lunedì 24 agosto 2015

Corbellini, Gilberto, Storia e teorie della salute e della malattia

Roma, Carocci, 2014, pp. 255, euro 16, ISBN 978-88-430-7415-0 

Recensione di Enzo Ferrara – 02/05/2015

È possibile leggere la storia non soltanto come successione di eventi in un flusso di lotte per il potere, i cui mutamenti si succedono in periodi della durata di qualche generazione. Allargando la prospettiva su intervalli storici che travalicano gli interessi individuali, si osservano cambiamenti estesi attraverso i secoli e che possono riferirsi ai cicli economici e culturali, ai gruppi sociali o alle popolazioni. C’è poi una storia della natura, dell’evoluzione biologica che appare quasi immobile mentre scorre lenta e si realizza in periodi millenari.

Esiste, insomma, una sovrapposizione di prospettive della storia che per un’analisi adeguata devono essere considerate ciascuna nel proprio livello di complessità. È questo il caso delle vicende legate alla variazione delle condizioni di salute e malattia della specie umana, presentate e ampiamente analizzate da Gilberto Corbellini, docente di Storia della medicina e di Bioetica presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università La Sapienza di Roma. 
Il testo – va specificato – offre anche un’importante prospettiva evoluzionista sulla salute e le malattie, prestando attenzione ai cambiamenti indotti dall’ambiente sul fenotipo biologico umano. Questa visione, che è possibile solo adottando una prospettiva storica capace di integrare i differenti livelli di organizzazione del biologico e del sociale umano, fa emergere definitivamente l’assenza di fenomeni guida nell’evoluzione e l’impossibilità di ottimizzazione assoluta – solo relativa – dei processi di adattamento biologico, dipendenti dalle condizioni ambientali e fortemente correlati con le disponibilità alimentari e le strutture sociali.
Storia e teorie della salute e della malattia ripercorre la cronologia del benessere e per converso del malessere, seguendo l’insorgere e gli sviluppi delle patologie che hanno afflitto l’umanità fin dalla sua comparsa. Il primo capitolo tratta il periodo dalla preistoria all’antichità; di questa fase della storia, Corbellini sottolinea l’insorgere di epidemie associate ai primi fenomeni di urbanizzazione – siamo fra il 3000 a.C. e il 600 a.C. – e il riconoscimento attestato dagli studi archeologici e antropologici di almeno una cinquantina di afflizioni diverse fra le quali febbri di origine tifoidea, malarica, setticemica e infettiva ad esempio da parto) oltre a cancrene e malattie dell’apparato respiratorio, casi di tubercolosi, intossicazioni alimentari e avitaminosi (scorbuto e rachitismo).
Nel secondo capitolo, dedicato al periodo che dal medioevo porta all’età moderna, si innesta una visione dei primi effetti della riunificazione microbica del mondo – prodromo di quanto oggi chiamiamo globalizzazione – dal punto di vista umano, sempre principalmente attraverso epidemie e pandemie (lebbra, vaiolo, peste) favorite anche dagli spostamenti degli eserciti, come per il tifo e l’infezione enterobatterica della scighellosi, ampiamente diffusesi in Europa durante la Guerra dei trent’anni (1618-1648). Oltre all’insorgere della tubercolosi e alla ricorrenza della malaria, il XVII secolo – spiega Corbellini – fu caratterizzato in Europa dalla diffusione della sifilide, verosimilmente giunta dal nuovo mondo e manifestatasi per la prima volta come epidemia già durante l’assedio francese di Napoli verso la fine del 1494; Colombo, di ritorno dal primo viaggio in America, era sbarcato alle Antille di Castiglia il 6 marzo 1493.
Trattando la fase storica medievale, Corbellini accenna anche alle basi teologico filosofiche e popolari della medicina, con l’associazione dell’idea di peccato all’insorgenza della malattia, inscritta secondo i sacri precetti nella biografia dell’uomo come insegnamento e stimolo a ripristinare il giusto rapporto fra gli ingannevoli piaceri della vita e la vera gerarchia di valori – ovvero come azione dissipatrice del creato intesa dal demonio e della stregoneria. Tale visione è accostata al pensiero medico arabo e islamico dello stesso periodo, che vedeva la malattia come espressione dell’antagonismo intrinseco al mondo naturale e la salute come condizione di armonia. Un’armonia perseguita nei primi secoli del secondo millennio da un pensiero medico in fieri che aveva epicentro nella scuola di Salerno, sorta dal recupero di testi della tradizione ippocratica, con confluenze del pensiero arabo ed ebraico, i cui precetti furono raccolti nel Regimen sanitatis salernitanum (XII-XII secolo d.C.) Solo successivamente la medicina medievale assunse le sembianze prima della iatromeccanica (protoscienza medica di stampo galileiano, sperimentale, empirica), poi della iatrochimica legata a pozioni e unguenti medicinali, fino alla nascita delle prime esperienze di medicina sistemica, nosologica e clinica a partire dal Settecento – spiega Corbellini.
Il quarto e quinto capitolo presentano l’età contemporanea e il passaggio della medicina all’ambito politico e sociologico, contrassegnati dal punto di vista nosologico dal controllo e dal progressivo declino delle malattie infettive e dal punto di vista sociale dalla progressiva integrazione tecnica, scientifica e sociale delle pratiche di cura della malattia, in un’ottica che unisce medicina, morale e struttura sociale – in altre parole si tratta del passaggio dall’etica medica su base individuale alla biopolitica e alla bioetica. Nel corso dell’Ottocento, infatti, la sanità pubblica e la dottrina sociale della medicina cominciarono a strutturarsi attraverso azioni di governo come l'adozione di pratiche igieniche e sanitarie su scala nazionale e l'organizzazione della attività medica e degli enti professionali in un quadro in trasformazione e di sorgente attenzione delle amministrazioni al benessere delle popolazioni. 
Si tratta qui con generosità di temi di grande importanza anche per le vicende contemporanee. Il quinto capitolo, Salute e malattia nella seconda metà del novecento tra politica, sociologia e filosofia, sposta il discorso definitivamente sulla modernità, osservando come sia cambiata non solo la morbilità ma anche la sua percezione mentre certe istituzioni sanitarie focalizzano l’attenzione sulla malattia solo per intrattenere, vendere e pubblicizzare. Per molti, troppi, medicina e benessere coincidono con i temi dell’apparenza, della tintarella, della tonicità muscolare e altri argomenti simili poco impegnativi, per lettori della domenica. La salute, al contrario, è qualcosa di ben più importante da analizzare anche sotto il profilo politico, filosofico, culturale e – appunto – storico. Non a caso le parti finali del libro – il sesto capitolo, Malattia, medicina e morale, e alcune appendici sintetiche sull’evoluzione epistemologica della medicina e sulla complessità delle strategie di categorizzazione della malattia e della salute – sono dedicate ad analisi cronologiche documentate che dai progressi dell’etica medica, passando per la crisi morale delle professioni sanitarie, arrivano fino alle contemporanee e ambigue elaborazioni di bioetica. Sono passaggi molto utili anche culturalmente, le istanze che accompagnano la medicina dovrebbero essere fra le più meritevoli di attenzione da parte delle agenzie politiche nazionali e internazionali. I temi del disagio e della malattia appaiono, non solo storicamente, fra i più capaci di forgiare assieme, in modo univoco, le società nel mondo globale. 
In Italia nei primi 150 anni di Unità, dal 1861 al 2011, il reddito pro capite è aumentato mediamente di 13 volte, con un divario rilevante fra le 16 volte del nord e le 10 del sud; la popolazione al di sotto della soglia di povertà si è ridotta dal 40 % al 4 %; l'attesa di vita è passata da 30 a 82 anni, grazie soprattutto alla riduzione della mortalità infantile. Questi risultati furono ottenuti anche per mezzo di opere di assistenza e sanità pubbliche, come le bonifiche avviate dal primo governo Crispi fra il 1887 e il 1890, la legge del 1902 sul lavoro minorile allora più diffuso in Italia che in Europa, e la riforma Casati sull'istruzione pubblica obbligatoria, garantita nel Regno di Sardegna dal 1859, quando solo il 27 % della popolazione era in grado di leggere. Cominciò anche grazie a queste azioni politiche la transizione epidemiologica (descritta da Corbellini a pagina 119): fra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento con il progressivo aumento della vita media si registrò in occidente una transizione delle patologie prevalenti dalle malattie infettive (come tifo, colera, tubercolosi) a quelle degenerative (principalmente cardiocircolatorie e tumorali, oggi anche neurologiche). Assieme a un diffuso miglioramento della situazione igienico–sanitaria, nel mondo ricco si ebbero anche ampliamenti dei campi d’intervento della medicina con contributi da tutte le scienze. La lotta contro le malattie endemiche fu possibile grazie agli sviluppi della batteriologia e all’uso dei sieri per indurre immunità contro le patologie infettive: le vaccinazioni di massa, introdotte dopo la II guerra mondiale, cambiarono il volto della sanità pubblica. La scoperta dell’azione antibatterica dei sulfamidici portò alla produzione industriale della penicillina, il più importante strumento chemioterapico mai realizzato. Si raggiunse infine la concezione finalmente biologica anche della salute mentale.
L’insieme di questo prezioso saggio lascia intendere che l’insorgere di malattie o l’instaurazione di buone condizioni di salute di una popolazione non è mai legato solo alla casualità, anzi più frequentemente di quanto non appaia rappresenta l’elemento di confluenza più evidente di un cambiamento multiforme. Ne sono formidabile esempio i molteplici eventi evolutivi associati alla transizione all’agricoltura, avvenuta diecimila anni fa in una fase di riscaldamento climatico globale, concomitante perciò con pressioni selettive correlate a una diversa temperatura e intensità dei raggi solari, con effetti sulla pigmentazione della pelle, sull’entità e qualità dei raccolti agricoli, sul ciclo biologico di parassiti e vettori che a loro volta influenzarono la trasmissione delle infezioni. La transizione all’agricoltura – sottolinea Corbellini (p. 27) – recò alla specie umana la novità delle carenze alimentari endemiche, legate al consumo di cereali lavorati, fibre insolubili, acidi grassi insaturi, oltre a un peggioramento complessivo della varietà alimentare, all’innalzamento del rapporto dietetico iodio/potassio (che comporta un aumento della pressione sanguigna con rischio di malattie cardio e cerebro-vascolari) e a un peggioramento degli effetti dovuti alla fatica fisica (per esempio anemie) correlata alla coltivazione.
Corbellini sa che attraverso le controversie della medicina moderna si trattano argomenti che meritano di essere discussi pubblicamente, anche se per la loro tecnicità sembrano rivolti più a una platea di specialisti. È interessante a questo proposito notare il passaggio dedicato alla contestazione e alla crisi della medicina moderna: “le nuove politiche sanitarie dei governi occidentali non si occupano più ormai della salute nel senso tradizionale – scrive Corbellini – (…) piuttosto incoraggiano una ridefinizione della salute a partire dagli stili di comportamento di una persona (…) la conseguenza, apparentemente paradossale ma invece del tutto spiegabile, è l’aumento dei cosiddetti worried well (sani preoccupati, pronti per diventare ipocondriaci) e di persone che un tempo sarebbero state considerate sane e oggi, incoraggiate dalla medicina “ufficiale”, si sottopongono ansiosamente a frequenti check-up e fanno indigestione di consigli più o meno sensati per evitare ogni sorta di malattia” (p. 197).
L’uscita di questo volume, godibile anche da non specialisti, è un’occasione per rilanciare il dibattito sulle questioni della salute pubblica, prefigurando il recupero di un argomento di dialettica sociale e culturale altrimenti assente. La medicina rappresenta una risorsa intellettuale fondamentale per ogni società, ma è ampiamente sottovalutata dalle autorità educative contemporanee. Le istanze che accompagnano la medicina dovrebbero essere fra le più meritevoli di attenzione da parte delle agenzie politiche nazionali e internazionali. Ogni cittadino dovrebbe essere ben informato per potersi esprimere sui temi del disagio e della malattia, che appaiono fra quelli meglio capaci di plasmare assieme, in modo univoco, le società nel mondo globale. Sono argomenti che, delineando i contorni storico-sociali della malattia e del disagio su scala mondiale, hanno già forgiato le prime decadi del terzo millennio e probabilmente ne influenzeranno la storia molto oltre.


Indice 

Introduzione   Evoluzione della salute e delle malattie umane
1. Dalla preistoria all’antichità
2. Dal medioevo all’età moderna
3. Anticipazioni, previsioni, immanenza
4. L’età contemporanea
5. Malattia, medicina e morale: dall’etica medica alla bioetica
Appendici
Evoluzione epistemologica della medicina: in sintesi
Complessità delle strategie di categorizzazione della malattia e della salute
Una cronologia essenziale dell’etica medica nel Novecento
Bibliografia

25 commenti:

MAURO PASTORE ha detto...

Da titolo e indice di lavoro recensito e da quanto verificabile enciclopedicamente da relazione recensiva si può definire una struttura semantica - linguistica, cui corrispondente una strutturazione grafica - storica: parallelamente patologia in corrispondenza a sintomatologia.
Prospetto storico - preistorico delineato da recensore, consta di parametro storico dei cicli (storici), che storiografia occidentale avviava tra Secolo Decimonono e Secolo Ventesimo (1800/2000) e collaborazioni globalmente istituite rendevano stabile tra Secolo Ventesimo e Secolo Ventunesimo (1900\2000-|); esso coincidente a suddetta struttura - strutturazione.
Evidenza storica a sua volta ne coincide però senza combinazione di coincidere.
Lavoro stesso si presenta così basato su ripartizioni storiche maggiori di quanto in esse ripartito.

Struttura suddetta semanticamente consiste in una complessa razionalità cui funzione prevalente è interrogativa; strutturazione ne impedisce risolverne. In tal senso, sintesi tesi, che in recensione non manca assieme al solo relato, non resta senza antitesi a rovesciare non-dialettica in significato dialettico per stesso recensito. Infatti impossibile risposta diventa solo assente se si intendono implicazioni di sintesi di recensore, che riducendo mostra quanto maggiori le coordinate del coordinato in racconto espresso. Riduzione fa evidente logica biunivoca di coordinarsi tra strutturazione e struttura; ma per notare qual questo sia recensione non è atta; difatti bisogna rapportare recensito a recensione e questa a recensito; fino a evidenza che interrogare storico-pratico-medico di autore recensito è anche derogare allo stesso per il quale l'interrogando è in altro e questo altro essendo un arrogare che è determinante di interrogare-derogare; di cui minor ampiezza storica-semantica di storica-grafica, a causa di biunivocità struttura - strutturazione di ripartirsi in questi medesimi, rivela un arrogare non di stessa né medesima realtà storica; cioè ordetta biunivocità e sola coincidenza di eventi attesta di eventi eteroduzione non umana.

...


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

Non umana eteroduzione - in storia di cultura medica e di malattie in civiltà esclusive, è individuabile nella coscienza storica del tempo dei cicli orientali-occidentali senza la coscienza storica dei cicli stessi ed in coincidere delle due storiche coscienze senza che incosciente ne conduce a saperi ulteriori e determinati; cioè incosciente elemento di intuizione storica è se stante da elementi coscienti di pensieri storici evidentemente non connessi e non - non-connessi dunque sconnessi, in fattispecie tal che segnica storica-preistorica-storica e preistorica-storica-preistorica non comunicanti se non graficamente-linguisticamente e non viceversa; ciò che in pratica significa mitografia non mitologica da contenuto etnografico ed archeologia non di reperto ma da referto e referti mitograficamente corredati senza logica del mito comprensibile ai corredanti e incomprensibilità causata da un coincidere non soggettuale degli eventi umani cui soggetti allora tali di storia accaduta uguale non stessa poiché accadimenti ed accadere di essi riuscendo altramente che accadendo; esito addotto e con un frattempo ridotto; senza che il ripetersi identico di temporalità si spiegasse per tale a pensiero rammemorante.
Tutto ciò implica che una storia è delineata da autore senza consapevolezza che non solo storia di umani e casi, ma di intelligenze attivamente storicamente non indeterminanti e non determinate a loro volta.
Esigenze narrate essendo di civiltà cui medicina utilizzo non solo necessario... dunque è agevole pensare agli animali di allevamento o domestici. Esempio:

È nota provenienza asiatica-indica di galline; come mai però tante specie? Questa domanda fu una delle tante che mostrava non idealità di riferimenti ciclici-storici a identici cui evidentemente ciascuna epoca reale e distinta... Ad esempio:
cosiddetti Galli e cosiddetta Polonia ovvero 'Pollandia', "Polland", davvero rappresentano temporalità di insediamenti distinti di pastori-allevatori...
Dunque il divario e vuoto in storie anche di medicina è speculare a domande poste da tal storie non neutralmente; sicché per un verso non neutralità di interrogare non è eticamente inaccettabile; per altro verso interrogare di tal mondo e cultura medica è ignorare una forza ispiratrice di stesso evento interrogante; senza tal forza nessuna domanda ma con domanda oblio di forza che faceva domandare! Forza di viventi non umani; e storia che interroga dunque senza avvertire di divario pratico, ad esempio ulteriore: ...di successi di vaccini e per moltitudini non si domanda del perché possa accadere pur essendo in realtà veterinaria spontanea bovina tra bovina!! Storia realizzata anche da bestie e ambienti medico-sanitari che agiscono anche ulteriormente-altramente; se vitale, destino non contro etica ma del tutto privo d'essa; ed allora etica professionale vi sta qual altra umana presenza aggiunta, perché bestie neppure volendo potendone suggerire — o vi sta da esterno mondo?? Pubblicazione recensita acclude cronologia di etica dopo aver annunciato approdo a bioetica; allora qual vita, qual dovere, di siffatta bioetica? Linguaggio inconsapevole ne afferma intrinseca precarietà, cioè etica di vita per morte non etica, da stessa inconsapevolezza di questo mondo
(che assolutamente non è il mio mondo, tanto che a taluni di esso, parrà insignificante tanta mia applicazione intellettuale; ma non si muore saggiamente a credere assurdità per suo contrario, allora non io ho da preoccuparmi di false ovvietà).


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...



In anno di pubblicazione recensita, 2014, Università italiane erano reduci da Dopoguerra Freddo, dopo cioè ingerenze subculturali e non culturali di stalinismo. Questo spiega usufruibilità e non utilizzabilità di comparazione storica-teorica di autore.

...


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

Nonostante impostazione scientifica del resoconto storico di Gilberto Corbellini, esso è incentrato su fenotipicità; dunque non rende conto dei fenomeni elencati e quanto di filosofico e di scientifico in esso resta separato reciprocamente, per non darsi fenomenologico diretto e per non valutarsi fenomenicità direttamente; inoltre tali assenze non sono a motivo di maggior prossimità di oggetto cui render conto, proprio perché fenotipo umano non dà conto di esistente umanità ma di reale, cioè in astratto; senza che ne sia reso il legame esistente tra eventi storici e teorie presenti; tantoché finale resoconto ne aggancia realtà ad esistente e di quest'ultimo la soggettività non è inclusa anzi acclusa-esclusa ed oggettività di resoconto non dipendendo da oggettualità cui reso un conto ma da soggettivismo di elencazione unilaterale; cioè con patologie storiche cui esistere indipendente da esistere di sintomatologie correlate ne viene appaiato e realtà non di coesistere passati ma di correaltà presente in elencare ne è abilità da autore quale sostituto di racconto ma senza che esso specificatamente limitato a sua funzione emblematica non illustrativa e denotativa non indicativa.
...

MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

(...)
Riferimento storico irrinunciabile nominalmente corretto non trova in paradigmi di studio di autore (Gilberto Corbellini) reale rispondenza: il quale considerando medicina contemporanea rivolta a moltitudini non correlatamente ma principalmente, avrebbe dovuto di Scuola Medica Salernitana dirne epicircolo ma non epicentro; relazioni di periti medici salernitani a professionalità medica francese durante periodo napoleonico in Italia non essendo per medicina stessa ma per istituzioni di medica sanitaria per mezzo di soli esiti scolastici stessi, ma dei quali autore non afferma anche Regime e di stessa passata Istituzione longobarda-salernitana non facendo effettiva distinzione di Istituzione di Regime sanitario medico napoleonico e di longobardo. È direttamente evidente che ciclica storica preitalica-italica - itala-italiana è esistenza cui autore dice senza dire di esistere ciclico storico passato e senza distinguere tra politica itala-corsa di Regime napoleonico e politica italiana-italica di Regime longobardo; e con ciò autore tutt'altro regime –derivato da medesima indistinzione- descrivendo: di medicina programmata in condizioni di semi-ignoranza — delle quali denuncia ne è già in ultimi atti di Scuola Medica Salernitana e parimenti in atti di Regime medico sanitario napoleonico qual motivazione a stesso procedere a fine di provveditorato. Di eventi di Secolo Decimonono, autore manchevolmente racconta una marginalità a storia di medicina occidentale; cui veri e propri eventi erano speculari ad altri da quelli menzionati da autore stesso: in '800 (Secolo Decimonono 1800-1900), sia in Regimi napoleonici europei sia poi negli Stati-Nazioni, sanità pubbliche erano applicate a dottrine sociali di medicine non viceversa; per esigenze professionali oltre che di perizia, dai contatti culturali tra esponenti di Regime napoleonico in Italia ed ultimi esponenti di Scuola Medica Salernitana e di relativo Regime sanitario longobardo (con Amministrazione Borbonica dello Stato devoluta ad Istituzioni politiche, a Salerno, Longobarde (italiane longobarde)) fu certezza europea di professionalità medica cui era necessario apporto stabile scientifico, in virtù di nuove scienze empiriche basata su esperire non esperimento, morfologia, etnologia, zoologia...
— Quest'ultima era in formazione da Antico e Medio Evo, etnologia era definita da Vico assieme a generale di empiria scientifica (La Nuova Scienza), morfologia costruita da Goethe e prima nuova ufficialità scientifica-empirica... Poi la sociologia, di cui attività scientifica in Germania già ai tempi di Marx ed in Francia ufficialità accademica durante '900; e moltissime altre: neurologia, biologia, psicologia, fisiologia; antropologia (cui foriero Kant) (di etnologia foriere anche teorie culturali non scientifiche da Impero Austroungarico ad Impero d'Austria in Impero Asburgico). —Dottrine sociali ne restarono ancor più sottoposte a razionalizzazione sanitaria; ma ostinatamente restio a cultura scientifica sociologica solo interessatone, il Marx comunista quindi il marxismo, movimento (originato da post-illuminismo poi direttamente in ex-illuminismo) che non va confuso con bolscevismo e leninismo (Lenin aveva estromesso ideologia marxista di classe da Russia e futura Unione Sovietica e "Stalin" ne aveva re-introdotta con Regime statalista dittatoriale cui opponevasi restante Stato Sovietico cui provvedimenti medico-sanitari divergevano dagli interessamenti marxisti stalinisti).

(...)


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

Nei due ultimi messaggi:

'ne è abilità da autore quale'

era soluzione di scrittura secondaria e primaria e destinata ad invio principale era questa:

ne è adibita da autore quale .

E:

`–derivato da medesima indistinzione- `

Sta evidentemente meglio così:

–derivato da medesima indistinzione– .

Reinvierò con correzioni incluse.

(Versione secondaria trae sua ragione da passate condizioni, del tutto sgradite da me, etnofobiche ed antistoriche: di quando mi trovai ad incontrare evidentemente collaboratore o millantatore di autore od autore stesso, che richiedeva ragguagli su un luogo e cultura del luogo mentre contro di me grave ostilità ed ovviamente io furioso per disattenzione sua a quanto attorno mentre lui manifestava pensieri dei quali altri non me sicuramente ne avrebbero fatto scusa per pessimi eventi; inoltre stesso richiedente aveva seconda e forse più importante per sé intenzione di unire malversazioni accadute a giovani di suoi ambienti a non malversazioni di altri; e con ciò però egli potendo creare solamente situazioni di più vaste malversazioni; e a tutto ciò reagivo... lasciando intervenire alcune grosse bestie da attorno, così che - mentre esse facevano con minacce terrore ed imponevano, ai bisognosi, attenzione a proprio medesimo corpo od altrimenti a minacce anche azioni dure e poi peggio da parte di bestie - io rispondevo solo a parte lecita di richieste di sapere; poi lasciando che strano modo umano altrui, cioè di proferir parole apprestando loro stessi corpi cui non ponevano loro attenzione medesima, in contrassegno veto di stesse bestie, che per loro interessi volevano sapere se si fosse gradito veramente da loro latte e perché mai allora tanta umana loro dabbenaggine in stare al mondo (sia io che bestie, notando che gradivano molto non assai ma poi sempre non ne rispettavano) ).


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

Nonostante impostazione scientifica del resoconto storico di Gilberto Corbellini, esso è incentrato su fenotipicità; dunque non rende conto dei fenomeni elencati e quanto di filosofico e di scientifico in esso resta separato reciprocamente, per non darsi fenomenologico diretto e per non valutarsi fenomenicità direttamente; inoltre tali assenze non sono a motivo di maggior prossimità di oggetto cui render conto, proprio perché fenotipo umano non dà conto di esistente umanità ma di reale, cioè in astratto; senza che ne sia reso il legame esistente tra eventi storici e teorie presenti; tantoché finale resoconto ne aggancia realtà ad esistente e di quest'ultimo la soggettività non è inclusa anzi acclusa-esclusa ed oggettività di resoconto non dipendendo da oggettualità cui reso un conto ma da soggettivismo di elencazione unilaterale; cioè con patologie storiche cui esistere indipendente da esistere di sintomatologie correlate ne viene appaiato e realtà non di coesistere passati ma di correaltà presente in elencare ne è adibita da autore quale sostituto di racconto ma senza che esso specificatamente limitato a sua funzione emblematica non illustrativa e denotativa non indicativa.
...


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

(...)
Riferimento storico irrinunciabile nominalmente corretto non trova in paradigmi di studio di autore (Gilberto Corbellini) reale rispondenza: il quale considerando medicina contemporanea rivolta a moltitudini non correlatamente ma principalmente, avrebbe dovuto di Scuola Medica Salernitana dirne epicircolo ma non epicentro; relazioni di periti medici salernitani a professionalità medica francese durante periodo napoleonico in Italia non essendo per medicina stessa ma per istituzioni di medica sanitaria per mezzo di soli esiti scolastici stessi, ma dei quali autore non afferma anche Regime e di stessa passata Istituzione longobarda-salernitana non facendo effettiva distinzione di Istituzione di Regime sanitario medico napoleonico e di longobardo. È direttamente evidente che ciclica storica preitalica-italica - itala-italiana è esistenza cui autore dice senza dire di esistere ciclico storico passato e senza distinguere tra politica itala-corsa di Regime napoleonico e politica italiana-italica di Regime longobardo; e con ciò autore tutt'altro Regime –derivato da medesima indistinzione– descrivendo: di medicina programmata in condizioni di semi-ignoranza — delle quali denuncia ne è già in ultimi atti di Scuola Medica Salernitana e parimenti in atti di Regime medico sanitario napoleonico qual motivazione a stesso procedere a fine di provveditorato. Di eventi di Secolo Decimonono, autore manchevolmente racconta una marginalità a storia di medicina occidentale; cui veri e propri eventi erano speculari ad altri da quelli menzionati da autore stesso: in '800 (Secolo Decimonono 1800-1900), sia in Regimi napoleonici europei sia poi negli Stati-Nazioni, sanità pubbliche erano applicate a dottrine sociali di medicine non viceversa; per esigenze professionali oltre che di perizia, dai contatti culturali tra esponenti di Regime napoleonico in Italia ed ultimi esponenti di Scuola Medica Salernitana e di relativo Regime sanitario longobardo (con Amministrazione Borbonica dello Stato devoluta ad Istituzioni politiche, a Salerno, Longobarde (italiane longobarde)) fu certezza europea di professionalità medica cui era necessario apporto stabile scientifico, in virtù di nuove scienze empiriche basata su esperire non esperimento, morfologia, etnologia, zoologia...
— Quest'ultima era in formazione da Antico e Medio Evo, etnologia era definita da Vico assieme a generale di empiria scientifica (La Nuova Scienza), morfologia costruita da Goethe e prima nuova ufficialità scientifica-empirica... Poi la sociologia, di cui attività scientifica in Germania già ai tempi di Marx ed in Francia ufficialità accademica durante '900; e moltissime altre: neurologia, biologia, psicologia, fisiologia; antropologia (cui foriero Kant) (di etnologia foriere anche teorie culturali non scientifiche da Impero Austroungarico ad Impero d'Austria in Impero Asburgico). —Dottrine sociali ne restarono ancor più sottoposte a razionalizzazione sanitaria; ma ostinatamente restio a cultura scientifica sociologica solo interessatone, il Marx comunista quindi il marxismo, movimento (originato da post-illuminismo poi direttamente in ex-illuminismo) che non va confuso con bolscevismo e leninismo (Lenin aveva estromesso ideologia marxista di classe da Russia e futura Unione Sovietica e "Stalin" ne aveva re-introdotta con Regime statalista dittatoriale cui opponevasi restante Stato Sovietico cui provvedimenti medico-sanitari divergevano dagli interessamenti marxisti stalinisti).

(...)


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

Per quanto in messaggio del

13 marzo 2020 13:24

espressione: "in contrassegno", sia direttamente di furia bestiale contro presunzione umana, altrui non mia (che avevo appena ricevuto insegnamento proprio da bestia, circa comportamenti ed azioni bovine) che segni impressi (su stesse bestie) non fossero corrispettivi di analoghi e diversi che stesse bestie avrebbero voluto imprimersi con altri metodi, essa (l'espressione) non era destinata da me ad invio internet; tuttavia reinvierò con correzione.


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

In messaggio di cui:

'ne è abilità da autore quale'

tal scrittura era secondaria;
invece soluzione di scrittura primaria e destinata ad invio principale questa:

ne è adibita da autore quale .

Ho già reinviato con correzione.

|Versione secondaria trae sua ragione da passate condizioni, del tutto sgradite da me, etnofobiche ed antistoriche:
di quando mi trovai ad incontrare evidentemente collaboratore o millantatore di autore od autore stesso, che richiedeva ragguagli su un luogo e cultura del luogo mentre contro di me grave ostilità ed ovviamente io furioso per disattenzione sua a quanto attorno mentre lui manifestava pensieri dei quali altri non me sicuramente ne avrebbero fatto scusa per pessimi eventi; inoltre stesso richiedente aveva seconda e forse più importante per sé intenzione di unire malversazioni accadute a giovani di suoi ambienti a non malversazioni di altri; e con ciò però egli potendo creare solamente situazioni di più vaste malversazioni; e a tutto ciò reagivo... lasciando intervenire alcune grosse bestie da attorno, così che - mentre esse facevano con minacce terrore ed imponevano, ai bisognosi, attenzione a proprio medesimo corpo od altrimenti a minacce anche azioni dure e poi peggio da parte di bestie - io rispondevo solo a parte lecita di richieste di sapere; poi lasciando che strano modo umano altrui, cioè di proferir parole apprestando loro stessi corpi cui non ponevano loro attenzione medesima, incontrasse veto di stesse bestie, che per loro interessi volevano sapere se si fosse gradito veramente da loro latte e perché mai allora tanta umana loro dabbenaggine in stare al mondo (sia io che bestie, notando che gradivano molto non assai ma poi sempre non ne rispettavano) |.


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

Durante Basso Medio Evo europeo e fino ad Alto generalmente si affermava valore di continuazione preventiva, ovvero saperi medici da usare per evitare il caso della malattia; che appunto Evo di Mezzo non annoverava in Europa se non quale ipotetica od eventuale eccezione. A tal affermazione, eticamente autosufficiente, era in pratica necessario implicarne senso del sacro; poiché peculiarità dei tempi era appunto un passaggio da un mondo a un altro in stesso luogo europeo.
In stessi periodi Medio Evo arabo godeva solo in parte di stessa forza di avvenire; ed a causa dei contatti forzosi o forzati tra Europa e Mondo Arabo, imposti dal caso, da economia, da politiche, mai per decisione iniziale europea né araba, in Alto Medio Evo Europa stessa dovette provvedere di sistemi medici specifici; restandone quelli antichi greci e quelli analoghi romani ma anche celtici, germanici, ed altri, anche tantissimi di ciascune genti: però ridotti a tradizionali cautele o appunto non necessità proprie. Stessa Bisanzio a fine di Basso Medio Evo praticava ormai solo etica preventiva e per beneficio estero fino a che gli imprevisti contatti non necessitarono diretto ricorso a pensiero della medicina. Non altra necessità fu della Scuola Medica Salernitana; cui meriti immensi erano di prudenza e cui concezioni di Sanità e malattie non da stessi ambienti poi scolastici.
...Pensiero di disagio della malattia era nel tedio di dover non abbandonare del tutto pensiero medico; presso longobardi necessario ma non a longobardi; stesso per ambienti bizantini. Nel resto di Europa chi di etnia definita o da definirsi in necessità locali, godeva di stessa estraneità a malattie.
A Stranezza di coincidenze bastava la prudenza mentre ad arrivi eurasiatici civili non barbari né semibarbari e permanenze non etniche erano utili i rimedi per prudenza escogitati; tra cui quelli di Scuola Salernitana erano appunto i primi stabiliti, d'altronde assai poco sviluppati per stesso programma deliberato di scuola. Gli arrivi erano in stragrande maggioranza di ebrei ed ex ebrei e di giudei; cui economia e socialità facevano ricorso forte di medicina diversificatantesi.
...Con inizio di Epoca Dei Velieri in Europa rischi di effettiva malattia erano per maggior numeri; ma arrivo di beni alimentari da navi faceva il rimedio già. Ultimativo atto pratico di Scuola Medica Salernitana, già al tempo della Lega Anseatica definito, fu notazione che sorpresa di casi di malattia da contatti oceanici diretti o indiretti da risolver con ciò stesso di contatto ed in comune. In vantaggi alimentari di patate, cioccolati, pomodori, ananassi... anche rimedi salutari contro insicurezze di chi in incertezze. Questo era già quadro di riferimento entro cui considerare fattori epidemici e, futuri, degenerativi; ed epidemia di pesti e lebbre durante Medio Evo non erano state funeste per numero di malati (di veri e propri esiguo conto) ma per vastità di impedimenti conseguenti, tra cui anche siccità.
/Pensiero Medico Salernitano era distinzione netta tra forza salutare ed autoinfermieristica, infermeria, medicina: sequenza dipendeva da circostanze interzonali.\

...

MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

Banalizzazione non alterità, le cause di inadeguatezze di moltitudini nel valutare malattie; giacché società del benessere con competizione di agi ed americanizzazione rendendo usi ed utilizzi e vitalità omologhe, su esempio o ad esempio finali di Oltreoceano: sistema di difesa da malattie tramite stili di vita adatti a rappresentare in semplicità guai di malattie; ma limiti di tal condizioni difensive da altri frainteso e sottostimati. Coincidenze positive assai illusive elusive finanche; non adeguatamente notatone da sistemi sanitari internazionali mondiali non da istituzionali, in specie nazionali; e da debolezza di sistemi e tra coincidenze fortunose e banalizzando pochezze e precarietà accadeva di più grave; tra gli esagerati ostinati impieghi dei tempi orologeschi e cronometrici e in dimenticanza delle autentiche durate biopsichiche...
Tal quadro fino ad attualità - odiernità; in esso trovasi descritta anche precondizione cui rischi di immunodeficienze, già indicate quali pericoli gravi per umanità in maggior utilizzo non solo uso di medicina, a fine '800. Di tal avviso era stata prevista eventualità da stessi filosofi medici salernitani in Medio Evo.

Considerazione-non-solo-menzione, da parte di autore recensito, di calcoli temporali-astronomici è da annoversarsi qual stesso fattore di rischio sanitario e se ne ritrova in vera storia della medicina qual caso clinico, di penuria medica o d'altro.


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

Attenzione da me praticata col commentare questa recensione è in relazione a condizione di violenza odierna;
cui Vero Stato ha fatto e fa fronte con:
Ordinanze Ministeriali cagionate da inazioni od eccessi attuativi sanitari statali (non statali-sanitari) e (ovvio!) stesse Ordinanze destinate a soli sanitari od a strutture sanitarie; Decreti, di supporto e attivi non operativi, statualmente garantiti qual opzioni cui attenzione e non governativamente ma con necessità fatta presente a Governo da Parlamento di Stato e Presidenza diretta di Stato; attivazione di Protezione Civile, non solo in base a quanto di Decreti e Ordinanze.

Circostanze di 'influenza cinese' è di relativi virus influenzali, di non attenzione o disattenzione internazionale ad esiguità ma effettività di relative problematiche, con epidemia influenzale poi pandemia anche a causa di allarmismi o pressappochismi; in Italia Istituzioni Statali avendo coordinato assieme a volontari tra cittadini ed anche in ruoli statali reazioni efficaci nonostante condizioni di crisi in strutture sanitarie e confusione di moltitudini da cui invadenze anche disinformative, delle quali gravissime e anche oggi perduranti - e purtroppo insinuate in Stato contro Stato - quelle tese ad occultare realtà di provvedimenti statali; nonostante tutto, quanto, in Italia, di giustamente fatto e quanto di efficacemente, inserito da Organizzazione Mondiale della Sanità in programma efficace per riferimento...

Ma permanendo ancora in ambienti medici sanitari anche italiani ostinate affermazioni di false necessità e contro libertà fondamentali non solo di cittadini anche di stessa umanità; e ciò da parte di ambienti medici-sanitari unito a richieste – e profittando di situazione epidemica pandemica – contro Costituzione di Stato Italiano in merito a cultura e valori culturali e libertà di cultura.
Difatti da evidentemente inetti o pressoché o peggio che inetti, si pretende che università debbano esser rivòlte ad ignoranze cui rimediare col selezionare tutti gli interessati oppure vòlti; cioè si pretende da summenzionati ambienti, che si impedisca liberi studi e riconoscimenti —atto gravissimo!— e di fatto tali pretese avanzate con logica di esperimenti contro la vita, poiché i pretendenti purtroppo non intendendo valore di libertà di studi scientifici e medici.

((Autore (cioè io all'anagrafe Mauro Pastore) di questi commenti anche di questo stesso non è né potrebbe esser partecipe di comune e vasta comprensione circa salute e malattia perché appartenente a civiltà e cultura direttamente naturali cui malattia realtà mai concreta e perché in destino naturalmente necessario anche estremo cui solo eventualità di autoprovvedere infermieristico cioè non altrui provvedere. ))


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

In penultimo messaggio:

'limiti di tal condizioni difensive da altri frainteso e sottostimati.'

può essere inteso così:

' limiti di tal condizioni difensive da altri (non senza alcunché di) frainteso e sottostimati. '

Reinvierò.


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

(+)

Banalizzazione non alterità, le cause di inadeguatezze di moltitudini nel valutare malattie; giacché società del benessere con competizione di agi ed americanizzazione rendendo usi ed utilizzi e vitalità omologhe, su esempio o ad esempio finali di Oltreoceano: sistema di difesa da malattie tramite stili di vita adatti a rappresentare in semplicità guai di malattie; ma limiti di tal condizioni difensive da altri non senza frainteso e sottostimati. Coincidenze positive assai illusive elusive finanche; non adeguatamente notatone da sistemi sanitari internazionali mondiali non da istituzionali, in specie nazionali; e da debolezza di sistemi e tra coincidenze fortunose e banalizzando pochezze e precarietà accadeva di più grave; tra gli esagerati ostinati impieghi dei tempi orologeschi e cronometrici e in dimenticanza delle autentiche durate biopsichiche...
Tal quadro fino ad attualità - odiernità; in esso trovasi descritta anche precondizione cui rischi di immunodeficienze, già indicate quali pericoli gravi per umanità in maggior utilizzo non solo uso di medicina, a fine '800. Di tal avviso era stata prevista eventualità da stessi filosofi medici salernitani in Medio Evo.

Considerazione-non-solo-menzione, da parte di autore recensito, di calcoli temporali-astronomici è da annoversarsi qual stesso fattore di rischio sanitario e se ne ritrova in vera storia della medicina qual caso clinico, di penuria medica o d'altro.


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

A causa di separazione scientifica/filosofica praticata da autore recensito e cui stesso recensore non avendo usato senso critico, approccio di autore, qual risulta presentato in recensione, è mediato da scienze psicologiche e non scientifico psicologico ed è in considerare psichico-antropico di specie umana e non di genere ed usato qual elemento di discernimento ma senza distinzione necessaria di àmbiti di reali o solo ideali applicazioni.

Utilizzo parziale da parte di autore di criterio storico risulta privo di corrispondente parzialità di oggetto cui racconti storici.
A ciò si aggiunge mancanza di concezione pratica di non-entità-in-sé di realtà di malattia e di entità-in-sé di realtà di salute per mezzo della quale sarebbe stato possibile ad autore evitare di trattare rapporti politica/medicina quali rapporti tra esistere-essere concreto / essere-esistere non concreto e senza nessun particolare nesso; non solo autore non ne tratta così ma ne traccia inversione cui pretesa di etica e non etica offre impressione fallace di esistenza; poiché autore stesso – se ne deduce da quanto riportato in recensione – attribuisce onere di interessamenti a politica che sarebbe possibile ma non è possibile, datoché malattia non è 'ente per sé' ed emergenze mediche non si riferiscono a situazioni concrete solo a circostanze tanto concrete quanto relativamente - limitatamente effettive.
Parzialità e pretenziosità di autore recensito, di cui non risulta in lavoro (recensito) di stesso autore una manifestazione di soggettività che ne autoconfini implicazioni erronee anzi risultando che in esso sono unite ad omologhe modalità di racconto, con impressione di rispondenza purtroppo non evidenza di falsa rispondenza storica.
...


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

... Riferimento di autore ad agricoltura unilaterale e soggettivo perché problematiche relative ad eventi e luoghi particolari presentate per generali di luoghi e tempi; cui coordinate storiche sono di rapporti naturalità/civiltà ed in specificazione di luogo-evento, mesopotamico, ove (e dove) tali rapporti sono essi stessi intrinsecamente ciclici. Senza dubbio ciò evitava ad autore ulteriori possibilità di erranza con introduzione — evidentemente senza che autore se ne avvedesse — di storicità cui individuazione minore di identificabilità senza che ciò ne impedisca.
Ma autore non sfruttava tal opportunità; e minore identificabilità si trova in suo lavoro associata a non pluralità di pensieri su passato-presente cioè con unicità di passati medicali-medicinali invero non direttamente medici, senza descrizione di rapporti medicina-salute di evento completo e più grande e fondamentale ai fini di reale resa storica di evento stesso in luogo mesopotamico, di cui risulta che autore menzionava.
Particolarità di approccio scientifico psichico-antropico in lavoro recensito risulta sufficiente a corrispondere a ricostruzione paleontologica di quadro clinico ideale, cui condizioni cliniche reali essendo solamente le condizioni da e di laboratorio di ricerca scientifica paleontologica; tanto che psichicità-antropicità di approccio di autore di lavoro stesso (recensito) risulta sottratta da valutazioni psicologiche - antropologiche e rispondenze psicoantropologiche-antropopsicologiche impeditene quindi interdisciplinarità con paleontologia nulla, cui realtà archeologica mesopotamica, fortemente psicoidamente-antropicamente conservatrice-conservativa cioè con attestazioni, dai resti, del tutto analoghe ad intuibilità psichiche dirette nonché psicologiche indirette, forniva, fornisce alternativa corrispondenza ma sempre sottoposta ad arbitrarietà ed a casualità, non solo umane e assolute e del tutto ascientificamente.
Inizio di civiltà riportato - menzionato da recensore (di lavoro di autore), è, da intero cànone culturale di pratico riferimento e da relativo parametro storico, epiciclo di ultimo ciclo, cui distanza temporale, da oggi ad allora, di anni circa 10000, si riferisce a ritrovamenti di reperti di proto-vetero-civiltà, cui veterociviltà distinta da protociviltà e questa terminata circa 10000 anni orsono mentre quella precedente l'inizio, questo di gran lunga anteriore a 10000 anni (recenti studi archeologici non paleontologici offrono databilità di circa 100000 [100.000] anni per epiciclo non ciclo). A reputare inizio civile di circa 10000 [10.000] anni orsono, né è direttamente una - una sola - considerazione storica di civilizzazione orientale-occidentale, accadica non lidia (corrispondente evento etrusco più antico) — cui rispondenze bibliche – ma da glottologia applicata a Libro della Genesi risultando inclusione di racconto precedente babilonese, detto "epopea di Gilgamesh" cui tradizioni orali (studiate da etnologi) antecedenti a scritte; non epica ma epopea: cioè narrazione ciclica, cui ultima (più recente) di poco anteriore a 10000 [10.000] anni orsono.
Questa epopea narrava di giudizio ed ostilità contro civiltà degli agi e dei rimedi e di fine ennesima di una stessa (non medesima) civiltà.


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

...

È sorprendente (quanto rilevativo oltre che rivelativo) che autore recensito componesse una tesi — che però corredava di relazioni-rapporti cioè disposizioni testuali cui significato una negazione, questa senza dubbio interessante ed opportuna nonostante autore stesso non ne comprendesse tutte le implicazioni però opportunamente "inbebolita" (mediante anzidetta sua negazione) da autore medesimo — la quale in esser riconnessa ad elemento storico in essa negletto non assente, né è esplicata da stesso elemento:

| [] giudizio ed ostilità contro civiltà degli agi e dei rimedi e [] fine ennesima di una stessa (non medesima) civiltà |

... Difatti, interrogatività di lavoro (recensito) del quale mostravo in precedenti commenti lo scaturire da un altro non solo altrui negarne risposta, trova non conseguente risposta ma altro ancora e cioè non teriomorfo rispondere in logica non continuativa ed a subissare trama intellettuale-cognitiva di autore (di lavoro recensito)
–– ed a seguirne logicamente non conseguendone, e dato conseguire del subissato, che in quanto conseguito potendo essere anche subissato qualora il conseguire se ne consideri: per mezzo di comprensione storica di antecedente storicità di medesimo elemento che trovasi negletto in subissaturo-subissato –– ...

Insomma rispondere cui autore recensito dispone materialità di propri studi può giungere in non concordanza con tal disposizione e per amplificazione-estensione storica e con ripetizione di:

giudizio ed ostilità contro civiltà degli agi e dei rimedi
fine ennesima di una stessa non medesima civiltà.


( A contrastare raggiungimento di risultato è – solo apparente paradosso – non insistere in cultura extrabiblica ma in subculturalità ultrabiblica, cui fondamenti non in cristianesimo biblico ma in sincretismo malgestito tra Islam, in certo senso religione del Libro ((Il Corano)) (non dei Libri) e Cristianità, in alcunché di significativo religione, per cosí dire, con I Libri ((' TA BIBLIA ')) (non del Libro)... Perché di fatto fondamentalismo non cristiano ed intromesso cioè anticristiano fa da dissuasione a progressi di interpretazioni bibliche, cui estensioni-amplificazioni storiche conducono a riconoscere, in "Genesi", di Nomia maggior diretta espressione in pluralità non singolarità; ciò in stesso Libro Sacro detto Bibbia introdotto con predefinire anominalmente e postdefinire nominalmente: umani/Adamo invero Adami/Eve.
Non furono vera cultura e reale acculturazione biblica né fiducia autentica in progresso scientifico, ma disculturazione e perdita di cultura, sia scientifica che religiosa biblica, le premesse per il fissarsi di falsi cànoni paralleli; falsità in parvente non reale non falsità in novero di datazioni-non-date archeologiche e paleontologiche non viceversa, cui stessa cultura biblica forniva sia occasioni che interpretazioni e cui storia trovava date ma corrispondenti a fonti storiche già possedute non viceversa; perché in fin dei conti numero di 'circa 10.000 (10000) anni' per realtà civile mesopotamica in realtà ha senso per storia accadica tramandata, comunicata a storici antichi occidentali e medioevali non solo occidentali ed anche arabi.
...)


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

...
(...) (Quanto in storia accadica orientale-occidentale, come suggerito da nome e non per caso ma da rilevanza primaria di radice semantica sanscrita - latina - neolatina, è stato accadere di retaggio non eredità civile o di eredità non retaggio civile cui retaggi-eredità - eredità-retaggi occidentali solo coinvolti! E averne da parte di molti ambienti culturali idoleggiato, ne ha condotto a subculturalità; e averne da parte di molti ambienti subculturali idolatrato, ne ha ridotto a pseudoculturalità; e ciò essendo accaduto tra rilievi tecnici di datazioni-non-date cui datarsi postumo da saperi predeterminanti stesse datazioni-non-date e con medesimo datarsi utile e verificabile in saperi non-scientifici - prescientifici.
Paleontologicamente archeologicamente non viceversa si componeva analoga corrispondenza tramite saperi minori a maggiori, medesimi suddetti; ma fino ad ultime sol eguali non uguali rilevazioni paleontologiche fondamentali di manifestazioni vitali terrestri e vitali umane e vitali animali: da più recenti ri-datazioni di vita terrestre, conseguendo dilatazione in ri-datazioni di vita umana (in terrestrità) cioè mostrandosene più lunghe periodicità; e da entrambe ri-datazioni corrispondendo a contesto comune archeologico paleontologico contestualizzazione comune archeologica etnologica di cui precedente convenzionalità-datalità risultando: cifrarità ripetitiva.
Questi aggiornamenti datarii hanno mostrato coniugazione ad altri già fatti da tecnici orientali ma generalmente non accettati o non recepiti da università occidentali: da rilievi tecnici su monumenti tradizionali in India, databilità di monumenti a 1000000 [1.000.000] di anni da oggi ad allora, di altri resti tempi ancor più lontani nel passato; saperi cui dipendenti tali ricerche tecniche scientifiche in Occidente individuabili in cultura rinascimentale italiana ed in cultura filosofica classica tedesca (... Kant, Schopenhauer, Nietzsche \) in Oriente in culture classiche-tradizionali...
Per quanto concernente ri-datazioni di vita animale, da scoperta, recentissima, paleontologica di ambientalità pre-europea adatta a vivere di cosiddetti dinosauri, risulta che ripetitività di periodi umani - terrestri in particolare pre-europei è non uniforme cioè in eventi di concomitanze di quasi-incompatibilità di vita-umana / vita-rettiliana.
Ciò mostra di quadri storici recenti medicali-medicinali origine in rifiuto di tali concomitanze ed in incompatibilità umane \ rettiliane datoché quadri stessi scaturenti da elencazione di esigenze possibili internamente a stesso rifiuto, che fa constare isolamento storico-culturale ed alienazione da medica totalità senza pari annullamento di bisogni di medicina.
Tuttavia disposizione inconsapevole ad altrui-altro domandare non conserva separazione umana / rettiliana, ambientale o vitale pure; dunque da una consapevole valutazione integrativa (testé da me prodotta, in commenti) notandosi evenienza di coeventualità co-attive - rettiliane e com-passive umane, solo in ultima temporalità effettiva perché data dal separarsi protratto fino ad insostenibilità attivamente rettilianamente cioè non solo per ambientalità rettiliana e passivamente umanamente cioè solo per ambientalità umana.
... )



MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

...
(...) (... Evento di incontri rifiutato in passato si trasformava, cioè, in evento di incontro unilaterale cioè curiosità rettiliana; attestandone bisogni di medicina, in maggior progresso psichiatrico; in pratica corrispondente realtà essendo di tipo allergico-nevrotico a resti di presenze passate di dinosauri o di bestialità evolutasene; tra cui annoversarsi casi minimi per esempio di: allergie a pelle, anche lavorate e manufatte, di sauri discendenti da dinosauri.
Ma situazione generica risulta questa: modalità di vita umana esposte ad ambientalità cui modi umani alieni e cui modalità rettiliane non aliene ed in qualche modo non assenti o presenti, in effetto o altro, senza poterne esser capite. Non esenti: antropizzazioni tecniche-non-tecnologiche-antiecologiche e antropizzazioni tecniche-antitecnologiche-non-ecologiche; circostanza di interesse medico: evidentemente invadenza contro ambienti modificati da vite rettiliane (esempio: attività edilizia su suoli fatti da dinosauri estinti) ).


/
Non è solo riuscita ironica filosofica, di tutto questo armamentario intellettuale che ho inviato, qualora se ne riferisca alle drammatiche situazioni sociali, sanitarie, impolitiche, che ho descritto in commento già inviato su giustezze politiche e cui esigenze di protezioni civili, contro cui (ne ho denunciato già) ingiuste opposizioni a provvedimenti i quali direttamente da reazioni di Stato stesso.
Infatti ho delineato a mia volta anche quadro, socialmente e non solo socialmente rilevante, di... altrui-umana- cioè - non-altra... primitività disadattata semi-intromessa-intromessa; cui (ovviamente) interesse anche di medicina non solo medicalità.


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

Ovviamente in frammento di frase di mio precedente messaggio:

'curiosità rettiliana; attestandone bisogni di medicina'

il senso può esser di:
bisogno rettiliano di curiosità medica rettiliana /
bisogno umano di trovar medicina /.

(Di fatto veterinaria va distinta da medicina, indipendentemente da ruoli umani / non umani.)


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

Recensione inizia con illustrare concezione di superindividualità e di internaturalità mediante espressioni di drammi individuali e idilli naturali, questi non solo in poco occultati, gli altri per inverso manifesti fino a sembrare non detti. Vero è che individualità è soggetta a scontrosità maggiori e collettività a minori, eppure gravità reali possono divergere da soggezioni. Aggiungere senso ad inizio di recensione, solo attribuendo ai postulati affermati in essa oblio od ignorare storico, di Prima e Seconda Guerra Mondiale e di Guerra Fredda Est-Ovest del Mondo, di cui cioè postulati suddetti non sono adatti perché negherebbero accadimenti di massa violenti... In Italia: volontà di moltitudini di dimenticare destino italiano ed uso corretto di armi da fuoco (non diversamente negli altri coinvolti), desiderio di moltitudini di aver Stato senza valori e senza doveri e senza diritti (non differentemente negli altri coinvolti), decisioni di moltitudini di sola economia e di ottenere solamente dalla politica (non altramente nei differenti coinvolti)... E salute e malattia cosa ne avrebbero a che fare? Durante i tre conflitti di cui terzo non interamente mondiale erano imprudenze di moltissimi:
1) sconsideratezza nel pensare futuro;
2) disattenzione nel verificare presente;
3) svalutazione nel ricordare il passato.
Di ignoranze individuali, è noto dei fascisti su realtà di Colonie africane, dei nazisti su esistenza euroasiatica, dei franchisti su Occidente americano.
Non c'è dubbio che dapprincipio raramente e non maggiormente le moltitudini erano le maggiori responsabili dei guai; ma reiteratamente erano sempre più spesso e più in torto; fino ad intollerabilità da parte di stessi Vertici di Poteri sovietici, perché, specie in Blocco Orientale, esse in prepotenza. E dato che tali fatti non furono neutrali per medicina (non solo psichiatrica), evidentemente postulati iniziali in recensione discordanti da realtà principale di interesse medico generale; ma pure quanto riportato da lavoro recensito ne discorda.

(...)

MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

A quanto già detto in miei commenti aggiungo altro...
Considerazione di recensire e di quanto recensito, afferma assenza di finalità entro pura evoluzione senza specificare oggetto assoluto, cioè evoluzione-evoluzione; nel resto trovando mero coincidere con sopraggiunta consapevolezza culturale oppure filosofica, di assenza di scopi ultimi di genericità di vita stessa (che non contraddice scopo vitale psichico, Via al Sé, ovvero Entelechia della Mente e delle Menti, senso della propria ultima vicenda interiore...). Assenza è anche: in coincidere non significativo tra stabilità di pienezza fisica cioè non finalismo fisico; in non coincidere significativo con tensione trasformativa studiata dai chimici... e tanto altro ancora potrebbesi aggiungere! In ogni caso valore culturale di non finalità assoluta, è nozione troppo vasta per interessare teorie su salute e malattie... Dunque presupposto di autore recensito non è neutrale, perché deriva da traslazione di valori culturali in contesti civili non culturali; cioè autore nel muovere pensiero di tal non finalità ne presenta travisamento; che occulta insensatezza di violenze di massa ed eventi di esse contro sensatezze ultime ed al contempo occulta il grande nonsenso in cui consiste destino in quanto tale, anche e proprio del vivere per vivere, né altro destino essendo di vitalità stessa cioè essendo a vitalità il non aver senso l'esuberanza della vita.
Senza tutto ciò razionalizzare è possibile contemplare teorie su salute e malattia senza riferirne a cultura medica filosofica né a saperi medici generali ma anche senza poter capire molti accaduti...
Realtà passate di tossicità, precocità, afasia, erano originariamente di:
1) resti extracontinentali extraeuropei
2) restati da altri luoghi cioè stranieri
3) restii ad integrazione completa italiana nazionale
Ed in maggioranza i problemi erano extrasanitari non medici e di realtà in un modo o nell'altro provvisorie e non di rado gravemente criminali cui imprudenza tipica non suicida...
Condizioni di redditi economici in Stato Unitario Italiano non è significativamente senza considerare fenomeno del consumismo e senza ricorrere anche a differenziazione estreme cioè pluralità di riferimenti di locali cronache; ciò da aggiungersi ai calcoli delle inflazioni monetarie e cambi monetari; se ne conclude da valutare consumismo crescente in ultimi decenni che di rado reddito procapite (... unitario) ha costituito aumento non solo nominale; e valutando costrizioni a consumi non si trova alcunché relativo a benessere... Dagli anni '50 medici studiano malattie legate ad iperconsumi forzati da necessità - spesso non ricercate o detestate! Situazioni di vita a negativo bisogno farmacologico sono noto esistente fenomeno criminale...
Postulati finali in recensione definiscono risorsa di medicina ideale non reale, per taluni inutilità pericolosa; stessi postulati sono sorta di appelli, ad imitazione di finalismo negato e quali sostituti inservibili di vere finalità o quali secondamenti di non finalità o suggerimenti di non finalismi; encomio di ruolo medico presentato da recensore con occulta ambizione etica e purtroppo come fosse una tensione vitale 'in sé è per sé'; e ciò unitamente ad oblio di 'non entità in sé' di malattia fa di quanto recensito e di recensione una circostanza che integral filosofia può chiamare: 'demonologica', che senso comune religioso monoteista dice 'diabolica'; ovvero inganno di realtà tragicamente inconsistente quanto pericolosa; meglio quindi comparare recensione ma senza supporne di ottenerne.
Invece miei commenti sono realmente utili e fattivi e costruiti a scanso di equivoci.


MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

In mio commento precedente:

'differenziazione estreme'

sta per:

differenziazione (e di) estreme .

Reinvierò con miglioria pure.



MAURO PASTORE

MAURO PASTORE ha detto...

(+) A quanto già detto in miei commenti aggiungo altro...
Considerazione di recensire e di quanto recensito, afferma assenza di finalità entro pura evoluzione senza specificare oggetto assoluto, cioè evoluzione-evoluzione; nel resto trovando mero coincidere con sopraggiunta consapevolezza culturale oppure filosofica, di assenza di scopi ultimi di genericità di vita stessa (che non contraddice scopo vitale psichico, Via al Sé, ovvero Entelechia della Mente e delle Menti, senso della propria ultima vicenda interiore...). Assenza è anche: in coincidere non significativo tra stabilità di pienezza fisica cioè non finalismo fisico; in non coincidere significativo con tensione trasformativa studiata dai chimici... e tanto altro ancora potrebbesi aggiungere! In ogni caso valore culturale di non finalità assoluta, è nozione troppo vasta per interessare teorie su salute e malattie... Dunque presupposto di autore recensito non è neutrale, perché deriva da traslazione di valori culturali in contesti civili non culturali; cioè autore nel muovere pensiero di tal non finalità ne presenta travisamento; che occulta insensatezza di violenze di massa ed eventi di esse contro sensatezze ultime ed al contempo occulta il grande nonsenso in cui consiste destino in quanto tale, anche e proprio del vivere per vivere, né altro destino essendo di vitalità stessa cioè essendo a vitalità il non aver senso l'esuberanza della vita.
Senza tutto ciò razionalizzare è possibile contemplare teorie su salute e malattia senza riferirne a cultura medica filosofica né a saperi medici generali ma anche senza poter capire molti accaduti...
Realtà passate di tossicità, precocità, afasia, erano originariamente di:
1) resti extracontinentali extraeuropei
2) restati da altri luoghi cioè stranieri
3) restii ad integrazione completa italiana nazionale
Ed in maggioranza i problemi erano extrasanitari non medici e di realtà in un modo o nell'altro provvisorie e non di rado gravemente criminali cui imprudenza tipica non suicida...
Condizioni di redditi economici in Stato Unitario Italiano non è significativamente senza considerare fenomeno del consumismo e senza ricorrere anche a differenziazione –e di estreme– cioè pluralità di riferimenti di locali cronache; ciò da aggiungersi ai calcoli delle inflazioni monetarie e cambi monetari; se ne conclude da valutare consumismo crescente in ultimi decenni che di rado reddito procapite (... unitario) ha costituito aumento non solo nominale; e valutando costrizioni a consumi non si trova alcunché relativo a benessere... Dagli anni '50 medici studiano malattie legate ad iperconsumi forzati da necessità - spesso non ricercate o detestate! Situazioni di vita a negativo bisogno farmacologico sono noto esistente fenomeno criminale...
Postulati finali in recensione definiscono risorsa di medicina ideale non reale, per taluni inutilità pericolosa; stessi postulati sono sorta di appelli, ad imitazione di finalismo negato e quali sostituti inservibili di vere finalità o quali secondamenti di non finalità o suggerimenti di non finalismi; encomio di ruolo medico presentato da recensore con occulta ambizione etica e purtroppo come fosse una tensione vitale 'in sé è per sé'; e ciò unitamente ad oblio di 'non entità in sé' di malattia fa di quanto recensito e di recensione una circostanza che integral filosofia può chiamare: 'demonologica', che senso comune religioso monoteista dice 'diabolica'; ovvero inganno di realtà tragicamente inconsistente quanto pericolosa; meglio quindi comparare recensione ma senza supporne di (qualcosa) ottenerne.
Invece miei commenti sono realmente utili e fattivi e costruiti a scanso di equivoci.


MAURO PASTORE