schermo che protegge l'invisibilità del potere e che ricorda al governato l'esistenza di tale potere invisibile. Per il suddito l'invisibilità del sovrano è assenza; per il sorvegliato, invece, l'invisibilità del sorvegliante è costante presenza” (p. 129). 
Sorrentino osserva giustamente come, nel mondo attuale, la sorveglianza sia fortemente amplificata dalle nuove tecnologie dell'informazione e, nel paragrafo L'occhio elettronico, si sofferma sulla sorveglianza elettronica: “l'occhio elettronico invisibile è […] spesso visibile. Esso, però, è spersonalizzato - in quanto è molto difficile individuare non solo la persona che sorveglia, ma non di rado anche l'agenzia coinvolta - e inverificabile: infatti, generalmente non sappiamo quanto coloro che raccolgono dati personali sanno sul nostro conto, perché possiedono questi dati e di chi li mettono a disposizione. La sorveglianza elettronica conferma, almeno in parte, quanto già emerso dall'analisi del panoptismo, ossia che il gioco di visibilità/invisibilità può essere tale da indurre un assoggettamento ai poteri che lo mettono in atto” (p. 136). 
Tuttavia, se è indiscutibile che la sorveglianza tecnologica possa diminuire la libertà degli individui, si può scorgere, allo stesso tempo, anche una connessione con la democrazia: i sistemi di controllo sociale possono anche servire nella lotta contro la criminalità, nelle operazioni economiche o nel funzionamento del welfare state: “l'intensificazione della sorveglianza non va ricondotta semplicisticamente alla logica del “Grande Fratello”. Indubbiamente essa è anche l'effetto di pratiche di controllo volte a limitare la libertà degli individui […] ma essa è anche dovuta alla complessità di società volte a garantire la mobilità, la sicurezza e, più in generale i diritti sociali” (p. 163).
È in questo senso che Sorrentino parla della sorveglianza elettronica come di una “Giano-tecnologia”: “ una certa “trasparenza” dei cittadini può essere un mezzo di neutralizzazione delle libertà democratiche così come una condizione per la realizzazione di forme più avanzate ed efficienti di democrazia” (p. 164).
L'altra forma di potere invisibile presa in considerazione dall'autore è la menzogna. Mentre il segreto è una forma di omissione della verità, la menzogna presenta un carattere più complesso, perché “fabbrica” la verità. Qui l'interlocutrice di Sorrentino è Hannah Arendt, che individua alcune differenze tra la menzogna politica tradizionale e quella moderna e riflette sulla relazione tra politica, verità e opinione. 
Sebbene “l'antitesi tra verità e politica sia un luogo comune”, sebbene la menzogna politica sia sempre esistita, oggi, l'impatto con i nuovi mezzi che la tecnologia mette a disposizione accresce la pericolosità del potere invisibile. La combinazione di tecnica e costruzione della verità risulta devastante nei regimi totalitari, ma può essere estremamente pericolosa anche in democrazia.
L'ultimo fenomeno, o meglio l'ultima strategia del potere invisibile presa in considerazione da Sorrentino è quella della neutralizzazione della verità. “Nella politica contemporanea, e soprattutto nelle democrazie, il coinvolgimento delle masse e l'esistenza di un sistema mondiale di comunicazione fanno sì che il segreto politico, come totale non accesso alla verità da parte dei cittadini, abbia spesso un'esistenza precaria […] La possibilità di uno svelamento rappresenta, dunque, un grave pericolo per i governanti che esercitano il potere occultamente. Per quest'ultimi, allora, l'esistenza di condizioni di neutralizzazione delle verità emerse diventa tanto importante, e spesso più importante, dell'esistenza di strumenti di occultamento della verità” (pp. 195-6).
La ricca analisi delle possibili declinazioni del potere invisibile mette in guardia rispetto al potenziale distruttivo di quest'ultimo, ma allo stesso tempo Sorrentino avverte che “il potere invisibile non va semplicemente criticato a partire da un'ottica morale che assuma la sincerità come valore, ma va politicamente combattuto per la sua pericolosità, la quale, pur emergendo in maniera particolarmente evidente nei regimi totalitari, si profila anche nelle nostre società democratiche” (p. 219).


Indice

Prefazione
di Pietro Barcellona

Introduzione

Capitolo primo
Il segreto come strumento di occultamento
        Sovranità e guerra
        Le contraddizioni interne dello Stato moderno
        Il potenziale “destabilizzante” della democrazia
        I confini della democrazia
        La globalizzazione “opaca”

Capitolo secondo
Il segreto come principio organizzativo
        La visibilità del potere invisibile
        L'occhio elettronico
        Instabilità e dominio
        Complicità, sospetto e isolamento
        Sorveglianza e democrazia
        Politiche della sicurezza

Capitolo terzo
La fabbricazione della verità
        Verità di fatto e politicamente        
        Menzogna sistematica e tecnica
        Autoinganno e defattualizzazione

Capitolo quarto
La neutralizzazione della verità
        Ideologia e organizzazione
        Lo scontro tra verità e senso comune
        La riduzione della verità a mera opinione
        Tacito consenso ed estetica del segreto
        Bellicizzazione della vita quotidiana e teoria del complotto

Capitolo quinto
La lotta contro il potere invisibile
        Sterminio ed eclissi della politica
        Disorientamento e perdita del senso del limite
        La questione tecnologica
        Quale democrazia?
        Il coraggio della verità

Appendice
Figure dell'occultamento
        Mascheramento ideologico
        Segreto di Stato e Ragion di Stato
        Doppio Stato
        Il potere tra visibilità e invisibilità

Bibliografia

Indice analitico

19 commenti:

MAURO PASTORE ha detto...

Pubblicazione recensita si compone di una prefazione di altro autore prima di introduzione di stesso autore. Essendo lavoro di autore non prefatore una analisi di tipo politologico, prefazione prima di introduzione non potrebbe mai essere non determinante... Difatti operazione editoriale fu concernente prefazione in prima istanza ed in seconda il resto, con intera presentazione non coincidente con scopi di analisi di autore e consistente in descrizione di circostanza di politica incongruenza non situazione tanto meno condizione. Questa ultima risulta oggetto interno di tesi di autore, cui distinto prefatore con lavoro aggiunto forniva evidentemente di divergente interpretazione ed unica possibile ne mostrava editorialità col riferirne a possibile lettura non faziosa... Difatti libro non fu solo oggetto di stamperia cui opinabilità intrinseca! Fu pubblicato con criterio di non preventiva opinabilità, cui requisito era evidentemente fornito da prefazione della quale l'autore (di prefazione, appunto) era P. Barcellona, cui intero pensiero e più ampio itinerario intellettuale attivamente descriveva no, entro criterio di repubblicana democratica fattibilità, la altra fattualità cui origine non fattibilità ma cui originato non conforme ad origine stessa e perciò riformulabile in altro pensiero, a causa di esigenze collettive non di massa. ma cui desideri di massa sottopostine, cioè sottoposti qual impoliticità generica a generalizzabile politicità... Non sto inoltrando questione di teoria verso teoria, ma di prassi (introduzione e restante) entro prassi (prefazione e condizione editoriale), cioè di tesi soggettivamente valida ed oggettivamente non validabile ma che da realizzabile in assunto teorico-politico fu invece invalidata quale realizzazione poiché altramente irrefutabilmente validata: in particolare con politica filosofica istituzionalizzabile tratta da oggettualità soggettualizzata tramite connotazione non antidenotativa ma superdenotativa e direttamente statuale-politica non politica-statale... A questa ultima tendeva operato di autore Vincenzo Sorrentino da soggettualità, politica, non allineata cui relativa grande anzi gigantesca vicenda era Guerra Fredda e Dopoguerra Freddo ed evenienza di generalizzato Dopo Guerra Fredda ed a questo ultimo furono anche connessi rischi di catastrofi di guerra del tutto letali a causa di pericolo di venir meno di particolari Regole di Non Belligeranza dette "Fredde" — anche fisicamente tali cioè per evitare disastri termonucleari... Ma bisogna sùbito spiegare che cotale evenienza era già fuori Istituzioni, anche di Diritto Politico Mondiale, mancandone unanime consenso secondario in fronti estremi — non solo capitalistici-politistici ma pure politistici-comunistici fino ad anno 1989 ed associazionistici-politistici fino ad anno 2012...


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

2012...
Di tal anno fu non solamente fine di Riconversione di Strutture Sovietiche di ex Unione Sovietica, ma anche Comunicabilità reciproca Est-Ovest di avvenuta Riconversione, accaduta proprio con la Conservazione delle Statualità europee sia ad Est che ad Ovest, ma diversamente: statalmente-statualmente ad est, viceversa statualmente-statalmente ad Ovest dunque Italia compresa... Ma non era questa, in anni 2010-2011, volontà politica unanime in componenti comuniste residue o post od ex comuniste o neocomuniste o neo comuniste italiane né era volere di Vincenzo Sorrentino; ne impedivano veto degli stessi contrari effettivamente situazioni culturali in parte estranee a cultura di Stato non solo statale. Stato tuttavia fu capace di quel veto poiché sostenuto da impegni democratici diretti, tuttavia non provenienti dalla base democratica individuata da chi senza veto, cioè non dalla attività democratica non conforme a Stato in Statalità non istituzionale, ma da Extrastatalità non conforme e difforme Non-Statalità cui extrastatalità era tramite non controstatale e cui Non-Statalità era scaturigine non Antistatale ma di 'Altra Statalità Possibile', cui inerenze, le più varie, apartitiche, transpartitiche, partitiche...
Non risulterà, a lettore di questo mio commento, tutto ciò complicato ma solo prospettico, notando che V. Sorrentino era, di fatto, tardo fautore di Governo Ombra – in passato di Partito Comunista Italiano e cui Enrico Berlinguer ultimo grande e riuscito fautore – consistente in Opposizione partitica non occulta ma occultamente impeditiva fino a controeffetti involontari in stessi Governi Istituzionali Politici, cui Governo Ombra era solo Politico-Partitico, Oppositivo. In quanto di esso fautore, V. Sorrentino intendeva nullificare gli atti politici governativi e militari italiani di difesa delle Istituzioni Statali, perché ne riteneva invase da violenze antisociali che a suo e non solo suo avviso ne rendevano solo teorica stessa Realtà di Stato. Negazione di questo non considerare, ovvero disistima, non era arbitraria ma una non oggettiva constatazione di non possibilità che Stato Italiano potesse non tramutarsi in suo contrario distruttivo; mentre opposte constatazioni erano parimenti non oggettive... Ma, in tal senso, prefazione e pubblicazione editoriale erano già e di per sé stesse una riuscita di segno opposto, fatta di ardue comprensioni e difficoltosissimi previi contatti; datoché quelli in stessa disistima di V. Sorrentino erano sul punto di far adottare in Stato Italiano Contrordine immediato a Difesa Militare di Stato con fuoriuscita immediata da Patto Atlantico e Regime di Anarchia, per nessun futuro politico determinato. A queste motivazioni, furono opposti altri motivi non meno gravi, tramite ricerca di informazioni in ambienti di Politica Alternativa e richiesta di contatti culturali politici, diplomatici e sociali; difatti v'era società politica in Italia che aveva optato per totale rifiuto di esiti non comunisti in Politica di Stato Italiano. A tal fine, si provvide a decifrare direttamente provocando dichiarazioni, fino a che non ci si trovò a fronte di Tesi Politica Alternativa; cui formulazione importante quella civile-sociale di stesso Sorrentino, che ritenne doveroso, potendo, istituire dialogo culturale, ma avendone non preferito da prima.
...


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

... È evidente che Tesi di Sorrentino era Parastatale non Statale e che non era comprensiva di Dottrine Politiche ufficialmente applicabili a Stato Stesso ma stesso autore di Tesi ne era pienamente consapevole perché codesta basata su etica non contraria a Stato ma irricevibile da Stato stesso, che non poteva ricevere proposta di pubblicità terminale - né ex pubblicano - perché ovviamente era Repubblica in atto, ma cui problematiche di rischi di Antistatalità interna. Per evitarNe dissoluzione col dissolversi, ovviamente altrove di altro e per altro, di Strutture Sovietiche, fu decisivo provvedere, da parte di chi poteva e voleva, di maggiori informazioni decisive e di esplicazioni sociali relative ad informazioni ottenute; ma ciò accadeva, appunto, mentre 'contraenti' verso non salvezza di Stato, pur non escludendo - infine!- volontà di sapere in possesso di loro oppositori, ne contrastavano la volontà di fare, perché reputavano disastroso tentare di salvare Stato troppo mal ridotto e concepivano qual unica soluzione a tragedia umanitaria e mondana già in atto Fine dello Stato in quanto tale, non passaggio da Statualità a Statualità; ovvero neanche rifacimento di Nuovo Stato per mezzo di critiche sociali da essi riconosciute favorevoli ne soddisfaceva - perché direttamente ritenevano utile differente civilizzazione per differente civiltà.
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MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

... Sorrentino di fatto era per Nuovo Occidente Civile; datoché faceva filosofia; infatti altri di avvisi uguali e senza logiche ulteriori in azione erano per Fine di Occidente... Ma questo estremismo, era deducibile da ignorare, da parte di chi in quegli avvisi, dei rischi connessi con una siffatta fine; e chi senza voler capire dubbi possibili in stessi avvisi, non si rendeva conto di quale conseguenza poteva esser fine occidentale per storia mondiale. Questa, alle prese coi rischi di catastrofi di guerra e planetarie, era già al punto di accadere di valutare, globalmente, indirettamente, varie Grandi Fini pacifiche: di Oriente politico culturale, Occidente culturale politico, Settentrionalità civile e politica, Meridionalità sociale ed impolitica, Centralità sociale e politica; e ciò mentre alcune componenti politiche mondiali passavano ad ipotesi dirette, cui note del tutto quelle genericamente neocivilizzatrici israeliane, solo in parte note quelle americane neosocializzanti, solo constatabili quelle nuove cattoliche neoculturalizzanti, non del tutto notabili quelle atee impoliticizzanti; si doveva allora badare da parte di tutte le potenze mondiali alle eventualità connesse alle ipotesi dirette, di fatto tutte gravose per umani destini e le più gravose quelle atee, cioè negatrici di politiche comuni di umanità religiosa e non religiosa: cui effetti pensabili non erano solo nullificazioni politiche religiose ma pure solo politiche... Sempre, valutare le altrui ipotesi dirette conduceva a individuare disinformazione da colmare, anche mantenendo "freddo" cioè militare-economico-convenzionale, il generico Conflitto Mondiale Est-Ovest. Contrasto ad 'Abbandonare a sé stesso' Stato Italiano era anche prodotto dal valutare impraticabilità di ipotesi dirette di Grandi fini Pacifiche e dal doverne restare a valutare solo indirettamente; difatti ipotesi dirette si rivelarono pericolose per felicità di umani destini ma solo a chi intendeva che erano possibili catastrofi ambientali immani dal prender eventuali decisioni generali mondiali; ed unica strada non era la acculturazione civile ma la culturalità tecnologica-civile non civile - tecnologica... Per realizzarne, in Occidente, bisognava accogliere i moniti della moderna filosofia occidentale circa assolutezza di necessità politiche forti, determinate, decisive; accolti da potenti Monarchi europei sin da invio di prime epistole illustrative di Giordano Bruno inerenti assoluta gravità di questioni vitali in politica, quindi ricevendo da ideologia di Assolutismi politici hobbesiani sia specificazioni maggiormente aristocratiche che indicazioni maggiormente democratiche.
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MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

... Di fatto, esistono due interpretabilità di filosofia politica dell'Assoluto di Hobbes: concernente Poteri Costituiti, concernente Poteri Da Costituire. Per tale ragione, integralità di pensiero politico kantiano era bivalente quanto ambivalente hobbesiano. Appello di Kant a comunicabilizzazioni non era valente solo qual democratizzazione repubblicana ma pure qual monocratizzazione dittatoriale; cui Regime di Cancelleria Burocratica Prussiana aveva realizzato fino a potere di Bismarck e oltre; mentre in Stati Uniti di America fu maggior alternativa, collettiva, durante Guerra Civile, quando effetti liberatori di direttive democratiche più a Nord che a Sud - difatti eventi erano difformi dalle singole ufficialità di potere. Dei tempi di Hobbes, oltre che inizio dei vastissimi poteri delle Signorie inglesi poi britanniche in mondo protocoloniale coloniale postcoloniale mondiale, si può dire di successo e continuazione dei primi Servizi Segreti con Poteri Speciali; cui autarchie, russe, russe americane, americane, variamente europee, giapponesi, globali, dati di fatto eminenti; episodio di Resa Burocratica Statunitense a Diplomazia prima Segreta poi pubblica imperiale giapponese, né rappresenta forse vicenda più grave in storia mondiale sino a odiernità, accaduta dopo fine del Secondo Conflitto Mondiale con Stato Americano conferente ad Impero stesso Del Giappone quanto da Esso richiesto a motivo non solo di Guerra stessa ma di Etica del tutto contraria a quella americana di allora... Ciò accadeva sia perché gravava Giudizio interno ed Esterno a stessi Stati, sia perché tecnocrazia giapponese intendeva obbligare stessi Stati Uniti a completo ripensamento-rifacimento, che già costretto da scontri aeronavali che occultamente ne avevano imposto, pre-imposto tramite impieghi ipertecnologici bellici ostili progettazioni nipponiche a Marina Militare Americana, dunque continuò avvisando dell'accaduto Presidenza Americana e convincendone Presidente a ratificarne quale futuro tecnologico di intero Paese americano... parallelamente e convergentemente a rinuncia americana ad avvalersi di scontri di guerra per pretendere alcunché e con riconoscimento di ruolo di Imperatore Giapponese quale Simbolo non solo Indicazione assoluta... Vicenda perlopiù fraintesa, in esatto rovescio!... Ugualmente, in Italia attivismo partigiano con rifacimento di repubblicanità - socialità in Settentrione invaso dai ruoli nazifascisti...: fu o ignorato o negato a maggioranza dei racconti, perché si ignorò o negò, dopo fatti già cause, componente ideologicamente neutrale di movimento dei partigiani italiani; la quale ...dopo Interlocuzione - Collaborazione ottenuta da Badoglio, cui atti di guerra dai Documenti fraintesi perché riferiti a comandi fascisti di sterminio non correttamente a criteri sabaudi di disinfezione - Badoglio usava armi per distruggere ambientalità antiecologica e invii ufficiali di proponimenti erano diffusi prima a nemici per impedirne morti e feriti che a Stato occupato dai fascisti!... aveva conseguito estinzione di motivo ultimo di perenne occupazione americana del Suolo Italiano, dopoché Comando di Esercito Americano giudicava non abbandonabile fino a tanto che poteri fascisti non sostituiti da non fascisti - e proprio ciò era accaduto in mezzo a ultime fasi violente di Republica Sociale in Settentrione di Italia — dimostrato da discorso pubblico uguale opposto di Tommaso Marinetti (ideologo ed artista del Futurismo), scambiato poi per beffa innocua ...ed invece era notifica-atto di rapporti sociali liberati secondo Competenze non più Assolutizzate... Da ciò, si deduce cosa mancasse ancora, di nuovo e di nuovo, a frangia politica sfociata in Abbandono di Stato, da 1989 fino a 2012, in Italia: conoscenza sufficiente di Competenze di Stato, non solo per Neofascismi, anche per Stalinismi, anche nuovi...
...


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

... Tanto grave rischio di catastrofi estreme, prima di 1989 e dopo ed attorno ad anno 2012, non più per Regime Sovietico ma per intromissioni di Antipolitica non da Politica ma da Impolitica in luoghi non precisabili di Meridione del Mondo, cui terrorismo pseudoislamico il più violento e il vero nemico mortale per la Politica nel Mondo... che quelli in Abbandono di Stato Italiano erano accettati quali interlocutori e non proprio nemici di Stato Italiano stesso... Eppure erano ostili ad azioni a favore di Stato e con capacità inibitorie estreme, sociali, civili - culturali; fino ad ottenere maggioranza di Opinione Pubblica; da non opposizione a progetti di bipolarismo elettorale, usato per distruggere futuro a Stato ritenuto preda certa di indefiniti delitti; ritenendolo fino a tentativo di interromperLo decisivamente non impedendo che non certificazioni di diritti di spostamenti fosse non termine di Stato stesso. Questo, non solo per diplomatici contatti quali quello testimoniato da operazione editoriale di "Dedalo", sopravvisse per reazioni non socialmente politicamente "dal basso ad alto" cioè non da organizzazioni di consensi paralleli e distinti da Sindacati e di Sindaci e di Sindacare, ma da altri ed ulteriori fatti che di eventi in Stato ne mutarono il corso, fino a negare liceità ad organizzazione, anche di organizzatività detta di "Occhio Elettronico" cioè di pervasivi controlli tecnici parastatali... cui però erano attivi non solo poteri capitalistici ma associazionistici... Questi ultimi Sorrentino stesso non sapeva in vertici ultimi e scopi ultimi; dacché non prevedeva che pubblicità sarebbe risultata durante Fine dello Stato sia impossibile sia anticostituzionale in caso di spostamenti altri in particolare, ma non solo, di motilità determinante non di mobilità determinante... Da anno 2012, ad oggi, vere Indagini e Procedimenti Giudiziari ed Esecutivi avevano ed hanno posto sotto processo e fuori legge tutti i tentativi di costituire non-diritti stradali e viari, cui scelta di Sorrentino e gli altri di suo stesso avviso erano accadute per non prevedere esser quelle indagini e quei procedimenti possibili. Però pensare a circostanze odierne semplici e felici, è errore di valutazione oggettivo, non di interpretabilità e fattualità, ma di non sapere. Innanzitutto stabilire libertà, ad esempio riducendo vigilanza di "autovelox", parastatale, a servizio intrastatale, è riuscito ma ricevendo controreazioni assolutamente criminali; ed ugualmente - in altro - è riuscita affermazione di vitalità di servizi sanitari ma con reazioni suicide-omicide di masse sedicenti interessate finanche a politica... Però, ancora si deve notare che queste contrarietà accadono senza unicità di ultima risorsa cioè con molteplici strumenti politici non nulli; e ciò non per sconfessare terrori contro delitti di chi non aveva potuto più riporre fiducia in Stato, ma a formare soliidarietà maggiore contro delittuosità intromessa in Stato; entro unica certezza che continuità politica è stata ecologicamente favorevole alla vita... Da ciò, si ricava stimabilità anche di -intera- operazione editoriale (appunto di Dedalo) che ospitò, in realtà, controparte con scritti di stesso Sorrentino, e non-controparte, in prefazione altrui che superava analisi prospettiche, (appunto) di introduzione successiva.


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

In mio primo messaggio:
'descriveva no'
sta per:

descrivevano .

Reinvierò con correzione.



MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

*+

Pubblicazione recensita si compone di una prefazione di altro autore prima di introduzione di stesso autore. Essendo lavoro di autore non prefatore una analisi di tipo politologico, prefazione prima di introduzione non potrebbe mai essere non determinante... Difatti operazione editoriale fu concernente prefazione in prima istanza ed in seconda il resto, con intera presentazione non coincidente con scopi di analisi di autore e consistente in descrizione di circostanza di politica incongruenza non situazione tanto meno condizione. Questa ultima risulta oggetto interno di tesi di autore, cui distinto prefatore con lavoro aggiunto forniva evidentemente di divergente interpretazione ed unica possibile ne mostrava editorialità col riferirne a possibile lettura non faziosa... Difatti libro non fu solo oggetto di stamperia cui opinabilità intrinseca! Fu pubblicato con criterio di non preventiva opinabilità, cui requisito era evidentemente fornito da prefazione della quale l'autore (di prefazione, appunto) era P. Barcellona, cui intero pensiero e più ampio itinerario intellettuale attivamente descrivevano, entro criterio di repubblicana democratica fattibilità, la altra fattualità cui origine non fattibilità ma cui originato non conforme ad origine stessa e perciò riformulabile in altro pensiero, a causa di esigenze collettive non di massa. ma cui desideri di massa sottopostine, cioè sottoposti qual impoliticità generica a generalizzabile politicità... Non sto inoltrando questione di teoria verso teoria, ma di prassi (introduzione e restante) entro prassi (prefazione e condizione editoriale), cioè di tesi soggettivamente valida ed oggettivamente non validabile ma che da realizzabile in assunto teorico-politico fu invece invalidata quale realizzazione poiché altramente irrefutabilmente validata: in particolare con politica filosofica istituzionalizzabile tratta da oggettualità soggettualizzata tramite connotazione non antidenotativa ma superdenotativa e direttamente statuale-politica non politica-statale... A questa ultima tendeva operato di autore Vincenzo Sorrentino da soggettualità, politica, non allineata cui relativa grande anzi gigantesca vicenda era Guerra Fredda e Dopoguerra Freddo ed evenienza di generalizzato Dopo Guerra Fredda ed a questo ultimo furono anche connessi rischi di catastrofi di guerra del tutto letali a causa di pericolo di venir meno di particolari Regole di Non Belligeranza dette "Fredde" — anche fisicamente tali cioè per evitare disastri termonucleari... Ma bisogna sùbito spiegare che cotale evenienza era già fuori Istituzioni, anche di Diritto Politico Mondiale, mancandone unanime consenso secondario in fronti estremi — non solo capitalistici-politistici ma pure politistici-comunistici fino ad anno 1989 ed associazionistici-politistici fino ad anno 2012...


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

In mio messaggio di 22 aprile 2020 03:58,
'né ex pubblicano'
sta per:

né per ente ex pubblicano .



MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

In mio messaggio del
22 aprile 2020 04:05
'Grandi fini Pacifiche'
sta per:

Grandi Fini Pacifiche .


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

In mio messaggio del 22 aprile 2020 04:19


' né rappresenta forse vicenda più grave'

sta, stabilmente, per:

ne rappresenta, forse, vicenda più grave .


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

In messaggio del

22 aprile 2020 04:36

'soliidarietà'

sta per:

solidarietà .

Inoltre in stesso messaggio:

'riducendo vigilanza di "autovelox", parastatale, a servizio intrastatale,'

è da intendersi:

riducendo vigilanza di "autovelox", parastatale, a servizio intrastatale non vigilanza, .

In stesso messaggio 'motilità' specificamente indica spostamento tecnologico-tecnico del motociclismo (cui relativi sono motocicli e motociclette!! ((motociclismo non si fa con ciclomotori!)) , motociclismo essendo non contro codice stradale ma restando fuori da limiti e limitazioni di codici stradali stessi, senza esserne contro).


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

Reinvierò commenti, numerati e con testo anche migliorato.
Sono spiacente per inconvenienti, accaduti per ambiente avverso a mio scrivere, che mi dava altre - e più gravi anche - brighe.

MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

*

Pubblicazione
— qui da altri non da me recensita —
si compone di una prefazione di altro autore prima di introduzione di stesso autore. Essendo lavoro di autore non prefatore una analisi di tipo politologico, prefazione prima di introduzione non potrebbe mai essere non determinante... Difatti operazione editoriale fu concernente prefazione in prima istanza ed in seconda il resto, con intera presentazione non coincidente con scopi di analisi di autore e consistente in descrizione di circostanza di politica incongruenza non situazione tanto meno condizione. Questa ultima risulta oggetto interno di tesi di autore, cui distinto prefatore con lavoro aggiunto forniva evidentemente di divergente interpretazione ed unica possibile ne mostrava editorialità col riferirne a possibile lettura non faziosa... Difatti libro non fu solo oggetto di stamperia cui opinabilità intrinseca! Fu pubblicato con criterio di non preventiva opinabilità, cui requisito era evidentemente fornito da prefazione della quale l'autore (di prefazione, appunto) era P. Barcellona, cui intero pensiero e più ampio itinerario intellettuale attivamente descrivevano, entro criterio di repubblicana democratica fattibilità, la altra fattualità cui origine non fattibilità ma cui originato non conforme ad origine stessa e perciò riformulabile in altro pensiero, a causa di esigenze collettive non di massa. ma cui desideri di massa sottopostine, cioè sottoposti qual impoliticità generica a generalizzabile politicità... Non sto inoltrando questione di teoria verso teoria, ma di prassi (introduzione e restante) entro prassi (prefazione e condizione editoriale), cioè di tesi soggettivamente valida ed oggettivamente non validabile ma che da realizzabile in assunto teorico-politico fu invece invalidata quale realizzazione poiché altramente irrefutabilmente validata: in particolare con politica filosofica istituzionalizzabile tratta da oggettualità soggettualizzata tramite connotazione non antidenotativa ma superdenotativa e direttamente statuale-politica non politica-statale... A questa ultima tendeva operato di autore Vincenzo Sorrentino da soggettualità, politica, non allineata cui relativa grande anzi gigantesca vicenda era Guerra Fredda e Dopoguerra Freddo ed evenienza di generalizzato Dopo Guerra Fredda ed a questo ultimo furono anche connessi rischi di catastrofi di guerra del tutto letali a causa di pericolo di venir meno di particolari Regole di Non Belligeranza dette "Fredde" — anche fisicamente tali cioè per evitare disastri termonucleari... Ma bisogna sùbito spiegare che cotale evenienza era già fuori Istituzioni, anche di Diritto Politico Mondiale, mancandone unanime consenso secondario in fronti estremi — non solo capitalistici-politistici ma pure politistici-comunistici fino ad anno 1989 ed associazionistici-politistici fino ad anno 2012...

MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

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...Di tal anno (... 2012...) fu non solamente fine di Riconversione di Strutture Sovietiche di ex Unione Sovietica, ma anche Comunicabilità reciproca Est-Ovest di avvenuta Riconversione, accaduta proprio con la Conservazione delle Statualità europee sia ad Est che ad Ovest, ma diversamente: statalmente-statualmente ad est, viceversa statualmente-statalmente ad Ovest dunque Italia compresa... Ma non era questa, in anni 2010-2011, volontà politica unanime in componenti comuniste residue o post od ex comuniste o neocomuniste o neo comuniste italiane né era volere di Vincenzo Sorrentino; ne impedivano veto degli stessi contrari effettivamente situazioni culturali in parte estranee a cultura di Stato non solo statale. Stato tuttavia fu capace di quel veto poiché sostenuto da impegni democratici diretti, tuttavia non provenienti dalla base democratica individuata da chi senza veto, cioè non dalla attività democratica non conforme a Stato in Statalità non istituzionale, ma da Extrastatalità non conforme e difforme Non-Statalità cui extrastatalità era tramite non controstatale e cui Non-Statalità era scaturigine non Antistatale ma di 'Altra Statalità Possibile', cui inerenze, le più varie, apartitiche, transpartitiche, partitiche...
Non risulterà, a lettore di questo mio commento, tutto ciò complicato ma solo prospettico, notando che V. Sorrentino era, di fatto, tardo fautore di Governo Ombra – in passato di Partito Comunista Italiano e cui Enrico Berlinguer ultimo grande e riuscito fautore – consistente in Opposizione partitica non occulta ma occultamente impeditiva fino a controeffetti involontari in stessi Governi Istituzionali Politici, cui Governo Ombra era solo Politico-Partitico, Oppositivo. In quanto di esso fautore, V. Sorrentino intendeva nullificare gli atti politici governativi e militari italiani di difesa delle Istituzioni Statali, perché ne riteneva invase da violenze antisociali che a suo e non solo suo avviso ne rendevano solo teorica stessa Realtà di Stato. Negazione di questo non considerare, ovvero disistima, non era arbitraria ma una non oggettiva constatazione di non possibilità che Stato Italiano potesse non tramutarsi in suo contrario distruttivo; mentre opposte constatazioni erano parimenti non oggettive... Ma, in tal senso, prefazione e pubblicazione editoriale erano già e di per sé stesse una riuscita di segno opposto, fatta di ardue comprensioni e difficoltosissimi previi contatti; datoché quelli in stessa disistima di V. Sorrentino erano sul punto di far adottare in Stato Italiano Contrordine immediato a Difesa Militare di Stato con fuoriuscita immediata da Patto Atlantico e Regime di Anarchia, per nessun futuro politico determinato. A queste motivazioni, furono opposti altri motivi non meno gravi, tramite ricerca di informazioni in ambienti di Politica Alternativa e richiesta di contatti culturali politici, diplomatici e sociali; difatti v'era società politica in Italia che aveva optato per totale rifiuto di esiti non comunisti in Politica di Stato Italiano. A tal fine, si provvide a decifrare direttamente provocando dichiarazioni, fino a che non ci si trovò a fronte di Tesi Politica Alternativa; cui formulazione importante quella civile-sociale di stesso Sorrentino, che ritenne doveroso, potendo, istituire dialogo culturale, ma avendone non preferito da prima...

MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

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...È evidente che Tesi di Sorrentino era Parastatale non Statale e che non era comprensiva di Dottrine Politiche ufficialmente applicabili a Stato Stesso ma stesso autore di Tesi ne era pienamente consapevole perché codesta basata su etica non contraria a Stato ma irricevibile da Stato stesso, che non poteva ricevere proposta di pubblicità terminale - né per diventar uno Stato ex pubblicano - perché ovviamente era Repubblica in atto, ma cui problematiche di rischi di Antistatalità interna. Per evitarNe dissoluzione col dissolversi, ovviamente altrove di altro e per altro, di Strutture Sovietiche, fu decisivo provvedere, da parte di chi poteva e voleva, di maggiori informazioni decisive e di esplicazioni sociali relative ad informazioni ottenute; ma ciò accadeva, appunto, mentre 'contraenti' verso non salvezza di Stato, pur non escludendo - infine!- volontà di sapere in possesso di loro oppositori, ne contrastavano la volontà di fare, perché reputavano disastroso tentare di salvare Stato troppo mal ridotto e concepivano qual unica soluzione a tragedia umanitaria e mondana già in atto Fine dello Stato in quanto tale, non passaggio da Statualità a Statualità; ovvero neanche rifacimento di Nuovo Stato per mezzo di critiche sociali da essi riconosciute favorevoli ne soddisfaceva - perché direttamente ritenevano utile differente civilizzazione per differente civiltà...

MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

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...Sorrentino di fatto era per Nuovo Occidente Civile; datoché faceva filosofia; infatti altri di avvisi uguali e senza logiche ulteriori in azione erano per Fine di Occidente... Ma questo estremismo, era deducibile da ignorare, da parte di chi in quegli avvisi, dei rischi connessi con una siffatta fine; e chi senza voler capire dubbi possibili in stessi avvisi, non si rendeva conto di quale conseguenza poteva esser fine occidentale per storia mondiale. Questa, alle prese coi rischi di catastrofi di guerra e planetarie, era già al punto di accadere di valutare, globalmente, indirettamente, varie Grandi Fini pacifiche: di Oriente politico culturale, Occidente culturale politico, Settentrionalità civile e politica, Meridionalità sociale ed impolitica, Centralità sociale e politica; e ciò mentre alcune componenti politiche mondiali passavano ad ipotesi dirette, cui note del tutto quelle genericamente neocivilizzatrici israeliane, solo in parte note quelle americane neosocializzanti, solo constatabili quelle nuove cattoliche neoculturalizzanti, non del tutto notabili quelle atee impoliticizzanti; si doveva allora badare da parte di tutte le potenze mondiali alle eventualità connesse alle ipotesi dirette, di fatto tutte gravose per umani destini e le più gravose quelle atee, cioè negatrici di politiche comuni di umanità religiosa e non religiosa: cui effetti pensabili non erano solo nullificazioni politiche religiose ma pure solo politiche... Sempre, valutare le altrui ipotesi dirette conduceva a individuare disinformazione da colmare, anche mantenendo "freddo" cioè militare-economico-convenzionale, il generico Conflitto Mondiale Est-Ovest. Contrasto ad 'Abbandonare a sé stesso' Stato Italiano era anche prodotto dal valutare impraticabilità di ipotesi dirette di 'Grandi Fini Pacifiche' e dal doverne restare a valutare solo indirettamente; difatti ipotesi dirette si rivelarono pericolose per felicità di umani destini ma solo a chi intendeva che erano possibili catastrofi ambientali immani dal prender eventuali decisioni generali mondiali; ed unica strada non era la acculturazione civile ma la culturalità tecnologica-civile non civile - tecnologica... Per realizzarne, in Occidente, bisognava accogliere i mòniti della moderna filosofia occidentale circa assolutezza di necessità politiche forti, determinate, decisive; accolti da potenti Monarchi europei sin da invio di prime epistole illustrative di Giordano Bruno inerenti assoluta gravità di questioni vitali in politica, quindi ricevendo da ideologia di Assolutismi politici hobbesiani sia specificazioni maggiormente aristocratiche che indicazioni maggiormente democratiche...

MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

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... Di fatto, esistono due interpretabilità di filosofia politica dell'Assoluto di Hobbes: concernente Poteri Costituiti, concernente Poteri Da Costituire. Per tale ragione, integralità di pensiero politico kantiano era bivalente quanto ambivalente hobbesiano. Appello di Kant a comunicabilizzazioni non era valente solo qual democratizzazione repubblicana ma pure qual monocratizzazione dittatoriale; cui Regime di Cancelleria Burocratica Prussiana aveva realizzato fino a potere di Bismarck e oltre; mentre in Stati Uniti di America fu maggior alternativa, collettiva, durante Guerra Civile, quando effetti liberatori di direttive democratiche più a Nord che a Sud - difatti eventi erano difformi dalle singole ufficialità di potere. Dei tempi di Hobbes, oltre che inizio dei vastissimi poteri delle Signorie inglesi poi britanniche in mondo protocoloniale coloniale postcoloniale mondiale, si può dire di successo e continuazione dei primi Servizi Segreti con Poteri Speciali; cui autarchie, russe, russe americane, americane, variamente europee, giapponesi, globali, dati di fatto eminenti; episodio di Resa Burocratica Statunitense a Diplomazia prima Segreta poi pubblica imperiale giapponese, ne rappresenta, forse, vicenda più grave in storia mondiale sino a odiernità, accaduta dopo fine del Secondo Conflitto Mondiale con Stato Americano conferente ad Impero stesso Del Giappone quanto da Esso richiesto a motivo non solo di Guerra stessa ma di Etica del tutto contraria a quella americana di allora... Ciò accadeva sia perché gravava Giudizio interno ed Esterno a stessi Stati (Americani), sia perché tecnocrazia giapponese intendeva obbligare stessi Stati Uniti a completo ripensamento-rifacimento, che già costretto da scontri aeronavali che occultamente ne avevano imposto, pre-imposto tramite impieghi ipertecnologici bellici ostili progettazioni nipponiche a Marina Militare Americana, dunque continuò avvisando dell'accaduto Presidenza Americana e convincendone Presidente a ratificarne quale futuro tecnologico di intero Paese americano... parallelamente e convergentemente a rinuncia americana ad avvalersi di scontri di guerra per pretendere alcunché e con riconoscimento di ruolo di Imperatore Giapponese quale Simbolo non solo Indicazione assoluta... Vicenda perlopiù fraintesa, in esatto rovescio!... Ugualmente, in Italia attivismo partigiano con rifacimento di repubblicanità - socialità in Settentrione invaso dai ruoli nazifascisti...: fu o ignorato o negato a maggioranza dei racconti, perché si ignorò o negò, dopo fatti già cause, componente ideologicamente neutrale di movimento dei partigiani italiani; la quale ...dopo Interlocuzione - Collaborazione ottenuta da Badoglio, cui atti di guerra dai Documenti fraintesi perché riferiti a comandi fascisti di sterminio non correttamente a criteri sabaudi di disinfezione - Badoglio usava armi per distruggere ambientalità antiecologica e invii ufficiali di proponimenti erano diffusi prima a nemici per impedirne morti e feriti che a Stato occupato dai fascisti!... aveva conseguito estinzione di motivo ultimo di perenne occupazione americana del Suolo Italiano, dopoché Comando di Esercito Americano giudicava non abbandonabile fino a tanto che poteri fascisti non sostituiti da non fascisti - e proprio ciò era accaduto in mezzo a ultime fasi violente di Republica Sociale in Settentrione di Italia — dimostrato da discorso pubblico uguale opposto di Tommaso Marinetti (ideologo ed artista del Futurismo), scambiato poi per beffa innocua ...ed invece era notifica-atto di rapporti sociali liberati secondo Competenze non più Assolutizzate... Da ciò, si deduce cosa mancasse ancora, di nuovo e di nuovo, a frangia politica sfociata in Abbandono di Stato, da 1989 fino a 2012, in Italia: conoscenza sufficiente di Competenze di Stato, non solo per Neofascismi, anche per Stalinismi, anche nuovi...

MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

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dirsivoglia: ******, ultimo di serie iniziata con * che stava per 1 in messaggio del: 22 aprile 2020 18:25


... Era davvero tanto grave, fosse pur minimo!, rischio di catastrofi estreme, prima di 1989 e dopo ed attorno ad anno 2012, non più per Regime Sovietico ma per intromissioni di Antipolitica non da Politica ma da Impolitica in luoghi non precisabili di Meridione del Mondo, cui terrorismo pseudoislamico il più violento e il vero nemico mortale per la Politica nel Mondo... che quelli in Abbandono di Stato Italiano erano accettati quali interlocutori e non proprio nemici di Stato Italiano stesso... Eppure erano ostili ad azioni a favore di Stato e con capacità inibitorie estreme, sociali, civili - culturali; fino ad ottenere maggioranza di Opinione Pubblica; da non opposizione a progetti di bipolarismo elettorale, usato per distruggere futuro a Stato ritenuto preda certa di indefiniti delitti; ritenendolo fino a tentativo di interromperLo decisivamente non impedendo che non certificazioni di diritti di spostamenti fosse non termine di Stato stesso. Questo, non solo per diplomatici contatti quali quello testimoniato da operazione editoriale di "Dedalo", sopravvisse per reazioni non socialmente politicamente "dal basso ad alto" cioè non da organizzazioni di consensi paralleli e distinti da Sindacati e di Sindaci e di Sindacare, ma da altri ed ulteriori fatti che di eventi in Stato ne mutarono il corso, fino a negare liceità ad organizzazione, anche di organizzatività detta di "Occhio Elettronico" cioè di pervasivi controlli tecnici parastatali... cui però erano attivi non solo poteri capitalistici ma associazionistici: questi ultimi Sorrentino stesso non sapeva in vertici ultimi e scopi ultimi; dacché non prevedeva che pubblicità sarebbe risultata durante Fine dello Stato sia impossibile sia anticostituzionale in caso di spostamenti altri, in particolare, ma non solo, di motilità determinante (motociclismo (che è fatto di spostamenti non contro codici stradali ma fuor di obblighi di essi)) non di mobilità determinante (automobilismo e non solo)... Da anno 2012, ad oggi, vere Indagini e Procedimenti Giudiziari ed Esecutivi avevano ed hanno posto sotto processo e fuori legge tutti i tentativi di costituire non-diritti stradali e viari, cui scelta di Sorrentino e gli altri di suo stesso avviso erano accadute per non prevedere esser quelle indagini e quei procedimenti possibili. Però pensare a circostanze odierne semplici e felici, è errore di valutazione oggettivo, non di interpretabilità e fattualità, ma di non sapere. Innanzitutto stabilire libertà – ad esempio riducendo vigilanza di "autovelox", da parastatale e nondimeno provvisoriamente diversamente recepibile e diversamente recepita da Stato, a servizio intrastatale non vigilanza ed eventuale – è riuscito ed era del tutto necessario e doveroso, ma ricevendo controreazioni assolutamente criminali e pervasive in Statalità e contro Vero Stato... ed ugualmente - in altro - è riuscita affermazione di vitalità di servizi sanitari ma con reazioni suicide-omicide di masse ingenti sedicenti interessate finanche a politica... Però- ancora! -si deve notare che queste contrarietà accadono senza unicità di ultima risorsa cioè con molteplici strumenti politici non nulli; e ciò non per sconfessare terrori contro delitti - né per confessare non delitti - di chi non aveva, con sua iniziativa - o senza - potuto più riporre fiducia in Stato, ma a formare solidarietà maggiore contro delittuosità intromessa in Stato; entro unica certezza che continuità politica è stata ecologicamente favorevole alla vita...

Da ciò, si ricava stimabilità anche di -intera- operazione editoriale (appunto di Dedalo) che ospitò, in realtà, controparte con scritti di stesso Sorrentino, e non-controparte, in prefazione altrui che superava analisi prospettiche, (appunto) di introduzione successiva.


MAURO PASTORE